Per una storia degli antiquari romani nel Settecento - article ; n°2 ; vol.111, pg 827-845
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée - Année 1999 - Volume 111 - Numéro 2 - Pages 827-845
Daniela Gallo, Per una storia degli antiquari romani nel Settecento, p. 827-845. Una delle figure più celebri délia Roma settecentesca, l'antiquario romano fu raramente nativo dell'Urbe, ma sempre in buoni rapporti con gli ambienti di Curia. Collezionista tanto per passione che per necessita di soprawivenza, lavorò al servizio della scienza e del turismo svolgendo un ruolo fondamentale tanto nel divenire della storia dell'arte antica e dell'archeologia che all'interno delle dinamiche del mercato artistico europeo. Monsignore, aristocratico, patrizio, artista o mercante, fu dunque implicato quasi sempre in attività molteplici. A nostro awiso, soltanto nell'ultimo quarto del secolo, sotto i pontificati di Clemente XTV e di Pio VI, l'attività di antiquario si concretizzò in una professione ufficiale dai tratti assimilabili a realtà più vicine ai nostri tempi.
19 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1999
Nombre de lectures 83
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Daniela Gallo
Per una storia degli antiquari romani nel Settecento
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 111, N°2. 1999. pp. 827-845.
Riassunto
Daniela Gallo, Per una storia degli antiquari romani nel Settecento, p. 827-845.
Una delle figure più celebri della Roma settecentesca, l'antiquario romano fu raramente nativo dell'Urbe, ma sempre in buoni
rapporti con gli ambienti di Curia. Collezionista tanto per passione che per necessita di soprawivenza, lavorò al servizio della
scienza e del turismo svolgendo un ruolo fondamentale tanto nel divenire della storia dell'arte antica e dell'archeologia che
all'interno delle dinamiche del mercato artistico europeo. Monsignore, aristocratico, patrizio, artista o mercante, fu dunque
implicato quasi sempre in attività molteplici. A nostro awiso, soltanto nell'ultimo quarto del secolo, sotto i pontificati di Clemente
XTV e di Pio VI, l'attività di antiquario si concretizzò in una professione ufficiale dai tratti assimilabili a realtà più vicine ai nostri
tempi.
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Gallo Daniela. Per una storia degli antiquari romani nel Settecento. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et
Méditerranée T. 111, N°2. 1999. pp. 827-845.
doi : 10.3406/mefr.1999.4671
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1999_num_111_2_4671MÉLANGES
DANIELA GALLO
PER UNA STORIA DEGLI ANTIQUARI ROMANI
NEL SETTECENTO
Se la figura dell'antiquario erudito è una delle costanti della letteratura
di viaggio sull'Urbe, altrettanto invariabili sono le considerazioni dei viag
giatori su questo personaggio, reputato spesso noioso, non sempre colto,
un po' approfittatore, che sembra essere uno dei mali necessari per un
buon soggiorno nella Città Eterna, e ancor più nel Settecento, il secolo ec
cellente della storia dell'antiquaria. In realtà, chi furono questi maestri del-
l'erudizione della Roma settecentesca? Quali le loro origini, lo statuto so
ciale, la formazione? Quali i loro luoghi di incontro? Di quali mezzi dispo
sero per vivere e per lavorare? E, non ultimo, quella di antiquario poteva
dirsi una vera professione? Tenteremo di rispondere a questi interrogativi
estrapolando qualche esempio, a nostro avviso sintomatico ma certo non
esaustivo, dalla variegata realtà cui diedero vita gli antiquari che lavoraro
no e vissero a Roma dall'avvento del pontificato Albani alla fine dell'Ancien
Régime.
La presenza di toscani in Curia ο tra i familiari dei palazzi cardinalizi
era stata preponderante almeno sin dal Rinascimento, ed evidente era sem
pre apparso, in questi toscani di Roma, l'interesse per le cose d'arte ο d'an
tiquaria. Tra Sei e Settecento, e non solo per le scelte politiche di Cosimo
III1, tali presenze parvero accentuarsi, favorite forse dalla consuetudine
che spingeva ormai i rampolli della nobiltà toscana a venire nell'Urbe ad
impratichirsi nel diritto. Così, Filippo Buonarroti, colui che stava affe
rmandosi come il massimo antiquario della penisola, aveva lasciato Roma
al volgere del secolo, richiamato a Firenze da interessi familiari e, sopratt
utto, dalle esigenze politiche del granduca2. L'anno prima della sua par-
1 Su cui si vedano le considerazioni di M. P. Paoli, Le ragioni del principe e i dubb
i della coscienza : aspetti e problemi della politica ecclesiastica di Cosimo III, in
F. Angiolini, V. Becagli e M. Verga (a cura di), La Toscana nell'età di III. Atti
del convegno (Pisa-San Domenico di Fiesole, 4-5 giugno 1990), Firenze, 1993, p. 497-
519.
2 Oltre all'articolo sopra citato cfr. P. Barocchi e D. Gallo (a cura di), L'Accade-
MEFRIM - 111 - 1999 - 2, p. 827-845. DANIELA GALLO 828
tenza, erano apparse le sue Osservazioni istorìche sopra alcuni medaglioni
antichi della collezione del cardinale Carpegna3, libro manifesto di una
nuova antiquaria influenzata dall'empirismo scientifico degli eredi del Ci
mento e dal newtonianesimo inglese, ove l'illustrazione di tutte le testimo
nianze del passato, sapientemente analizzate, contribuivano ad un tentati
vo di ricostruzione oggettiva della storia antica. Eletto dapprima senatore
del Granducato e nominato poi auditore delle Riformagioni e della giuri
sdizione, mentre a Roma era stato del cardinale vicario Gaspare
Carpegna, Buonarroti portò a Firenze il gusto per le antichità cristiane4,
già di gran moda nella Roma secentesca, e, soprattutto, si distinse come
padre fondatore dell'etruscologia. Fu infatti il curatore dell'edizione del De
Etruria regali di Thomas Dempster, apparso a Firenze nel 1726, e patrocinò
la neonata Accademia etnisca di Cortona, assumendone la presidenza a vi
ta. Sulle sue orme antiquarie, una trentina d'anni dopo il suo rientro a Fi
renze, arrivarono a Roma due altri toscani di tutto rispetto, Giovanni Gae-
tano Bottali e Ridolfino Venuti. A Bottali, esaminatore sinodale della dio
cesi fiorentina, direttore della stamperia granducale e collaboratore di
Buonarroti nell'edizione del Dempster, il neoeletto papa Corsini aveva of
ferto un canonicato e la cattedra di storia ecclesiastica e controversie alla
Sapienza5. Quanto al dottor Ridolfino dei marchesi Venuti di Cortona, uno
mia etrusca [catalogo della mostra di Cortona, Palazzo Casali, 19 maggio-20 ottobre
1985], Milano, 1985, passim; D. Gallo (a cura di), Filippo Buonarroti e l'antiquaria
sotto gli ultimi Medici [catalogo della mostra di Firenze, Casa Buonarroti, 25 mar-
zo-25 settembre 1986], Firenze, 1986; Id., Filippo Buonarroti critico delle arti, in Ann
ali della Scuola normale superiore di Pisa. Classe di lettere e filosofìa, s. Ili, XIX-3,
1989, p. 937-978; F. Haskell, History and its Images, New Haven-Londra, 1993,
p. 169-173, 199, 271 et 541 [qui secondo la trad, francese, Parigi, 1995]; D. Gallo,
Rome, mythe et réalité pour le citoyen de la République des lettres, in H. Bots e F.
Waquet (a cura di), Commercium litterarium. La communication dans la République
des lettres, 1600-1750. Conférences des colloques tenus à Paris 1992 et Nimègue 1993,
Amsterdam-Maarssen, 1994, p. 199; e S. Corsi, La collezione archeologica di Casa
Buonarroti, Milano, 1997.
3 Roma, 1698. Il libro era dedicato «all'Altezza Serenissima di Cosimo III Gran
duca di Toscana».
4 E soprattutto per gli avori e i vetri paleocristiani, come testimoniano le sue Os
servazioni sopra alcuni frammenti di vasi antichi di vetro ornati di figure trovati ne' ci
miteri di Roma, all'Altezza Reale di Cosimo III Granduca di Toscana, Firenze, 1716. Le
p. 231-283 sono consacrate ad Osservazioni sopra tre dittici antichi d'avorio.
5 Ma Bottali organizzerà anche la biblioteca di Casa Corsini e fin dal luglio 1737
sarà nominato terzo custode della Biblioteca Vaticana. Su questo grande fiorentino,
figura importante del giansenismo romano, cfr. G. P. Pignatelli e A. Petrucci, Botta-
ri, Giovanni Gaetano, in Dizionario biografico degli Italiani, 13, Roma, 1971, p. 409-
418; V. Ferrone, Scienza natura religione. Mondo newtoniano e cultura italiana nel PER UNA STORIA DEGLI ANTIQUARI ROMANI 829
dei soci fondatori dell'Accademia etnisca6, nel 1734 ebbe la carica di audi
tore del cardinale Alessandro Albani. Solo quattro anni più tardi, il reggent
e lorenese conte di Richecourt lo proponeva, senza successo, all'imperatorper il posto di Primo antiquario della Galleria fiorentina7. Rimasto in ca
sa Albani, nel 1744 Venuti fu nominato da Benedetto XIV commissario alle
antichità di Roma e custode delle gallerie pontificie, cariche entrambe che
ricoprì sino alla morte, nel 1763. Infine, toscano di Roma fu ancora il mar
chese Gregorio Alessandro Capponi8, l'artefice e il primo presidente del
primo Settecento, Napoli, 1982, p. 129-148, 155-168, 188-233, 326-333, 507-519 e 560-
570; S. Alloisi, Giovanni Gaetano Bottari erudito e storico dell'arte, in La galleria Cor-
sini a cento anni datta sua acquisizione allo Stato [catalogo della mostra di Roma,
Galleria Corsini, 19 gennaio-18 marzo 1984], Roma, 1984, p. 37-41; P. Quieto, Gio
vanni Domenico Campiglia, Mons. Bottari e la rappresentazione dell'Antico, in Laby-
rinthos, 5/6, 1984, p. 3-36; S. Pasquali, // Pantheon. Architettura e antiquaria nel Set
tecento a Roma, Modena, 1996, passim; e M. P. Donato, Gli «strumenti» della politica
di Benedetto XIV : il «Giornale de' Letterati» (1742-1759), in Dimensioni e problemi
della ricerca storica, 1997-1, p. 39-61.
6 Cfr. il nostro Ridolfino Venuti antiquario illuminato, in L'Accademia etrusca
cit. nota 2, p. 84-88 e 102-106; R. T. Ridley, To protect the Monuments : the Papal An
tiquarian (1534-1870), in Xenia antiqua-, 1, 1992, p. 138-140; M. P. Donato, Gli «stru
menti» della politica cit. nota 5; e S. Pasquali, Pro e contro la continuità tra monum
enti antichi e chiese. Il tempio di Antonino e Faustina, le tenne di Diocleziano, il
Pantheon e il Colosseo a Roma intorno al 1750, in D. Biagi Marino (a cura di), Bened
etto XIV e le arti del disegno. Atti del Convegno internazi

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