Per un Corpus della pittura murale in Svizzera. Aspetti della pittura svizzera medievale - article ; n°1 ; vol.106, pg 79-88
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Per un Corpus della pittura murale in Svizzera. Aspetti della pittura svizzera medievale - article ; n°1 ; vol.106, pg 79-88

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age - Année 1994 - Volume 106 - Numéro 1 - Pages 79-88
Gaudenz Freuler et Christophe Eggenberger, Per un Corpus della pittura murale in Svizzera. Aspetti della pittura «Svizzera» medievale, p. 79-88. L'arte della Svizzera raggiunge una sua propria identità e proprie caratteristiche non prima della seconda meta del XV secolo, e questo grazie alle vetrate del duomo di Berna e ai dipinti dei vari «Maestri del Garofano». L'importante fondazione di monasteri in tutto l'arco alpino garantiva un vivo scambio culturale ed artistico con le case madri più lontane. Per la maggior parte i linguaggi artistici stranieri furono accolti filtrati e con una vena eclettica e spesso anche popolaresca. Ciononostante questi artisti non di rado raggiunsero un livello tutt'altro che minore e una notevole originalità, come è vero per il cosiddetto Maestro di Waltensburg. (v. rétro) Di grande interesse sono non solo gli scambi stilistici ma anche le soluzioni iconografiche che spesso furono recepite con grande precisione. Il progetto «Corpus della pittura murale in Svizzera» propone una ricerca critica approfondita e sistematica che prende in esame tutta la pittura murale medievale in Svizzera tentando di far luce nelle complesse vi-cende artistiche di questo periodo, finora solo sommariamente ricercato. Per questo progetto scientifico che spera in un appoggio dei «Fondi nazionali per la ricerca scientifica» è prevista una stretta collaborazione con il progetto parallelo della pittura alpina francese dei CNRS francese e con altri.
10 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1994
Nombre de lectures 40
Langue Italiano

Extrait

Gaudenz Freuler
Christoph Eggenberger
Per un Corpus della pittura murale in Svizzera. Aspetti della
pittura svizzera medievale
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 106, N°1. 1994. pp. 79-88.
Riassunto
Gaudenz Freuler et Christophe Eggenberger, Per un Corpus della pittura murale in Svizzera. Aspetti della pittura «Svizzera»
medievale, p. 79-88.
L'arte della Svizzera raggiunge una sua propria identità e proprie caratteristiche non prima della seconda meta del XV secolo, e
questo grazie alle vetrate del duomo di Berna e ai dipinti dei vari «Maestri del Garofano».
L'importante fondazione di monasteri in tutto l'arco alpino garantiva un vivo scambio culturale ed artistico con le case madri più
lontane. Per la maggior parte i linguaggi artistici stranieri furono accolti filtrati e con una vena eclettica e spesso anche
popolaresca. Ciononostante questi artisti non di rado raggiunsero un livello tutt'altro che minore e una notevole originalità, come
è vero per il cosiddetto Maestro di Waltensburg.
(v. rétro) Di grande interesse sono non solo gli scambi stilistici ma anche le soluzioni iconografiche che spesso furono recepite
con grande precisione.
Il progetto «Corpus della pittura murale in Svizzera» propone una ricerca critica approfondita e sistematica che prende in esame
tutta la pittura murale medievale in Svizzera tentando di far luce nelle complesse vicende artistiche di questo periodo, finora solo
sommariamente ricercato. Per questo progetto scientifico che spera in un appoggio dei «Fondi nazionali per la ricerca scientifica»
è prevista una stretta collaborazione con il progetto parallelo della pittura alpina francese dei CNRS francese e con altri.
Citer ce document / Cite this document :
Freuler Gaudenz, Eggenberger Christoph. Per un Corpus della pittura murale in Svizzera. Aspetti della pittura svizzera
medievale. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 106, N°1. 1994. pp. 79-88.
doi : 10.3406/mefr.1994.3352
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9883_1994_num_106_1_3352GAUDENZ FREULER ET CHRISTOPH EGGENBERGER
PER UN CORPUS DELLA PITTURA MURALE
IN SVIZZERA
ASPETTI DELLA PITTURA «SVIZZERA» MEDIEVALE
Migrazione stilistica
Prendendo in esame l'arte medievale in Svizzera, osserveremo anzitut
to come la Svizzera nel Medioevo non vada considerata una nazione, ma
una regione nel cuore dell'Europa. La Svizzera, intesa dunque come 'pae
saggio artistico', per la sua posizione geografica particolare, al centro del
l'arco alpino che divide l'Europa del nord da quella meridionale, presenta
un notevole interesse. Sebbene lontana dai centri culturali di rilievo inter
nazionale, la produzione artistica nella regione svizzera fu sempre aperta
alle sollecitazioni che da quelli provenivano. Ma è solo con le vetrate del
l'abside del duomo di Berna e con le tavole d'altare dei cosiddetti Maestri
del Garofano - a partire dalla seconda metà del XV secolo - che l'arte sviz
zera doveva acquistare tratti caratteristici e una sua identità1. Nel Medioe
vo l'arte in Svizzera era nel migliore dei casi la traduzione in un linguaggio
popolaresco di soluzioni artistiche proposte dai grandi centri culturali e
destinate non di rado alla devozione popolare.
Nei pressi dei grandi passi di montagna nel Medioevo furono fondati
diversi importanti monasteri, luoghi di cultura e centri di spiritualità. Tut
tavia, non solo motivazioni spirituali stimolavano la nascita di queste fon
dazioni alpine, ma anche altre di natura politica, perché con esse si sperava
di garantire una viabilità sicura attraverso le Alpi per chi era in viaggio ver
so il sud, verso l'antico centro del mondo : verso Roma. In questo contesto
ricordiamo le fondazioni dei monasteri a Müstair, Pfäfers e Disentis, per
citare solo le più importanti. I legami con case madri più lontane e di diver
sa cultura, come nel caso di Pfäfers che dipendeva da Reichenau sul lago di
1 C. e D. Eggenberger, La pittura medievale (Ars Helvetica, Arti e cultura visiva
in Svizzera, V), Disentis, 1989, p. 269.
MEFRM - 106 - 1994 - 1, p. 79-88. 80 GAUDENZ FREULER ET CHRISTOPH EGGENBERGER
Costanza2, erano i presupposti per un vivace scambio culturale e artistico,
che caratterizza la storia e l'arte di tutto l'arco alpino.
È dunque logico che nel Medioevo in queste regioni solo saltuariament
e si incontrino linguaggi artistici stranieri non filtrati, come per esempio
nel caso delle vetrate istoriate di Königsfelden, il cui raffinatissimo autore
proveniva presumibilmente dalla regione dell'alto Reno (Strasburgo) ma
attingeva anche al repertorio iconografico italiano (Assisi)3. Lo stesso vale
per l'ignoto pittore degli affreschi della Cappella degli Efringer in S. Pietro
a Basilea (fig. 1), che con ogni probabilità giunse in questa città dalla Boe-
mia, ma che era anche a conoscenza dell'arte renana4. Pure questo artista
era ben informato sulla pittura italiana, soprattutto conosceva le soluzioni
pittoriche senesi, cosa che trova una facile spiegazione data la sua probabil
e provenenzia dalla Boemia. Basti a questo proposito ricordare gli stretti
rapporti politici e culturali fra la Praga dell'imperatore Carlo IV e la città di
Siena. Tant'è vero che la pittura boema della seconda metà del Trecento si
distingue per un colorismo acceso fatto di accostamenti cromatici vivaci e
per una caratterizzazione dei personaggi assai accentuata, che senza dub
bio furono suggeriti da pittori senesi come Bartolomeo Bulgarini e Bartolo
di Fredi5.
Nella maggioranza dei casi però gli artisti operanti sul territorio della
Svizzera si limitarono a fondere varie correnti artistiche in maniera ecletti
ca, con esiti stilistici di carattere popolare. Ma anche fra costoro si trovano
artisti di un livello qualitativo tutt'altro che minore e di notevole originalit
à. Ciò vale ad esempio per il cosiddetto Maestro di Waltensburg (fig. 2),
che ci propone un'arte felicissima, quasi miniaturistica - con radici spicc
atamente nordiche (più precisamente renane) congiunte però a una cono
scenza dei modelli pittorici diffusi nell'Italia settentrionale6. Per quanto ri-
2W. Vogler (ed.), Die Abtei Pfäfers, Geschichte und Kultur, 2a ed., San Gallo,
1985.
3 E. Maurer, Das Kloster Königsfelden {Die Kunstdenkmäler des Kantons Aar
gau, III), Basilea, 1954; P. Felder, Königsfelden. Geschichte, Bauten, Glasgemälde,
Kunstschätze, Olten-Friburgo i. Brg., 1970, p. 31 ss.
4 U. Raeber-Keel, Spätgotische Wandmalerein in St. Peter zu Basel. Die Grab
nische mit dem Efrìngerwappen, Sigmaringen, 1979.
5 Questo vale in maniera esemplare per il cosiddetto «Maestro dell'altare di Ho-
henfurt» che ci mostra consonanze artistiche con Bartolo di Fredi. Per i rapporti fra
i pittori senesi e quelli boemi : G. Freuler, Bartolo di Fredi Cini, Disentis, 1993, pas
sim.
6 Per il 'Maestro di Waltensburg' : A. Raimann, Gotische Wandmalerei in Grau
bünden. Die Werke des 14. Jahrhunderts im nördlichen Teil Graubündens und im En-
gadin, Disentis, 1983, p. 205-213; C. e D. Eggenberger, op. cit. (η. 1), p. 68 ss. PER UN CORPUS DELLA PITTURA MURALE IN SVIZZERA 81
guarda le vallate meridionali della Svizzera, cioè il Ticino e i Grigioni, ap
partenenti alle diocesi di Milano, Corno e Aosta, l'arte fu condizionata
soprattutto dal rapporto con i grandi centri artistici dell'Italia del Nord,
Milano, Padova, Venezia, dove in seguito all'esperienza di Giotto e dei suoi
seguaci, dominavano le varie declinazioni del linguaggio giottesco. In que
sta corrente rientra la bottega artistica che operò nella chiesa di S. Maria
Assunta a Brione Verzasca (fig. 3), a Stuls, a S. Antonio di Roveredo e so
prattutto nella chiesa di S. Maria dei Ghirli a Campione (fig. 4)7, dove qual
che tempo più tardi - e con un esito più raffinato e meno popolaresco - es
sa ci lasciò il bellissimo ciclo di Giovanni Battista e una scena dei Quattro
Coronati, che come santi patroni dei Maestri di Pietra parrebbero indicare
questi ultimi probabili comittenti8. Questa bottega di pittori, che
sembra aver lavorato per ben due decenni (fra il 1340 e 1360) nelle regioni
del Ticino e dei Grigioni (gli affreschi di Brione sono, secondo il nostro pa
rere, il primo lavoro pervenutoci), ci propone bensì una versione della pit
tura giottesca, ma già filtrata dalle esperienze dei suoi seguaci padovani :
Guariento e Semitecolo, per essere più precisi. Oltre ad aspetti iconografici
- a questo proposito il paragone delle scene dell'Adorazione dei Magi e della
Presentazione al Tempio (fig. 3) a Brione con quelle dell'altare di Guariento
nella Norton Simon Collection a Los Angeles è illuminante - sono gli aspett
i morfologici che collegano l'arte di questo ignoto maestro con i modi di
Guariento. Il tipo di donna con gli occhi grandi e svegli ο il tipo di bambino
con il viso arrotondato, nasino appuntito, piccola bocca e occhi svegli ben

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