La Cintia
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The Project Gutenberg EBook of La Cintia, by Giambattista Della PortaThis eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it,give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online atwww.gutenberg.orgTitle: La CintiaAuthor: Giambattista Della PortaRelease Date: April 27, 2008 [EBook #25198]Language: Italian*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK LA CINTIA ***Produced by Claudio Paganelli and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (Imagesgenerously made available by Editore Laterza and the Biblioteca Italiana at http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia)GIAMBATTISTA DELLA PORTALE COMMEDIEA CURADIVINCENZO SPAMPANATOBARI GIUS. LATERZA & FIGLI TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI1911PROPRIETÁ LETTERARIALUGLIO MCMXI—28246LA CINTIA«SEBETO FIUME» FA IL PROLOGO.Oh che pompa, oh che grandezza, oh che superbo spettacolo è questo ch'oggi si rappresenta agli occhi miei! quando sividde mai tanto ornamento di sí superbo apparato? Veggio gli alti palagi, i dorati tetti, le ornate logge e i sacri tempidella mia gran cittá ridotti in picciol seno, e d'una Napoli forse un'altra Napoli. Onde qui tanti lumi che non so se questoapparato sia asceso al cielo per arricchirsi delle sue stelle, o se le stelle del cielo sieno qua giú discese per illustrarlo?E se ben il sole è di sotto il ...

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Publié le 08 décembre 2010
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Langue Italiano

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The Project Gutenberg EBook of La Cintia, byGiambattista Della PortaThis eBook is for the use of anyone anywhere atno cost and with almost no restrictions whatsoever.You may copy it, give it away or re-use it under theterms of the Project Gutenberg License includedwith this eBook or online at www.gutenberg.orgTitle: La CintiaAuthor: Giambattista Della PortaRelease Date: April 27, 2008 [EBook #25198]Language: Italian*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG***EBOOK LA CINTIA Produced by Claudio Paganelli and the OnlineDistributed Proofreading Team athttp://www.pgdp.net (Images generously madeavailable by Editore Laterza and the BibliotecaItaliana athttp://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia)
GIAMBATTISTA DELLAPORTALE COMMEDIEA CURADIVINCENZO SPAMPANATO
BARI                        GIUS. LATERZA & FIGLI                       TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI1911
PROPRIETÁ LETTERARIALUGLIO MCMXI—28246LA CINTIA
«SEBETO FIUME» FA ILPROLOGO.Oh che pompa, oh che grandezza, oh che superbospettacolo è questo ch'oggi si rappresenta agliocchi miei! quando si vidde mai tanto ornamento disí superbo apparato? Veggio gli alti palagi, i doratitetti, le ornate logge e i sacri tempi della mia grancittá ridotti in picciol seno, e d'una Napoli forseun'altra Napoli. Onde qui tanti lumi che non so sequesto apparato sia asceso al cielo per arricchirsidelle sue stelle, o se le stelle del cielo sieno qua giúdiscese per illustrarlo? E se ben il sole è di sotto ilnostro emisferio, qui nondimeno si vede in milleparti diviso, sí che par veramente che di bellezzaegli contenda col cielo. Ma perché dico «lumi», sesono vivi smeraldi, infocati rubini e giacinti di doratosplendor fiammeggianti? o forse la primavera l'haornato col prato de' suoi infiniti e vari fiori? O feliciocchi miei, e quando vedeste voi mai in un ridottotante illustrissime persone, quando tanta bellezzadi donne? Veramente come l'Italia avanza tutto ilmondo di pregio, cosí è ella avanzata dalle felicicampagne dove risiede questa beata patria.Ed ecco tutta la grandezza di Campagna chiusa inquesto luogo; anzi quanto di pompa, di bello e dimagnificenza possiede l'intiero mondo, tutto oggi sirinchiude in questa sala. Laonde se Venere con lesue grazie è discesa dal cielo per goder cosíonorata compagnia di gentildonne, le quali con losplendor de' lor occhi lucenti hanno fatto qui in
terra un picciol cielo, se Marte con la sua gloria persedersi fra questi illustri cavalieri, se Giove con lasua maiestá per starsi fra sí giustissimi senatori, seMercurio con la sua eloquenza per aiutar sínobilissimi rappresentatori che hanno oggi arecitarvi la favola; non vi debbia esser di maravigliache vi compaia ancora il vostro Sebeto, picciolfiume e umile sí bene, ma glorioso e grande perbagnar solo le mura dell'alma cittá di Napoli. Ché,lasciando le mie fiorite sponde, l'erboso letto el'onde piú chiare di stillato argento, vengo ad un sísolenne spettacolo e ad allegrarmi con esso voi, omiei illustri e magnanimi figli; posciaché per cosífatta ragione posso far gloriosa concorrenza colPo, col Mincio e col famoso Tebro.Qui la copia col ricco corno feconda il bel vostropaese; qui la moltitudine del popolo contende conla grandezza della cittá, perché la cittá con la suagrandezza non cape in se stessa e il popolo èquasi infinito: la sua capacitá è cosí grande chenon si può imaginar cosí gran popolo che basti ariempirla, e il popolo è cosí numeroso che non sipuò imaginar cittá che basti a capirlo; onde si puòben dire che l'un resti dell'altro vincitore. Qui è iltempio della religione, qui il trono della giustizia, quila vera sede della pace, qui il rifugio de' miseri, quiil seggio della magnificenza, qui il cielo pieno difelici influssi, qui fioriscono i nobilissimi intelletti, quicantano per le mie rive piú assai canori cigni cheper le vaghe rive di Meandro, qui il valor dellacavalleria, le leggi e le armi e i buoni costumi chebastano a far felice ogni cittade; onde non èmaraviglia se cosí io me ne pregio, me ne glorio e
me ne vanto.Ecco qui una compagnia di nobilissimi cavalieri chevogliono recitar una comedia a queste bellissimegentildonne. Voi dunque con la piacevolezza de'vostri angelici visi aggradite le lor fatiche, acciochépoi con maggior animo ve ne rappresentinodell'altre. Vivete dunque felici e lieti, ch'io,veggendo dar principio alla favola, mi ritiro a piúriposta parte per ascoltarla.
PERSONE CHERAPPRESENTANO LA FAVOLA    MITIETO vecchio servo di Arreotimo    CINTIA giovane innamorata sotto abito dimaschio    Balia di Lidia    AMASIO giovane sotto abito di donna    PEDOFILO padre di Amasio    SINESIO vecchio padre di Erasto e di Lidia    LIDIA innamorata    ERASTO innamorato    DULONE servo di Erasto    Capitano    Balia di Cintia    ARREOTIMO padre di Cintia.La favola si rappresenta in Napoli.
ATTO I.SCENA I.MITIETO vecchio, CINTIA sotto abito di maschio.MITIETO. Talché, per dirvelo liberamente, Cintiomio caro, né maggior bellezza accompagnata daonestá, né maggior chiarezza di sangue congiontacon umiltá trovarete, né maggior amor senzagelosia si vede in donna giamai di quello che portaella a voi. E se in tutte le cose è qualche termine omodo, solo in amar voi ella non serva né terminené modo. Ella è non men d'opre che di nomechiara; si chiama Lidia, che è la pietra delparagone dove tutte le virtú si scuoprono es'affinano: talché come cosa illustre e singulare, osia in casa o sia in piazza o nelle chiese, tira a ségli occhi e tien le lingue sospese e i pensieri diciascheduno; e par che la natura e la fortunal'abbiano dotata di tante grazie solo per farla vostracompagna. Onde di tanto favore voi dovreste a Dioun perpetuo rendimento di grazie; e voi sempre piúduro e ostinato in rifiutarla perseverate.CINTIA. Mitieto, io non ho visto né il piú duro né ilpiú ostinato uomo di te, che, avendomiostinatamente tutt'oggi intronato il capo, ancoraperseveri a molestarmi.MITIETO. La cagione n'è Arreotimo vostro padre, il
qual mi sforza a far questo ufficio con voi e pensache il difetto venga da me, come io non sapessipersuaderlovi acconciamente, perché è rissolutoche voi abbiate ad ammogliarvi.CINTIA. Se ben a mio padre io sia stato in tuttoubidiente e abbia fermo proposito d'esser cosísempre per l'avvenire, pur nel fatto della moglievoglio ubidire a me stesso, perché io son quelloche ho da vivere e morir con lei.MITIETO. Egli non vi obliga piú ad una che adun'altra, ma vuol che la finiate tosto, perché moltianni vi vien dietro con diverse spose, e voiattaccandole or un difetto or un altro le rifiutatetutte, come se nel mondo non si trovassero donnedi voi degne.CINTIA. Come ti sforzi di persuadere a me, perchénon ti sforzi di persuadere a mio padre che facciaaltro pensiero?MITIETO. Voi sapete ch'ogni padre desia vedere inepoti, e massime chi è padre di un solo.CINTIA. Non vedrá mai mio padre, dandomimoglie, da me generar figliuoli.MITIETO. Che sète forse ammalato? Voi sapeteche son stato vostro balio, e l'affezion grande, chev'ho portata da picciol bambino, s'ha occupato illuogo della natural creazione, che mi posso dirvostro padre: se vi nascondete da me, a chidunque nel mondo vi palesarete?
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