Le pitture dell oratorio di S. Silvia - article ; n°1 ; vol.26, pg 15-26
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Description

Mélanges d'archéologie et d'histoire - Année 1906 - Volume 26 - Numéro 1 - Pages 15-26
12 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1906
Nombre de lectures 37
Langue Romanian

Extrait

G. Wilpert
Le pitture dell'oratorio di S. Silvia
In: Mélanges d'archéologie et d'histoire T. 26, 1906. pp. 15-26.
Citer ce document / Cite this document :
Wilpert G. Le pitture dell'oratorio di S. Silvia. In: Mélanges d'archéologie et d'histoire T. 26, 1906. pp. 15-26.
doi : 10.3406/mefr.1906.6918
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-4874_1906_num_26_1_6918PITTURE DELL'ORATORIO DI S. SILVIA LE
L'anno 1900, nel quale fu scoperta la basilica di S. Maria
Antiqua, ci ha restituito anche l'oratorio primitivo che giaceva
nascosto sotto la basilica attuale di San Saba sul falso Aventino.
Gli scavi ivi praticati a spese del Collegio Germanico e per cura
della benemerita Associazione degli Architetti gettarono molta
luce sulla storia di questa basilichetta. Il eh. P. Grisar fu il
primo a mettere a profitto del mondo scientifico i risultati acquis
tati, pubblicando, sulla Civiltà Cattolica (1), una serie di erud
iti articoli. Altrettanto fece l'Ingegnere Cannizzaro, specia
lmente incaricato di dirigere e sorvegliare le suddette ricerche;
egli ne rese conto in due relazioni stampate nelle Not iste degli
Scavi (2), ed in un discorso pronunziato al 11° Congresso inte
rnazionale di Archeologia cristiana (3). Finalmente il Sig. Wii-
scher-Becchi pubblicò, sulla Harnische Quartalschrift (4), in una
tavola fototipica, l'unico affresco che uscisse quasi intiero dalle
rovine, accompagnandolo con belle osservazioni.
Io non voglio entrare oggi nella storia della basilichetta (5) ;
dirò soltanto che in origine essa faceva parte di una casa ο
villa romana, e che in tempi che non si possono ancora pre
cisare con certezza, fu convertita in una basilica cristiana ad
(1) Anni 1901, 2, pagg. 595 segg.; 3, pagg. 719 segg.; 1902, 5, pagg.
194 segg.; 1905, 3, pagg. 212 segg.
(2) Anno 1901, 10 segg.; 1902, pagg. 270 segg.
(3) L' Antica Chiesa di S. Saba sull'Aventhio, negli Aiti del JI° Con
gresso, ecc, pagg. 241 segg.
(4) Anno 1903, pagg. 54 ff., tav. I.
(5) Vedi per questa parte gli articoli citati dal P. Grisar. LE PITTURE DELL'ORATORIO DI S. SILVIA 16
una sola nave e munita di un'abside. Nel IX secolo, al tempo
di Giovanni diacono, la basilichetta portava il nome di S. Silvia,
madre di S. Gregorio il Grande (1), Quindi, dice a ragione il
P. Grisar, è molto probabile che in origine essa abbia appar
tenuto alla pia matrona, la quale l'avrebbe lasciata alla Chiesa (2).
Di buon'ora passò nelle mani di monaci greci, che ivi fabbri
carono un monastero chiamato " Cella nuova „ di San Saba.
Non si sa precisamente in che anno ; sembra però che ciò sia
avvenuto soltanto dopo il Concilio Lateranense nell'anno 649,
al quale assistettero gli abbati di due monasteri di San Saba,
di quello famoso gerosolimitano e di quello dell'Africa setten
trionale. D'un monastero romano di S. Saba, negli Atti del
Concilio non v'è traccia veruna (3). Ma possiamo ragionevol
mente presumere che la presenza in Roma dei due abbati Sabaiti
abbia qualche nesso colla fondazione del monastero sull'Aven-
tino. Checché ne sia, certo è, che esso fu fondato durante an
cora il secolo VII. I monaci greci rimasero ivi fino al secolo X;
in seguito vennero a stabilirvisi i Benedettini, prima di Monte-
cassino e poi di Clugny ; questi ultimi, nell'anno 1205 (4), fab
bricarono la chiesa attuale a tre navi, demolendo fino ad una
certa altezza, i muri dell'oratorio primitivo, e riempiendo il
vano con le macerie delle mura distrutte. Quando codeste mac
erie furono estratte, vennero alla luce in gran quantità gli
(1) Vitg, S. Gregorii M., 1, 9; Migne, Pat. lat, 75, 66: la huius
sacri monasterii penetralibus idem vir omnipotentis Dei Gregorius,
a matre Silvia, tune temporis iuxta portam beati Pauli apostoli, loco
qui dicitur Cella nova, quo hactenus oratorium nomini eius dedicatum
est, et famosum sancti Sabae confessoris Christi monasterium, cuius
laus in sexta et septima synodo, constitutum videtur, degente, crudis
leguminibus pascebatur.
(2) Civiltà Catt., 1901, 3, pag. 722.
(3) Mansi, Gone, IO, 904 e 909 (ed. Flor, dell'anno 1764).
(4) La data è scolpita nell'architrave della porta principale della
basilica. LE PITTURE DELL'ORATORIO DI S. SILVIA 17
avanzi delle pitture che adornavano la basilichetta abbattuta.
Ad eccezione di una scena e mezza tutto è ridotto a piccoli
frammenti che religiosamente si conservano nel Museo della
chiesa, dove aspettano di essere ricomposti, lavoro altrettanto
arduo che paziente. Io ho fatto riprodurre dal mio pittore tutto
quello che mi pareva di qualche importanza. Di queste pitture
vorrei dire qui due parole.
Come ho accennato, la basilica attuale fu costruita nel
l'anno 1205; percui tutti i frammenti di pitture trovati nelle
macerie dell'oratorio demolito sono anteriori a quell'anno. Non
riesce così facile precisare l'epoca, alla quale ascendono le pit
ture più antiche, cioè le sette belle teste di santi, in parte
pubblicate dal P. Grisar e dall'Ingegnere Cannizzaro. Si è cer
cato di farle risalire fino ai tempi di S. Silvia; e siccome i Ro
mani di allora non sarebbero stati capaci di dipingere figure di
tanta bellezza, si disse che gli artisti sarebbero stati chiamati
da Ilavenna ο da Costantinopoli, per abbellire degnamente con
affreschi la dimora della sposa di un Anicio.
Di fronte ad una tale opinione bisogna negare il supposto;
quelle teste non sono del tempo di S. Silvia, ma posteriori di
un buon secolo. In quanto alla tecnica esse presentano una
grande affinità con le pitture che fece eseguire, a S. Maria An
tiqua, il papa Giovanni VII nel suo brevissimo pontificato di
due anni, cioè dal 705 al 707. Alla stessa epoca sono dunque
da ascriversi anch'esse ; anzi non sarei affatto contrario a chi
le volesse attribuire proprio a questo papa, poiché di lui rife
risce il Liber Pontificalis che " fecit... imagines per diversas
ecclesias, quas, quicumque desiderat in eis eius vultum depictum
reperiet „ (1). Le pitture, in altri termini, appartengono al pe
riodo in cui i monaci greci di S. Saba già erano entrati in
(1) Ed. Duchesne, I, pag. 385.
Mélanges d'Arch. et d' Hist. iöoö. 2 18 LE PITTURE DELL'ORATORIO DI S. SILVIA
possesso dell'oratorio di S. Silvia. Dal modo come i frammenti
giacevano fra le macerie, l'Ingegnere Cannizzaro ha potuto con-
Illustration non autorisée à la diffusion
San Sebastiano.
statare che i santi, ai quali appartenevano le teste, erano dipinti
nel muro soprastante all'abside. Fra essi si riconoscono, a prima
vista, S. »Sebastiano coi capelli crespi ed in abito d'ufficiale PITTURE DELL'ORATORIO Dt S. SILVIA 19 LE
palatino di cui diamo qui la riproduzione fotografica; poi
S. Lorenzo diacono, con barba e capelli grigi, vestito della dal
matica a maniche larghissime e portante nella sinistra l'Evang
eliario. Vi era inoltre il suo compagno, il levita S. Stefano,
riconoscibile dalla croce astata e dall'Evangeliario che portava
nella mano sinistra. Come nell'affresco della basilica sotterranea
dei SS. Felice ed Adautto, sul mosaico di S. Lorenzo f. 1. m.
ed altrove, egli è rappresentato in età giovanissima e vestito di
tunica e pallio.
Dei quattro altri personaggi, ancora uno, coll'aiuto delle
pitture della navata sinistra di S. Maria Antiqua, possiamo iden
tificare : esso è S. Pietro, vescovo di Alessandria, morto martire
nel 311, chiamato perciò τέλο; των .ααρτύρων. Da vescovo orien
tale, egli portava sopra la pianeta l'omophorion. Basterebbe,
sia detto di passaggio, questo solo santo per escludere il pen
siero che le pitture siano del tempo di S. Silvia, giacche la
presenza della figura d'un santo come Pietro di Alessandria si
capisce molto meglio in un oratorio di monaci venuti dall'oriente
che in quello d'una matrona romana, la quale forse neppure
avrà conosciuto l'esistenza di lui.
Delle tre teste rimanenti l'una era di un semplice prete,
forse di S. Abondio, il quale figura eziandio nella fila dei santi
a S. Maria Antiqua, e vi è dipinto in un modo somigliantissimo.
L'altra era probabilmente d'un papa, per ragione del pallio
sacro, di cui si vede ancora la parte superiore. L'ultima testa
è troppo frammentaria; essa può aver appartenuto ad un ve
scovo ο pontefice ovvero ad un semplice prete ο diacono.
Le pitture fin qui descritte sono le più antiche. Quindi il
loro stucco non nasconde sotto di sé uno strato con dipinti anter
iori, ciò che deve dirsi tanto per le pitture dell'abside quanto
per quelle delle pareti laterali dell'oratorio. Non escludo, come
fa qualcuno, l'abside, perché anche ivi ho costatato due strati 20 LE PITTURE DELL'ORATORIO DI S. SILVIA
di pitture, e ciò nel cantone sinistro e nel mezzo dell'abside.
Va da sé che dello strato inferiore non si può dire quasi nulla,
vedendo soltanto qua e là

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