Relazioni irpine dei Seppii di ordine senatorio e un epigrafe eclanense per i mani di Gaio Cesare - article ; n°1 ; vol.109, pg 7-20
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Relazioni irpine dei Seppii di ordine senatorio e un'epigrafe eclanense per i mani di Gaio Cesare - article ; n°1 ; vol.109, pg 7-20

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1997 - Volume 109 - Numéro 1 - Pages 7-20
Marina Silvestrini, Relazioni irpine dei Seppii di ordine senatorio e un'epigrafe eclanense per i mani di Gaio Cesare, p. 7-20. In questo contributo vengono presentate tre nuove iscrizioni rinvenute in Irpinia : due provengono dall'ager Beneventanus (rispettivamente da Montecalvo Irpino e Masseria S. Eleuterio) e costituiscono due nuove attestazioni del gentilizio Seppius. Di particolare interesse la prima (età triumvirale / protoaugustea) che documenta in 0. Seppius Q. f. Rufus, da accostare al senatore venosino, di età traianea : [.] Satrius Q. f. Hor. Sep[pius Ru]fus. Essa permette di istituire un legame tra i Seppii irpini e i Seppii venosini. La terza iscrizione, rinvenuta nei pressi di Aequum Tuticum (Masseria S. Eleuterio), è un'ara, posta dai cittadini di Aeclanum per i mani di Gaio Cesare. Fu verosimilmente collocata in occasione del passaggio del corteo funebre di Gaio, che mon in Licia nel 4 d.C.
14 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1997
Nombre de lectures 28
Langue Italiano
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Extrait

Marina Silvestrini
Relazioni irpine dei Seppii di ordine senatorio e un'epigrafe
eclanense per i mani di Gaio Cesare
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 109, N°1. 1997. pp. 7-20.
Riassunto
Marina Silvestrini, Relazioni irpine dei Seppii di ordine senatorio e un'epigrafe eclanense per i mani di Gaio Cesare, p. 7-20.
In questo contributo vengono presentate tre nuove iscrizioni rinvenute in Irpinia : due provengono dall'ager Beneventanus
(rispettivamente da Montecalvo Irpino e Masseria S. Eleuterio) e costituiscono due nuove attestazioni del gentilizio Seppius. Di
particolare interesse la prima (età triumvirale / protoaugustea) che documenta in Q. Seppius Q. f. Rufus, da accostare al senatore
venosino, di età traianea : [.] Satrius Q. f. Hor. Sep[pius Ru]fus. Essa permette di istituire un legame tra i Seppii irpini e i Seppii
venosini.
La terza iscrizione, rinvenuta nei pressi di Aequum Tuticum (Masseria S. Eleuterio), è un'ara, posta dai cittadini di Aeclanum per i
mani di Gaio Cesare. Fu verosimilmente collocata in occasione del passaggio del corteo funebre di Gaio, che morì in Licia nel 4
d.C.
Citer ce document / Cite this document :
Silvestrini Marina. Relazioni irpine dei Seppii di ordine senatorio e un'epigrafe eclanense per i mani di Gaio Cesare. In:
Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 109, N°1. 1997. pp. 7-20.
doi : 10.3406/mefr.1997.1974
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1997_num_109_1_1974RECHERCHES ÉPIGRAPHIQUES
MARINA SILVESTRINI
RELAZIONI IRPINE DEI SEPPII DI ORDINE
SENATORIO E UN'EPIGRAFE ECLANENSE
PER I MANI DI GAIO CESARE
I. Conosciamo due senatori nella cui onomastica compare il gentilizio
Seppius : Q. Seppius Celer M. Tillius Sassius Candidus, noto da due iscrizio
ni rinvenute a Kourion, nell'isola di Cipro (AE 1975, 821 e 837), fu procons
ole di questa isola assai verosimilmente nel 113/1141 : egli era parente dei
Tittii Sassii - come mostra il polionimo - famiglia di rango senatorio alme
no in età neroniana e flavia, la cui origine è attribuita a Histonium ο forse
meglio a Larìnum2. Q. Seppius Celer è stato considerato originario di Venu-
sia, non senza qualche dubbio, sulla base di indizi convergenti3 : la presen
za in questa località di un certo numero di iscrizioni dove compare il genti
lizio Seppius, nome di origine osca, generalmente piuttosto raro che mos
tra un certo addensamento appunto a Venusta e in Irpinia : sette epigrafi
diverse documentano i Seppii a Venosa nella più recente ricognizione, pre
valentemente databili al II-III d.C, nell'ambito di questa documentazione
anche un Q. Seppius (AE 1975, 228) e la significativa presenza di un nomen-
clator di un Rufus (AE 1981, 260), restituito dall'unica epigrafe da-
1 L'edizione delle epigrafi si deve a T. B. Mitford, Opusc. Arch., VI, 1950, p. 68,
n. 37 = AE 1953, 175 = T. B. Mitford, The Inscriptions of Kourion, Philadelphia, 1971,
p. 162, η. 87 (= AE 1975, 821) e p. 215, η. Ill (= AE 1975, 837). Il nome del personagg
io, edito come : Q. Seppius Celer M. Titius Sassius Candidus, è stato poi corretto (Ti-
tius in Tillius), su indicazione di E. Birley, a partire dal confronto con il senatore di
età neroniana e flavia G Tillius Sassius, cf. W. Eck, RE, Suppl. XIV, 1974, n. la,
cc. 659-660; B. E. Thomasson, Laterculi praesidum, Göteborg, I, 1984, ce. 297-298,
η. 20, che tuttavia non recepisce la correzione.
2 Cf. J. Scheid, Les Frères Arvales. Recrutement et origine sociale sous les emper
eurs julio-claudiens , Parigi-Roma, 1975, n. 50, p. 265-266; G. Camodeca, Ascesa al
senato e rapporti con i tenitori d'origine. Italia : regio I (Campania, esclusa la zona di
Capua e Cales), II (Apulia et Calabria), IH (Lucania et Bruttii), in Epigrafia e Ordine
senatorio, II, Roma, 1982, p. 145, anche per la precedente bibliografia.
3 Cf. Camodeca, op. cit. alla nota precedente, p. 147, dove tuttavia non esclude
in subordine un'origine beneventana, che poi tralascia in Storia del Mezzogiorno, voi.
I, tomo II : L'età romana, Napoli, 1991, p. 76.
MEFRA - 109 - 1997 - 1, p. 7-20. ö MARINA SILVESTRINI
tabile al I sec. d.C.4. Altra traccia significativa la presumibile parentela dei
Seppii con il senatore di Venosa di età traianea [.] Satrius Q.f. Hor(atia)
Sep[pius Rutfus, il secondo senatore nella cui onomastica figura il gentili
zio Seppius, noto da un'epigrafe rinvenuta nella lucana Potentia, città di cui
fu patrono (CIL X 135 = ILS 2719); la sua origine è mostrata con tutta ev
idenza dalla tribù Horatia. Come è stato rilevato, egli è verosimilmente un
[.] Seppius Q.f. Rufus adottato da un Satrius di Venosa e va considerato d
iscendente del C. Seppius Rufus, idiologus in Egitto nel 14-16 d.C.5.
Per inquadrare le nuove attestazioni conviene anche tracciare alcune
linee del profilo dei Seppii irpini : dei 13 testi editi in CIL, dove compare
questo nome, nove provengono dall'Irpinia con una particolare densità a
Benevento e in quell'area che Mommsen prudentemente definiva ager inter
Compsam Abellinum Aeclanum6, tuttavia senza escludere la possibilità che
Frigento, che ha restituito iscrizioni numerose e significative sotto il profi
lo istituzionale (CIL IX, 1049-1052, 1048 = ILS 5879), fosse sede di un munic
ipio, evidentemente duovirale, i cui cittadini fossero iscritti nella tribù Ga
lena (CIL IX, p. 91-92)7. Ma al di là della densità numerica delle attestazio-
4 Documentazione venosina : AE 1975, 228-229; AE 1981, 260; AE 1984, 255 =
M. Chelotti, Letture e riletture epigrafiche nella regio II, in ZPE, 103, 1994, n. 2, p. 160-
161; G. Pinto, Giacomo Cenna e la sua cronaca venosina, ms. del sec. XVII della Bibl.
naz. di Napoli, Trani, 1902, p. 391 e cf. p. 394; cf. inoltre CIL EX 432 : [Seppius sena
tore?, (in proposito vd. Camodeca, loc. cit. alla nota precedente) : la più recente r
icognizione si deve a M. Chelotti, Proprietarì e patroni tra Canosa e Venosa, in L'epi
grafìa del villaggio, a cura di A. Calbi, A. Donati, G. Poma, Faenza, 1993, p. 448-455,
cui rinvio anche per una più articolata analisi della documentazione e le precedenti
edizioni. L'epigrafe che menziona il nomenclator è ripresa da J. Kolendo, Nomencla-
tor, Faenza, 1989, p. 52-53, n. 26, e p. 29-32 per il rilievo sociale dei padroni / patroni
di nomenclatures.
5 Cf. Camodeca, loc. cit. alla nota 3, cui si deve l'integrazione di CIL X 135; sul
personaggio W. Eck, RE, Suppi, XIV, 1974, n. 4a, e. 656; per C. Seppius Rufus, idio
logus, cf. H. -G. Pflaum, Les carrières procuratorienn.es équestres sous le Haut-Empire
romain, III, Parigi, 1961, p. 1084 e Supplément, Parigi, 1982, p. 135.
6 Attestazioni irpine : Benevento e agro beneventano : CIL IX 1634, 1960, 1418,
2105 = ILS 8142; Frigento - Rocca San Felice : CIL IX 1014, 1049, 1064; altre attesta
zioni irpine : CIL IX, 995 rinvenuta a Nusco e CIL IX 1455, 3, 4, 6, cf. 3, 1 (= ILS
6509 : Tabula alimentaria dei Ligures Baebiani). I rinvenimenti successivi non hanno
interessato l'Irpinia, ma prevalentemente l'Apulia, vd. sopra, nota 4 per Venusta, da
aggiungere AE 1983, 253 (Luceria), AE 1966, 104 = AE 1983, 286 (Oria).
7 La documentazione significativa ai fini dell'esistenza in quest'area di una res
publica autonoma si è arricchita con altre due epigrafi che menzionano Ilviri : Not-
Scav, 1925, p. 96 : L. Pomponius Cf. Gai. Rufus da Rocca San Felice della prima met
à del I sec. d.C. e Q. Pontius Q. f. Gai Quadratus da Frigento, datato tra I e II sec.
d.C, di cui da notizia G. Camodeca, Istituzioni e società, in Storia illustrata di Avelli-
no e dell'Irpinia, a cura di G. Pescatori Colucci, E. Cuozzo, F. Barra, Pratola Serra RELAZIONI IRPINE DEI SEPPII 9
ni dei Seppii, che può avere un valore relativo, alcuni testi irpini mostrano
il rilievo della famiglia in ambito locale tra I a.C. e I d.C. : CIL IX 1049, rin
venuta a Frigento, documenta un C. Seppius Cf. Gai Curva, Hvir i(ure) di-
(cundo)*; CIL IX 1634, epigrafe beneventana, attesta una Seppia N.f. impar
entata con un IlIIvir aedilis, da datare dunque in età precedente alla colo
nia triunvirale; infine CIL IX 1418, ritrovata ad Ariano Irpino, centro
prossimo al sito di Aequum Tuticum, è dedicata al Genio della colonia be
neventana da una libertà di un C. Seppius.
Consideriamo ora due nuove attestazioni del gentilizio, provenienti en
trambe con ogni verosimiglianza dall'ager Beneventanus : l'una precisa
mente da Äequum Tuticum (Masseria S. Eleuterio), vicus la cui pertinenza
alla pertica della colonia di Benevento è fuori discussione (cf. CIL IX 1418,
1419 = ILS 6489) 9 e l'altra, la più significativa, dall'agro di Montecalvo Irpi
no, paese sulla sinistra del fiume Miscano, in direzione di Benevento, di
stante una decina di chilometri da Aequum Tuticum10.
1) Lastra pertinente ad un monumento funerario, da decenni murata
in un abbeveratorio di campagna a Piano di Pratola, agro di Montecalvo Ir
pino11. La lastra è priva dell'angolo superiore destro, con parziale danneg-
(AV), 1996, p. 190

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