La casa veneziana complessa del Rinascimento : un invenzione contro il consumo di territorio - article ; n°1 ; vol.122, pg 557-590
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La casa veneziana complessa del Rinascimento : un'invenzione contro il consumo di territorio - article ; n°1 ; vol.122, pg 557-590

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Publications de l'École française de Rome - Année 1989 - Volume 122 - Numéro 1 - Pages 557-590
Giorgio Gianighian, La casa veneziana complessa del Rinascimento : un'invenzione contro il consumo di territorio, p. 557-590.
La tesi è volta a dimostrare che a Venezia le differenze di impianto urbano tra l'età gotica e quella rinascimentale sono dovute in certa misura alla soluzione del problema dell'approvvigionamento idrico privato, realizzato con le nuove cisterne interne agli edifici, proprie del secondo di questi periodi. Esse non richiedono più uno scoperto di pertinenza della fabbrica ο dell'area urbana - la corte ο il calpo - per la raccolta dell'acqua piovana e la costruzione della cisterna : la funzione degli scoperti come bacini imbriferi viene ora compiuta dai tetti che alimentano le cisterne. Ne consegue un cospicuo risparmio di suolo urbano. La compattezza di tessuto delle maggiori aree di nuova urbanizzazione nel Rinascimento lungo risulta evidente, se comparata con il circostante tessuto urbano antico.
La ripresa demografica all'alba del Cinquecento nonché la riconversione economica di Venezia motivano le espansioni urbane che vengono peraltro a coincidere coll'invenzione della casa « complessa », casa d'affitto ad alta densità residenziale per svariati ceti sociali. Della casa « complessa » vengono descritti i caratteri e seguita la grande diffusione per tre quarti di secolo, dopo averla confrontata con edifici seriali più antichi.
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Publié le 01 janvier 1989
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Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 6 Mo

Extrait

Giorgio Gianighian
La casa veneziana complessa del Rinascimento : un'invenzione
contro il consumo di territorio
In: D'une ville à l'autre. Structures matérielles et organisation de l'espace dans les villes européennes (XIIIe-XVIe
siècle). Actes du colloque de Rome (1er-4 décembre 1986). Rome : École Française de Rome, 1989. pp. 557-590.
(Publications de l'École française de Rome, 122)
Riassunto
Giorgio Gianighian, La casa veneziana complessa del Rinascimento : un'invenzione contro il consumo di territorio, p. 557-590.
La tesi è volta a dimostrare che a Venezia le differenze di impianto urbano tra l'età gotica e quella rinascimentale sono dovute in
certa misura alla soluzione del problema dell'approvvigionamento idrico privato, realizzato con le nuove cisterne interne agli
edifici, proprie del secondo di questi periodi. Esse non richiedono più uno scoperto di pertinenza della fabbrica ο dell'area urbana
- la corte ο il calpo - per la raccolta dell'acqua piovana e la costruzione della cisterna : la funzione degli scoperti come bacini
imbriferi viene ora compiuta dai tetti che alimentano le cisterne. Ne consegue un cospicuo risparmio di suolo urbano. La
compattezza di tessuto delle maggiori aree di nuova urbanizzazione nel Rinascimento lungo risulta evidente, se comparata con il
circostante tessuto urbano antico.
La ripresa demografica all'alba del Cinquecento nonché la riconversione economica di Venezia motivano le espansioni urbane
che vengono peraltro a coincidere coll'invenzione della casa « complessa », casa d'affitto ad alta densità residenziale per svariati
ceti sociali. Della casa « complessa » vengono descritti i caratteri e seguita la grande diffusione per tre quarti di secolo, dopo
averla confrontata con edifici seriali più antichi.
Citer ce document / Cite this document :
Gianighian Giorgio. La casa veneziana complessa del Rinascimento : un'invenzione contro il consumo di territorio. In: D'une
ville à l'autre. Structures matérielles et organisation de l'espace dans les villes européennes (XIIIe-XVIe siècle). Actes du
colloque de Rome (1er-4 décembre 1986). Rome : École Française de Rome, 1989. pp. 557-590. (Publications de l'École
française de Rome, 122)
http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1989_act_122_1_4610GIORGIO GIANIGHIAN
LA CASA VENEZIANA COMPLESSA DEL RINASCIMENTO :
UN'INVENZIONE CONTRO IL CONSUMO DI TERRITORIO
I due poli attorno ai quali oscilla questa lettura descrittiva dei
caratteri insediativi e tipologici di alcuni edifici seriali del Rinasciment
o 'lungo' a Venezia, lettura tesa a svelare permanenza ed innovazione,
sono da un lato il crescente valore del suolo urbano nel periodo consi
derato, dovuto alla ripresa demografica degli inizi del Cinquecento
nonché agli investimenti immobiliari, che rappresentano un'indubbia
riconversione economica (in altra occasione si è verificato che il Cin
quecento veneziano è distinto da un vero e proprio «boom» edilizio),
dall'altro il problema dell'approvvigionamento idrico, sempre esistito,
ma la cui soluzione, specie in epoca di sviluppo urbanistico, diviene più
pressante e richiede interventi che hanno risvolti sulla forma anche
della città.
Appaiono evidenti infatti le differenze di tessuto urbano tra le aree
d'antico impianto ed i terreni nuovi, quelli bonificati nel secolo abbon
dante qui preso in esame : basterà riferirsi a solo tre dei maggiori
esempi 1 - in ordine cronologico -, quelli di Santa Maria Maggiore, Sec-
1 Tali bonifiche sono state studiate in modo approfondito soprattutto da : G. Giani-
ghian e P. Pavanini, / Terreni Nuovi de Santa Maria Mazor, in Dietro i palazzi. Tre secoli di
architettura minore a Venezia (1492-1803), a cura di G. Gianighian e P. Pavanini, Venezia,
1984, p. 45-57 e tavole fuori testo; Comune di Venezia, Assessorato urbanistica, / piani di
coordinamento di Campo Ruga, Seco Marina, Paludo S. Antonio. Interventi nel centro stori
co, Venezia, 1979. Se la ricerca storico-urbanistica è affrettata, l'opera è utilissima per il
rilevamento completo, in pianta ed alzato, delle tre aree oggetto dell'interessante esper
imento di pianificazione a scala urbana. V. anche P. Maretto, La casa veneziana nella sto
ria della città dalle origini all'Ottocento, Venezia, 1986, p. 484-90, anche se il contributo
scientifico originale non è qui straordinario. E. Concina, Structure urbaine et fonctions des
bâtiments du XVIe au XIXe siècle. Une recherche à Venise, Venezia, 1982, p. 71-87; M. Tafu- 558 GIORGIO GIANIGHIAN
co Marina e Fondamente Nuove. In primo luogo la trama urbana è
assai più regolare2 ma soprattutto più compatta, con un certo incr
emento di densità edilizia dovuto spesso anche all'aumentata altezza del
le nuove fabbriche, che sono destinate alle classi popolari e medie.
Rare, infatti, quando non assenti, le «case da statio» patrizie e cittadi
ne. In secondo luogo, nelle aree di nuova realizzazione vengono a manc
are i grandi campi ο le spaziose corti d'antica origine, ad eccezione dei
cospicui esempi di edificazione caritativa, gratis et amore Dei (Corte del
le Procuratie, Corte San Rocco, degli inizi del XVI secolo, e l'immedia-
tamente successiva Corte San Marco, nella stessa isoletta meridionale
dei Terreni Nuovi di Santa Maria Maggiore). L'eccezione non osta a
quanto si vuole dimostrare, dato che l'edilizia assistenziale spesso mant
iene tratti di separatezza dall'intorno e di claustralità, risalenti ad una
Venezia medievale, e che conserva quindi una forte propensione al con
sumo, se non allo spreco, di territorio per pubblica carità.
Volendo delineare, per sommi capi, l'evoluzione dell'abitare cosid
detto popolare in età medievale, converrà riportare alcune consideraz
ioni tratte da un recente articolo di W. Dorigo3, ove s'apprende che la
domus a statio cum segentibus dei secoli XI e XII offriva la zona della
corte a residenza dei servi, clientes, collaboratori della famiglia nobile,
chiamati appunto segentes. Successivamente questi si affrancano dalla
famiglia nobiliare trasformandosi in inquilini di «... case a schiera
d'affitto; realizzate queste, su una curtis comune, non più quadrangolar
e ma allungata (ancorché privata, e chiusa agli estranei, con cancello
notturno) ... ».
ri, Documenti sulle Fondamenta Nuove, in Architettura, storia e documenti : 1985, n. 1,
p. 79-95 ; come anche nella sua integrale ripresa in un ben più ampio contesto, quale
quello di Venezia e il Rinascimento, Torino, 1985, p. 278-89.
2 L'uniformità e regolarità d'impianto sono poco frequenti a Venezia : per convincer
sene sarà sufficiente anche un affrettato spoglio della ricca seppur ripetitiva cartografia
urbana. Esse si riscontrano nelle aree di bonifica «tardiva» di un certo respiro, e quasi
esclusivamente lungo il perimetro lagunare della città. A questo riguardo : « Come già era
avvenuto nell'isola di Santa Maria Maggiore agli inizi del secolo e poi nel piccolo quartie
re popolare realizzato dai Polani, un settore urbano viene così organizzato su tracciati
" tardoantica " della Venezia medievale: nel caso della rigidi che ignorano l'organicità
zona lungo le Fondamenta Nuove, i piani di Galesi sembrano procedere ad una "coloniz
zazione"», M. Tafuri, Documenti, p. 88-9.
3 W. Dorigo, Toponomastica urbana nella formazione della città medioevale, in Rasse
gna, 22, 1985, p. 51-3. LA CASA VENEZIANA COMPLESSA DEL RINASCIMENTO 559
Sempre secondo Dorigo, le casae majores e/o a statio dei secoli XI e
XII sono di due soli piani fuori terra, e soltanto nel secolo XIV, età del
«romanico-bizantino» più tardo e del gotico incipiente, si costruirà un
secondo solarium, con funzioni di servizio.
Ma vediamolo per un attimo il doppio passaggio alla corte comune
dapprima, non più quadrangolare ma allungata [1] - che sancisce una
prima liberalizzazione dell'abitare servile - e la tappa successiva con
edificazione delle case a schiera. Il confronto tra le due contigue corti è
istruttivo : a sinistra la Corte Nova, realizzata4 in età gotica, molto lar
ga, e protetta da due portoni sulle due fronti murate sulle fondamente.
Tra le mura sfilano le due «rughe» di casette, ad un sol piano; tra esse,
nell'ampio spazio libero, due «vere da pozzo» : il consumo di territorio
è evidente. Corte dei Preti, subito a destra, rappresenta l'urbanizzare
nuovo, probabilmente della seconda metà del XV secolo. Le due schiere
parallele di case a tre piani fuori terra scorrono assai vicine. Anch'esse
usufruiscono di una «vera da pozzo», visibile nella mappa catastale
austriaca. L'incremento di densità, nel secondo caso, è notevole, e da
ragione a quanto affermato da Dorigo, cioè la transizione dal privato -
la larga corte chiusa - al pubblico - la stretta corte-calle, che fa parte
di una r

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