La storiografia delle élites nel secondo dopogruerra - article ; n°2 ; vol.95, pg 127-143
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes - Année 1983 - Volume 95 - Numéro 2 - Pages 127-143
17 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1983
Nombre de lectures 20
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Franco De Felice
La storiografia delle élites nel secondo dopogruerra
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 95, N°2. 1983. pp. 127-143.
Citer ce document / Cite this document :
De Felice Franco. La storiografia delle élites nel secondo dopogruerra. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age,
Temps modernes T. 95, N°2. 1983. pp. 127-143.
doi : 10.3406/mefr.1983.2724
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1983_num_95_2_2724storiografia delle élites nel secondo dopoguerra La
di Franco De Felice
Preliminarmente vorrei dichiarare quali sono colto, almeno in linea di massima, il criterio
i caratteri di questa mia relazione, l'ambito che tale processo è il risultato dell'azione
entro cui ho deciso di svilupparla e la defini combinata di entrambi gli elementi. Altra
zione dell'oggetto di essa. questione è poi di verificare nel concreto il
La prima delimitazione riguarda la sto modo in cui tale interrelazione è ricostruita.
Assunto quindi per acquisito questo dato nel riografia: mi sono riferito alla produzione
storiografica di questo secondo dopoguerra patrimonio culturale della storiografia italia
na del dopoguerra, ho teso in questa mia rerelativamente all'Italia repubblicana, escl
udendo quindi dall'esame la questione più lazione a utilizzare un'accezione più ampia
ampia — significato trasformazioni e risul di quella che la categoria di élite ha avuto ed
tati della storiografia italiana del periodo ha in rapporto a un'intera tradizione che af
postfascista come aspetto specifico degli fonda molto lontano nella cultura italiana.
orientamenti culturali del paese. Riferiment Mi riferisco ovviamente alla teoria della mi
i a questa tematica più ampia saranno ov noranza organizzata di Mosca e alla teoria
viamente tenuti presenti ma solo in quanto dell'aristocrazia di Pareto. Senza voler qui
funzionali alla definizione ed approfondi discutere specificamente queste concezioni,
mento dei problemi connessi all'ambito in l'evoluzione della loro formulazione e l'i
ndubbio valore dissacrante — in esse implicito precedenza richiamato. Il rischio di tale in
— di ogni ipotesi semplicistica e lineare di tenzionale limitazione di campo è quello di
una eccessiva ellitticità e mancanza di chia crescita dell'eguaglianza e della democrazia,
rezza: spero di averlo evitato e sarà compit è però necessario ricordare che questo filone
o di questo seminario evidenziarlo e supe culturale è inseparabile da una critica della
rarlo. società di massa (e dall'essere al tempo stesso
un'ipotesi di organizzazione del potere in taLa seconda osservazione riguarda l'ogget
to indicato nel titolo di questa relazione: le le società) e che nel suo momento genetico
élites. È evidentemente indispensabile defini tale filone, per citare Bobbio1, "procede di
re l'accezione con cui tale categoria viene uti pari passo con una concezione essenzialment
lizzata. Il dibattito relativo al ruolo delle e inegualitaria della società, con una visione
masse ο delle élites nella definizione del pro statica, ο tutt'al più ciclica della storia, con
cesso storico è ormai datato e obsoleto: è un atteggiamento più pessimistico che otti-
1 Cfr. Norberto Bobbio, Teoria delle élites, in Dizionario di politica, diretto da N. Bobbio e N. Matteucci, Torino,
UTET, 1976, p. 364. Franco De Felice 128
mistico nei riguardi della natura umana, con lutazione dell'organizzazione e dell'esercizio
una incredulità quasi totale nei riguardi dei del potere.
La scelta della storiografia di sinistra di arbenefici della democrazia, con una critica ra
ricchire ma non di mettere in discussione dicale del socialismo, come creatore di una
nuova civiltà, con una sfiducia che rasenta il Γ etico-politico come canone euristico era la
disprezzo verso le masse portatrici di nuovi proiezione, in termini storiografici, di una
concezione del rapporto movimento operaio- valori".
Non mi sembra si possa dire che tale orie storia d'Italia non di contrapposizione ο di
ntamento culturale abbia avuto un accogl antistoria: il movimento operaio cioè non so
imento sostanziale nel rinnovamento storio lo come oggetto specifico d'analisi, con i
suoi istituti e la sua cultura contrapposti a grafico italiano del secondo dopoguerra, né
che abbia messo in discussione quello che è quelli dominanti, ma come contraddizione
un asse portante della storiografia italiana, immanente all'organizzazione complessiva e
cioè il privilegiamento nell'analisi delPetico- perciò soggetto di conoscenza del presente e
politico. Se mai può dirsi che la teoria élita- di tutto il passato. Tale traduzione nella r
ria sia confluita in questa categoria più amp icerca storica di una forte scelta politica (fun
ia, contribuendo a una riduzione della sua zione nazionale della classe operaia) tendeva
capacità euristica: storia dell'egemonia rea a riaffidare alla storiografia una funzione es
lizzata, per ricordare un'osservazione nota di senziale nella formazione di una coscienza
Gramsci sulla storiografia crociana, e per critica e civile. Detto questo rimane tutta
dirla in altri termini, storia come accentua aperta la questione della dinamicità di tale
zione della razionalità del reale, che è un da impianto storiografico, della sua capacità
to difficilmente separabile dal privilegiamen reale a saper registrare, comprendere e filtra
to dell' etico-politico. Il valore caratterizzant re l'estrema ricchezza del sociale. Non è poss
e dell' etico-politico per la storiografia italia ibile procedere in questa sede a un bilancio:
na, sia nella tradizione liberale-idealistica, sono sufficienti credo queste osservazioni ge
sia nelle versioni, più aggiornate e cultura nerali, funzionali alla caratterizzazione degli
lmente più ricche, della sinistra non è casuale. elementi di questa introduzione. A me pare
Ha radici lontane, sinteticamente individuab di poter dire che la storiografia sull'Italia r
ili nel ruolo assunto dalla cultura hegeliana epubblicana nei suoi contributi più significati
nella formazione dello Stato unitario, nel vi abbia conservato come dominante un ap
l'assenza del 'nazionalpopolare': non è sepa proccio etico-politico, tendendo però a privi
rabile cioè dalla forma in cui è venuta conso legiare, nella ricerca, il ruolo dei gruppi diri
lidandosi l'egemonia borghese in Italia, dalla genti (del paese, dei partiti, di settori orga
povertà di modificazioni che hanno accom nizzati della società).
pagnato nella società civile la costituzione Su questo giudizio mi soffermerò più di
dello Stato unitario. La scelta di fondo nel ffusamente in seguito: in questa sede intro-
secondo dopoguerra della storiografia di s duttiva, di definizione, mi preme richiamare
inistra, prevalentemente di quella di ispirazio l'attenzione su due altre tendenze che non
ne comunista, è stata di arricchire gli element possono essere eluse. La prima, strettamente
i costituenti dell' etico-politico: privilegi connessa al privilegiamento accordato al
amento non tanto e non solo della storia poli l'analisi dei gruppi dirigenti, è l'affiorare
tica e dei gruppi dirigenti, quanto delle for dell'esigenza sempre più fortemente avverti
me organizzate di coscienza e del nesso go ta di assicurare una diversa attenzione e rico
vernanti-governati. Partendo da questo ap noscere un diverso ruolo al 'sociale', anche
proccio la tendenza era di giungere a una va- se la formula è generica. La seconda tenden- La storiografia delle élites 129
za, che a me pare la più rilevante e carica di un modello di sviluppo), sociologi e politolog
conseguenze, è il riproporsi — a partire dalla i. Personalmente ritengo questo fenomeno
positivo e fisiologico, inseparabile dal proseconda metà degli anni sessanta e attraverso
la mediazione degli elementi di conoscenza cesso di progressiva trasformazione e cre
storica espressi da discipline non storiografi- scente complessità della società italiana dalla
che — della tematica delle élites in un signifi fine degli anni cinquanta in poi. È indubbio
però che tale tendenza ponga problemi non cato profondamente diverso da quello orig
inariamente elaborato da Mosca, Pareto, fi secondari alla storiografia come strumento
di conoscenza. ltrato com'è ed anche arricchito dalle elabo
razioni della sociologia e politologia statuni La povertà dei contributi storiografici
complessivi dipende certo dal fatto che ogtense2. Tale riproporsi, è un elemento import
ante nel panorama della cultura italiana, getto d'analisi sono processi ancora aperti,
mette in discussione alcuni assi portanti della rispetto a cui è difficile procedere a una sist
storiografia, che di questa cultura è stata ed è emazione dei vari elementi isolando quelli che
tanta parte, e non è separabile dalla più av hanno già una fisionomia definita da quelli
vertita consapevolezza della complessit

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