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Parlamento della Padania – Vicenza, 4 dicembre 2011 Intervento del vice presidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli Qualcuno dice che la Padania non esiste, e sono considerazioni che ci accompagnano da anni. È un discorso sbagliato che si fa solo in questo paese, che si fa solo in Italia.

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Parlamento della Padania – Vicenza, 4 dicembre 2011
Intervento del vice presidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli
Qualcuno dice che la Padania non esiste, e sono considerazioni che ci accompagnano
da anni. È un discorso sbagliato che si fa solo in questo paese, che si fa solo in Italia.
In Europa in realtà le condizioni per far emergere la Padania ci sono già state. Come
testimonianza, oggi, vi presento una carta geografica sulla quale c’è scritto: “carta
27”. Un riferimento importante dal quale la Commissione che si occuperà delle
Macroregioni e il nostro Parlamento della Padania dovranno partire per lavorare nei
prossimi mesi. Nello specifico si tratta di un documento che è stato pubblicato in
Europa dalla Commissione Europea del 1997 in cui, al capitolo “Scenari Facoltativi” si
invitavano gli Stati nazionali a progettare strumenti che consentissero di ragionare
attorno ad un Europa di euro-regioni, cioè di macroregioni. In questa carta geografica,
esisteva già la Padania quando noi l’abbiamo fatta nascere con la manifestazione sul
Po. Quel documento, evidentemente aveva un limite, infatti si riferiva ad uno scenario
facoltativo, che passava attraverso gli Stati nazionali. Quegli stessi Stati nati dopo la
rivoluzione francese con un’idea di nuovo continente che concedeva maggiore libertà.
E che sono finiti di fatto nel 1989 con la caduta del muro di Berlino.
In quegli anni si sviluppò anche un dibattito su quale tipo di Europa far nascere, se
quella dei popoli, delle macroregioni oppure quella degli Stati come sommatoria di
dimensioni nazionali volute dagli euro-burocrati che oggi governano questo paese.
Noi invece abbiamo ben chiaro da dove partire: dalla dimensione delle macroregioni
europee che hanno deciso di seguire un’altra strada. E il primo mattone della nuova
Europa dei popoli è la Padania. Un mattone importante che posiamo qui a Vicenza
iniziando a parlare di macroregioni. Questa è la sfida che dobbiamo lanciare, non
guardando a Roma, ma ai popoli che ci sono vicini, che hanno condiviso con noi la
storia e hanno un’idea diversa di Europa. Un’Europa oggi che ci sta portando a fondo.
Ebbene, avete sentito che in questi giorni il Presidente della Repubblica Napolitano ha
riparlato di nazione unica ed indivisibile. Noi invece abbiamo in mente un’Europa
divisibile e che consenta ad ogni popolo di determinare le proprie scelte partendo dal
basso. In questa prospettiva la Padania è il primo mattone, e ci consentirà di costruire
una nuova identità. Noi dunque dobbiamo andare in una direzione completamente
diversa che ci permetterà, da subito, di dimostrare a Roma e in Europa che siamo
capaci di fare le cose da soli. Un percorso già iniziato, infatti le Regioni amministrate
dalla Lega Nord sono già considerate degli Stati. L’esempio è dato dagli accordi che
Regione Lombardia ha siglato con la Banca Europea per gli investimenti per sostenere
le imprese. È la dimostrazione che anche l’Europa dei burocrati quando si parla delle
regioni padane, non può che accettare di considerare le nostre Regioni come degli
Stati. Lo faranno anche Piemonte e Veneto.
Ignorando Roma dunque, e affermando le nostre tradizioni riusciremo a far
sopravvivere il sistema produttivo del Nord.
Da Vicenza costruiremo un percorso che consentirà alla Padania di poter continuare a
farsi conoscere.
Vorrei concludere il mio intervento con un’affermazione fatta a Cremona all’incontro
dei Giovani Amministratori Padani: E’ meglio avere quindici o sedici anni ed essere un
giovane che sta crescendo, come la Padania, che un vecchio decrepito di 150 come
l’Italia.
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