Il linguagio direttivo in alcuni programmi della scuola primaria - article ; n°1 ; vol.109, pg 317-337
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée - Année 1997 - Volume 109 - Numéro 1 - Pages 317-337
Marco Mazzoleni, Il linguaggio direttivo in alcuni programmi della scuola primaria, p. 317-337. In questo lavoro si presenta un'analisi di alcuni programmi ministeriali per la scuola primaria italiana, inquadrandoli in primo luogo corne testi a dominanza «normativo-concettuale» in una tipologia che tiene conto della funzione comunicativa e della configurazione strutturale del testo, ed esaminando in seguito le diverse forme di espressione della prescrittività testimoniate. I programmi sono testi di legge (più volte modificati negli ultimi 70 anni) che lo Stato italiano rivolge agli organismi competenti perché vi si attengano rispetto ad una serie variegata di aspetti concernenti il modo di pensare, organizzare, e realizzare l'intervento educativo : forniscono quindi indicazioni vincolanti, in quanto leggi dello Stato hanno un carattere normativo e di statuto, enunciano un modello di scuola prescrivendo di seguirlo. (v. rétro) Dal punto di vista dell'espressione linguistica la prescrittività presente nei programmi si può manifestare a livello sia lessicale sia morfosintattico. Lessicalmente si può ordinare, presentare una norma, porre unprecetto, stabilire a chi spetta o compete un ruolo determinato, additare un compito, avanzare un suggerimento, delineare un percorso didattico, fornire delle istruzioni, etc., modulando in maniera differenziata i diversi aspetti (finalità da raggiungere e metodologie da utilizzare) del 'dover essere' della scuola - di cui si offre allo stesso tempo un modello di riferimento ideale; tramite diverse strutture morfosintattiche si possono poi articolare le modalità deontiche tipicamente presenti in testi normativi come i programmi. Dall'analisi secondo queste due prospettive (diverse ma interagenti) emergono le fisionomie dei programmi esaminati, dal punto di vista sia di quanto li accomuna sia di ciò che invece risulta più specifico e caratteristico di ciascuno.
21 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1997
Nombre de lectures 22
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Marco Mazzoleni
Il linguagio direttivo in alcuni programmi della scuola primaria
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 109, N°1. 1997. pp. 317-337.
Riassunto
Marco Mazzoleni, Il linguaggio direttivo in alcuni programmi della scuola primaria, p. 317-337.
In questo lavoro si presenta un'analisi di alcuni programmi ministeriali per la scuola primaria italiana, inquadrandoli in primo luogo
come testi a dominanza «normativo-concettuale» in una tipologia che tiene conto della funzione comunicativa e della
configurazione strutturale del testo, ed esaminando in seguito le diverse forme di espressione della prescrittività testimoniate. I
programmi sono testi di legge (più volte modificati negli ultimi 70 anni) che lo Stato italiano rivolge agli organismi competenti
perché vi si attengano rispetto ad una serie variegata di aspetti concernenti il modo di pensare, organizzare, e realizzare
l'intervento educativo : forniscono quindi indicazioni vincolanti, in quanto leggi dello Stato hanno un carattere normativo e di
statuto, enunciano un modello di scuola prescrivendo di seguirlo.
(v. retro) Dal punto di vista dell'espressione linguistica la prescrittività presente nei programmi si può manifestare a livello sia
lessicale sia morfosintattico. Lessicalmente si può ordinare, presentare una norma, porre unprecetto, stabilire a chi spetta o
compete un ruolo determinato, additare un compito, avanzare un suggerimento, delineare un percorso didattico, fornire delle
istruzioni, etc., modulando in maniera differenziata i diversi aspetti (finalità da raggiungere e metodologie da utilizzare) del 'dover
essere' della scuola - di cui si offre allo stesso tempo un modello di riferimento ideale; tramite diverse strutture morfosintattiche si
possono poi articolare le modalità deontiche tipicamente presenti in testi normativi come i programmi.
Dall'analisi secondo queste due prospettive (diverse ma interagenti) emergono le fisionomie dei programmi esaminati, dal punto
di vista sia di quanto li accomuna sia di ciò che invece risulta più specifico e caratteristico di ciascuno.
Citer ce document / Cite this document :
Mazzoleni Marco. Il linguagio direttivo in alcuni programmi della scuola primaria. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome.
Italie et Méditerranée T. 109, N°1. 1997. pp. 317-337.
doi : 10.3406/mefr.1997.4489
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1997_num_109_1_4489MARCO MAZZOLENI
IL LINGUAGGIO DIRETTIVO
IN ALCUNI PROGRAMMI DELLA
SCUOLA PRIMARIA
I programmi ministeriali per la scuola primaria sono testi di legge (più
volte modificati negli ultimi 70 anni) che lo Stato italiano rivolge agli orga
nismi competenti della scuola perché vi si attengano relativamente ad una
serie variegata di aspetti concernenti il modo di pensare, organizzare, e
realizzare l'intervento educativo : forniscono quindi indicazioni vincolanti,
in quanto leggi dello Stato hanno un carattere normativo e di statuto,
enunciano un modello di scuola prescrivendo di seguirlo. Scopo di questo
articolo è di presentare un'analisi di alcuni di tali programmi, inquadrand
oli in primo luogo come testi a dominanza «normativo-concettuale» in
una tipologia che tiene conto della funzione comunicativa e della configu
razione strutturale del testo (§ 1), ed esaminando in séguito le diverse for
me di espressione della direttività manifestate a livello sia lessicale sia mor-
fosintattico (§ 2) : va però sottolineato che l'analisi qui praticata non inten
de ricostruire le varie fonti ideologico-politiche che si sono poi sintetizzate
in modi più ο meno coerenti all'interno dei programmi, bensì delineare gli
effetti della risultante tessitura testuale sulla possibile interpretazione del
destinatario (magari politicamente 'ingenuo' ma lettore accorto) che ne
debba tener conto ad es. nella sua pratica didattica quotidiana1.
1 Tutto ciò costituisce una tranche del più ampio lavoro sui programmi della
scuola elementare presentato in Bondioli e Mazzoleni (1996); oltre a Maria-Elisa
beth Conte e Michele Prandi, ed a tutti gli altri che mi hanno suggerito correzioni e
modifiche, voglio ringraziare in particolare Anna Bondioli per il suo contributo al
§ 2.1. 1 testi presi in considerazione - tratti da Lombardi (1987) - sono le Introduzion
i ο Premesse Generali (le parti curricolari non sono risultate confrontabili per l'e
ccessiva diversità della strutturazione dell'orario scolastico in materie) dei seguenti
programmi : quelli del 1924 specifici per la «scuola rurale»; quelli ancora fascisti del
1934, dedicati all'intera scuola primaria; quelli del 1945, nati dall'esigenza di abolire del Fascismo fornendo nuove indicazioni programmatiche (alla cui ste
sura partecipò fra l'altro il pedagogista statunitense C. W. Washburne, membro del
la Sottocommissione per l'Istruzione nel governo alleato d'occupazione); quelli ela-
MEFRIM - 109 - 1997 - 1, p. 317-337. 318 marco mazzoleni
1 - Tipologia testuale
La tipologia all'interno della quale intendo collocare i testi oggetto di
questa analisi rielabora concettualmente e terminologicamente quella pro
posta da Hatim (1984), che a sua volta l'aveva ripresa da Werlich (1976);
sulla scorta delle osservazioni presenti in Colombo (1992) e Lavinio (1996),
nella mia esposizione cercherò di esplicitare al massimo i criteri ed i para
metri utilizzati per definire e delimitare i diversi tipi e sottotipi testuali,
sperando di evitare le disomogeneità e le confusioni ripetutamente segnal
ate nella letteratura sull'argomento (cfr. ad es. anche Lavinio, 1984,
p. 14 ss. e Mortara Garavelli, 1988, p. 157 s.). La griglia concettuale che qui
si presenta - in maniera peraltro almeno lievemente diversa rispetto a
quanto già fatto in Mazzoleni (1992) - è articolata in due livelli : il primo
prevede tre tipi principali, distinti in base al criterio 'esterno' dell'intenzio
ne comunicativa del mittente nei confronti del destinatario, mentre il s
econdo suddivide ciascun tipo in una serie di sottotipi (per un totale di set
te), utilizzando parametri 'interni' relativi alla configurazione testuale.
Nel primo livello si distinguono i tre tipi principali - l'espositivo, l'arg
omentativo, ed il prescrittivo -, differenziati come detto in base alla finalità
comunicativa fondamentale che il mittente vuole perseguire : chi produce
un testo (di tipo) espositivo intende fornire informazioni, chi elabora un te
sto argomentativo vuole portare il proprio destinatario a prendere una posi
zione intellettuale nei confronti di qualche idea ο valore (e di conseguenza a
fargli tenere sperabilmente determinati comportamenti), e chi emette un te
sto prescrittivo ha lo scopo di regolare un campo di attività e quindi ottene
re / evitare certe azioni. Le differenti intenzioni comunicative si correlano a
diversi tipi di rapporto fra mittente e destinatario : la volontà di informare
presuppone uno specifico gap conoscitivo, che può essere connesso in alcu
ni casi - ma non necessariamente - ad un differenziale di status sociale (si
pensi per es. alla tradizionale figura del professore nei confronti dei suoi al
lievi); l'intenzione argomentativa è invece compatibile con un divario infor
mativo, che pure non è necessario, ma richiede l'azzeramento dell'eventuale
dislivello di status fra mittente e destinatario, poiché non si argomenta a fa
vore di - ο contro - idee ο valori che conducano a certe azioni quando si è
nella posizione di ordinarle ο vietarle; un più alto livello gerarchico (oppur
e, come si vedrà meglio di séguito, un superiore bagaglio di conoscenze) r
isulta invece necessario nel caso dei testi prescrittivi, dei quali le leggi costi-
borati dalla Consulta didattica istituita nel 1950 - quando si sentì nuovamente l'
esigenza di trasformare la scuola - e varati nel 1955; infine quelli del 1985, tuttora
vigenti (per altri dettagli cfr. Bondioli in questo volume). LINGUAGGIO DIRETTIVO IN ALCUNI PROGRAMMI 319 IL
tuiscono un buon esempio prototipico. Inoltre il mittente di ciascun tipo t
estuale avrà un diverso grado di controllo sul comportamento del
destinatario : nullo nel caso di quelli espositivi (che peraltro non hanno a
che fare con l'azione bensì con la conoscenza), scarso per quelli argomentati
vi, tramite i quali si cerca di influenzare qualcuno senza avere però alcuna
sicurezza sull'esito dell'operazione (per quanto sia stata ben condotta), for
te per quelli prescrittivi, che si avvalgono in genere di un apparato sanzio-
natorio — ciò non significa che il mittente di un testo prescrittivo abbia ga
ranzia totale di ottenere quanto desiderato, ma ha comunque a disposizione
un meccanismo di controllo del comportamento deviante.
Come anticipato prima, nel secondo livello ciascun tipo principale vie
ne distinto in una serie di sottotipi : il tipo espositivo può essere descritti
vo, narrativo ο concettuale, quello argomentativo esplicito ο implicito, e
quello prescrittivo normati

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