Sul consolidarsi del cognome nell età repubblicana al di fuori della classe senatoria e dei liberti - article ; n°1 ; vol.143, pg 153-187
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Sul consolidarsi del cognome nell'età repubblicana al di fuori della classe senatoria e dei liberti - article ; n°1 ; vol.143, pg 153-187

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Publications de l'École française de Rome - Année 1991 - Volume 143 - Numéro 1 - Pages 153-187
Il cognome penetra nella nomenclatura della plebe romana soltanto all'inizio dell'età imperiale, ma ingenui muniti del cognome cominciano ad apparire già verso la metà del II secolo, forse anche un poco prima. Tuttavia si tratta di casi eccezionali; la moda di scegliersi un cognome si diffuse molto lentamente tra la plebe romana. Poiché non era tuttavia proibito da alcun decreto di portare dei cognomi, allora la gente normale poteva eccezionalmente dare cognomi ai suoi figli, imitando così costumi onomastici dell'aristocrazia romana.
Anche l'aristocrazia municipale poteva portare dei cognomi molto presto. Esempio lampante ne è Praeneste, e quel che è interessante, c'è un contrasto stridente nell'uso del cognome tra l'aristocrazia della città
(v. retro) libera e la plebe comune della città che portava dei cognomi in misura molto minore; ma anche la nuova classe dirigente della colonia portava solo raramente cognomi. Altri esempi particolarmente trattati nel contributo sono Capua, Pompei e Delo.
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Publié le 01 janvier 1991
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Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 2 Mo

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Heikki Solin
Sul consolidarsi del cognome nell'età repubblicana al di fuori
della classe senatoria e dei liberti
In: Epigrafia. Actes du colloque international d'épigraphie latine en mémoire de Attilio Degrassi pour le centenaire de
sa naissance. Actes de colloque de Rome (27-28 mai 1988). Rome : École Française de Rome, 1991. pp. 153-187.
(Publications de l'École française de Rome, 143)
Riassunto
Il cognome penetra nella nomenclatura della plebe romana soltanto all'inizio dell'età imperiale, ma ingenui muniti del cognome
cominciano ad apparire già verso la metà del II secolo, forse anche un poco prima. Tuttavia si tratta di casi eccezionali; la moda
di scegliersi un cognome si diffuse molto lentamente tra la plebe romana. Poiché non era tuttavia proibito da alcun decreto di
portare dei cognomi, allora la gente normale poteva eccezionalmente dare cognomi ai suoi figli, imitando così costumi onomastici
dell'aristocrazia romana.
Anche l'aristocrazia municipale poteva portare dei cognomi molto presto. Esempio lampante ne è Praeneste, e quel che è
interessante, c'è un contrasto stridente nell'uso del cognome tra l'aristocrazia della città
(v. retro) libera e la plebe comune della città che portava dei cognomi in misura molto minore; ma anche la nuova classe dirigente
della colonia portava solo raramente cognomi. Altri esempi particolarmente trattati nel contributo sono Capua, Pompei e Delo.
Citer ce document / Cite this document :
Solin Heikki. Sul consolidarsi del cognome nell'età repubblicana al di fuori della classe senatoria e dei liberti. In: Epigrafia. Actes
du colloque international d'épigraphie latine en mémoire de Attilio Degrassi pour le centenaire de sa naissance. Actes de
colloque de Rome (27-28 mai 1988). Rome : École Française de Rome, 1991. pp. 153-187. (Publications de l'École française
de Rome, 143)
http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1991_act_143_1_4099HEIKKI SOLIN
SUL CONSOLIDARSI DEL COGNOME NELL'ETÀ
REPUBBLICANA AL DI FUORI
DELLA CLASSE SENATORIA E DEI LIBERTI *
II cognome è l'ultima delle componenti del nome romano. Caratter
istica principale di questo viene normalmente considerata la forte dif
ferenza sociale che si registra nel suo uso, in stridente contrasto con il
gentilizio, in quanto il cognome fu per lungo tempo privilegio dell'ar
istocrazia romana e si diffuse soltanto molto più tardi nella grande mas
sa della popolazione ingenua, per di più in una funzione totalmente dif
ferente, in quanto i cognomi della plebe romana furono, appena entrati
nell'uso, quasi esclusivamente nomi personali, mentre i cognomi
dell'aristocrazia divennero presto ereditari. In questo contributo non è
nostra intenzione fare la storia della fase più antica del cognome roma
no e tentare una spiegazione della sua genesi. La nascita del cognome
sembra - almeno dal punto di vista morfologico - un fenomeno interno
romano, tanto diverso è per es. dal cognome etrusco; in ogni caso
ì'usus etrusco non sembra abbia influenzato notevolmente la formazio
ne del cognome latino. Non conosciamo ancora molto bene, in quali
circostanze i cognomi vennero in uso a Roma e quali furono le forze
motrici nella loro genesi. Tuttavia sembra che gli alti funzionari dello
stato romano abbiano portato spesso sin dall'inizio della repubblica dei
cognomi, e una buona parte dei più antichi cognomi tramandati per il
patriziato romano rappresenterà patrimonio onomastico autentico1. In
* Ringrazio gli amici Silvio Panciera e Filippo Coarelli per la discussione nel collo
quio e per utili riferimenti. L'amico Panciera si è inoltre preso l'onere di correggere il
mio italiano. Anche Olii Salomies ha letto il dattiloscritto.
1 Tratterò brevemente di questo problema nel libro Beiträge zur Namengebung des
römischen Senatorenstandes, in corso di stampa. Poco fruttuose e molto schematiche 154 HEIKKI SOLIN
documenti contemporanei, il cognome comincia ad apparire circa due
secoli dopo la fondazione della Repubblica, se il sarcofago di P. Cornel
ius Scapula deve essere datato,come sembra, alla fine del IV secolo
{CIL, I2 2835)2. Pressappoco coeve sono le testimonianze più antiche del
sepolcro degli Scipioni (in realtà, si deve dire che l'iscrizione più antica,
CIL, I2 6, appartiene a L. Cornelius Cn.f. Scipio che era console nel 298
a.C, perciò nato intorno al 340 a.C, e sembra ovvio che abbia portato il
cognome Scipio fin dalla nascita, in quanto ereditario, come dimostra il
secondo cognome Barbatus, ricordato nel suo elogio)3. In questa sede
tratteremo dei costumi onomastici della plebe romana e della popola
zione delle città dell'Italia repubblicana (inclusa l'isola di Delo, per il
grande interesse onomastico del materiale delio). Poiché - come già
detto - il carattere dei cognomi della plebe quali cognomi individuali è
totalmente diverso da quello dei cognomi del patriziato, il loro uso era
condizionato da fattori ben diversi : ora vediamo per la prima volta
come i cognomi, quali nomi individuali e non ereditari, si comportano
nel sistema onomastico e nelle tradizioni onomastiche di famiglie di
gente normale. Dal quadro seguente vengono esclusi anche i liberti,
perché l'adozione del cognome da parte loro è in grandi linee chiara e
non è il caso che si ritratti il problema in questa sede4, anche se alcuni
sono le osservazioni di G. Franciosi, Storia di 'gentes' e storia di famiglie. Una messa a
punto storico-cronologica, in Ricerche sulla organizzazione gentilizia romana, a cura di G.
Franciosi, II, Napoli, 1988, p. 3-24, spec. 17-20, il quale cerca di dimostrare che i cognomi
sarebbero venuti in uso anche tra il patriziato solo nel medio periodo repubblicano. Ma le
sue argomentazioni mancano di ogni sostanza.
2 Sulla datazione archeologica vedi le importanti osservazioni di F. Zevi, in Roma
medio repubblicana, Roma, 1973, p. 239-241 ; su quella storico-epigrafica Solin, Arctos, 6,
1969, p. 110-112.
3 Le iscrizioni del sepolcro degli Scipioni in CIL, I2 6-16. 2660. Nei documenti ufficiali
il cognome si consolidò assai lentamente : talvolta fu espresso, talaltra omesso. Sembra
che si sia consolidato più presto nelle iscrizioni votive ed onorarie, ma abbiamo anche il
noto miliario di Aurelius Cottas consol (CIL, I2 2877), che - anche se la sua datazione pone
gravi problemi - deve essere assai antico - opterei per il III secolo. Alcuni casi sono elen
cati da I. Kajanto, L'onomastique latine, Parigi, 1977, p. 66; si possono aggiungere ad es.
CIL, I2 2927, iscrizione onoraria a Ti. Sempronius Gracchus, proconsole della Hispania
citerior 180-178 (su questa iscrizione, che pone molti problemi a cominciare dall'autentic
ità, vedi ora R. Wiegels, Madr. Mi«., 23, 1982, p. 152-221. 518-526), e 2928 (M. Popillius
P.f. Laenates), forse della prima metà del II secolo.
4 Vedi da ultimo S. Panciera, L'onomastique latine, Parigi, 1977, p. 192 sgg. Inoltre G.
Fabre, Libertus, Roma, 1981, p. 96 sgg., e ora O. Salomies, Die römischen Vornamen, Hel
sinki, 1987, p. 230 sg. CONSOLIDARSI DEL COGNOME NELL'ETÀ REPUBBLICANA 155 SUL
dettagli richiedono ulteriori ripensamenti. Si tratta di un primo tentati
vo di raccogliere, in maniera completa, materiali dispersi : infatti non è
mai stato studiato a fondo come il cognome si consolidi nel sistema
onomastico romano nell'età repubblicana al di fuori dei ceti aristocratic
i. Nonostante buone osservazioni da parte altrui5, il seguente quadro
non sarà inoltre del tutto inutile per meglio capire il trattamento del
cognome in varie città dell'Italia repubblicana.
In questo contributo vengono considerate solo attestazioni epigrafi-
che. Le menzioni letterarie pongono gravi problemi in quanto gli autori
possono permettersi varie libertà omettendo ora questo, ora quello el
emento del nome completo. D'altra parte la documentazione letteraria
ha il suo interesse; e alle volte si possono ottenere nozioni preziose
sull'uso di un certo cognome da questa documentazione. Senza le menz
ioni dell'oratore non sapremmo per es., che già suo nonno si chiamava
Cicero, il che significa che il cognome era diventato ereditario in questa
famiglia arpinate, come a volte accadeva tra i domi nobiles. Ricordo
anche un caso interessante che si ricava dalla corrispondenza di Cice
rone : un Istumennius Mundus che Cicerone ricorda due volte, la prima
in Att. 15, 26, 5 nella forma Mundus Istumennius, come si sa ora, e la
seconda volta in Att. 15, 29, 1 solo con Mundus6. Dalle parole di Cicero
ne non si ricava l'impressione che fosse un liberto. Avremmo quindi un
ingenuo della plebe normale munito di un cognome, per giunta non
comunissimo; inoltre colpisce che Cicerone lo chiama la seconda volta
solo Mundus, come se questa fosse la sua denominazione corrente. Ho
omesso anche quei casi in cui il nome può essere considerato già a
priori non completo. Ad esempio quelli in cui il nome del patrono appar
e solo nel nome del li

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