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Parlamento della Padania – Vicenza, 4 dicembre 2011. Roberto Cota Grazie! Stiamo sicuramente vivendo un momento particolare, perché quando alla mattina usciamo di casa, - io per esempio esco di casa e vado in ufficio e mi misuro o vado in giro, che è una cosa che mi occupa la maggiora parte della giornata - andando sul territorio, parlando con le aziende, parlando con la gente ti rendi conto di quanto questo sia un momento difficile, un momento dove si richiede a chi fa politica, a chi ha una responsabilità, di non sbagliare le scelte, di non sbagliare le direzioni da prendere. E allora che cosa sta succedendo? Sta succedendo ed è successo purtroppo che nel 2008 era stato eletto un Parlamento, eletto dagli elettori, un Governo, perché di fatto il Governo con una maggioranza e un programma elettorale è la conseguenza, nella democrazia, del voto popolare. Improvvisamente questo Governo non c’è più, il Presidente del Consiglio eletto dal popolo non c’è più, la maggioranza appunto non c’è, più, il programma di riforme che era stato impostato non c’è più. Questo è un fatto molto molto grave, perché è la prima volta da quando esiste un consolidato sistema democratico che c’è una sospensione di questo tipo della democrazia.

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Parlamento della Padania – Vicenza, 4 dicembre 2011.
Roberto Cota
Grazie! Stiamo sicuramente vivendo un momento particolare, perché quando alla mattina usciamo
di casa, -
io per esempio esco di casa e vado in ufficio e mi misuro o vado in giro, che è una cosa
che mi occupa la maggiora parte della giornata -
andando sul territorio, parlando con le aziende,
parlando con la gente ti rendi conto di quanto questo sia un momento difficile, un momento dove si
richiede a chi fa politica, a chi ha una responsabilità, di non sbagliare le scelte, di non sbagliare le
direzioni da prendere.
E allora che cosa sta succedendo? Sta succedendo ed è successo purtroppo
che nel 2008 era stato eletto un Parlamento, eletto dagli elettori, un Governo, perché di fatto il
Governo con una maggioranza e un programma elettorale è la conseguenza, nella democrazia,
del
voto popolare. Improvvisamente questo Governo non c’è più, il Presidente del Consiglio eletto dal
popolo non c’è più, la maggioranza appunto non c’è, più, il programma di riforme che era stato
impostato non c’è più. Questo è un fatto molto molto grave, perché è la prima volta da quando
esiste un consolidato sistema democratico che c’è una sospensione di questo tipo della democrazia.
E’ la prima volta, e la sospensione della democrazia viene giustificata come scorciatoia:
quando si
cercano nel passato scorciatoie di questo tipo, non sono mai andate bene, non hanno mai portato
sulla strada giusta; si cerca la scorciatoia dicendo che c’è la crisi, ma è proprio perché c’è la crisi
che non si deve sbagliare, è proprio perché c’è la crisi che bisogna fare quelle riforme necessarie per
poter rivedere la luce, per poter far andare avanti il nostro sistema, un sistema che al Nord, in
Padania, è un sistema produttivo che ha della grandi possibilità; è proprio perché c’è la crisi che la
democrazia è importante; e invece è successo tutt’altro. E’ successo anche che questo governo che
ci è stato imposto da fuori oggi goda anche di un preoccupante sostegno acritico da parte di tutti i
mezzi di informazione. E’ una cosa pazzesca: giustamente Calderoli diceva che la Lega sembra
sparita dai mezzi di informazione, si è proprio creato un muro di sostegno acritico ed è una cosa
anche questa molto grave, molto preoccupante. Io penso per esempio anche a certi atteggiamenti
istituzionali, le Regioni boccheggiano, i Comuni boccheggiano, le Province boccheggiano. Le
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Regioni soprattutto hanno al gestione di alcune competenze già oggi molto importanti. Ebbene,
prima del nuovo Governo
la Conferenza dei Presidenti delle Regioni veniva convocata tutte le
settimane per andare contro il Governo precedente, oggi da quando è cambiato il Governo, non
viene più convocata. Anche questo è un altro segnale molto preoccupante, se non ci facciamo
sentire noi, Zaia ed io, la voce delle Regioni non esce assolutamente. In un momento così, ci si
chiede: il popolo che cosa può fare? E noi abbiamo il dovere di fare in modo che il popolo possa
contare e cioè che ci sia uno strumento per realizzare quelle riforme e cioè per poter andare su
quella strada giusta che Umberto Bossi e la Lega hanno tracciato. Parliamo della crisi: è già stato
ricordato prima l’importanza delle
analisi che Bossi ha fatto nel tempo, in tempi non sospetti,
sull’euro , in tempi non sospetti, sulla globalizzazione senza regole, sull’ esigenza di difendere le
nostre aziende, di difendere i nostri prodotti, sul fatto che la Padania era la gallina delle uova d’oro
e che era l’unica che fino ad allora aveva tirato la baracca, aveva mandato avanti il sistema. Ecco
oggi più che mai c’è bisogno di trovare lo strumento per dare al popolo la garanzia di poter essere
coinvolti, perché io ho letto ieri questa frase e mi ha colpito molto: “ora lavorano più in fretta,
hanno moltissimi alleati, stanno occupando anche la Rai, le grandi industrie e gli operai, anche le
scuole e i sindacati, ora si tolgono i mantelli, sono già sicuri di aver vinto, anche le maschere vanno
giù, ormai non ne hanno bisogno più, sono già seduti in Parlamento, ora si possono vedere, sono
una razza superiore e sono bellissimi e hitleriani: sono i tecnocrati italiani”, sapete chi ha scritto
questo? Giorgio Gaber nel 1973. E allora d’accordo,
è una artista, poi l’ha dipinta sicuramente a
suo modo, però oggi c’è un deficit di democrazia e in questo Parlamento della Padania noi dovremo
discutere anche di questo, di come dare al popolo direttamente lo strumento democratico per
realizzare riforme, se non si riescono a realizzare tutte le riforme attraverso un processo di tipo
parlamentare e cioè a completare quel percorso importante che è stato intrapreso con il federalismo
fiscale. Perché oggi è un giorno oltremodo negativo, perché viene presentata questa manovra, e
questa manovra che ieri ci è stata, diciamo, comunicata dal Ministro Giarda, è una manovra che va
nella direzione opposta rispetto alla strada giusta da seguire, perché è una manovra che taglia i
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trasferimenti e taglia le risorse agli enti locali. Soprattutto per quanto riguarda le Regioni taglia
pesantemente le due competenze importanti e cioè il trasporto pubblico locale e taglia le risorse per
quanto riguarda la sanità. Noi abbiamo già fatto per esempio un piano di rientro molto incisivo sulla
sanità e stiamo facendo una riforma importante, ma io vi posso dire che se ci tagliano le risorse in
maniera così consistente, come abbiamo appreso, noi saremo veramente nella impossibilità di far
funzionare i servizi. Quindi altro che riforma, altro che federalismo, altro che riconoscimento del
principio del costo standard, come avevamo portato avanti noi e quindi i virtuosi possono avere di
più e possono organizzare dei servizi più efficienti; siamo nella logica esattamente contraria. Altro
che rilancio al sistema produttivo qui si parla di una manovra che impone soltanto tasse, nuove tasse
che hanno come effetto di deprimere un’economia già provata, già duramente provata. Per non
parlare dell’operazione sulle pensioni, che è il contrario di una riforma strutturale, è una non
riforma, cioè un’operazione fatta soltanto per fare cassa, perché il nostro sistema pensionistico è un
sistema assolutamente in equilibrio, quindi si vogliono togliere i soldi dalle tasche di chi ha lavorato
una vita, cioè le persone normali, le persone umili, i lavoratori che sono soprattutto al Nord. Allora
a fronte di questo, noi dobbiamo anche discutere di come il popolo possa avere uno strumento
soprattutto in una fase di sospensione della democrazia. Allora da qui la nostra idea all’interno della
prima commissione costituita, di sviluppare una proposta che la Lega ha già fatto, e cioè quella di
poter avere un referendum costitutivo consultivo propositivo e cioè se un certo numero di elettori,
un milioni di elettori, per esempio, propongono una modifica della costituzione, questa modifica
della Costituzione deve poter essere sottoposta al popolo;
e se approvata dalla maggioranza,
deve
poter entrare nella Costituzione. Se queste riforme sono volute dalla gente, se la democrazia non
funziona perché ci calano dall’alto i governi: di questo discuteremo. E’ un metodo civilissimo che
esiste in Svizzera già dal 1991, è un metodo ed è un principio che esiste anche negli altri Paesi, per
esempio negli Stati Uniti : quando uno vuole togliere un governo, vuole togliere un governatore,
mica te lo dicono da fuori: fanno una consultazione popolare e c’è la possibilità anche di toglierlo
durante il mandato. Quindi discuteremo di questo e il nostro lavoro sarà finalizzato a parlare dello
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strumento per realizzare che cosa, per realizzare la Padania. La Padania è la soluzione, perché la
Padania è quel sistema economico, sociale e produttivo che se messo in grado di poter operare ci
può portare fuori dalla crisi. Pensiamo al nostro sistema industriale: certo che se lo ammazzano non
ce la può fare, ma il nostro sistema industriale se messo in grado di poter lavorare le vince tutte le
sfide. Tutte le settimane andiamo nelle nostre aziende, vediamo la qualità dei nostri prodotti, la
qualità delle nostre menti, la qualità dei processi produttivi e allora noi dobbiamo dare la possibilità
alla nostra gente di potercela fare, dobbiamo dargli gli strumenti per fare la Padania. Viva Bossi e
buon lavoro al Parlamento della Padania.
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