La chiesa di S. Maria di Zarapotamo (Catanzaro) tra VI e XII secolo. Prime indagini storico-archeologiche - article ; n°1 ; vol.110, pg 379-396
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La chiesa di S. Maria di Zarapotamo (Catanzaro) tra VI e XII secolo. Prime indagini storico-archeologiche - article ; n°1 ; vol.110, pg 379-396

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Description

Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age - Année 1998 - Volume 110 - Numéro 1 - Pages 379-396
18 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1998
Nombre de lectures 96
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Alfredo Ruga
La chiesa di S. Maria di Zarapotamo (Catanzaro) tra VI e XII
secolo. Prime indagini storico-archeologiche
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 110, N°1. 1998. pp. 379-396.
Riassunto
Alfredo Ruga, La chiesa di S. Maria di Zarapotamo (Catanzaro) tra VI e XII secolo. Prime indagini storico-archeologiche, p. 379-
396.
Si presentano in forma preliminare i risultati delle indagini svolte recentemente nella frazione S. Maria di Catanzaro e che
dimostrano che la chiesa parrocchiale, tanto stravolta nelle forme architettoniche, è in realtà uno dei siti medievali più interessanti
della città, per la sua localizzazione e per le preesistenze tardo-antiche.
Accanto aile notizie ricavate dalla letteratura erudita e da fonti archivistiche, l'esame della documentazione archeologica emersa
dagli scavi (resti monumentali e materiali nobili, in prevalenza ceramici e metallici) permette di delineare una prima storia
insediativa che dal IV-V secolo d.C. giunge al periodo bizantino con la creazione di un monastero ed in seguito all'occupazione
normanna, con la riedificazione o ristrutturazione del complesso monastico, negli anni immediatamente precedenti alla creazione
della nuova diocesi latina di Catanzaro.
Citer ce document / Cite this document :
Ruga Alfredo. La chiesa di S. Maria di Zarapotamo (Catanzaro) tra VI e XII secolo. Prime indagini storico-archeologiche. In:
Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 110, N°1. 1998. pp. 379-396.
doi : 10.3406/mefr.1998.3632
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9883_1998_num_110_1_3632ALFREDO RUGA
LA CHIESA DI S. MARIA DI ZARAPOTAMO
(CATANZARO) TRA VI E XII SECOLO
PRIME INDAGINI STORICO-ARCHEOLOGICHE
II sito e le problematiche1 (fig. 1)
II sito è ubicato nella frazione S. Maria2, nella valle del torrente Fiumar
ella, a circa 6 km dal mare e a 3 km circa dalle pendici («peda da Sala»)
del monte Trivonà, su cui sorge Catanzaro. In particolare, la chiesa, con as
se maggiore perfettamente orientato, sorge ai limiti occidentali dell'esigua
piana della Fiumarella, a un centinaio di metri dal colle S. Maria3, nei press
i di una strada che dalla vallata della Fiumarella ο Massento4 (anticament
e Sirapotamo/Serapotamo ο Zarapotamo da cui il titolo abbaziale greco5)
si inerpica sul colle verso il passo che conduce nella vallata del fiume Cora-
ce.
Una delle motivazioni più convincenti per la fondazione della chiesa e
del monastero è da ricercare nella precisa localizzazione geografica e cioè
il controllo, da un punto nascosto, di una direttrice di transito nord-sud.
Questa, di cui è possibile osservare ancora l'andamento nella cartografia
1 Desidero ringraziare la dott.ssa Elena Lattanzi, soprintendente archeologo
della Calabria, e il dott. Roberto Spadea, archeologo-direttore della medesima So
printendenza, per avermi gentilmente affidato lo scavo d'emergenza e concesso di
studiare i materiali, che qui preliminarmente si presentano. Un ringraziamento par
ticolare al parroco di S. Maria don Giovanni Godino, per aver segnalato i primi ri
nvenimenti casuali di materiali e strutture, e al gruppo di Villa Betania che, grazie alla
liberalità e sensibilità della dott.ssa E. Lattanzi e del dott. R. Spadea, ha pulito i mat
eriali e allestito una prima mostra nel dicembre '90.
2 1.G.M. F° 242 (Catanzaro) IV S.E.
3 Altitudine s.l.m. m 208.
4 Da ξηροποταμός, cioè torrente.
5 Tradotto in due documenti cinquecenteschi con il termine latino «Fluminis»,
e corrotto talvolta in «Varapodio» ο reso con «di Cinnapotamo» cioè della lontra.
MEFRM - 110 - 1998 - 1, p. 379-396. ALFREDO RUGA 380
.CROTONE
- Carta schematica della Calabria con la localizzazione del sito (*). Fig. 1 LA CHIESA DI S. MARIA DI ZARAPOTAMO 381
elaborata sul finire del XVIII sec.6, è una direttrice essenziale perché a de
bita distanza dalla costa ormai insicura e paludosa Inoltre si tenga present
e che nei pressi della chiesa si incrociava la via che dalla costa, dove sorge
vano due torri di guardia, conduceva a Catanzaro. L'asse viario dal Corace,
attraverso S. Maria e per la contrada Aguglia ο Gullia conduceva nella val
lata del torrente Castaci (o valle di Celice) e quindi del fiume Alii, mettendo
così in comunicazione alcune chiesette rurali - di probabile fondazione pa
leocristiana ο bizantina, a giudicare dai titoli noti7 - intorno alle quali a
lmeno a partire dal XII sec. si articolavano alcuni piccoli appezzamenti di
terreno coltivati di proprietà di cittadini ed ordini monastici8. Ritengo che
questa direttrice, anche se non monumentalizzata, dovette essere usata già
in età romana per collegare, come alternativa alla via costiera, la maglia in-
sediativa rurale formata da vici e da villae, dipendenti da Scolacium e site
nella media vallata del fiume Corace9 e nei tratti finali della Fiumarella e
dell'Alii.
Notevole importanza riveste allora a questo punto, a conferma di
quanto detto poc'anzi e per gli spunti di ricerca che offre, il rinvenimento
intorno alla chiesa di S. Maria di Zarapotamo10 (fig. 2) di materiale co
struttivo, sia laterizio che marmoreo, e di frammenti ceramici11, databili tra
IV e VI secolo d.C, che attesterebbero la presenza di una villa alla quale si
sostituì nell'Alto Medioevo, analogamente ad altre località, una chiesa ru-
6 Per es. nella carta della Calabria Ulteriore del padre Eliseo della Concezione,
pubblicata in Istoria de fenomeni del tremuoto avvenuto nelle Calabrie e nel Valde-
mone l'anno 1783, posta in luce dalla Reale Accademia delle scienze e belle lettere di Nap
oli, Napoli, 1784.
7 S. Anastasia nella valle di Celice, S. Anania e S. Senatore lungo il Corace,
S. Cono nel casale di Scimia.
8 Per esempio in contrada Guglia c'era nel 1194 la vigna di un tal Basilio Bai-
mundo (F. Trincherà, Syllabus graecarum membranarum, Napoli, 1865, p. 321).
Inoltre Goffredo Loritello conte di Catanzaro dona, come dotazione della cattedrale
di Catanzaro, il sito detto «Difesa di Alii» e terreni nei dintorni di Alii nel 1130
(F. Ughelli, Italia sacra, IX, Venezia, 1721, col. 366 e A. Lipinsky, L'altarolo portatile
di Goffredo conte di Catanzaro, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania, XI, 3,
1941, p. 201-217, in part. p. 212 e η. 1).
9 Per esempio quelle in c.da Pietragnazia di Gagliano, su una sommità a cavallo
tra le vallate del Corace e della Fiumarella, e in loc. Sansinatora, in posizione analo
ga alla precedente (cfr. P. G. Guzzo, // territorio dei Bruttii, in A. Giardina e A. Schia-
vone (dir.), Società romana e produzione schiavistica. Merci mercati e scambi nel Med
iterraneo, Bari-Roma, 1981, p. 115-135, in part. p. 128 η. 51 e 52 (per Pietragnazia
segnalazione di R. Spadea).
10 Lungo la facciata W e nell'orto.
11 Si tratta di sigillate africane da mensa e da cucina, sigillata microasiatica, ce
ramica acroma locale, frammenti di anfore nord-africane ed orientali. ALFREDO RUGA 382
0 1 2 3 4 β»
Fig. 2 - Pianta della chiesa di S. Maria di Zarapotamo (CZ). LA CHIESA DI S. MARIA DI ZARAPOTAMO 383
rale e poi un monastero, dipendente dapprima dalla diocesi di Squillace e
poi da quella di Catanzaro12.
Dopo aver chiarito il nesso topografico chiesa-asse viario e cercato di
definire la più antica vicenda insediativa del sito, passiamo ora a quanto
noto dalle fonti. Dalle descrizioni tramandate dagli eruditi locali del XVII
secolo si conosceva l'esistenza di un monastero e di una chiesa «antichissi
ma», sotto il titolo di S. Maria, che conservava ancora il nome del monte
Zarapotamo «che s'erge oltre la riua del fiume Crotalo à vista della città so
pradetta [Catanzaro]». Sul monte si sarebbero rifugiati verso 1ΎΙΙΙ sec.
d.C. sotto la guida dei due capitani Cattaro e Zaro gli abitanti di Paleopoli e
il loro vescovo Leone Magno, ormai esposti alle frequenti incursioni dal
mare, prima di rifuggiarsi definitivamente sul Triavonà, dando origine ad
un centro fortificato.
In particolare Luise Gariano13 scrive che la fondazione dell'edificio re
ligioso risale ai tempi della Magna Grecia, rifacendosi a notizie tramandate
oralmente, senza far riferimento a resti monumentali che, se esistenti, sen-
z'altro avrebbero attirato la sua curiosità14. Tuttavia ci informa, probabil-
12 Creata ex novo per ragion di Stato nel XII secolo da papa Callisto II, smemb
rando, all'altezza dell'Istmo, l'antichissima diocesi di Squillace. La fondazione della
nuova diocesi di Catanzaro, nel XII secolo, è legata alle vicende della contea di Ca
tanzaro, creata dai Normanni nel 1077 ed affidata ad Ugo di Falloch e poi ai suoi
successori Mihera e Adam, nonché alle vicende normanne del 1120-1121, quando, es
sendo scoppiati gravi contrasti tra Guglielmo I di Puglia e Ruggero II di Sicilia (lega
to a latere della Santa Sede), il pontefice Callisto II interviene per ricomporre la lite
tra i due cugini. Per eliminare ogni possibile elemento di disputa tra i due contend
enti, il papa cercherà di sanare la situazio

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