Libro bizzarro
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The Project Gutenberg EBook of Libro bizzarro, by Antonio GhislanzoniThis eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it,give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online atwww.gutenberg.orgTitle: Libro bizzarroAuthor: Antonio GhislanzoniRelease Date: March 31, 2006 [EBook #18088]Language: Italian*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK LIBRO BIZZARRO ***Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net(This file was produced from images generously made available by Biblioteca Nazionale Braidense - Milano athttp://www.braidense.it/dire.html)A. GHISLANZONILIBRO BIZZARROMILANOA. BRIGOLA E C., EDITORIVia Manzoni, 5Proprietà letterariaMilano, 1882. Tipografia Pagnoni.AL MIO CARISSIMO AMICO ANTONIO VICINI DI GALLIANONei due anni che io vissi a Mariaga tu mi hai colmato di amorevolezze. Il mio giardinetto, mercè le assidue eintelligenti tue cure, era pieno di fiori in ogni stagione dell'anno. E quante escursioni dilettevoli abbiamo fattoassieme, erborizzando, per valli e per monti! Ma tu eri botanico ed artista; alla coltura dei giardini tu alternavi quelladel tuo spirito arguto, amavi la poesia, la musica, la pittura, dividevi le tue giornate tra i fiori ed i libri. Dedicando a tequesto mio volumetto pieno di gaje futilità, intendo risvegliare e serbar vivo ...

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Publié le 08 décembre 2010
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Langue Italiano

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The Project Gutenberg EBook of Libro bizzarro, byAntonio GhislanzoniThis eBook is for the use of anyone anywhere atno cost and with almost no restrictions whatsoever.You may copy it, give it away or re-use it under theterms of the Project Gutenberg License includedwith this eBook or online at www.gutenberg.orgTitle: Libro bizzarroAuthor: Antonio GhislanzoniRelease Date: March 31, 2006 [EBook #18088]Language: Italian*** START OF THIS PROJECT GUTENBERGEBOOK LIBRO BIZZARRO ***Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso andthe Online Distributed Proofreading Team athttp://www.pgdp.net (This file was produced fromimages generously made available by BibliotecaNazionale Braidense Milano at-http://www.braidense.it/dire.html)
A. GHISLANZONILIBRO BIZZARROMILANOA. BRIGOLA E C., EDITORIVia Manzoni, 5Proprietà letterariaMilano, 1882. Tipografia Pagnoni.
AL MIO CARISSIMO AMICOANTONIO VICINI DI GALLIANONei due anni che io vissi a Mariaga tu mi haicolmato di amorevolezze. Il mio giardinetto, mercèle assidue e intelligenti tue cure, era pieno di fiori inogni stagione dell'anno. E quante escursionidilettevoli abbiamo fatto assieme, erborizzando,per valli e per monti! Ma tu eri botanico ed artista;alla coltura dei giardini tu alternavi quella del tuospirito arguto, amavi la poesia, la musica, lapittura, dividevi le tue giornate tra i fiori ed i libri.Dedicando a te questo mio volumetto pieno di gajefutilità, intendo risvegliare e serbar vivo nell'animotuo il ricordo di quei due anni in cui fummoindivisibili. Non posso offrirti altro pegno della miariconoscenza e del mio inalterabile affetto.Il tuo aff.^o A. GHISLANZONI.Caprino Bergamasco, Gennaio 1882.L'Isola di MicomarL'isola di Micomar è poco nota agli Europei. Isuperbi navigli che tre volte all'anno compiono ilgiro dei due mari di Azimorra e di Gengiva, è benraro che si accostino al porto di Carina, persbarcarvi qualche viaggiatore. Carina, come ognun
può vedere nel primo Dizionario che gli capiti tra lemani, è la capitale dell'isola. Le sue belle e candidemura di alabastro si innalzano maestose ai piedidel Monte Récor, laddove il Penémore, quelsuperbo fiume che all'ora del tramonto sembraancora rosseggiare del sangue dei Polluteritrucidati dal barbaro Nabicondo, si gettafragorosamente nel mare. L'isola di Micomar,perciò appunto che pochissimi viaggiatori Europeisi degnano visitarla, conserva l'impronta originale ecaratteristica che aveva, due secoli or fanno, aitempi del buon Re Vidocarta. Gli uomini vicrescono sani e vigorosi; le donne vincono inbellezza i più simpatici tipi ideati dai nostri pittoriinsigni. Grazie alle sane istituzioni, ai rigori delleleggi, e diciamolo pure, agli istinti ingeniti dellabuona razza Caldosemina, regna nell'isola unasemplicità e morigeratezza di costumi che a noi,cresciuti nel brago della corruzione europea,parrebbe quasi ridicola. Basti dire che da circatrecento anni non si è mai constatato che dentro lemura di Carina avvenisse un solo crimine diadulterio. A mantenere inviolata la fedeltà deitalami concorrono, oltre alla già accennatabonomia degli istinti individuali, le saggie everamente ammirabili istituzioni del paese. Mentreil matrimonio rappresenta ancora sul continenteEuropeo una mostruosità sociale non d'altrofeconda che di abbominazioni e di delitti, quiall'incontro, grazie alla sapienza delle leggi ed alleconsuetudini scrupolosamente osservate dagliisolani, il consorzio coniugale significa un ambientedi moralità e di benessere, la realizzazione di ciòche l'uomo e la donna possono ideare di più
sereno in fatto di felicità domestica.Le provvide leggi relative al matrimonio venneropromulgate nell'isola di Micomar sotto il regnopacifico di Semedamore, un Re filosofo, vissuto aitempi di Salomone. Si vuole che i due sovraniabbiano sostenuto in quelle epoche da noi remoteuna fiera polemica sovra il tema delicatissimo dellapluralità delle mogli. Semedamore, che al pari delsuo regal cugino Salomone aveva fatto delleesperienze estenuanti sovra parecchie miliaja diconcubine, concluse formulando in stile alquantobarbaro il concetto: «bastare all'uomo una soladonna, bastare alla donna un solo uomo, purchèl'uomo sia uomo, e la donna sia donna.» Quelsaggio Re, proscrivendo da' suoi stati ilconcubinato e imponendo l'obbligo del matrimonioa tutti i suoi sudditi, si avvisò innanzi tutto diprovvedere alla idoneità fisica dei mariti ed allaidoneità morale delle mogli. Partendo da taliprincipii, quel saggio fra i Re ottenne, ora fannocinquemila anni all'incirca, di sciogliere unproblema, intorno al quale oggidì si spendonoinfruttuosamente nei paesi dell'Europa civile tantepagine di libri e tante declamazioni da teatro.*Venendo a Carina, io recava meco una letteracommendatizia del barone di Granfort all'indirizzodi uno dei più ricchi commercianti della capitale, ilsignor De-Tonnalli Core-di-perla. Fra le molte,singolarissime costumanze di questo avventuratopaese, vi è pur quella che a ciascun capo di
famiglia è concesso, previo consenso ottenutodagli Anziani, di mutare il proprio cognome. Taleconcessione viene accordata specialmente acoloro, i quali si illustrano per qualche azionegenerosa, ovvero coi traffici, colle operedell'ingegno, riescono ad emergere e a collocarsi inuna posizione elevata. Bellissima costumanza misembra poi quella che i nomi personali vengano,come si usa qui, derivati da qualche dotecaratteristica dell'individuo. Il nome personale viendato ai fanciulli d'ambo i sessi appena sieno entratinell'anno decimoterzo. I parenti, gli amici di famigliasi adunano a fratellevole banchetto. Il fanciullosiede in capo della tavola sovra uno sgabelloelevato; parla, ride, canta, gesticola, mette inevidenza, durante e dopo il banchetto, tutte le suedoti fisiche e intellettuali—quindi, i parenti e gliamici si ritirano, discutono, qualche volta siaccapigliano; ma alla fine, il nome vien messo aivoti e imposto al fanciullo tra i brindisi, i canti e ledanze, che durano ordinariamente fino allo spuntardel mattino.*Presentandomi al signor De-Tonnalli, ebbi da luiuna accoglienza, la quale giustificava il bel nome diCore-di-perla che i parenti gli avevano conferito.—Ella vorrà scusarmi, mi disse con schiettissimoaccento, se l'ho fatto attendere dieci minuti. Oggi,mio figlio Gal-di-fuoco deve intraprendere il suogiro di nozze…. Partirà verso le dieci…. ed iodebbo……
—Non la si disturbi per me—gli risposi—io andròintanto a vedere qualche monumento della città….—Ma no!—disse il mio buon ospite stringendomi lamano per trattenermi; desidero che prima Ellaveda mio figlio……—Sarò lietissimo di augurare a lui ed alla suasposa il buon viaggio……Il signor De-Tonnalli sorrise.—Ella prende equivoco, ovvero io non mi sonospiegato chiaramente, mi disse. Mio figliointraprende oggi il suo giro di nozze, vale a dire….(ma sicuro! Ella non conosce gli usi dell'isola).Gallo-di-fuoco ha compiuto il ventitreesimo anno,ed essendo jeri uscito vittorioso dalle provesessuali imposte dalle nostre leggi, oggi, incompagnia del suo precettore, visiterà le principalifamiglie della città per vedere se qualche bella, esavia, e brava fanciulla voglia fargli delle serieproposte. Oh! io non dubito dell'esito… Gallo-di-fuoco è un bel ragazzo…. e poi…. ha dellospirito…. e poi… Ma forse l'amor di padre miillude… Ella stessa potrà giudicare….. e fare deipronostici….» Inquel punto, una porta si aperse, eGal-di-fuoco entrò nella sala al braccio di unometto di cinquant'anni all'incirca, che era,affrettiamoci a dirlo, il suo precettore.*Gal-di-fuoco mi piacque di primo aspetto.—Era un
bel giovane e un'anima ardente—il nome lo ritraevafisicamente e moralmente. Dopo breve scambio diparole: io debbo uscire, mi disse, debbo andar involta per la città, e visitare parecchie case per unoscopo (a tal punto le sue guancie che nonpotevano divenir più rosse, impallidirono di pudorverginale).—Il signore è già informato di tutto,interruppe il De-Tonnalli, vedendo l'imbarazzo delfiglio—noi ti aspetteremo…. e credo non indugieraimolto a tornare…—Se al signore non dispiacesse, riprese Gal-di-fuoco volgendosi a me col suo fare più schietto edingenuo; se non le spiacesse accompagnarmi inquesta breve escursione ch'io vado adintraprendere, io gliene sarei gratissimo. L'averla acompagno mi darebbe coraggio…. E sebbene inogni cosa io mi sia sempre affidato alla saggezzadel mio ottimo precettore qui presente, pure ioritengo che in questo caso due consiglierigioveranno meglio che uno.—Dunque: vorrebbeElla accompagnarmi?Non mi feci replicare l'invito. Io desiderava troppodi conoscere i costumi del paese, per non profittaredella bella occasione che mi veniva offerta. Ilprecettore parve alquanto turbato; ma io miaffrettai a rabbonirlo con quelle dimostrazioni dideferenza e di rispetto che soddisfano tantoall'amor proprio degli uomini di tal specie. Quelprecettore si chiamava Spugna-di-Senno—e benpresto, interrogandolo su vari argomenti, dovetticonvincermi che al paragone di lui io non era cheun sublime ignorante europeo.
Di là a pochi istanti io prendeva congedo dal signorDe-Tonnalli e salivo con Gal-di-fuoco e Spugna-di-Senno in un magnifico carrozzone per far il girodella città.*Non s'era percorso mezzo chilometro di via,quando Spugna-di-Senno, dopo aver consultato unalmanacco sul quale erano iscritte le famiglie piùcospicue di Carina, ordinò al cocchiere di arrestarei cavalli. Gal-di-fuoco trasalì.—Comincieremo, disse il savio precettore, dalvisitare le famiglie più ricche; e che Dio faccia inseno di queste si trovi l'oggetto simpatico econsenziente! La ricchezza è un bene caduco, mapure non guasta la felicità dell'imeneo.—Illustre Spugna-di-Senno, sono anch'io del vostroavviso—risposi, dandogli il braccio per ajutarlo adiscendere dal carrozzone.—Gal-di-fuoco nonbadava ai nostri discorsi. Egli si era slanciato negliatri del palazzo e il suo naso protuberante parevafiutasse gli intimi appartamenti. Entrammo nellasala terrena che dava sul giardino. Spugna-di-Senno presentò una carta al maggiordomo. Questilanciò una occhiata furbesca su Gal-di-fuoco e poidisse: vado subito ad avvertire madama e le duesignorine.Io chiesi al precettore: sarebbe, Vostra Sapienza,tanto cortese da dirmi il cognome dei proprietarii diquesta casa?
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