Porta bronzea di Montecassino e pertinenze benedettine nel Molise : valori documentari e intenzionalità rappresentative - article ; n°1 ; vol.103, pg 211-236
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Porta bronzea di Montecassino e pertinenze benedettine nel Molise : valori documentari e intenzionalità rappresentative - article ; n°1 ; vol.103, pg 211-236

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age - Année 1991 - Volume 103 - Numéro 1 - Pages 211-236
Luigi R. Cielo, Porta bronzea di Montecassino e pertinenze benedettine nel Molise : valori documentari e intenzionalità rappresentative, p. 211-236. Della porta bronzea di Montecassino - di cui si accetta la committenza rivendicata da Bloch all'abate Oderisio II - si colgono valori e intenzionalità in rapporto sia con la problematica di porte bronzee del XII sec. nell'Italia meridionale, testimonianti l'inserirsi del profano o del politico entro terni religiosi, sia con motivazioni più esclusive che muovono da una Montecassino tesa a difendere il proprio patrimonio. L'abate Oderisio sembra aver guardato alla Roma degli anni venti del XII sec, ove la produzione artistica si carica di sensi politici, tanto che la sua può anche definirsi una porta-privilegio. Lo studio dei rapporti che intercorrono tra la porta e alcuni possessi (v. rétro) cassinesi nel Molise in essa registrati, oltre a confermare la legittimità di questi ultimi, rafforza la rilevante del saggio, che nella porta coglie il messaggio di un abate-suzerain che vuole celebrare, anche nella nobiltà del materiale, un momento di prestigio del cenobio.
26 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1991
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Langue Italiano
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Extrait

Luigi R. Cielo
Porta bronzea di Montecassino e pertinenze benedettine nel
Molise : valori documentari e intenzionalità rappresentative
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 103, N°1. 1991. pp. 211-236.
Riassunto
Luigi R. Cielo, Porta bronzea di Montecassino e pertinenze benedettine nel Molise : valori documentari e intenzionalità
rappresentative, p. 211-236.
Della porta bronzea di Montecassino - di cui si accetta la committenza rivendicata da Bloch all'abate Oderisio II - si colgono valori
e intenzionalità in rapporto sia con la problematica di porte bronzee del XII sec. nell'Italia meridionale, testimonianti l'inserirsi del
profano o del politico entro terni religiosi, sia con motivazioni più esclusive che muovono da una Montecassino tesa a difendere il
proprio patrimonio. L'abate Oderisio sembra aver guardato alla Roma degli anni venti del XII sec, ove la produzione artistica si
carica di sensi politici, tanto che la sua può anche definirsi una porta-privilegio.
Lo studio dei rapporti che intercorrono tra la porta e alcuni possessi cassinesi nel Molise in essa registrati, oltre a confermare la
legittimità di questi ultimi, rafforza la rilevante del saggio, che nella porta coglie il messaggio di un abate-suzerain che vuole
celebrare, anche nella nobiltà del materiale, un momento di prestigio del cenobio.
Citer ce document / Cite this document :
Cielo Luigi R. Porta bronzea di Montecassino e pertinenze benedettine nel Molise : valori documentari e intenzionalità
rappresentative. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 103, N°1. 1991. pp. 211-236.
doi : 10.3406/mefr.1991.3155
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9883_1991_num_103_1_3155R. CIELO LUIGI
PORTA BRONZEA DI MONTECASSINO
E PERTINENZE BENEDETTINE NEL MOLISE
VALORI DOCUMENTARI E
INTENZIONALITÀ RAPPRESENTATIVE*
Un particolare rilievo ha, nella storia dell'arte, il viaggio di Desiderio
ad Amalfi nel 1065 1, dove l'abate rimane affascinato dalla porta di bronz
o2, che il nobile Pantaleone aveva donato qualche anno prima alla sua
città3 : « Videns autem tune portas ereas episcopii Amalphitani, cum valde
placuissent oculis eius, mox mensuram portarum veteris ecclesie Costan-
tinopolim misit ibique illas, ut sunt, fieri fecit»4. Desiderio dunque ordina
ad officine costantinopolitane una porta di bronzo, di cui precisa le misur
e, ma proporzionandole su quelle della «vecchia chiesa», cioè la basilica
eretta da Gisulfo (797-817).
Il brano successivo della Cronaca : «Nam nondum disposuerat eccle-
siam renovare, et ob hanc causam porte ipse sic breves effecte sunt, sicut
* Si pubblica qui il testo, ampliato e riveduto, della relazione tenuta al Conve
gno promosso per il IX Centenario di S. Randisio dei conti Borrello, Pietrabbon-
dante 5-6 luglio 1986.
1 Chronica monasterii Casinensis, ed. H. Hoffmann, Hannover 1980, III, 18,
p. 385 (M.G.H., Scriptores, XXXIV); H. M. Willard, Abbot Desiderius and the ties
between Montecassino and Amalfi in the eleventh century, Montecassino, 1973,
p. 41.
2 Secondo A. Venduti, // duomo di Amalfi nella problematica dell'architettura
medievale campana, in Atti del convegno internazionale «Amalfi del Medioevo», 14-
16 giugno 1973, Salerno, 1977, p. 388-390, Desiderio avrebbe qui visto anche il
S. Andrea, su cui modellare la sua abbaziale (v. anche G. Carbonara, Iussu Desider
ii. Montecassino e l'architettura campano-abruzzese nell'undicesimo secolo, Roma,
1979, p. 89-90, per il rifiuto di una anticipazione «amalfitana», implicitamente
ribadito da D'Onofrio, in M. D'Onofrio e V. Pace, La Campania (Italia romanica,
IV), Milano, 1981, pertinente scheda).
3 Sulla porta di Amalfi vedi G. Matthiae, Le porte bronzee bizantine in Italia,
Roma, 1971, p. 9 sq. e passim, 63-65, taw. 1-4.
4 Chronica monasterii Casinensis, cit., Ili, 18, p. 385.
MEFRM - 103 - 1991, p. 211-236. LUIGI R.CIELO 212
hactenus permanent»5, mentre permette di stabilire che al momento
dell'ordinazione Desiderio non aveva ancora deciso di edificare la sua
abbaziale - e per questo motivo la porta risultò brevis, cioè molto proba
bilmente piccola in altezza, quando si trattò di montarla sulla nuova chie
sa - lascia il dubbio che l'abate possa aver ordinato la porta addirittura
per la vecchia chiesa di Gisulfo6. Sappiamo ancora dalle fonti che Desider
io fece abbattere quest'ultima nel mese di marzo 10667 e dunque tra il
viaggio di Amalfi con la conseguente ordinazione della porta e la demoli
zione della basilica antica dovettero passare dei mesi.
In ogni caso la porta giunta a Montecassino era più piccola del vano
che doveva chiudere e così la vide intorno al 1100 Leone Ostiense8, che
purtroppo non fornì alcun particolare descrittivo del manufatto, lascian
do gli storici successivi dell'abbazia ed in seguito gli studiosi d'arte alle
prese con le loro ipotesi.
Una svolta nella storia e nella conoscenza della porta si ebbe con il
bombardamento aereo del 1944, i cui danni (fig. 1) furono in parte sanati
dal restauro effettuato nel 1951, nel corso del quale scoperte sul
verso di nove pannelli iscritti delle figure ageminate (fig. 2)9.
Ai fini del nostro discorso dobbiamo chiederci se nella primitiva ste
sura della porta desideriana fosse ipotizzabile la presenza di pannelli con
le iscrizioni di possessi (fig. 3). La lunga tradizione degli storici cassinesi 10
e il giudizio di chi affrontò la questione dopo il restauro, dal Cagiano al
De Franco vich, al Matthiae11 concordano nell'attribuzione a Desiderio di
pannelli iscritti. Più precisamente gli ultimi studiosi diedero a i
primi quattro pannelli (Matthiae il quinto al posto del terzo) oggi collocati
sul primo asse verticale e ospitanti i nomi dei primi possessi cassinesi
5 Ibidem.
6 Carbonara, cit., p. 47.
7 E. Gattola, Historia abbatiae Cassinensis, Venezia, 1733, I, p. 163.
8 Chronica monasterii Casinensis, ibidem.
9 M. Cagiano de Azevedo, La porta bronzea della basilica desideriana di Monte-
cassino, in Felix Ravenna, XLIV, 1967, p. 71.
10 A. Cara vita, / codici e le arti a Montecassino, Montecassino, 1869, I, p. 194,
che dipende in gran parte da L. Tosti, Storia della Badia di Montecassino, Napoli,
1842, I, 3, p. 334, e da E. Gattola, Accessiones ad historiam abbatiae Cassinensis,
Venezia, 1734, p. 172; L. Fabiani, La terra di S. Benedetto, 1968, I,
p. 3 e II, p. 415; A. Pantoni, Le vicende della basilica di Montecassino attraverso la
documentazione archeologica, Montecassino, 1973, p. 174-175.
11 G. De Francovich, La basilica di S. Angelo in Formis e la sua decorazione pit
torica, dispense a cura di L. Cochetti Pratesi, Università di Roma, 1964-65, p. 112-
127; Cagiano de Azevedo, cit., p. 69-87; Matthiae, cit., p. 67-71. PORTA BRONZEA DI MONTECASSINO 213
Illustration non autorisée à la diffusion
Illustration non autorisée à la diffusion
Fig. 2 - Montecassino, porta bronzea Fig. 1 - Montecassino, porta bronzea.
Particolare della ricomposizione dopo il (tergo). Abramo (da D'Onofrio-Pace
bombardamento dell'abbazia (da Bloch 1981).
1986).
(fig. 4). A questi quattro pannelli decorati da sole iscrizioni aggiunsero i
nove pannelli con figure ageminate, successivamente capovolti per acco
gliere altre liste di possedimenti, i due con iscrizioni dedicatorie e i quat
tro con croci applicate. Cagiano, tornato sull'argomento in un articolo del
'67, utilizzante le osservazioni avanzate in precedenza da De Francovich,
analizzò anche le grafie dei pannelli con iscrizioni12, trovando una prova
determinante, per l'attribuzione a Desiderio dei primi quattro pannelli,
12 Cagiano de Azevedo, cit., p. 73 sq. 214 LUIGI R. CIELO
Illustration non autorisée à la diffusion
Fig. 3 - Montecassino, porta bronzea (da Bertaux 1978). PORTA BRONZEA DI MONTECASSINO 215
«nel loro contenuto» e facendone discendere una delimitazione cronologi
ca strettamente legata alla commissione a Costantinopoli u.
Si tentò anche una restituzione di quella che poteva essere la primiti
va architettura della porta, localizzando con De Francovich14 - le cui
Illustration non autorisée à la diffusion
Fig. 4 - Montecassino, porta bronzea. Pannelli terzo
e quarto (a sinistra).
13 Ibidem, p. 78.
14 De Francovich, cit., p. 116, con il quale sono d'accordo A. Thiery, in L'art LUIGI R.CIELO 216
osservazioni vennero discusse ed integrate da Cagiano 15 e Matthiae 16 - le
formelle con iscrizioni nella parte inferiore, per analogia con altre porte
bizantine in Italia (Amalfi, Salerno) e soprattutto con la posteriore (1127)
porta laterale del duomo di Troia.
Erano questi gli esiti della ricerca, in campo soprattutto artistico, fra
gli anni sessanta e settanta. Ricerca che, per bocca di De Francovich, ave
va refutato l'ipotesi, affacciata agli inizi del secolo da Preston, secondo la
quale i pannelli con i possedimenti non avevano nulla a che fare, data la
loro posteriorità, con la porta di Desider

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