Cerimoniale di corte e descrizioni suntuarie nella Question de Amor - article ; n°2 ; vol.104, pg 765-779
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée - Année 1992 - Volume 104 - Numéro 2 - Pages 765-779
Martin Carrillo, Cerimoniale di corte e descrizioni suntuarie nella Question de Amor, p. 765-779. La Question de Amor è un'opera anonima, pubblicata a Valencia nel 1513. È un'opera brève, un misto di prosa e verso, che sul filo della questione amorosa presenta un quadro abbastanza completo della vita di corte nella società ispano-napoletana del XVI secolo, una società raffinata e cosmopolita che fa dell'etichetta e dalla rappresentazione di se la sua ragione di vita. Il principale personaggio femminile, Belisena, non è altro che Bona Sforza, figlia di Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, e di Isabella d'Aragona. Intorno a Bona Sforza si muovono i personaggi più in vista della corte napoletana, presentati prima con dei nomi finti e poi con i veri nomi, creando quello che sarà il fulcro délia narrazione : il romanzo a chiave. (v. rétro) Le descrizioni drlla vita di corte sono la cornice narrativa del romanzo, con le sue cerimonie e spettacoli : giostre, partite di caccia, giochi di canne..., con tutto un apparato relativo all'indumentaria dell'epoca che fa dell'opera un documento di primissimo ordine per lo studio della moda e il costume.
15 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1992
Nombre de lectures 116
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Martín Carrillo
Cerimoniale di corte e descrizioni suntuarie nella Question de
Amor
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 104, N°2. 1992. pp. 765-779.
Riassunto
Martín Carrillo, Cerimoniale di corte e descrizioni suntuarie nella Question de Amor, p. 765-779.
La Question de Amor è un'opera anonima, pubblicata a Valencia nel 1513. È un'opera breve, un misto di prosa e verso, che sul
filo della questione amorosa presenta un quadro abbastanza completo della vita di corte nella società ispano-napoletana del XVI
secolo, una società raffinata e cosmopolita che fa dell'etichetta e dalla rappresentazione di se la sua ragione di vita.
Il principale personaggio femminile, Belisena, non è altro che Bona Sforza, figlia di Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, e di
Isabella d'Aragona. Intorno a Bona Sforza si muovono i personaggi più in vista della corte napoletana, presentati prima con dei
nomi finti e poi con i veri nomi, creando quello che sarà il fulcro della narrazione : il romanzo a chiave.
(v. retro) Le descrizioni della vita di corte sono la cornice narrativa del romanzo, con le sue cerimonie e spettacoli : giostre, partite
di caccia, giochi di canne..., con tutto un apparato relativo all'indumentaria dell'epoca che fa dell'opera un documento di
primissimo ordine per lo studio della moda e il costume.
Citer ce document / Cite this document :
Carrillo Martín. Cerimoniale di corte e descrizioni suntuarie nella Question de Amor. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome.
Italie et Méditerranée T. 104, N°2. 1992. pp. 765-779.
doi : 10.3406/mefr.1992.4232
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1992_num_104_2_4232MÉLANGES
MARTÎN CARRELLO
CERIMONIALE DI CORTE E DESCRIZIONI
SUNTUARIE NELLA QUESTION DE AMOR
La Question de Amor fu pubblicata per la prima volta a Valencia, nel
1513. È un'opera anonima che ebbe un grande successo, come dimostra la
quantità di edizioni stampate durante il Cinquecento, e la traduzione fran
cese che ne fece Juan Longis con il titolo Le débat entre deux gentilzhommes
espagnolz sur le faict damour, Parigi, 1541.
Dice l'Autore nel Prologo che : «deliberò lo mejor que pudo escreuir
este tractado, dexando su nombre encubierto, porque los que con mas agu-
do ingenio querran en ella algo enmendar lo puedan mejor hazer y de la
gloria gozar su parte», aggiungendo che : «calla y encubre su nombre por
la causa arriba dicha, y porque los detractores mejor puedan saciar las ma-
las lenguas no sabiendo de quién detractan»1.
Chi poteva essere l'anonimo scrittore? «Uno spagnolo, senza dubbio,
che viveva a Napoli, nella miglior società» afferma Croce2, e sicuramente
uomo di certo potere e influenza, se preferisce non dire il proprio nome
«porque los detractores mejor puedan saciar las malas lenguas».
La Question de Amor fu attribuita a Diego de San Pedro, autore della
Carcel de Amor, per il solo fatto che entrambe le opere sono state stampate
insieme, dal 1556 fino alla fine del Cinquecento.
Più interessante è l'ipotesi di Croce che pone in rapporto la Question de
Amor con altre composizioni dell'epoca. Nel Concionerò generai di Hernan
dez del Castillo si trova una lunga composizione intitolata Dechado de
amor, hecho por Vazquez a peticion del cardenal de Valencia, endereçado a la
Reina de Napoles, pubblicata per la prima volta nell'edizione del Concioner
ò del 1527. Indica Croce che la data di composizione del Dechado «non
può esser posteriore al 1511 perché in essa appaiono come ancora vivi il
1 Question de Amor, in M. Menéndez Pelayo, Orìgenes de la novela, voi. II, Mad
rid, 1905, parte I, p. 50-120. p. 50. Tutte le citazioni procedono da questa edizione.
2 B. Croce, Di un antico romanzo spagnolo relativo alla storia di Napoli, «La
Question de Amor», in Archivio storico per le provincie napoletane, XLX, 1894, p. 140-
159.
MEFRIM - 104 - 1992 - 2, p. 765-779. 766 MARTÌN CARRILLO
cardinale Borgia, la principessa di Salerno, la contessa di Avellino e la
principessa di Bisignano, quattro personaggi che morirono a breve inter
vallo nell'ottobre e nel novembre 1511. Né parrebbe anteriore al 1509, per
ché tra le dame che vi sono elogiate c'è la marchesa di Pescara, Vittoria Co
lonna, la quale, sposata per procura il 13 giugno 1507, venne a Napoli, semb
ra, il 1509, ... Con molta aprossimazione se ne può fissar dunque la data
1510»3.
L'autore del Dechado de Amor, che appare nominato solo con il cogno
me Vazquez, è uno sconosciuto per gli storici della letteratura spagnola,
«ma la società tra la quale egli s'aggira, i personaggi che celebra nei suoi
versi, il modo nel quale li celebra, il tempo della sua composizione, ci offro
no una serie di riscontri coll'intonazione, i fatti, le allusioni, il tempo del
romanzo la Question de Amor, che fu composto a Napoli dal 1508 al 1512 da
un «gentilhombre que se hallo presente a todo elio»4.
Si potrebbe pensare a questo Vazquez come, all'anonimo autore della
Question de Amor, ed «è di quelle congetture che si presentano spontanee
all'intelletto» afferma Croce. «E si potrebbe andar oltre - insiste Croce -
identificando quel Vazquez con un messer Giovanni Vazquez, che era stato
prima agente del cardinale Pompeo Colonna e nel 1529 era, per conto di
Vittoria Colonna, vice-marchese di Aquino e Palazzolo»5. Anche Menéndez
Pelayo si domanda se non sia lo stesso Vazquez o Velazquez de Âvila al
quale Agustin Durân ha attribuito un raro canzoniere, che si trova nel pre
zioso volume di fogli gotici appartenente alla biblioteca di Campo-Alanje6.
È ovvia la parentela e la relazione tra le due opere, ma nient'altro pos
siamo aggiungere a queste ragionevoli congetture.
La Question de Amor finisce con una lettera «Hecha en Ferrara a XVII
de Abril Ano 1512». L'anonimo autore precisa che : «Es de saber que las co-
sas en este tratado escriptas fueron ó se siguieron ó escriuieron en la nobi
lissima ciudad é reyno de Napoles en el ano de quinientos é ocho é quinien
tos é nueve et diez et onze que fué la mayor parte é quinientos é doze que
fue la fin de todo elio»7.
Se l'opera fu scritta «por servir y complazer un cauallero a quien llama
Flamiano»8, morto dopo la battaglia di Ravenna (1512), è evidente che par-
3 B. Croce, La Corte delle tristi regine a Napoli, in Archivio storico delle provincie
napoletane, XDC, 1894, p. 325-375.
4 Ibidem, p. 375.
5 B. Croce, La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza, Bari, 1968.
6 Menéndez Pelayo, op. e voi citi., p. 331.
7 Question de Amor, p. 109.
8 Ibidem, p. 51. CERIMONIALE DI CORTE E DESCRIZIONI SUNTUARIE 767
te della composizione deve essere anteriore a questa battaglia. Sicurament
e il libro fu scritto in modo frammentario, seguendo il susseguirsi delle fe
ste, giostre e degli altri spettacoli che vengono descritti, tutti contrassegnati
da un marcato tono di cronaca mondana.
L'argomento si sviluppa sul filo della questione amorosa, concretizzata
in una duplice tesi : chi è più infelice, chi ha subito la perdita dell'amata ο
chi soffre per un amore non corrisposto? Su questo filo argomentale l'auto
re ci presenta un quadro abbastanza completo dell'aristocratica società
ispano-italiana dell'epoca. L'autore però «muda y finge todos los nombres
de los caualleros y damas que en la obra se introduzen, y los titulos, ciuda-
des y tierras, perlados y senores que en ella se nombran, por cierto respecto
al tiempo que se escriuio necessario», ma «quien querra ser curioso y saber
la verdad, las primeras letras de los nombres fengidos son las primeras de
los uerdaderos de todos aquellos caualleros y damas que representan, y por
las colores de los atauios que alii se nombran, ó por las primeras letras de
las inuenciones, se pueden tambien conoscer quien son los seruidores y las
damas a quien siruen»9.
Fu Croce il primo che, forte di questi dati, segnalò la caratteristica
principale dell'opera : «romanzo a chiave» lo definì10. Croce parla di prima
e seconda parte, intendendo per prima quella in cui vengono usati i nomi
finti, e per seconda quella in cui l'autore dichiara i veri nomi dei personagg
i narrati. Questa seconda parte è brevissima rispetto alla prima, ma deter
minante per la funzionalità dell'opera. Narra la partenza da Napoli dell'e
sercito del viceré, don Ramón de Cardona, per raggiungere gli eserciti della
Lega pontificia nella lotta contro i Francesi, e vengono nominati qui, con il
loro nome reale, tutti i personaggi che appaiono nella prima parte con dei
nomi finti, facilitandone così l'identificazione.
Non si tratta però di un romanzo storico, nel senso manzoniano di
rappresentazione storica fatta coi mezzi propri della finzione. Ci troviamo
piutt

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