Commercio, metrologia, fiscalità. Su P. Vindob. 40 822 verso - article ; n°1 ; vol.110, pg 11-60
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1998 - Volume 110 - Numéro 1 - Pages 11-60
Federico De Romanis, Commercio, metrologia, fiscalità. Su P. Vindob. G 40.822 verso, p. 11-60. Dal calcolo del valore fiscale di alcune merci importate dall'India, sog-gette in Alessandria a un dazio del 25%, si deduce che la pressione fiscale sulla circolazione delle merci in Egitto era in parte regolata con alterazioni delle locali unità ponderali. Le frequenti oscillazioni di queste ultime nel corso dei primi secoli dell'età imperiale possono pertanto essere la spia di altrettanti aggiustamenti della pressione fiscale. In età tardoantica l'aliquota del dazio sulle preziose importazioni orientali risulta dimezzata rispetto all'età altoimperiale : si prospetta la possibilità che il uectigal del 12,5% attestato in Pannonia tra II e III sec. d.C, si riferisca anch'esso all'importazione di merci preziose (ambra) e che abbia accompagnato o preceduto l'istituzione dell'analogo uectigal in Egitto e in Siria.
50 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1998
Nombre de lectures 53
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 3 Mo

Extrait

Federico De Romanis
Commercio, metrologia, fiscalità. Su P. Vindob. 40 822 verso
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 110, N°1. 1998. pp. 11-60.
Riassunto
Federico De Romanis, Commercio, metrologia, fiscalità. Su P. Vindob. G 40.822 verso, p. 11-60.
Dal calcolo del valore fiscale di alcune merci importate dall'India, soggette in Alessandria a un dazio del 25%, si deduce che la
pressione fiscale sulla circolazione delle merci in Egitto era in parte regolata con alterazioni delle locali unità ponderali. Le
frequenti oscillazioni di queste ultime nel corso dei primi secoli dell'età imperiale possono pertanto essere la spia di altrettanti
aggiustamenti della pressione fiscale. In età tardoantica l'aliquota del dazio sulle preziose importazioni orientali risulta dimezzata
rispetto all'età altoimperiale : si prospetta la possibilità che il uectigal del 12,5% attestato in Pannonia tra II e III sec. d.C, si
riferisca anch'esso all'importazione di merci preziose (ambra) e che abbia accompagnato o preceduto l'istituzione dell'analogo
uectigal in Egitto e in Siria.
Citer ce document / Cite this document :
De Romanis Federico. Commercio, metrologia, fiscalità. Su P. Vindob. 40 822 verso. In: Mélanges de l'Ecole française de
Rome. Antiquité T. 110, N°1. 1998. pp. 11-60.
doi : 10.3406/mefr.1998.2020
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1998_num_110_1_2020FEDERICO DE ROMANIS
COMMERCIO, METROLOGIA, FISCALITÀ
SU P. VINDOB. G 40.822 VERSO*
In un ben noto passo, il geografo Strabone dimostra di ritenere che i
dazi sulle accresciute importazioni dall'India e dall'Africa orientale, insi
eme a un'amministrazione generalmente più attenta, abbiano fatto lievitare
sensibilmente le entrate della provincia d'Egitto rispetto ai 12.500 talenti
che secondo un discorso ciceroniano sarebbero stati la rendita annuale
dell'Aulete1. Una valutazione implicitamente analoga al giudizio strabonia-
no possiamo dedurre da un altrettanto noto passo di Plinio il Vecchio, il
quale, scrivendo intorno alla metà del I sec. d.C, afferma che in nessun an
no l'India «assorbe» meno di 50.000.000 HS, dando merci in contraccamb
io che dentro l'impero si vendono a un prezzo cento volte superiore2. Quei
prezzi cento volte superiori si avvicinano appunto all'imponibile dei dazi
egiziani, il cui ordine di grandezza, se dovessimo prendere Plinio in parola,
dovrebbe corrispondere a miliardi di sesterzi.
A queste due stime, vaghe e inserite in contesti per opposte ragioni enf
atici, la pubblicazione di P. Vindob. G 40.8223 ha fornito un preziosissimo
999 Esprimo la mia più profonda gratitudine al Prof. H. Harrauer, Direktor della
Papyrussammlung della Österreichische National-Bibliothek di Vienna, per avermi
cortesemente concesso il permesso di esaminare P. Vindob. G 40.822, per aver r
iconsiderato e discusso con me (assieme anche al Mag. Β. Palme, che qui ringrazio) i
punti di più difficile lettura e per aver risolto dubbi sopraggiunti dopo l'autopsia. Di
preziosi consigli, inoltre, sono debitore ai Proff. A. Bülow-Jacobsen, M. A. Cavallaro
e H. Cuvigny, cui pure va la mia vivissima riconoscenza. Una versione abbreviata di
questo testo è stata presentata a una sessione del seminario «La cultura del mare»,
dell'École française di Roma. Per critiche e suggerimenti ringrazio caldamente i
Proff. J. Andreau, F. Burkhalter, J.-M. Carrié, A. Giardina, E. Lo Cascio, C. Nicolet,
A. Tchernia : naturalmente, la responsabilità di quanto scrivo è solo mia.
1 Strab. XVII 1, 13.
2 Plin., n.h. VI 101.
3 H. Harrauer e P. Sijpesteijn, Ein neues Dokument zu Roms Indienhandel, P.
Vindob. G 40.822, in Anzeiger d. Österreichischen Akad. d. Wissenschaften, Phil.-Hist.
Klasse, 122, 1985, p. 124-155; G. Thür, Hvpotheken-Urkunden eines Seedarleh
MEFRA - 110 - 1998 - 1, p. 11-60. FEDERICO DE ROMANIS 12
termine di confronto. Ora sappiamo, per esempio, che la τιμή di una nave
di ritorno dal porto indiano di Muziris poteva ammontare anche a poco
più di 1.154 talenti. E soprattutto sappiamo con certezza che l'aliquota del
dazio sulle merci indiane in Alessandria era del 25%. Certo, non sappiamo
ancora quante navi come quella del papiro viennese andassero e tornassero
dall'Egitto a Muziris ogni anno4; né quale potesse essere la τιμή dei carichi
delle navi dirette agli altri porti deH"Epi)9pà θάλασσα; né quante esse fosse
ro; né quali variazioni abbia subito il volume dei commerci «erythraei»5
durante i secoli dell'età imperiale. E tuttavia la sola circostanza che alla
metà del II sec. d.C. le merci importate da un'unica nave dovessero pagare,
solo per lasciare Alessandria, più di 1.700.000 dracme basta a confermare,
depurato da ogni enfasi, il giudizio straboniano : i dazi egiziani sulle merci
indiane costituiscono davvero una parte rilevante della fiscalità imperiale
romana
II papiro viennese, d'altra parte, ci fa conoscere anche altri momenti,
eine Reise nach Muziris und Apographe für die Tetarte in Alexandreia, in Tyche, 2,
1987, p. 229-245; Id., Zum Seedarlehen κατά Μουζεΐριν, in Tyche, 3, 1988, p. 229-233;
L. Casson, P. Vindob. G. 40.822 and the Shipping of the Goods from India, in BASP,
23, 1986, p. 73-79; Id., New Light on Maritime Loans : P. Vindob. G. 40.822, in ZPE,
84, 1990, p. 195-206; D. Foraboschi e A. Gara, Le direttrici del commercio alessandri
no, in Quaderni ticinesi di numismatica e antichità classiche, 18, 1989, p. 280-282; SB
XVIII 13.167; G. Purpura, Testimonianze storiche e archeologiche di traffici marittimi
di libri e documenti, in ASGP, 44, 1996, p. 368-375; F. De Romanis, Cassia, cinnamo
mo, ossidiana. Uomini e merci tra oceano Indiano e Mediterraneo, Roma, 1996,
p. 183-196.
4 Strabone (II 5, 12) dice di aver appreso durante un suo viaggio a Syene al se
guito dell'allora prefetto d'Egitto Elio Gallo che in quell'anno (26 a.C.) erano salpate
alla volta dell'India ben 120 navi dal solo porto di Myos Hormos. Nonostante i r
icorrenti scetticismi, la notizia va ritenuta degna di fede, ma quelle 120 navi doveva
no essere di un tonnellaggio inferiore a quello della 'Hermapollon' e quindi la τιμή
dei loro carichi sarà probabilmente stata inferiore a quella del carico della 'Hermap
ollon'; esse, inoltre, dovevano per la gran parte far vela alla volta dell'India setten
trionale, non a Muziris : cfr. De Romanis, Cassia, cinnamomo, ossidiana, cit., p. 167-
202.
5 Adopero l'italianizzazione di Έρυθραΐος per indicare una generica pertinenza
al mar Rosso e all'oceano Indiano.
6 Secondo Flavio Giuseppe, l'Egitto versava a Roma un φόρος dodici volte supe
riore a quello della Giudea e inviava grano a Roma corrispondente a quattro mesi
del suo fabbisogno : Ios., b.I. II 386, su cui, ultimamente, G. Geraci, L'Egitto provin
cia frumentaria, in Le ravitaillement en blé de Rome et des centres urbains des débuts
de la république jusqu'au haut empire. Actes du colloque international organisé par le
Centre J. Bérard et l'URA 994 du CNRS, Naples 14-16 Février 1991, Napoli-Roma, 1994,
p. 279-284; F. De Romanis, Septem annorum canon. Sul canon populi Romani la
sciato da Settimio Severo, in RAL, s. 9, 7, 1996, p. 133-159. METROLOGIA, FISCALITÀ 13 COMMERCIO,
oltre a quello finale della τετάρτη, della fiscalità applicata in Egitto alle
merci dell" Ερυθρά θάλασσα; nonché da indicazioni sulle modalità del cal
colo dell'imponibile delle merci. Proprio su questi due punti vorremmo sof
fermare la nostra attenzione : il primo ci offrirà l'occasione di tentare una
ricostruzione della struttura e della geografia della fiscalità applicata alle
merci indiane in transito in Egitto. Il secondo, in maniera del tutto inatte
sa, ci darà modo di individuare, nei primi due secoli dell'impero, due divers
i indirizzi della politica fiscale, proprio in riferimento ai dazi doganali egi
ziani.
La parte finale del lavoro sarà quindi dedicata al passaggio dalla τε
τάρτη all'octaua, e cioè al dimezzamento dell'aliquota di imposta sulle pre
ziose merci d'oltre confine, che dopo le deduzioni tratte dal papiro viennes
e potrà considerarsi un momento di svolta di una storia ben più lunga.
Imposte e ipoteche sulle merci indiane in transito in Egitto
Struttura e geografia della fiscalità applicata atte merci indiane in transito per
l'Egitto
II papiro viennese trasmette, uno sul recto, l'altro sul verso, due docu
menti importantissimi per la ricostruzione della fiscalità applicata alle
merci indiane in transito in Egitto. Nel testo riportato sul recto - probabil
mente un contratto di prestito per finanziare un viaggio commerciale a
Muziris7 - si dimostra come le merci importate dall'emporio indiano, dopo
essere approdate in un porto del mar Rosso e aver attraversato il deserto
orientale egiziano, entrassero nelle έπί Κόπτου δημοσίαι παραλή μπτικαί
άποθήκαι passandovi sotto la εξουσία e la σφρα

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