Rilievi vulcenti dell orientalizzante recente - article ; n°1 ; vol.100, pg 245-282
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1988 - Volume 100 - Numéro 1 - Pages 245-282
Stefano Bruni, Rilievi vulcenti dell'orientalizzante recente, p. 245-282. Nel quadro della scultura a rilievo dell'Etruria méridionale di età tardo-orientalizzante un aspetto di rilievo è quello di alcuni monumenti vulcenti che presentano caratteristiche affatto peculiari. Si tratta di un gruppo di monumenti assai ristretto ma eterogeneo dal punto di vista tipologico, che mostrano analogie e somiglianze con manifestazioni artistico-artigianali di altri centri, e di Tarquinia in particolare. La loro problematica risulta cosi un aspetto particolare di un fenomeno di ben più vaste proporzioni, di cui il caso della ceramica etrusco-corinzia costituisce per il momento quello più compiutamente delineato e che i monumenti presi in esame, proprio per la loro monumentalità e il loro impegno, possono contribuire a definire. (v. rétro) In appendice vengono poi presentati alcuni dati di archivio relativi ad uno dei monumenti esaminati, che forniscono nuovi elementi da un lato per la storia del Museo archeologico di Firenze e dall'altro per gli ultimi esiti della Raccolta Campanari di Tuscania.
Stefano BRUNI Rilievi vulcenti orientalizzante recente 245-282 Nel quadro della scultura rilievo Etruria meridionale di età tar- do-orientalizzante un aspetto di rilievo quello di alcuni monumenti vul centi che presentano caratteristiche affatto peculiari Si tratta di un gruppo di monumenti assai ristretto ma eterogeneo dal punto di vista tipologico che mostrano analogie somiglianze con manifestazioni arti- stico-artigianali di altri centri di Tarquinia in particolare La loro pro blematica risulta cos un aspetto particolare di un fenomeno di ben più vaste proporzioni di cui il caso della ceramica etrusco-corinzia costitui sce per il momento quello più compiutamente delineato che monu menti presi in esame proprio per la loro monumentalita il loro impe gno possono contribuire definire retro
38 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1988
Nombre de lectures 40
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 2 Mo

Extrait

Stefano Bruni
Rilievi vulcenti dell'orientalizzante recente
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 100, N°1. 1988. pp. 245-282.
Riassunto
Stefano Bruni, Rilievi vulcenti dell'orientalizzante recente, p. 245-282.
Nel quadro della scultura a rilievo dell'Etruria méridionale di età tardo-orientalizzante un aspetto di rilievo è quello di alcuni
monumenti vulcenti che presentano caratteristiche affatto peculiari. Si tratta di un gruppo di monumenti assai ristretto ma
eterogeneo dal punto di vista tipologico, che mostrano analogie e somiglianze con manifestazioni artistico-artigianali di altri centri,
e di Tarquinia in particolare. La loro problematica risulta cosi un aspetto particolare di un fenomeno di ben più vaste proporzioni,
di cui il caso della ceramica etrusco-corinzia costituisce per il momento quello più compiutamente delineato e che i monumenti
presi in esame, proprio per la loro monumentalità e il loro impegno, possono contribuire a definire.
(v. retro) In appendice vengono poi presentati alcuni dati di archivio relativi ad uno dei monumenti esaminati, che forniscono
nuovi elementi da un lato per la storia del Museo archeologico di Firenze e dall'altro per gli ultimi esiti della Raccolta Campanari
di Tuscania.
Citer ce document / Cite this document :
Bruni Stefano. Rilievi vulcenti dell'orientalizzante recente. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 100, N°1.
1988. pp. 245-282.
doi : 10.3406/mefr.1988.1590
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1988_num_100_1_1590ÉTRURIE ET SARDAIGNE AVANT ROME
STEFANO BRUNI
RILIEVI VULCENTI
DELL'ORIENTALIZZANTE RECENTE *
L'importanza di Vulci quale centro di una precoce tradizione sculto
rea non è sfuggito agli studiosi; tuttavia se per quanto riguarda la scultu
ra monumentale a tutto tondo il progredire degli studi ha portato alla
definizione non solo delle caratteristiche generali ma anche delle singole
scuole, un ristretto gruppo di rilievi, per quanto alcuni di essi riprodotti
più volte, non è stato ancora oggetto di uno studio specifico.
Si tratta di una serie di grosse lastre di nenfro di forma grosso modo
rettangolare, scolpite a bassorilevo su una delle due facce maggiori, che
presentano come carattere distintivo, ancor più che il repertorio della
decorazione, due serie parallele di incavi a forte rilievo, caratteristica che
avvicina i monumenti in esame alla serie dei cosiddetti lastroni a scala di
* La presente ricerca non avrebbe potuto svolgersi senza la liberalità della
prof.ssa Paola Pelagatti, soprintendente per l'Etruria meridionale e del prof. Fran
cesco Nicosia, soprintendente archeologo della Toscana, che mi hanno permesso di
studiare i monumenti rispettivamente dell'Antiquarium di Vulci e del Museo ar
cheologico di Firenze e di riprodurli in questa sede. Un grazie particolare alla
dott.ssa A. M. Sgubini Moretti per la cortesia con cui ha agevolato questo lavoro,
segnalandomi il cippo della Coli. Castiglione Bocci e, tra i suoi collaboratori, al sig.
F. Livi. Ringrazio inoltre il sig. T. Bocci per avermi concesso di studiare e pubbli
care il cippo n. 7 e il dott. J. Frei per la sollecitudine con cui è venuto incontro alle
mie richieste.
Infine, ma non ultimi, un ringraziamento va al prof. Camporeale, al prof. G.
Colonna, al dott. A. Maggiani, al dott. M. Michelucci e alla dott.ssa A. Romualdi
che hanno cortesemente acconsentito a rileggere il manoscritto, fornendo utili sug
gerimenti e incoraggiandomi a proseguire nella ricerca.
Le fotografie dei pezzi sono della Soprintendenza archeologica per l'Etruria
meridionale (n. 3, 5, 6), della Soprintendenza archeologica della Toscana (n. 7),
dell'Istituto archeologico germanico, Roma (n. 2, 9), dell'autore (n. 4, 8). Quelle dei
n. 10 e 11 sono tratte da The J. P. Getty Museum Journal, 5, 1977.
I disegni, sono di D. Tami, da originali dell'autore.
MEFRA - 100 - 1988 - 1, p. 245-282. STEFANO BRUNI 246
Tarquinia, da cui comunque, come vedremo, questi di Vulci si differen
ziano in maniera abbastanza evidente.
La serie è composta da un numero limitato di pezzi. Trattandosi nella
maggior parte dei casi, di manufatti inediti ο sostanzialmente tali, si è
ritenuto opportuno affrontare preliminarmente lo studio analitico dei
monumenti, cercando di definirne le caratteristiche stilistiche e la cronol
ogia.
1 - Non rintracciato, da Vulci, necropoli del Ponte alla Badia, tomba
XL Vili scavi Gsell (fig. 1).
h. cm 100; lungh. cm 81 ; spessore cm 10
La lastra presenta due serie verticali parallele di quattro incavi.
Bibl. : S. Gsell, Fouilles dans la nécropole de Vulci, Parigi, 1891, p. 106 sg.,
fig. 40; A. Hus, Vulci étrusque et étrusco-romaine, Parigi, 1971, fig. 11,2.
Il rilievo, noto unicamente attraverso il disegno dello Gsell, è stato
rinvenuto nel vestibolo di una tomba a cassone del tipo più semplice a
Fig. 1 - Rilievo n. 1 (da S. Gsell, Fouilles dans la nécropole de Vulci, Parigi, 1891). RILIEVI VULCENTI DELL'ORIENTALIZZANTE RECENTE 247
camera unica1, di cui il lastrone doveva costituire la chiusura. La tomba
risultò al momento della scoperta già violata; comunque furono recuper
ati, sia nel vestibolo che nella camera, numerosi reperti ceramici2. Sulla
base dell'elenco dello Gsell, la tomba sembra inquadrarsi tra la fine del
VII e il primo trentennio del VI secolo a.C. : del corredo fanno parte alcu
ni vasi di bucchero con decorazione a ventaglietto, olpai etrusco-corinzie,
un aryballos corinzio della classe dei cosiddetti «quatrefoils»3 e, tra gli
oggetti più recenti, un frammento di calice di bucchero con decorazione a
cilindretto4.
Il rilievo è praticamente identico ad alcuni lastroni conservati nei
magazzini del Museo di Tarquinia, la cui provenienza dalle necropoli di
questa città è sicura, anche se non fondata su alcun rendiconto di sca
vo5.
Rilievi dello stesso tipo, malauguratamente non pervenutici, sono
comunque noti da Vulci. Una breve notizia di altri due lastroni presumi
bilmente analoghi a quello pubblicato dallo Gsell è nel «Rapporto ο descri
zione della Coccumella, Coccumelletta ed altre cose della Necropoli Vulcen-
te scavate da Francesco Marcelliani» conservato nell'archivio della Soprin
tendenza archeologica della Toscana6, dove, a pag. 6 del manoscritto, a
1 S. Gsell, Fouilles dans la nécropole de Vulci, Parigi, 1891, p. 106 sg. Sulla tom
ba cfr. anche F. Prayon, Frühetruskische Grab- und Hausarchitektur, Heidelberg,
1975, p. 70 sg.
Sulle tombe a cassone cfr. G. Knapp, Osservazioni generali su i monumenti
sepolcrali di Vulcia e su altri della medesima specie, in Ann. Inst., IV, 1832,
p. 280sg.; W. Helbig, Scavi di Vulci, in Bull. Inst., 1884, p. 161 sg. e, da ultimo, A.
Hus, Vulci étrusque et étrusco-romaine, Parigi, 1971, p. 37 sg.
2S. Gsell, op. cit., 1891, p. 107 sg.
3 Sulla classe, da ultima, M. Martelli, CVA, Italia LII, Gela 1, commento alla
tav. 38 (con bibl.).
4 II motivo non è altrimenti noto, comunque è probabile che si tratti di un cali
ce della serie tarquiniese dove sono infatti noti motivi analoghi, cfr. G. Camporeale,
Buccheri a cilindretto di fabbrica tarquiniese, in St. Etr., XL, 1972, p. 134 sg.
5 S. Bruni, / lastroni a scala. Materiali del Museo archeologico nazionale di Tar
quinia, IX, Roma, 1986, p. 13 n. 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, tavv. I/IL
Sulla classe si veda M. Pallottino, Tarquinia, in Mon. Ant. Line, XXXVI, 1937,
e. 199 sg.; S. Bruni, op. cit., 1986 (con bibl. prec). Cfr. anche S. Bruni Materiali
tarquiniesi del Museo archeologico di Firenze : i lastroni a scala, in Studi e materiali
d'archeologia e numismatica (d'ora in poi St. Mat. AN), VI, η. s. 2 (in corso di stamp
a); Idem, Un nuovo rilievo tarquiniese con suicidio di Aiace, in Athenaeum, LXIV,
1986, p. 486 sg. ; Idem, Le botteghe dei lastroni a scala, in Gli Etruschi di Tarquinia,
cat. mostra Milano 1986, p. 273 sg.
6 Pos. A 6 anno 1984, non protocollata. La relazione è, a quanto mi consta, ine
dita. STEFANO BRUNI 248
proposito della Coccumella si legge : « La porta che conduceva alla prima
stanza era di nenfro lavorato a scalpello con rilievi a scacchi, ma ridotta
in pezzi; l'altra porta era dello stesso nenfro con rilievi quasi consimili,
ma ugualmente rotta».
Si può persuasivamente supporre che un frammento di quest'ultima
«porta» sia da riconoscere in un disegno del Valadier recentemente pub
blicato da M. Bonamici7, che ne ha correttamente riconosciuta l'apparte
nenza ad un lastrone del tipo a scala. Se l'identificazione risponde a veri
tà, questo rilievo si differenzia dal n. 1 per avere la decorazione formata
da motivi romboidali concentrici, che, come ha già ricordato la Bonamici,
trova generici confronti in un esemplare tarquiniese8 e nella decorazione
dei soffitti a cassettone di tomba vulcenti riferibili al tipo Β e D della tipo
logia elaborata dal Prayon9; osservazione questa che se da un lato può
fornire qualche aggancio cronologico, dall'altro contribuisce a chiarire
un

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