Le monete di Venezia descritte ed illustrate da Nicolò Papadopoli Aldobrandini, v. 1 - Con disegni di C. Kunz
444 pages
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Publié le 01 décembre 2010
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Langue Italiano
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The Project Gutenberg EBook of Le monete di Venezia descritte ed illustrate da Nicolò Papadopoli Aldobrandini, v. 1, by Nicolò Papadopoli Aldobrandini This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.net Title: Le monete di Venezia descritte ed illustrate da Nicolò Papadopoli Aldobrandini, v. 1 Con disegni di C. Kunz Author: Nicolò Papadopoli Aldobrandini Release Date: October 2, 2009 [EBook #30164] Language: Italian Character set encoding: ISO-8859-1 *** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK LE MONETE DI VENEZIA, V. 1 *** Produced by Piero Vianelli NOTE. Il titolo del libro indica il nome "Nicolò Papadopoli Aldobrandini", assunto dall'autore nel 1905 utilizzato nei volumi successivi e/o nelle edizioni successive dell'opera. Il sottotitolo "Parte prima...", assente nella edizione trascritta, è ripreso dalle edizioni successive dell'opera. Le citazioni evidenziate nel testo originale con il segno di virgolette ripetuto ad ogni linea, sono qui formattate come paragrafi rientrati e tra virgolette. Le citazioni delle iscrizioni delle monete sono formattate in grassetto, come utilizzato nei volumi successivi dell'opera. Le elencazioni delle monete sono state rese omogenee utilizzando lo standard dei primi capitoli: nome, titolo e peso di ogni moneta precedono l'elenco numerato delle varianti. Le note a piè di pagina sono riportate a fine di ogni capitolo, e sono state rinumerate. Le punteggiature delle citazioni bibliografiche sono state rese il più possibile omogenee. Le punteggiature decimali sono state rese omogenee e coerenti con la notazione moderna: il punto separa le migliaia e la virgola separa i decimali. ERRATA … CORRIGE. 1. "Prefazione", nota (2): grammi 238,4994 … grammi 233,4994. 2. Vari punti del testo: oncie … once. 3. "Origini della zecca e prime monete di Venezia", paragrafo che inizia con "Naturalmente fu uno scrittore…": dipendenza dell'impero … dipendenza dall'impero. 4. "Origini della zecca e prime monete di Venezia", paragrafo che inizia con "Indipendentemente da questo pregio…": traccie incancellabili … tracce incancellabili. 5. "Origini della zecca e prime monete di Venezia", paragrafo che inizia con "Altra conferma…": cominciô … cominciò. 6. Vari punti del testo: Galliccioli … Gallicciolli. Galliciolli … Gallicciolli. 7. Vari punti del testo: Museo Brittanico … Museo Britannico. 8. "Lorenzo Tiepolo", paragrafo che inizia con "Da tutto ciò…": è la regione … è la ragione. 9. "Vitale Michiel", paragrafo che inizia con "Questa monetina, …": un'esame … un esame. 10. "Vitale Michiel", paragrafo che inizia con "Intanto sta il fatto che …": un'aspetto … un aspetto. 11. "Giovanni Dandolo", ultimo paragrafo: e precisamente nel 1352 … e precisamente nel 1354. 12. "Giovanni Soranzo", paragrafo che inizia con "Anche in questo periodo…": grossis tondis … grossis tonsis. 13. "Antonio Venier", paragrafo che inizia con "Allo scopo di impedire…": più di 61, né meno di 66 … meno di 61, né più di 66. 14. Ho utilizzato sempre la versione italianizzata Marino Sanuto del nome dello studioso veneto Marin Sanudo, poiché quest'ultima è utilizzata con meno frequenza dall'autore. 15. Vari punti del testo: Quarantia … Quarantìa. 16. Nel Documento IV, ai punti da (34). a (37)., mancano alcune parole illeggibili nella copia lavorata. LE MONETE DI VENEZIA DESCRITTE ED ILLUSTRATE DA NICOLÒ PAPADOPOLI ALDOBRANDINI COI DISEGNI DI C. KUNZ. Parte I. Dalle origini a Cristoforo Moro. 1156-1471. Venezia. Ferdinando Ongania, editore. 1893. PREFAZIONE. Allorquando dopo un lungo periodo di barbarie l'Europa poco a poco si ridestò come da un sonno penoso e cominciò a sentire il soffio benefico della nuova civiltà, assieme agli studî severi, sorse come per incanto l'amore per le arti ed il culto dell'antico e del bello. In Italia fu ancor più sorprendente che altrove il rapido svolgersi di questa epoca gloriosa, nella quale un popolo povero, ma intraprendente, rozzo, ma sapiente, raccogliendo le tradizioni antiche e le aspirazioni novelle, creò quel rinascimento intellettuale ed artistico che forma l'ammirazione di tutti. Anche le monete furono studiate e raccolte in tempi remoti. Troviamo già nel 1335 una memoria dove sono notati, da un appassionato cultore, libri, bronzi e monete esistenti a Venezia. Ma ben presto i raccoglitori vennero insidiati da falsificatori e le monete dei tempi antichi furono imitate da artisti valenti, che più tardi si diedero a lavorare secondo il proprio sentimento e riprodussero i personaggi ed i fatti dei loro tempi. Questa nobile arte mandò i primi vagiti nella nostra regione: Padova, Venezia e Verona videro le prime opere di questi grandi, ricercatissime al giorno d'oggi dai musei e dai raccoglitori, studiate da italiani e forestieri, che formano una collana preziosa di piccoli capolavori, conosciuti col nome di medaglie artistiche italiane del rinascimento. La medaglia di Francesco Foscari che adorna il frontespizio del presente volume, opera di ANTONELLO DELLA MONETA intagliatore della zecca nostra, è la più antica riproduzione metallica della testa di un doge, e concorda per l'epoca e per le fattezze, col ritratto di Gentile Bellini e con una miniatura dell'epoca, esistenti entrambi nel Museo civico di Venezia. Da prima ogni cura fu rivolta alle monete greche e romane, restando affatto neglette le antichità medioevali. Soltanto in epoca piuttosto recente si studiarono le monete delle città e dei principi italiani, che sono pure tanta parte della nostra gloria. La zecca di Venezia fu tra le prime che attrassero l'attenzione dei dotti italiani e stranieri. Fu tosto veduta e trattata la questione più ardua e più interessante che la riguarda, perché già nel 1610 Petau (Petavius) pubblicava il disegno del denaro di Lodovico il Pio col nome di Venezia, e nel 1612 l'autore dello SQUITINIO DELLA LIBERTÀ VENETA se ne serviva come di arma principale ed invincibile contro la pretesa di indipendenza originale dei veneziani. Nello scorso secolo alcuni studiosi, anche valenti, si occuparono della numismatica veneziana; ma i migliori superficialmente, e quelli che vollero addentrarsi nelle indagini sul valore della moneta, a Venezia ancora più importante che altrove, si smarrirono in supposizioni e fantasie, che complicarono maggiormente una materia già per sé non facile né semplice. Si aggiunsero le insidie di alcuni impostori, che cercavano di sorprendere la buona fede dei raccoglitori, le idee preconcette e l'amore esagerato del luogo natìo, che non lasciavano vedere quant'era più naturale e più vero. Nell'epoca forte e serena, nella quale, mediante lo studio della storia e delle lettere, si preparava il risorgimento della patria, si formarono nuove raccolte, e vi applicarono la moderna critica storica i migliori cultori della numismatica veneziana Angelo Zon, Vincenzo Lazari e Carlo Kunz. Però il primo appena poté compiere un lavoro breve e succinto, gli altri due si occuparono di studî speciali, e per colmo di sventura Vincenzo Lazari fu rapito da morbo crudele in fresca età, prima di intraprendere quell'opera complessiva sulle monete veneziane, di cui aveva concepito il pensiero. Spariti questi valorosi, poiché a me la buona fortuna permise di trar profitto dalle annotazioni raccolte da Lazari e dai disegni e dalle note di Kunz, sebbene comprendessi la mia insufficienza di fronte a così grandioso soggetto, mi accinsi coraggiosamente all'opera. Ora dunque, dopo aver pubblicato alcune parti staccate di questo lavoro, presento al pubblico il primo volume della illustrazione delle monete di Venezia. A questo, col tempo, terranno dietro altri due, se il favore degli studiosi e degli intelligenti accoglierà con benevolenza un tentativo, che può essere superiore alle forze, non alla buona volontà che mi anima. Ho trattato da prima la grande questione delle origini della zecca veneta e dei rapporti di Venezia cogli imperi d'Oriente e d'Occidente; indi ho diviso la materia in tanti capitoli quanti sono i dogi, da Vitale Michiel II sino a Cristoforo Moro, dove si arresta il còmpito prefisso alla prima parte dell'opera. Ogni capitolo comincia con brevi cenni sui fatti storici, e tratta poi con maggior dettaglio, quanto può interessare la parte numismatica ed economica, notando le monete coniate e citando i documenti che ordinano o che regolano la fabbricazione delle monete. Ciascun capitolo è seguito da un elenco dettagliato delle monete coniate da quel doge, poste in ordine secondo il metallo ed il valore. Ogni moneta, oltre la denominazione ed il valore, reca l'indicazione del metallo, del titolo e del peso: la descrizione poi è completata dalle tavole, che riproducono i bellissimi disegni di Carlo Kunz (1). Speciale attenzione ho posto all'esattezza delle denominazioni e del titolo, che, se non ho potuto conoscere dai documenti contemporanei, ho rilevato con assaggi chimici. Solo quando trattavasi di monete assai rare, che non si potevano sacrificare, dovetti contentarmi dell'assaggio col tocco sulla pietra; ma in tal caso ho accompagnato la notizia colla parola circa, essendo l'esattezza di tale prova soltanto approssimativa. Nello stabilire quali monete si debbano chiamare di argento e quali di mistura, non ho potuto seguire il sistema indicato da Domenico Promis, che classifica nell'argento solamente quelle che hanno più della metà di fino, né quello, ottimo per le romane, che annovera tra le monete d'argento tutte quelle che contengono anche una minima quantità di tale prezioso metallo. Questo modo regge soltanto dove le monete di mistura sono una degenerazione progressiva delle antiche migliori, ma non può essere scelto a Venezia, dove il denaro nei primi tempi era il tipo della moneta ed aveva l'intrinseco corrispondente ai valore, contenendo appena un quarto del suo peso o poco più
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