Lo assedio di Roma
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Project Gutenberg's Lo assedio di Roma, by Francesco Domenico GuerrazziThis eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it,give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online atwww.gutenberg.orgTitle: Lo assedio di RomaAuthor: Francesco Domenico GuerrazziRelease Date: April 28, 2007 [EBook #20062] [This file was first posted on December 9, 2006]Language: Italian*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK LO ASSEDIO DI ROMA ***Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli and the Online Distributed Proofreading Team athttp://www.pgdp.netLOASSEDIO DI ROMADIF.D. GUERRAZZISECONDA EDIZIONERIVEDUTA E CORRETTA DALL'AUTORELIVORNOTIPOGRAFIA A.B. ZECCHINI1864.Proprietà Letteraria di A.B. ZECCHINI E P. LUCCHESILO ASSEDIO DI ROMADIF.D. GUERRAZZIPROLEGOMENIRoma!E' corre vecchia fama che Roma sia parola arcana, e significhi Amor, ed io ci credo, però che sappia come l'Amorenascesse ad un parto insieme coll'Odio; ora Roma, appunto rappresenta l'Amore indomato del sangue latino allaterra latina, e l'Odio religioso contro lo straniero da qualsivoglia plaga si muova per contaminare la terra latina.Roma crebbe la sua terra con la polvere degli stranieri: e fu giustizia; ma poi le piacquero i gaudi della strage, e lavoluttà acre dello imperio del mondo; allora si accese contro lei l'ira di Dio; i barbari vennero da contraderimotissime prima ...

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Publié le 08 décembre 2010
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Langue Italiano

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Project Gutenberg's Lo assedio di Roma, by
Francesco Domenico Guerrazzi
This eBook is for the use of anyone anywhere at
no cost and with almost no restrictions whatsoever.
You may copy it, give it away or re-use it under the
terms of the Project Gutenberg License included
with this eBook or online at www.gutenberg.org
Title: Lo assedio di Roma
Author: Francesco Domenico Guerrazzi
Release Date: April 28, 2007 [EBook #20062] [This
file was first posted on December 9, 2006]
Language: Italian
*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG
EBOOK LO ASSEDIO DI ROMA ***
Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli and
the Online Distributed Proofreading Team at
http://www.pgdp.netLO
ASSEDIO DI ROMA
DI
F.D. GUERRAZZI
SECONDA EDIZIONE
RIVEDUTA E CORRETTA DALL'AUTORE
LIVORNO
TIPOGRAFIA A.B. ZECCHINI
1864.Proprietà Letteraria di A.B. ZECCHINI E P.
LUCCHESILO ASSEDIO DI ROMA
DI
F.D. GUERRAZZIPROLEGOMENI
Roma!
E' corre vecchia fama che Roma sia parola arcana,
e significhi Amor, ed io ci credo, però che sappia
come l'Amore nascesse ad un parto insieme
coll'Odio; ora Roma, appunto rappresenta l'Amore
indomato del sangue latino alla terra latina, e l'Odio
religioso contro lo straniero da qualsivoglia plaga si
muova per contaminare la terra latina.
Roma crebbe la sua terra con la polvere degli
stranieri: e fu giustizia; ma poi le piacquero i gaudi
della strage, e la voluttà acre dello imperio del
mondo; allora si accese contro lei l'ira di Dio; i
barbari vennero da contrade rimotissime prima a
rovesciarla nel sepolcro, poi a seppellire lo stesso
sepolcro.
Però che anco sepolta Roma metta spavento.
E tuttavia, in fondo del sepolcro sotterrato Roma
meditò un'altra signoria; all'antica rete dalle maglie
di ferro sostituiva la rete sacerdotale dalle maglie di
fede, e gittatala su le coscienze imprigionò da capo
molta parte del mondo.
Anche questa fu colpa, e più trista della prima,
però la vendetta ne dura più lunga. I padri nostripeccarono e noi portiamo il peso delle loro iniquità.
Veramente ella si merita il saluto di Niobe delle
nazioni; lei a buon diritto appellano madre le anime
desolate; veruna città patì maggiori ingiurie di lei:
qui, pure ieri, al popolo romano plaudente alla
libertà il littore francese disse: basta[1], e il popolo
tacque, e qui, mila e mila anni fa, il soldato gallo
che profanò temerario la veneranda canizie del
senatore cadde col cranio fesso dal colpo dello
scettro di avorio.
[1] Nella relazione scritta da Filodemo dei gesti
del Comitato nazionale romano di cui l'ultimo atto
non ha riscontro negli annali delle infamie
politiche, sicchè per trovargli conveniente
paragone è mestieri ricorrere al furto a mano
armata della banca Parodi, e che pure fu visto
difeso su pei Diari la Nazione di Firenze, e la
Gazzetta di Torino, in cotesta relazione, dico, si
legge come certa dimostrazione popolesca fosse
ammannita dall'eroico comitato consenziente, o
connivente il padrone di Francia, onde quando
parve la dovesse cessare, i giendarmi andando
attorno dicevano: Assez!
Di cui la colpa? Colpa è di coloro i quali mentre
Roma, e Venezia arieno ad essere i punti estremi
della cote su cui arrotare il ferro, e la virtù italiana
gittarono dentro lo spazio che intercede tra una
terra e l'altra viltà, avarizia, ogni maniera di
malvage passioni, e ignoranza e ne tramarono il
lenzuolo dentro il quale si avvolgono i popolilenzuolo dentro il quale si avvolgono i popoli
diventati cadaveri.
I preti quando dintorno rintrona il ruggito del lione
tremano, e fuggono; allorchè poi vedono accostarsi
le volpi dicono: perchè ce ne andremo? Non siamo
volpi anche noi? Il crisma del Signore non
fabbrichiamo noi altri? Sicchè, se siamo unti non si
domanda nè anco! Quanto a corone noi ne
portiamo tre.
I preti ci procedono acerbamente nemici: chi li
potrebbe condannare? Certo non io. Di vero, chi
oggi ha in mano il freno d'Italia non li sa satisfare
nè spengere, bensì intende arrostirli a lento fuoco
come san Lorenzo, ovvero scorticarli a mo' di san
Bartolommeo; e questo i preti ben possono con
orazioni panegiriche levare a cielo, e chi lo patì,
onde altri lo riverisca, riverire, ma non sostenere
essi. La Chiesa non ha più mestieri di martiri;
cessò di essere militante per diventare trionfante;
se a taluno cui rimase addosso la vaghezza del
martirio vuole cavarsene la voglia se ne va lontano
lontano nelle parti degl'infedeli, però, che tra noi
correrebbe il rischio di trovarsi chiuso in qualche
manicomio, ovvero in prigione; dacchè le coscienze
abbiano ad essere libere, e persona deve
possedere la facoltà di turbarle. Ognuno viva
tranquillo nella religione dei suoi padri, nè deve
mutarglisi con violenza, o insidiare con fraudi dove
non appaia mostruosa per pratiche nefande; il che
accade solo tra gente selvaggia; lassù in fondooltre le stelle vigila per tutti Dio, e le diverse
religioni del mondo sono quasi assise diverse di un
medesimo signore, e bandiere di uno stesso
capitano. Così piaccia al Padre delle cose e degli
uomini versare sul capo dei mortali insieme con la
luce la benevolenza, affinchè le tavole della sua
legge compaiano norme di vivere faterno non
bersaglio posto davanti ad arcadori irrequieti.
Ma tu dirai: e chi vuole martoriarli? Io intendo tôrre
loro il governo dei beni terreni. E chi sei tu che
presumi spogliare della sostanza il prete?—Il prete
dice: in nome di cui vieni? Quale rappresentanza
hai? Come mostri che governerai meno di me
soperchiatore ed avaro? Un solo è padrone della
terra, questo si chiama popolo. Io non mi sento
muggire intorno le onde del popolo. Sorgano
intorno a me anime latine, ed io cederò alla
grandezza latina. Se per te il danaro è sangue, egli
è sangue anco per me; e con quale giustizia
mentre il secolo rappresenta una corsa forsennata,
un lupercale, un baccanale a traverso tutti gli
articoli del codice penale per agguantare il milione
dovrò lasciarmi tôrre la camicia io prete, io prete,
uso di cavarla altrui, e cantare il Te-deum? Ed io
prete, ho mestieri di tenermela cara meglio di voi
perchè voi altri andate in Borsa, convenite in
Camera, tendete trappole di strade ferrate, aprite
reti di crediti fondiari, vendete, barattate, mercate,
ma io non ci vado, e a sopperire ai miei bisogni non
mi avanza altro che la rete di San Pietro a cui pervetustà ora casca questa, ed ora quell'altra maglia.
Qualche prete in Camera andò, ma scarso, e
parve pauroso, ma per un'abbadia si mansuefece;
di fatti, il modo più sicuro onde uomo taccia sta
nello empirgli la bocca; dunque come presumete
che altri non fiati levandogli quello che da secoli
gl'imbandirono dinanzi la industria propria e la
ignoranza altrui? Sacerdoti e Sacerdotesse si
rassomigliano tutti; Alessandro strinse la Pitia nelle
sue braccia, e la sforzò a rivelare lo spirito del Dio;
anche il Papa a quel mo' intenderebbe ragione; se
vuolsi, che il sommo Pontefice si accosti al cielo
sollevatelo con mani poderose di sopra la terra.
Finchè domanderete Roma come il pitocco la
elemosina voi non l'avrete; Roma, di cui i cittadini
dispensavano le corone ai Re come soldi, patireste
voi vi fosse data come un soldo? A Roma si va ma
con cuore, con braccia, e con passi romani.
E questo è vero. Ma quando Roma avrà Romani
sparirà il sacerdote? Non credo. Potrà egli dunque
ridivenire poeta, legislatore, e guerriero? Nè manco
questo credo. Potrà, se vuole, durare poeta, e Pio
IX lo fu un momento quando nella procella che
abbatteva imperi e regni, come fronde in bosco,
ravvisava il soffio di Dio; la umanità è cosa che
passa sopra mondo, che passa; ma il suo cuore
anela la eternità; il sacerdote, se gli basta la mente
rimarrà su la terra pilota per indicare alle
generazioni che le mille vie lattee sono altrettanti
sentieri pei quali le anime dei buoni arrivano al

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