Problemi epigrafici del foro di Trieste - article ; n°1 ; vol.100, pg 63-85
24 pages
Italiano

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris

Problemi epigrafici del foro di Trieste - article ; n°1 ; vol.100, pg 63-85

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus
24 pages
Italiano
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus

Description

Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1988 - Volume 100 - Numéro 1 - Pages 63-85
Claudio Zaccaria, Problemi epigrafici del foro di Trieste, p. 63-85. In base al riesame complessivo delle scarne notizie relative agli scavi sia della basilica civile sia delle strutture conservate sotto la cattedrale di San Giusto, dei risultati delle analisi della decorazione architettonica lapidea e delle più recenti messe a punto sulle relazioni familiari, la carriera e la datazione di P. Palpellius Clodius Quirinalis e di Q. Baienus Blassianus si formulano nuove proposte sulla datazione e la committenza della basilica forense di Tergeste. Una prima fase dell'edificio, che si data in epoca neroniana, viene ricondotta ad un atto di evergetismo di Palpellio Clodio Quirinale (testimoniato da un epistilio tradizionalmente attribuito all'edificio - Capitolium o Propileo - sotto San Giusto), e un'altra, della seconda meta del II (v. rétro) sec. d.C, viene riferita ipoteticamente ad un intervento del cavaliere tergestino Baieno Blassiano, onorato con quattro o cinque basi rinvenute sul posto, di cui si possono forse individuare anche legami familiari con il primo donatore.
Claudio ZACCARIA Problemi epigrafici del foro di Trieste 63-85 In base al riesame complessivo delle scarne notizie relative agli scavi sia della basilica civile sia delle strutture conservate sotto la cattedrale di San Giusto dei risultati delle analisi della decorazione architettonica lapi dea delle più recenti messe punto sulle relazioni familiari la carriera la datazione di Palpellius Clodius Quirinalis di Baienus Blassia- nus si formulano nuove proposte sulla datazione la committenza della basilica forense di Tergeste Una prima fase edificio che si data in epoca neroniana viene ricondotta ad un atto di evergetismo di Palpellio Clodio Quirinale testi moniato da un epistilio tradizionalmente attribuito edif cio Capito- lium Propileo sotto San Giusto) altra della seconda metà del II retro
23 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

Informations

Publié par
Publié le 01 janvier 1988
Nombre de lectures 38
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Claudio Zaccaria
Problemi epigrafici del foro di Trieste
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 100, N°1. 1988. pp. 63-85.
Riassunto
Claudio Zaccaria, Problemi epigrafici del foro di Trieste, p. 63-85.
In base al riesame complessivo delle scarne notizie relative agli scavi sia della basilica civile sia delle strutture conservate sotto
la cattedrale di San Giusto, dei risultati delle analisi della decorazione architettonica lapidea e delle più recenti messe a punto
sulle relazioni familiari, la carriera e la datazione di P. Palpellius Clodius Quirinalis e di Q. Baienus Blassianus si formulano nuove
proposte sulla datazione e la committenza della basilica forense di Tergeste.
Una prima fase dell'edificio, che si data in epoca neroniana, viene ricondotta ad un atto di evergetismo di Palpellio Clodio
Quirinale (testimoniato da un epistilio tradizionalmente attribuito all'edificio - Capitolium o Propileo - sotto San Giusto), e un'altra,
della seconda metà del II
(v. retro) sec. d.C, viene riferita ipoteticamente ad un intervento del cavaliere tergestino Baieno Blassiano, onorato con quattro o
cinque basi rinvenute sul posto, di cui si possono forse individuare anche legami familiari con il primo donatore.
Citer ce document / Cite this document :
Zaccaria Claudio. Problemi epigrafici del foro di Trieste. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 100, N°1. 1988.
pp. 63-85.
doi : 10.3406/mefr.1988.1581
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1988_num_100_1_1581CLAUDIO ZACCARIA
PROBLEMI EPIGRAFICI DEL FORO DI TRIESTE
Premessa
Fino agli inizi degli anni '30 le conoscenze sulla topografia del centro
monumentale della Trieste romana erano limitate ai resti dell'edificio
inglobato nel campanile e nella facciata della Cattedrale di San Giusto,
ritenuto comunemente, in base al rinvenimento nell'abside della Cattedral
e di una piramidetta recante su tre facce i simboli di Giove, Giunone e
Minerva (un'aquila con folgore tra gli artigli, un pavone ed una civetta), il
tempio dedicato alla Triade Capitolina, cui veniva riferita, fin dalla sco
perta, l'architrave con la dedica da parte del praefectus classis P. Palpel-
lius Clodius Quirinalis1. Quanto all'ubicazione del foro, il rinvenimento
nelle mura medievali, nei pressi della porta San Lorenzo, sotto il mura-
glione meridionale del Lapidario, della base del monumento equestre in
Fig. 1 - Cornice con la dedica di P. Palpellius Clodius Quirinalis
(prima fase della basilica?) [da Sticotti 1938].
1 L'identificazione delle strutture visibili sotto San Giusto con il Capitolium
risale a P. Kandier (cfr. Osservatore Triestino, 10 genn. 1843; Indicazioni per rico
noscere le cose storiche del Litorale, 1856; Le istorie di Trieste, ms. pubblicato in AT
1919, p. 65) e si ritrova in tutta la storiografia locale dell'800 e dei primi decenni
del '900 (bilancio e bibliografia in Gärtner 1928, p. 5; Sticotti 1929, p. 85-87; Sti
cotti 1938, p. 38-39; Mirabella 1975, p. 419-420 e ntt. 1-3 [= Scritti di archeologia,
p. 87-88, ntt. 1-3]; ma si veda anche Cagiano 1941, p. 35. Esprimevano dubbi
sull'identificazione con un tempio già Forlati Tamaro 1932, p. 327; Forlati 1933,
p. 391.
MEFRA - 100 - 1, p. 63-85. CLAUDIO ZACCARIA 64
onore del giovane senatore Fabio Severo, che recava sul lato lungo il
decreto in cui si stabiliva, tra l'altro, «statuant ei auratam equestrem pr
imo quoque tempore in celeberrima fori nostri parte poni», avevano fatto
nascere l'ipotesi, divenuta tradizionale, che esso andasse ricercato su quel
terrazzo, di parecchio più basso dell'area capitolina2.
I lavori iniziati nel 1929 per sgomberare e livellare il terreno agricolo
che ancora si appoggiava al bastione veneziano del Castello di San Giusto
(allo scopo di creare uno spiazzo scenografico adatto all'erezione del
monumento ai volontari giuliani caduti nella Guerra 1915-18) portarono
alla scoperta, nell'area antistante la cattedrale, di una platea artificiale
romana, ottenuta con terrapieni muniti di contrafforti, e, a Nord-Est di
essa, dei resti di quella che fu ben presto riconosciuta come la basilica
civile3. Solo con gli scavi dell'estate 1933 furono, però, messe completa
mente in luce le vestigia di quello che, fino alla riscoperta del teatro avve
nuta pochi anni dopo, era «il più grande edificio romano di Trieste»4, che
si apriva ad Ovest, con più porte di ingresso, su una platea lastricata in
calcare di Aurisina5. Il rinvenimento nello scavo della basilica dei fram
menti di altre tre basi di statue onorarie con la carriera, purtroppo
incompleta, del cavaliere tergestino Q. Baienus Blassianus (che venivano
ad aggiungersi a quella già nota da ritrovamenti antichi) fece formulare
allo Sticotti l'ipotesi, in seguito largemente accolta e presentata ancora
recentemente come documentata certezza in lavori di sintesi anche di lar
ga divulgazione6, che a questo personaggio, che, in base alla documentaz
ione fino ad allora disponibile, si datava al tempo di Traiano (il che sem-
2 II suggerimento risale a P. Kandler, Le istorie, cit., p. 62; cfr. ancora Sticotti
1929, p. 86-87. Per il ritrovamento della base di Fabio Severo (CIL V 525; /. /.
X,4,31) cfr. Scrinari 1951, p. 61-62; Lettich 1973, p. 27.
3 Sticotti 1931, p. 5. Data l'importanza dei ritrovamenti si contemplò anche la
possibilità di scegliere altra ubicazione al monumento ai caduti, ma si preferì, inve
ce, sospendere la ricerca archeologica : cfr. Sticotti, 1930, p. 10.
4 Così Sticotti 1934.
5 La basilica, del tipo a peristasi interna, è a pianta rettangolare allungata, a
tre navate, chiusa a Nord da una struttura sopraelevata di m 1,50 sulla sala princi
pale e suddivisa in vari ambienti, conclusa da un'abside semicircolare (probabile
sede del tribunal), e a Sud da un'altra abside inserita entro la pianta rettangolare
(interpretata per lo più come sede della curia): cfr. Sticotti 1934; Scrinari 1951,
p. 70-72; Forlati Tamaro 1969; Mansuelli 1971, p. 141-142; Saletti 1976, p. 142-
144; Strazzulla 1981, p. 268-269; Mirabella 1982, p. 154; Sanesi 1986, p. 320-321.
6Bertacchi 1980, p. 1497; 1984, p. 154; Mirabella 1986, p. 11 e
nt. 11 (che datano il personaggio ancora all'età traianea); Sanesi 1986, p. 312 (che
lo data nell'età di Antonino Pio). PROBLEMI EPIGRAFICI DEL FORO DI TRIESTE 65
brava accordarsi assai bene con il fatto che quella tergestina riprendeva il
modello della basilica Ulpia), si dovesse attribuire la costruzione dell'edi
ficio7.
Nonostante la scoperta della basilica lo Sticotti, probabilmente a cau
sa della particolare conformazione topografica del colle e per l'assenza di
altri edifici, preferì non identificare l'annessa piazza lastricata, che deno
minò genericamente «platea capitolina» (lasciando così aperto il proble
ma della sua antica sistemazione monumentale) con il foro della colonia e
ripropose l'idea tradizionale (che riceveva forza dal confronto col foro di
Pola) che il foro fosse ubicato ai piedi del Campidoglio8, anche se qualche
dubbio suggeriva il fatto che sulla sommità del colle erano state rinvenute
numerose basi di statue onorarie, di imperatori, di membri della casa
imperiale, di patroni e di cittadini benemeriti9.
Nulla di nuovo sulla datazione e sul costruttore della basilica, sull'i
nterpretaziune dell'edificio sotto San Giusto, ο più in generale sulla sist
emazione dell'area forense si riscontra nella letteratura fino all'inizio degli
anni '50, quando, con la pubblicazione della monografia della Scrinari su
Tergeste, iniziò l'opera di revisione delle ipotesi tradizionali 10.
Data la necessità, per la mancanza di un'opera di riferimento globale
per tutte le questioni affrontate, di richiamarsi a contributi slegati, spesso
ripetitivi e contradditori, limitati per lo più a singoli aspetti della ricerca,
visti al di fuori di un contesto più generale, e soprattutto di inserire nel
dibattito, in genere ancorato alle evidenze locali, acquisizioni documentar
ie determinanti per la revisione del quadro tradizionale, prima di avan-
7 Sticotti 1934, p. 201 ; Sticotti 1938, p. 41.
8p. 199; p. 41.
9 Si vedano le riserve di Degrassi 1930, p. 448 e 1934, p. 271.
I monumenti sono i seguenti : /. /. X,4, 23 (Julia Augusta : si tratta di Livia tra il
14 ed il 29 d.C. ο di Mia, figlia di Tito, tra il 79 e il 90 d.C); /. /. X,4, 26 (l'impera
tore M. Aemilius Aemilianus e la moglie Supera); I. I. X,4, 27 (Constantino); /. /.
X,4, 30 (C Calpetanus Rantius Quirinalis Valerius Festus, senatore di età domizia-
nea, onorato dalla plebs urbana) ; /. /. X,4, 3 1 (L. Fabius Severus, quaestor urbanus
sotto Antonino Pio); /. /. X,4, 37-40 e 27 (Q. Baienus Blassianus, cavaliere del II
secolo d.C); /. /. X,4,59 (L. Varius Papirius Papirianus, magistrato municipale e
praefectus fabrum Romae et Tergeste, onorato dal collegium fabrum dopo il 138
d.C.) e /. /. X,4,55 (suo figlio, di cui sono perduti gli elementi onomastici ed il cur
sus, insignito di decorazioni militari ob bell

  • Univers Univers
  • Ebooks Ebooks
  • Livres audio Livres audio
  • Presse Presse
  • Podcasts Podcasts
  • BD BD
  • Documents Documents