Il culto di Apollo quale testimonianza della tradizione corale e religiosa di Reggio e Messana - article ; n°2 ; vol.91, pg 525-545
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Il culto di Apollo quale testimonianza della tradizione corale e religiosa di Reggio e Messana - article ; n°2 ; vol.91, pg 525-545

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1979 - Volume 91 - Numéro 2 - Pages 525-545
Felice Costabile, ~~Il culto di Apollo quale testimonianza della tradizione corale e religiosa di Reggio e Messana~~, p. 525-545. Il collegamento di una serie di fonti consente di ricostruire alcuni lineamenti evolutivi del culto di Apollo a Reggio e a Messana. La notizia di Pausania sulla partecipazione di un coro messenio ad una festa «locale» dei Reggini è il punto di partenza per conoscere alcuni rituali. La tradizione varroniana, che vuole il tempio reggino di Apollo fondato da Oreste dopo la purificazione del matricidio nelle acque del Métauros, presuppone già elaborata la versione delfica del mito degli Atridi e fornisce pertanto un utile termine cronologico post quem. I significati ed i fini catartici del culto apollineo a Reggio sono dichiarati sia dalla dafneforia da Reggio a Delfi sia dal canto di peani primaverili a purificazione delle donne maritate di Reggio e di Locri. Il rito nel suo complesso si spiega alla luce di analoghe cerimonie note a Tebe e a Delfi. Alla fine del III sec. a.C. il culto di Apollo è accolto dai Mamertini di Messana. Ma rispetto alle grandiose celebrazioni del V secolo, i sacrifici attestati a Reggio in età romana sembrano iscriversi in un ambito più modesto, al punto che nel II sec. d.C. delle feste reggine, che pure avevano toccato Delfi, non si avrà quasi traccia in Grecia.
21 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1979
Nombre de lectures 45
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Felice Costabile
Il culto di Apollo quale testimonianza della tradizione corale e
religiosa di Reggio e Messana
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 91, N°2. 1979. pp. 525-545.
Citer ce document / Cite this document :
Costabile Felice. Il culto di Apollo quale testimonianza della tradizione corale e religiosa di Reggio e Messana. In: Mélanges de
l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 91, N°2. 1979. pp. 525-545.
doi : 10.3406/mefr.1979.1204
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1979_num_91_2_1204Résumé
Felice Costabile, Il culto di Apollo quale testimonianza della tradizione corale e religiosa di Reggio e
Messana, p. 525-545.
Il collegamento di una serie di fonti consente di ricostruire alcuni lineamenti evolutivi del culto di Apollo a
Reggio e a Messana. La notizia di Pausania sulla partecipazione di un coro messenio ad una festa
«locale» dei Reggini è il punto di partenza per conoscere alcuni rituali. La tradizione varroniana, che
vuole il tempio reggino di Apollo fondato da Oreste dopo la purificazione del matricidio nelle acque del
Métauros, presuppone già elaborata la versione delfica del mito degli Atridi e fornisce pertanto un utile
termine cronologico post quem. I significati ed i fini catartici del culto apollineo a Reggio sono dichiarati
sia dalla dafneforia da Reggio a Delfi sia dal canto di peani primaverili a purificazione delle donne
maritate di Reggio e di Locri. Il rito nel suo complesso si spiega alla luce di analoghe cerimonie note a
Tebe e a Delfi. Alla fine del III sec. a.C. il culto di Apollo è accolto dai Mamertini di Messana. Ma rispetto
alle grandiose celebrazioni del V secolo, i sacrifici attestati a Reggio in età romana sembrano iscriversi
in un ambito più modesto, al punto che nel II sec. d.C. delle feste reggine, che pure avevano toccato
Delfi, non si avrà quasi traccia in Grecia.
Riassunto
Felice Costabile, Il culto di Apollo quale testimonianza della tradizione corale e religiosa di Reggio e
Messana, p. 525-545.
Il collegamento di una serie di fonti consente di ricostruire alcuni lineamenti evolutivi del culto di Apollo a
Reggio e a Messana. La notizia di Pausania sulla partecipazione di un coro messenio ad una festa
«locale» dei Reggini è il punto di partenza per conoscere alcuni rituali. La tradizione varroniana, che
vuole il tempio reggino di Apollo fondato da Oreste dopo la purificazione del matricidio nelle acque del
Métauros, presuppone già elaborata la versione delfica del mito degli Atridi e fornisce pertanto un utile
termine cronologico post quem. I significati ed i fini catartici del culto apollineo a Reggio sono dichiarati
sia dalla dafneforia da Reggio a Delfi sia dal canto di peani primaverili a purificazione delle donne
maritate di Reggio e di Locri. Il rito nel suo complesso si spiega alla luce di analoghe cerimonie note a
Tebe e a Delfi. Alla fine del III sec. a.C. il culto di Apollo è accolto dai Mamertini di Messana. Ma rispetto
alle grandiose celebrazioni del V secolo, i sacrifici attestati a Reggio in età romana sembrano iscriversi
in un ambito più modesto, al punto che nel II sec. d.C. delle feste reggine, che pure avevano toccato
Delfi, non si avrà quasi traccia in Grecia.'
FELICE COSTABILE
IL CULTO DI APOLLO
QUALE TESTIMONIANZA DELLA TRADIZIONE
CORALE E RELIGIOSA DI REGGIO E MESSANA
1 - Una festa « locale» dei reggini ed il coro messenio
Ogni anno, secondo un'antica usanza, una nave da Messana solcava il
mare per portare a Reggio un coro di trentacinque giovani, guidati da un
maestro e da un flautista. Il coro prendeva parte ad una festa «locale» dei
Reggini, ma una volta la nave che trasportava i giovani scomparve con loro
nelle profondità dello Stretto : nessuno si salvò fra quanti erano partiti.
Se una tempesta non avesse provocato la sciagura, non avremmo oggi
questa preziosa notizia sulla storia religiosa delle due città. Infatti i Messeni
in lutto eressero ad Olimpia una statua a ciascuno di quelli che erano periti
nel naufragio e le statue furono viste da Pausania1. Questi narra che ne fu
scultore Callone e che Ippia dettò il testo delle iscrizioni, notizia che ci con
sente di collocare l'episodio nella seconda metà del V secolo a.C2.
Lo Schneidewin per primo pensò che la festa «locale» dei Reggini do
vesse attribuirsi ad Apollo e Artemide. Ma che il riferimento all'annualità
delle celebrazioni sia in relazione con l'anno apollineo e che con Apollo sia
connesso il numero trentacinque, come pensò lo Schneidewin, nulla ha da
vedere - temo - con il culto del dio3. Ciò nonostante, deve ammettersi con il
Vallet4 che la festa cui allude Pausania era senz'altro dedicata ad Apollo, ma
Paus. V, 25, 2-3 : Μεσσηνίους τους έπι. τώ πορθμώ κατά εθος δη τι άρχαΐον
[κατ έτος] πέμποντας ές 'Ρήγιον κόρον etc. Accolgo la lezione κατ έτος, come anche
G. Vallet, Rhégion et Zancle, 1958, p. 306.
2 Paus. V, 25, 4. Vallet cit., p. 307 e n. 1.
3 F. G. Schneidewin, Diana Phacelitis et Orestes apud Rheginos et Siculos, 1832,
p. 20. Vallet cit., p. 306. F. Mosino, Lirica corale a Reggio : una notizia trascurata, in
QuadUrb, 1977,26, p. 117 ss.
4 Vallet cit., p. 307 : « Or, cette fête traditionnelle à laquelle il est fait allusion . . .
était sans doute consacrée à Apollon». 526 FELICE COSTABILE
restano da produrre gli elementi che possano convalidare questa attribu
zione.
Il passo di Pausania consente di svolgere una serie di considerazioni. An
zitutto, quale che sia la divinità cui era dedicata la festa, il suo culto deve
farsi risalire ad una età in cui Reggio e Messana «vivaient étroitement asso
ciées»5. Non ci è dato però stabilire se la celebrazione di riti comuni alle due
città debba riferirsi all'età di Anassila (494-476 a.C.) - il più recente termine
ipotizzabile - ο ad età anteriore. Una guerra di cui sappiamo fra Zancle e
Reggio attorno alla fine del VI secolo, ο forse nei primi anni del V6, induce
tuttavia a preferire la cronologia anassilaica, alla quale si suole datare anche
il testo dell'oracolo delfico dato ai Calcidesi per la fondazione della città7. E
per altro nel V secolo non sono noti scontri diretti fra Reggio e Messana,
mentre è celebre la comunione politica delle due città sino alla caduta degli
Anassilidi (461 a.C).
Resta da vedere a chi la festa fosse dedicata. Due sono le divinità emi
nenti sia nel pantheon di Reggio sia in quello di Messana. Artemide, venerata
con l'epiteto di Facelite nei santuari, entrambi extraurbani, del Peloro e di
Reggio8, ed Apollo, l'Archegete dei Calcidesi, il cui culto assume una grande
5 Vallet cit., p. 307.
6 SEG XI, 1205; XIV, 246. W. Dittenberger - K. Purgold, Die Inschriften von
Olympia, 1896, p. 60 n° 24. E. Kunze - H. Schleif, Olympia-Bericht II 1937-38, p. 69 ss.
C. Turano, Storia e mitologia di Reggio attraverso le sue più antiche monete, in Numismati
ca, XIX-XX, 1953-54, p. 5, dove però si interpreta l'iscrizione Δανκλαΐοι 'Ρεγινον come
«prova dell'unione politica e religiosa delle due città». Si tratta invece di un trofeo
conquistato dagli Zanclei ai Reggini, prima, naturalmente, dell'intervento di Anassila
nella città siceliota (494). H. Bengtson, Griech. Gesch. 4, 1969, p. 184 e η. 2. Per la poli
tica di Anassila e per la nuova fondazione anassilaica di Zancle con il nome di Messana
cfr. Vallet cit., pp. 325-68 ed E. Manni, Reggio e Messina nella prima metà del V secolo
a.C, in Klearchos, I, 1959, pp. 61-72.
7 Diod. Vili, 23, 2. Sia J. Ducat, Les thèmes des récits de la fondation de Rhégion, in
Mél. hell. G. Daux, 1974, pp. 98 s., 110, sia Ν. Valenza Mele, Hera ed Apollo nella colo
nizzazione euboica d'Occidente, in MEFRA, 89, 1977, 2, p. 516 ritengono che l'oracolo
debba collegarsi ad Anassila. Più cauto il Vallet cit., p. 70 η. 2 sul problema cronolog
ico. Ma il rilievo della Valenza Mele, che « il riferimento alla terra Ausone nel testo di
Diodoro ... è già un elemento che fa scendere questa tradizione al V a.C. » mi sembra
risolvere il problema, quantomeno per la cronologia del testo metrico tradito da Dio
doro. Per quanto riguarda poi il coro messenio, l'uso dell'aulós in luogo della lira
esclude una cronologia anteriore al V secolo : Mosino, Allegorie alessandrine sul sepol
cro di Ibico, in RivStCl, XXV, 1977, 3, p. 367. Questo tuttavia indica soltanto che i canti
rituali sono stati soggetti all'evoluzione della lirica corale.
» B. Pace, Artemis Phacelitis, in ASSO, XVI-XVII, 1919-20, in part. pp. 8-11. F. Cor
dano, // culto di a Regium, in PdP, CLIV-CLV, 1974, pp. 86-90, con bibl. ante- IL CULTO DI APOLLO 527
importanza nella grecita occidentale. Ad Apollo ο ad Artemide, ο anche
all'uno e all'altra, doveva dunque essere consacrata la festa «locale». En
trambi i culti sono legati alla localizzazione del mito di Oreste sulle opposte
sponde dello Stretto : da lui si voleva fondato il tempio reggino di Apollo

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