Riti di passaggio maschili di Roma arcaica - article ; n°1 ; vol.102, pg 93-106
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1990 - Volume 102 - Numéro 1 - Pages 93-106
Mario Torelli, Riti di passaggio maschili di Roma arcaica, p. 93-106. Si prendono in esame le testimoniale relative ai riti compiuti dai salii, partendo da quelle concernenti il costume. Corne nell'ambito delle novae nuptae (esaminato dall'autore nel volume Lavinio e Roma. Riti iniziatici e matrimoniali tra archeologia e storia, Roma, 1984), cosi nell'abbigliamento dei salii è possibile riconoscere, fossilizzata per ragioni rituali, la vestis regia o triumphalis e con essa il relativo armamento usato nel Lazio - e in Etruria - tra il IX e la meta circa dell'VIII sec. a.C. Il luogo della loro saltatio va riconosciuto nel percorso della via Sacra, forse a partire dal tigillum sororium, anche questo un percorso «trionfale», ma più antico di quello storico, dovuto alla monarchia etrusca. I tempi del rito, gli agonia, grazie al loro inserimento nel sistema calendariale, appaiono marcare il ciclo reale della riproduzione e della guerra e quello simbolico del sole.
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Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1990
Nombre de lectures 598
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Mario Torelli
Riti di passaggio maschili di Roma arcaica
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 102, N°1. 1990. pp. 93-106.
Riassunto
Mario Torelli, Riti di passaggio maschili di Roma arcaica, p. 93-106.
Si prendono in esame le testimoniale relative ai riti compiuti dai salii, partendo da quelle concernenti il costume. Come nell'ambito
delle novae nuptae (esaminato dall'autore nel volume Lavinio e Roma. Riti iniziatici e matrimoniali tra archeologia e storia, Roma,
1984), cosi nell'abbigliamento dei salii è possibile riconoscere, fossilizzata per ragioni rituali, la vestis regia o triumphalis e con
essa il relativo armamento usato nel Lazio - e in Etruria - tra il IX e la metà circa dell'VIII sec. a.C. Il luogo della loro saltatio va
riconosciuto nel percorso della via Sacra, forse a partire dal tigillum sororium, anche questo un percorso «trionfale», ma più
antico di quello storico, dovuto alla monarchia etrusca. I tempi del rito, gli agonia, grazie al loro inserimento nel sistema
calendariale, appaiono marcare il ciclo reale della riproduzione e della guerra e quello simbolico del sole.
Citer ce document / Cite this document :
Torelli Mario. Riti di passaggio maschili di Roma arcaica. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 102, N°1.
1990. pp. 93-106.
doi : 10.3406/mefr.1990.1661
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1990_num_102_1_1661MARIO TORELLI
RITI DI PASSAGGIO MASCHILI DI ROMA ARCAICA
Qualche anno fa ho avuto modo di esaminare i problemi delle inizia
zioni giovanili delle donne nella Roma arcaica1, quali è possibile rico
struire attraverso sia la documentazione antiquaria, sia la tradizione giu
ridica, sia i dati storico-religiosi del calendario più antico della città. In
quella occasione, mentre mi è apparso abbastanza chiaro che, come era
ovvio, le iniziazioni femminili culminano con le nozze e che riti di passag
gio di fanciulli e fanciulle sono strettamente fra loro connessi almeno in
un momento, quello del riconoscimento collettivo delle loro capacità
generative nel sistema di feste tra Liberalia (17 marzo) e Quinquatrus (21
marzo), il sistema dei riti maschili appare nel complesso più povero, ma
anche meno chiaro di quello, costruito a più riprese nel lungo periodo e
stratificatosi in un coacervo di usi matrimoniali e reduplicazioni calenda-
riali, proprio della sezione femminile della società romana arcaica.
Lo studio di queste iniziazioni maschili si presenta dunque non facile
e le brevi note che seguono hanno il solo obiettivo di presentare in forma
sintetica i principali problemi, con qualche eventuale accenno a possibili
soluzioni, una sorta di rapporto preliminare in vista di un lavoro che spe
ro possa in futuro concretarsi come l'altro mio precedente in forma di
volume.
Le iniziazioni giovanili, a Roma come altrove2, sacralizzano la verifi
ca che la società richiede alla propria componente giovanile per ammett
erla nel suo seno a pieno titolo e dunque certificano che i giovani uomini
e le giovani donne sottoposti alle prove sono pronti a svolgere i ruoli fon
damentali che la società assegna sia agli uni che alle altre. Ora, se il desti
no attribuito alle donne romane è quello della riproduzione biologica
(senza apparente interesse per una particolare pedagogia sociale), il citta-
1 M. Torelli, Lavinio e Roma. Riti iniziatici e matrimonio tra archeologia e sto
ria, Roma, 1984 (d'ora in poi Torelli 1984).
2 Su tutto il problema, v. l'opera insuperata di A. Brelich, Paides e parthenoi,
Roma, 1969.
MEFRA - 102 - 1990 - 1, p. 93-106. MARIO TORELLI 94
dino di Roma arcaica ha invece un compito sociale precipuo, quello della
guerra, e i riti di passaggio assegnati ai giovani maschi coerentemente
enfatizzano appunto la pedagogia guerriera che culmina nella religione
saliare3. Tale enfasi è decisamente costante nella storia religiosa delì'urbs
tra la protostoria (vedremo subito la data della prima importante cesura
di età protostorica, rispetto al pure indubbio fondamento preistorico dei
riti) e il IV secolo a.C. Quest'ultima data risulta senz'altro epocale per la
trasformazione dell'economia, della politica, della cultura e della mentalit
à4, in una parola la fine della società arcaica : non è un caso perciò che il
sacerdozio saliare, in quanto relitto culturale privo di ogni importanza
politica, venga dalla lex Ogulnia del 300 a.C. lasciato ai patrizi, e tutto ciò
nello stesso momento in cui, come ho sottolineato nel mio lavoro prece
dente5, nella nostra documentazione archeologica i segni dei riti iniziatici
- la tonsura prima di ogni altra cosa, ma anche l'antico matrimonio per
usus (o per ratto) - tendono a scomparire, privi come sono di un'autenti
ca funzione coerente con i comportamenti collettivi e perciò sempre
meno compresi da una cultura ormai radicata nelle metropoli dell'area
tirrenica6.
Altri segni della nuova cultura compaiono adesso nei contesti archeol
ogici a dirci che il mutamento profondo intervenuto nel sociale attribui
sce alle donne e agli uomini ruoli in parte diversi da quelli da loro rivestit
i nel passato arcaico : emblematica mi sembra al riguardo la nuova situa
zione della necropoli prenestina7, ove alle tombe maschili si attribuisce lo
striglie e il vaso a gabbia (che sottolineano le funzioni atletiche dei cittadi
ni) e a quelle femminili la cista, contenitore di lusso degli strumenti per la
cosmesi. I nuovi ideali insomma sono mutuati da quelli propri della Gre
cia tardo-classica, quello maschile ispirato all'ideale dell'atletismo, quello
femminile basato sulle arti di Afrodite, mentre il sempre più frequente
alludere all'eroizzazione di tutti ο quasi tutti i defunti8 denuncia una
3 Si veda ancora il vecchio lavoro di R. Cirilli, Les prêtres danseurs de Rome,
Parigi, 1913.
4 Cfr. adesso A. Schiavone, / saperi della città, in Storia di Roma, I, Torino,
1988, partie, p. 565 ss.
5 Cfr. Torelli 1984, p. 40 ss.
6 Ibid., p. 117 ss.
7 Sulla necropoli di IV secolo a.C. di Praeneste, v. F. Coarelli, in Roma medio
repubblicana (Catalogo della mostra - Roma 1973), Roma, 1973, p. 258 ss.
8 Significativa mi sembra la tomba di IV secolo a.C. di Via S. Stefano Rotondo
a Roma, con terrecotte raffiguranti una quadriga con Nike e Tritone, allusione al
trasporto «trionfale» del defunto nell'isola dei beati : E. La Rocca, in Roma medio
repubblicana, cit., p. 241 ss. DI PASSAGGIO MASCHILI DI ROMA ARCAICA 95 RITI
ancor più profonda crisi dei valori collettivi arcaici : il mutamento
dall'uomo-guerriero e dalla donna-madre non poteva essere più radicale.
Se andiamo invece ai momenti genetici della religione saliare, si con
ferma il quadro da me a suo tempo proposto9 sulla base del confronto del
costume delle vestali e dei salii con quanto ci è possibile ricostruire dalla
documentazione funeraria della prima età del Ferro. In particolare, i
costumi di questi collegi sacerdotali altro non sono che un «congelament
o» dell'abito matrimoniale (per le vestali) e dell'armamento (per i salii)
attestato dalle necropoli laziali e sud-etrusche in un periodo saldamente
racchiuso tra la metà del IX e la metà dell'VIII secolo a.C. Il suffibulum
fermato da fibulae, caratteristico dell'abito delle vestali e iconografica
mente a noi noto dalle vestali effigiate sull'altare del Belvedere10, si può
infatti facilmente ricostruire nel costume matrimoniale indossato dalle
defunte deposte in tombe a fossa della prima metà dell'VIII secolo a.C.
delle necropoli ora ricordate11, grazie alla disposizione delle fibule intor
no alla testa e sul petto, assieme alle helikes - fermatrecce rinvenute sem
pre delle stesse tombe, che ripetono l'acconciatura matrimoniale fossile
dei seni crines, le sei treccine fatte dopo il rituale taglio nuziale dei capelli
con l'aiuto deWhasta caelibaris e fermate appunto con le helikes.
Sempre le stesse necropoli (sopratutto quelle assai ricche dell'Etruria
meridionale) documentano il tipo di armamento per lo stesso periodo,
che coincide in maniera impressionante12 con quello che le fonti letterar
ie, sopratutto Dionigi (II, 70-71), ma anche - e concordemente - Livio (I,
20, 4) e Plutarco (Numa, 13), e alcuni ritratti imperiali di II secolo d.C. 13
attribuiscono ai salii. Da questa documentazione letteraria e iconografica
si ricava che i salii avevano un costume così composto :
- tunica pietà (Livio), χιτώνας ποικίλους (Dionigi) ;
- aeneum pectori tegumen (Livio), χαλκαΐς μίτραις (Dionigi) ;
- trabea (τεβέννας. . . ας καλούσι τράβεας) munita di latus clavus
9 Torelli 1984, p. 34, n. 42.
10 Su questo dettaglio dell'altare, v. R. Cappelli, L'altare del Belvedere. Un sag
gio di nuova interpretazione, m Ann. Tac. lett. fil. Perugia. Studi classici, XXII, 1984-
1985, p. 10.
11 Si veda ad es. Not. Se, 1970, p. 444 (tomba JJTT 45).
12Cfr. ibid., p. 296 ss. (tomba AA 1), v. anche nota 15. In generale sull'arma
mento villanoviano, v. P. F. Stary, Zur einsenzeitlichen

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