Il conflitto romano-falisco del 241/240 a.C. e la politica romana degli anni successivi - article ; n°2 ; vol.101, pg 717-737
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Il conflitto romano-falisco del 241/240 a.C. e la politica romana degli anni successivi - article ; n°2 ; vol.101, pg 717-737

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1989 - Volume 101 - Numéro 2 - Pages 717-737
Luigi Loreto, Il conflitto romano-falisco del 241/240 a.C. e la politica romana degli anni successivi, p. 717-737. In un momento non precisabile dell'autunno-inverno 241/240 a.C. Roma si trova a combattere un brève ed anomalo conflitto con Falerii Veteres caratterizzato da una estrema durezza delle condizioni di pace, dall'abusiva qualificazione come ribellione e dalla concessione di un inusitato doppio trionfo ai consoli. Quest'ultimo, in particolare, rivela la grande importanza simbolica che fu annessa all'episodio dal governo romano. La funzione immediata del conflitto consiste in un monito agli alleati, mentre la ragione di fondo nella volontà di proclamare la supremazia assoluta di Roma ed il suo fondamento sulla sola componente della forza militare. (v. rétro) Si è pertanto di fronte ad una profonda modificazione dell'imperialismo romano che trova conferma anche per lo scenario mediterraneo nell'affaire sardo del 238, in cui Roma agisce dichiaratamente in spregio di ogni diritto, e nell'ambasceria in Egitto, databile tra l'estate 241 e la primavera 240, con cui Roma intende manifestare la propria forza anche in Oriente.
21 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1989
Nombre de lectures 68
Langue Romanian
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Luigi Loreto
Il conflitto romano-falisco del 241/240 a.C. e la politica romana
degli anni successivi
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 101, N°2. 1989. pp. 717-737.
Riassunto
Luigi Loreto, Il conflitto romano-falisco del 241/240 a.C. e la politica romana degli anni successivi, p. 717-737.
In un momento non precisabile dell'autunno-inverno 241/240 a.C. Roma si trova a combattere un breve ed anomalo conflitto con
Falerii Veteres caratterizzato da una estrema durezza delle condizioni di pace, dall'abusiva qualificazione come ribellione e dalla
concessione di un inusitato doppio trionfo ai consoli. Quest'ultimo, in particolare, rivela la grande importanza simbolica che fu
annessa all'episodio dal governo romano.
La funzione immediata del conflitto consiste in un monito agli alleati, mentre la ragione di fondo nella volontà di proclamare la
supremazia assoluta di Roma ed il suo fondamento sulla sola componente della forza militare.
(v. retro) Si è pertanto di fronte ad una profonda modificazione dell'imperialismo romano che trova conferma anche per lo
scenario mediterraneo nell'affaire sardo del 238, in cui Roma agisce dichiaratamente in spregio di ogni diritto, e nell'ambasceria
in Egitto, databile tra l'estate 241 e la primavera 240, con cui Roma intende manifestare la propria forza anche in Oriente.
Citer ce document / Cite this document :
Loreto Luigi. Il conflitto romano-falisco del 241/240 a.C. e la politica romana degli anni successivi. In: Mélanges de l'Ecole
française de Rome. Antiquité T. 101, N°2. 1989. pp. 717-737.
doi : 10.3406/mefr.1989.1646
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1989_num_101_2_1646LUIGI LORETO
IL CONFLITTO ROMANO-FALISCO DEL 241/240 A.C.
E LA POLITICA ROMANA DEGLI ANNI SUCCESSIVI
"... pride, pomp and circumstance of glorious war "
(W. Shakespeare, Othello III, III).
1. L'indomani della prima guerra punica Roma si trova a combattere
un breve conflitto con Falerii, l'unico tra l'altro con un membro della
Federazione e con una comunità tendenzialmente omogenea sul piano
etnico e culturale1 nei cinquanta anni precedenti il 2162. L'episodio si
caratterizza per una serie sorpredente di anomalie che ne fanno apparire
opportuno un esame approfondito3.
1 Falera, che si trova nella fascia più meridionale dell'Etruria, era di ceppo
italico, cfr. F. W. Walbank, A Historical Commentary on Polybius, Oxford 1970, I,
p. 131, se non addirittura latino - quale era sicuramente il dialetto falisco -, cfr.
G. De Sanctis, Storia dei Romani, Firenze, 19793 (19071), I, p. 110; p. 167, 19682
(19161), Π, p. 332; H.H. Scullard, The Etruscan Cities and Rome, Londra, 1967,
p. 115; sulla lingua, per tutti, G. Giacomelli, // falisco, in A. L. Prosdocimi ed., Popol
i e civiltà dell'Italia antica, VI, Lingue e dialetti, Roma 1978, p. 506-542.
2 Cfr. A. J. Toynbee, Hannibal's Legacy. The Hannibalic War's Effects on Ro
man Life, II, Rome and Her Neighbours after Hannibal's Exit, Oxford, 1965, p. 109.
Il periodo però potrebbe essere tranquillamente alzato alla fine della guerra taran
tina (272 a.C.) e alla minacciata guerra contro Caere dell'anno precedente, dal
momento che il conflitto con Bolsena del 265/264 rappresenta piuttosto l'interven
to a favore del partito aristocratico locale pro-romano contro una insurrezione ser
vile - ο comunque popolare, da ultimo cfr. W. V. Harris, Volsinii and Rome, 400-
100 B.C., in Ann. Faina, 2, 1985, p. 150-155 - ed anti-romana; ο almeno al 269/268
cioè alla guerra coi Piceni.
3 L'attenzione finora prestata è stata scarsa; ad es. Th. Mommsen, Römische
Geschichte, Berlino, 18817, I, p. 551 lo considerava una mera « Curiosität » ; F. Cassol
a, I gruppi politici romani nel III secolo a.C, Trieste, 1962 ometteva completament
e di trattarlo, mentre negli studi sul diritto di guerra e sull'imperialismo fioriti
negli ultimi anni è pressoché unanimente ignorato - ad es. cfr. J. W. Rich, Decla
ring War in the Roman Republic in the Period of Transmarine Expansion, Bruxelles,
1976; S. Albert, Bellum iustum. Die Theorie des "gerechten Krieges " und ihre prakt
ische Bedeutung für die auswärtigen Auseinandersetzungen Roms in republihani-
MEFRA - 101 - 1989 - 2, p. 717-737. LUIGI LORETO 718
II carattere tardo delle fonti letterarie - con la sola eccezione di Poli-
bio - e la loro sinteticità pone non pochi problemi di ricostruzione, e
soprattutto, di interpretazione4; di scarso aiuto risulta anche la pur
importante testimonianza epigrafica recentemente acquisita5.
scher Zeit, Kalimünz, 1980; V. Ilari, s.v. Operazioni belHche. Storia, in Enc. d. Dir.
XXX, 1980, p. 253-268 - ο relegato in margine a notazioni puramente occasionali -
cfr. ed es. R. M. Errington, The Dawn of Empire. Rome's Rise to World Power,
Ithaca, 1972, p. 40; W. V. Harris, War and Imperialism in Republican Rome, 327-70
B.C., Oxford, 1979 p. 10, che gli concedeva scarsissima attenzione anche in Rome in
Etruria and Umbria, Oxford, 1971, p. 117 n. 8; 168; T. Hantos, Das römische Bunde
sgenossensystem in Italien, Monaco di Β., 1983, p. 173, 175. Solo E. T. Salmon, The
Making of Roman Italy, Londra, 1982, p. 172-174 gli attribuisce un certo rilievo.
4 Per comodità riportiamo qui per intero i non lunghi testi : Polyb. 1.65.2 «έξε-
δέξατο γαρ πόλεμος εμφύλιος 'Ρωμαίους μέν ό προς τους Φαλίσκους καλουμένους, ον
ταχέως και συμφερόντως έπετέλεσαν, έν όλίγαις ήμέραις εγκρατείς γενόμενοι της
πόλεως αυτών ...» ; (Liv.) perioch-20 « Falisci cum rebellassent, sexto die perdomiti
in deditione venerunt»; Val. Max. 6, 5, 1 «Eadem civitas [seil. Falerii] aliquotiens
rebellando semperque aduersis contusa proeliis tandem se Q. Lutatio consuli dede-
re coacta est. Aduersum quam saeuire cupiens populus Romanus , postquam a
Papirio, cuius manu iubente consule uerba deditionis scripta erant, doctus est Fali-
scos non potestati, sed fidei se Romanorum conmisisse, omnen iram placida mente
deposuit, pariterque et uiribus odii non sane facile uinci adsuetis et uictoriae obse-
quio, quae promptissime licentiam subministrat, ne iustitiae suae deesset obstitit»;
Eutr. 2.28 «Q. Lutatius A. Manlius consules creati sunt; bellum Faliscis intulerunt,
quae civitas Italiae opulenta quondam fuit, quod ambo consules intra sex dies,
quam vénérant, transegerunt, XV milibus hostium caesis, ceteris pace concessa,
agro tarnen ex medietate sublato»; Oros. 4.11.10 «T. Sempronio Graccho C. Valerio
Falcone consulibus cum Faliscis bellavere Romani, eoque proelio quindecim milia
Faliscorum interfecta sunt» - Orosio menziona erroneamente i consoli del 238 in
luogo di quelli del 241/240 -; Zonar. 8.18 «'Αλλα ταΰτα μέν έγένετο ύστερον, τότε δέ
και οί 'Ρωμαίοι Φαλίσκοις έπολέμησαν και Μάλλιος Τουρκουάτος την χώραν αυτών
δ" ίππευσαν έκράτησε. και έδήωσε. και συμμίξας αύτοΐς έσφάλη μέν τω όπλιτικφ, τοις
αύθις αύτοΐς μαχεσάμενος ένίκησε, και τά τε όπλα αυτών και την ϊππον και τα έπι
πλα και το δουλευον και το ήμισυ τής χώρας άφείλετο. ύστερον δέ ή μέν αρχαία
πόλις εις όρος έρυμνόν ιδρυμένη κατεσκάφη, ετέρα δ" ώκοδομήθη εύέφοδος».
Per Ovidio si veda infra nota 32 ; per i Fasti Triumphales, nota 37 ; per Plut. C.
Grace. 3.3, nota 42.
5 Si tratta di una iscrizione datatoria apposta sulla parte anteriore di una
corazza bronzea da cavaliere risalente al 330-320 a.C. di fattura sud-italica recent
emente acquisita dal J. Paul Getty Museum di Malibu, pubblicata, con la collabora
zione epigrafica di R. Wächter, da J.-L. Zimmermann, La fin de Falerii Veteres : On
témoignage archéologique, in GMusJ, 14, 1986, p. 40 :
Q. LUTATIO. C. F. A. MANLIO. C. F.
CONSOLIBUS. FALERIES. CAPTO
L'armatura è una preda di guerra - e ciò spiega l'anteriorità rispetto al momento IL CONFLITTO ROMANO-FALISCO DEL 241/240 A.C. 719
Anzitutto rimane oscura la esatta cronologia del conflitto, sia quanto
alla collocazione delle operazioni in seno all'anno consolare 241/240 sia
quanto al momento stesso del suo inizio.
I consoli, Q. Lutazio Cercone e A. Manlio Torquato Attico, entrarono
in carica nella prima estate del 241, subito dopo la conclusione della pace
con Cartagine6, mentre i loro trionfi sui Falisci furono celebrati all'inizio
del marzo del 240. Le operazioni militari si pongono quindi tra questi due
termini, non necessariamente nell'estate-autunno del 241, come si ritiene
di solito, ma possibilmente anche nell'inverno del 241-240. La notizia di
Zonara 8, 17, secondo la quale, dopo il trionfo di Lutazio Catulo sui Car
taginesi, «... Κύιντος δε Λουτάτιος ύπατεύσας άπηλθεν ές Σικελίαν και
μετά του αδελφού Κατύλου πάντα τα έκεΐ κατεστήσατο», non ci aiuta a
precisare la datazione del «Blitzkrieg» falisco. Infatti, se la partenza per
dell'iscrizione - di un Romano il quale dovette conservarla appesa nella sua casa e
poi, dopo la morte, nella tomba, Zimmerman, op. cit., 42. L'iscrizione in sé non ci
dice niente che già non fosse noto salvo un piccolo particolare : Fast. Cos. Cap.
p. 43 ;

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