La transumanza in Toscana nei secoli XVII e XVIII - article ; n°2 ; vol.100, pg 947-969
24 pages
Italiano

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris

La transumanza in Toscana nei secoli XVII e XVIII - article ; n°2 ; vol.100, pg 947-969

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus
24 pages
Italiano
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus

Description

Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes - Année 1988 - Volume 100 - Numéro 2 - Pages 947-969
Ovidio Dell'Omodarme, La transumanza in Toscana nei secoli XVII e XVIII, p. 947-969. Accanto all'emigrazione stagionale di manodopera, la transumanza ha legato per molti secoli l'economia dell'Appennino settentrionale a quella della Maremma senese. Per tutta l'età moderna il regime dei pascoli maremmani si articola attorno a due spazi giuridici distinti : da un lato il pascolo pubblico della Dogana dei Paschi, di scarsa qualità e destinato soprattutto alle fasce più povere della società transumante; dall'altro quello privato delle bandite, più pregiato e costoso, e funzionale agli interessi di medi e grandi allevatori. Dalla fine del '500 alla meta del '700 i flussi di transumanza mostrano una tendenziale diminuzione, attribuibile almeno in parte al calo dell'offerta dei pascoli di pianura. Nel frattempo lo spazio delle bandite tende ad erodere quello pubblico della Dogana, lasciando intravedere un parallelo processo di concentrazione del patrimonio ovino e di differenziazione sociale.
23 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

Informations

Publié par
Publié le 01 janvier 1988
Nombre de lectures 228
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Ovidio Dell'Omodarme
La transumanza in Toscana nei secoli XVII e XVIII
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 100, N°2. 1988. pp. 947-969.
Riassunto
Ovidio Dell'Omodarme, La transumanza in Toscana nei secoli XVII e XVIII, p. 947-969.
Accanto all'emigrazione stagionale di manodopera, la transumanza ha legato per molti secoli l'economia dell'Appennino
settentrionale a quella della Maremma senese. Per tutta l'età moderna il regime dei pascoli maremmani si articola attorno a due
spazi giuridici distinti : da un lato il pascolo pubblico della Dogana dei Paschi, di scarsa qualità e destinato soprattutto alle fasce
più povere della società transumante; dall'altro quello privato delle bandite, più pregiato e costoso, e funzionale agli interessi di
medi e grandi allevatori. Dalla fine del '500 alla meta del '700 i flussi di transumanza mostrano una tendenziale diminuzione,
attribuibile almeno in parte al calo dell'offerta dei pascoli di pianura. Nel frattempo lo spazio delle bandite tende ad erodere quello
pubblico della Dogana, lasciando intravedere un parallelo processo di concentrazione del patrimonio ovino e di differenziazione
sociale.
Citer ce document / Cite this document :
Dell'Omodarme Ovidio. La transumanza in Toscana nei secoli XVII e XVIII. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-
Age, Temps modernes T. 100, N°2. 1988. pp. 947-969.
doi : 10.3406/mefr.1988.2998
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1988_num_100_2_2998OVIDIO DELL'OMODARME
LA TRANSUMANZA IN TOSCANA
NEI SECOLI XVII E XVIII
Questo contributo raccoglie i primi risultati di una indagine sulla
pastorizia transumante dalla montagna appenninica alle maremme tosca
ne nei secoli XVII e XVIII. Dato lo stadio ancora iniziale ed esplorativo
della ricerca, nelle pagine che seguono ci limiteremo ad inquadrare, per
tale periodo, alcuni aspetti e problemi di fondo che da varie angolazioni
tematiche concernono le vicende dell'allevamento transumante in uno dei
settori dell'Italia appenninica dove tale attività ha trovato condizioni tra
le più favorevoli ed ha assunto un rilievo particolarmente duraturo. Si
avverte inoltre che il materiale documentario su cui ci siamo basati (costi
tuito in prevalenza da una serie di memorie raccolte verso la metà del
'700 in occasione di un dibattito governativo sulla Dogana dei Paschi) ha
consentito di accostarci alla realtà della transumanza dal particolare punt
o di osservazione della pianura, lasciando sostanzialmente in ombra lo
scenario territoriale della montagna.
In via preliminare, ci sembra tuttavia opportuno procedere ad un
breve inquadramento geografico della transumanza toscana, anche allo
scopo di far risaltare quei tratti peculiari che sul lungo periodo hanno
caratterizzato e reciprocamente integrato i due ambienti agrari su cui
essa gravitava.
Come nel resto dell'Italia centro-meridionale1, anche in Toscana i
flussi di transumanza si svolsero prevalentemente, almeno durante tutta
l'età moderna, in senso discendente. Benché allo stato attuale non si
disponga ancora di precisi dati quantitativi, le indicazioni delle fonti sei-
settecentesche circa l'esistenza di una transumanza ascendente risultano
assai rare, tanto da far ritenere che anche nel contesto toscano essa abbia
rivestito una importanza decisamente minore rispetto all'attività armenti-
1 Cfr. ad esempio le sia pur sommarie indicazioni fornite da F. Braudel rel
ativamente al Tavoliere pugliese ed alla Campagna romana in Civiltà e imperi del
Mediterraneo nell'età di Filippo II, voi. I, Torino, 1986, p. 69 e 78-79
MEFRM - 100 - 1988 - 2, p. 947-969. OVIDIO DELL'OMODARME 948
zìa (cui fanno invece costante riferimento le voci dell'epoca) praticata da
allevatori montanari che ricorrono agli spostamenti stagionali verso le
pianure per sopperire alla carenza di pascolo invernale nel proprio ambit
o territoriale2.
Certo, rispetto ad altre regioni dell'Italia appeninica (quali il Lazio,
gli Abruzzi ο la Puglia), la Toscana rurale nel suo complesso evoca in
misura minore l'immagine di greggi e pastori transumanti. Al di là della
loro particolare eterogeneità fisico-agraria, che secondo un tipico schema
di suddivisione regionale è riconducibile a tre fondamentali ambienti
rurali (la sezione pianeggiante litoranea, la collina interna, la fascia
appenninica), le campagne toscane risultano infatti dominate da un'amp
ia area collinare nel complesso estranea al fenomeno della transumanza,
ed interessata invece in maniera più ο meno diffusa nel tempo e nello
spazio, come noto, dal sistema della mezzadria poderale. Ciò non toglie,
tuttavia, che nell'arco di diversi secoli consistenti flussi di uomini e
bestiami attraversassero annualmente questa area collinare-mezzadrile
per alternare i pascoli che crescevano nelle altre due fondamentali aree
sub-regionali toscane : la montagna appenninica e le maremme.
Già un primo sguardo alla carta fisica dell'Italia centro-meridionale
consente d'altra parte di rilevare come in un contesto orografico dominat
o in prevalenza dalla montagna e dalla collina, la Maremma toscana rap
presenti uno dei pochi ambienti, con l'Agro romano ed il Tavoliere puglies
e, in grado di soddisfare l'esigenza di pascolo invernale basso, propria
della pastorizia transumante appenninica. Da questo punto di vista appa
re del resto significativo che parallelamente ai provvedimenti volti ad
organizzare l'allevamento transumante nelle altre due aree di maggiore
affluenza dei movimenti di bestiame dall'arco appenninico (quali appunto
l'Agro romano ed il Tavoliere), la Maremma toscana sia interessata già
nel tardo Medioevo dalla nascita di una istituzione di tipo centralizzato, la
Dogana dei Paschi, introdotta dalla Repubblica di Siena per regolamentar
e la complessa materia giuridica concernente il pascolo di quel territo
rio, e per assicurarsi da esso cospicue entrate fiscali3.
2 Un certo incremento della transumanza ascendente sembra doversi regi
strare tra la fine del '700 ed il primo '800. Cfr. il recente volume di D. Barsanti,
Allevamento e transumanza in Toscana. Pastori, bestiami e pascoli nei secoli XV-
XIX, Firenze, 1987, p. 61.
3 La Dogana dei Paschi fu istituita nel 1419, preceduta dalla Dogana delle
pecore nell'Agro romano (1402) e seguita dalla Dogana di Puglia (1443). Cfr. E.
Sereni, Storia del paesaggio agrario italiano, Bari, 1979, p. 196-197, cui rimandiamo LA TRANSUMANZA IN TOSCANA NEI SECOLI XVII E XVIII 949
Così come è opportuno precisare, d'altronde, che il termine trans
umanza toscana risulta in realtà troppo stretto per definire geograficament
e flussi di uomini e bestiami che, almeno per quanto riguarda l'area di
provenienza, travalicano in parte i confini granducali. Oltre ai pastori del
la montagna toscana, la Maremma accoglieva infatti solitamente anche
un certo numero di allevatori dell'Appennino emiliano e romagnolo,
disposti evidentemente a percorrere distanze assai maggiori di quella che
li separava dalla sottostante pianura padana pur di raggiungere un amb
iente climatico più mite, e confacente alle esigenze invernali della pastor
izia transumante4.
La parte più consistente dei movimenti di bestiame in direzione delle
maremme prendeva comunque origine dal versante appenninico toscano,
comprendente, oltre alla dorsale, una serie di vallate originate dall'inter
sezione dei contrafforti con la catena principale, le più importanti delle
quali, procedendo verso sud-est, prendono il nome di Lunigiana, Garfa-
gnana, Mugello, Casentino, Val Tiberina5.
Si tratta di un'area che nel complesso, sia per l'andamento scosceso
del rilievo, sia per caratteristiche di ordine pedo-climatico, opponeva
notevoli ostacoli all'esercizio dell'attività agricola, ed in particolare cereal
icola, la quale veniva praticata in prevalenza sulle limitate estensioni di
fondovalle e sui rari lembi di terra più facilmente lavorabili, ma sempre
con un livello mediocre delle rese.
In questo quadro agrario sostanzialmente povero, dominato da una
piccola proprietà contadina orientata verso l'autoconsumo, spiccavano
due risorse di fondamentale importanza per la popolazione agricola
locale. Una era rappresentata dal castagno. Diffuso ampiamente su buo
na parte del territorio, esso ha costituito per diversi secoli, con i suoi
frutti, una vera e propria base alimentare per le famiglie della montag
na. L'altra consisteva nel pascolo, esteso sia nel sottobosco della querc
eta, del castagneto e della faggeta, sia nelle praterie nude situate alle
anche per un inquadramento generale di questi provvedimenti orientati a dare una
più precisa organizzazione all'allevamento transumante.
4 Circa l'esistenza di un flusso consolidato di pastori «forestieri» verso la
Maremma cfr. ad esempio G. Cherubini, Risorse, paesaggio ed utilizzazione agricola
del territorio della Toscana sud-occidentale nei secoli XIV-XV, in Aa.Vv., Civiltà

  • Univers Univers
  • Ebooks Ebooks
  • Livres audio Livres audio
  • Presse Presse
  • Podcasts Podcasts
  • BD BD
  • Documents Documents