Aristotele, gli stoici e il libro dei sogni nel de divinatione di Cicerone - article ; n°1 ; vol.6, pg 167-203
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Mètis. Anthropologie des mondes grecs anciens - Année 1991 - Volume 6 - Numéro 1 - Pages 167-203
Aristotele, gli Stoici e il Libro dei Sogni nel de Divinatione di Cicérone (pp. 167-203)
Le traité De divinatione de Cicéron montre que la philosophie d'Aristote pouvait être utilisée soit en faveur de la divination par les rêves, soit contre elle. Dans le premier cas, ce sont les Stoïciens qui ont recours aux œuvres perdues d'Aristote, tandis que dans le second, ce sont les Académiciens qui utilisent, dans un but anti-stoïcien , les thèmes tirés des écrits aristotéliciens que nous possédons, contre le caractère prédictif des rêves.
37 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

Informations

Publié par
Publié le 01 janvier 1991
Nombre de lectures 181
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 2 Mo

Extrait

Luciana Repici
Aristotele, gli stoici e il libro dei sogni nel de divinatione di
Cicerone
In: Mètis. Anthropologie des mondes grecs anciens. Volume 6, n°1-2, 1991. pp. 167-203.
Résumé
Aristotele, gli Stoici e il Libro dei Sogni nel de Divinatione di Cicérone (pp. 167-203)
Le traité De divinatione de Cicéron montre que la philosophie d'Aristote pouvait être utilisée soit en faveur de la divination par les
rêves, soit contre elle. Dans le premier cas, ce sont les Stoïciens qui ont recours aux œuvres perdues d'Aristote, tandis que dans
le second, ce sont les Académiciens qui utilisent, dans un but anti-stoïcien , les thèmes tirés des écrits aristotéliciens que nous
possédons, contre le caractère prédictif des rêves.
Citer ce document / Cite this document :
Repici Luciana. Aristotele, gli stoici e il libro dei sogni nel de divinatione di Cicerone. In: Mètis. Anthropologie des mondes grecs
anciens. Volume 6, n°1-2, 1991. pp. 167-203.
doi : 10.3406/metis.1991.968
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/metis_1105-2201_1991_num_6_1_968GLI STOICI E IL LIBRO DEI SOGNI ARISTOTELE,
NEL DE DIVINATIONE Di CICERONE
1. Una questione di immagini
Chi cercasse nell'Aristotele dello scritto Sulla divinazione nel somno
l'affermazione entusiastica délia credenza nell' esistenza di sogni profetici,
rischierebbe di rimanere deluso. Nell'opera Sulla (D.D.) di
Cicérone è infatti presentato un altro Aristotele diverso da quello a noi
noto e tutt'altro che sfavorevole in apparenza ad annettere ai sogni potere
veridico. Partendo dal dato di fatto che il testo di Cicérone esaspera, anzi-
chè sfumare, le vere ο presunte differenze tra Γ Aristotele a noi noto e Γ
altro, questa indagine si propone di mostrare in primo luogo se e corne la
presenza di Aristotele prenda forma nel contesto dell'intera trattazione ; in
secondo luogo se e corne argomentazioni a lui riferite siano adoperate ris-
pettivamente dai sostenitori e dai negatori di questa forma di divinazione;
infine quale sia, se c' è, l'immagine di Aristotele che émerge dal complesso
délia questione. Forse c'è più di Aristotele, sicuramente c'è più di un
immagine di Aristotele.
2. L' altro Aristotele
Nell'opera ciceroniana1 Aristotele compare per la prima volta quando Γ
1. Per una récente traduzione dell'opera (d' ora in avanti citata corne D.D. anche nel
testo), corredata di ricca introduzione e ampio apparato di note, cf. M. T. Cicérone,
Délia divinazione, a cura di S. Timpanaro, Milano, 1988, e la bibliografia citata in parti-
colare aile pp. XCIV-CI dell' Introduzione. L'edizione classica con commento è: M. T.
Ciceronis, De divinatione libri duo, éd. by A. S. Pease, Darmstadt, 1963 (la rist.). Per un
esame complessivo dei fenomeni divinatori nel mondo antico cf. A. Bouché - Leclerq,
Histoire de la divination dans ïantiquité, Paris, 1879, 4 voll. LUCIANA REPICI 168
espositore délia dottrina stoica, Quinto Cicérone, cita, a sostegno délia
propria tesi sul valore profetico dei sogni, casi di sogni veridici raccontati
da filosofi. Il caso legato al nome di Aristotele riguarda il noto sogno di
Eudemo di Cipro. Ma il passo non ha riscontro nelle opère aristoteliche
conservate, ed è di solito accolto tra le testimonianze relative allô scritto
perduto (presumibilmente un dialogo) intitolato Eudemo (D.D., I, 52-53
= fr. 1 Ross = fr. 56 Gigon)2:
Ma, se sei d'accordo, passiamo ai sogni dei filosofi. Si legge in Pla-
tone [Critonne 44 a-b] che Socrate, trovandosi in carcere, disse al
suo amico Critone che gli sarebbe toccato di morire tre giorni dopo:
ave va visto in sogno una donna bellissima che, chiamatolo per
nome, gli aveva detto un verso press' a poco cosî, simile ad uno di
Omero [Iliade IX 363]: "II terzo giorno di bel tempo ti farà giungere
a Ftia". Ε si trova scritto che ciô accadde proprio corne era stato
detto. Senofonte, discepolo di Socrate (quale uomo e di quanto
valore), nel racconto delPimpresa militare che compi sotto Ciro il
giovane, riferisce i suoi sogni, che mirabilmente si avverarono ] Ana-
basi III, 1, 11-13 ecc.]. Diremo che Senofonte dice il falso ο è fuor di
senno? Ε Aristotele, uomo d' ingegno eccezionale e direi quasi
s' inganna ο vuole ingannare gli altri quando narra l'episodio divino,
che ora riferirô? Eudemo di Cipro, suo intimo amico, durante un
viaggio verso la Macedonia, arrivô a Fere, città délia Tessaglia, assai
rinomata a quei tempi, ma oppressa dalla féroce tirannide di Ales-
sandro. In quella città, dunque, Eudemo si ammalô cosï grave-
mente, che tutti i medici disperarono délia sua salvezza. Gli apparve
in sogno (in quiète) un giovane di bellissimo aspetto, e gli disse che
fra brève sarebbe guarito, che entro pochi giorni il tiranno Alessan-
dro sarebbe morto, e che lui, Eudemo, sarebbe ritornato in patria
dopo cinque anni. Scrive Aristotele che i primi eventi accaddero
subito: Eudemo guari, il tiranno fu ucciso dai fratelli di sua moglie.
2. Le due edizioni cui si fa riferimento sono rispettivamente: Aristotelis Fragmenta
Se/ecfa, rec. W.D. Ross, Oxonii, 1955, e Aristotelis Opéra, vol. III: Librorum deperdi-
torum fragmenta, coll. O. Gigon, Berolini et Novi Eboraci, 1987, che compléta e con-
clude la ristampa dei corpus aristotelicum pubblicato tra il 1831 e il 1870 a cura di I.
Bekker dalFAccademia délie Scienze di Berlino. Gigon preferisce al titolo Eudemo
quello Sull· anima. I criteri che guidano Γ edizione di questo testo erano già stati esposti
da Gigon nel saggio "Prolegomena to an Edition of the Eudemus", in I. Duringe G.E.L.
Owen (edd.), Aristotle and Plato in the Mid-Fourth Century, Goteborg, 1960, pp. 19-
33. GLI STOICI Ε IL LlBRO DEI SOGNI NEL DE DMNATIONE Dl CICERONE 169 ARISTOTELE,
Verso la fine del quinto anno, poi, quando quel sogno dava ad
Eudemo la speranza che dalla Sicilia sarebbe tornato a Cipro, egli
cadde in combattimento sotto le mura di Siracusa. Il sogno fu quindi
interpretato nel senso che l'anima di Eudemo, liberatasi dal corpo
( cum e corpore excesserit) , era ritornata alla sua vera patria ( tum
domum revertisse videatur) (trad. S. Timpanaro).
Non so se dal racconto di un sogno possa essere inferita una teoria posi
tiva. Di fatto, Γ interesse degli studiosi moderni per questo testo ha seguito
due direzioni. Da un lato, individuare che relazione c' è, se c' è, tra il rac
conto stesso e l'eventuale posizione dottrinale che esso sottende; dall'
altro, cercare di capire se e corne l'eventuale posizione dottrinale qui sot-
tesa possa essere conciliata con tesi reperibili in trattati aristotelici conser-
vati. La questione fa parte del più ampio dibattito sui rapporti tra Γ Aristot
ele a noi noto e quello cosiddetto giovanile e i suoi legami con il plato-
nismo. Su questo terreno si scontrano, per schematizzare il problema, due
tendenze interprétative. Secondo Γ ipotesi evoluzionistica (YAnstotele di
Werner Jaeger), la vicinanza a Platone sarebbe in ragione inversa délia
distanza daU'Aristotele conservato ("maturo") e il passagio sarebbe
segnato dall'abbandono délia metafisica in favore dell' empirismo.
Secondo Γ ipotesi opposta invece (l'Aristoieie di Ingemar During) lo svi-
luppo intellettuale di Aristotele non solo non comporterebbe un progres-
sivo allontanamento dalla metafisica platonica, ma al contrario mostre-
rebbe in tutte le sue fasi un legame indissolubile con Γ eredità di Platone,
soprattuto in sede metafisica.
Il significato teorico da attribuire al racconto del sogno di Eudemo puô
nell' ipotesi evorivelarsi importante per entrambi i punti di vista. Infatti,
luzionistica esso è considerato uno degli indizi del fatto che nel dialogo
intitolato Eudemo Aristotele adottava un punto di vista platonico per il
quale tutta l'anima, non solo la sua parte razionale corne è invece affer-
mato nei libri Su/l'anima, è immortale, e la separazione che avviene con la
morte coïncide per l'anima stessa con il ritorno alla sua vera patria, il
mondo céleste, donde era venuta. NelFipotesi opposta, al contrario, il rac
conto diventa un "pretesto introduttivo" al tema del dialogo, e, corne
esempio délia credenza nella trasmigrazione délie anime, rappresenta il
momento in cui Aristotele descrive opinioni diffuse ο proprie anche délia
tradizione letteraria3.
3. Per la prima interpretazione cf. W. Jaeger, Aristotele. Prime lime di una storia
délia sua evoluzione spirituale, trad. it., Firenze, 1968 (4a rist.), pp. 49-68, e fra gli altri 170 LUCIANA REPICI
Un fatto mi pare che non sia preso nella dovuta considerazione in
entrambe le interpretazioni. Corne si è notato in precedenza, il racconto
del sogno di Eudemo fa parte di una série di casi esemplificativi, il cui refe-
rente è la teoria stoica délia veridicit

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