Sulle proprietà senatorie in Campania con particolare riguardo al periodo da Augusto al III secolo - article ; n°1 ; vol.16, pg 121-137
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Cahiers du Centre Gustave Glotz - Année 2005 - Volume 16 - Numéro 1 - Pages 121-137
L’auteur reprend en considération le thème de la propriété sénatoriale en Campanie, avec une attention particulière pour la période entre Auguste et le IIIe siècle, sur la base d’un réexamen ponctuel de la documentation dont on dispose; les données sur lesquelles repose cette documentation ont été beaucoup rénovées et élargies (y compris grâce à quelques inédits). Désormais il faut considérer comme incomplets ou inadéquats les traitements les plus récents sur l’argument. S’il est vrai que la base documentaire dépend encore beaucoup du hasard des trouvailles et de la variété des types de sources disponibles cas par cas, cependant on peut déjà mettre en évidence des lignes directrices ainsi que quelques caractéristiques des différentes périodes: époques augustéenne et julio-claudienne, flavienne et antonine, sévérienne. Il est indispensable lors de l’enquête de distinguer avec soin les propriétés des sénateurs d’origine autre que locale. Le tableau général qui en ressort est bien différent et beaucoup plus articulé que ceux précédemment proposés; il est certain que de nouvelles données le préciseront et l’enrichiront encore.
L’autore riesamina il tema della proprietà senatoria in Campania, con particolare riguardo al periodo fra Augusto e il III secolo, sulla base di una puntuale riconsiderazione della documentazione disponibile, ora molto rinnovata e ampliata nei dati (compresi alcuni inediti), ritenendo incomplete e inadeguate le pur recenti trattazioni in argomento. Sebbene la base documentaria risenta ancora molto della casualità dei ritrovamenti e del diverso tipo di fonti di volta in volta utilizzabili, tuttavia si possono già evidenziare le linee di fondo, le discontinuità nonché alcuni aspetti particolari dei vari periodi del principato (età augustea e giulio-claudia, flavioantonina, severiana), tenendo sempre accuratamente distinte nell’indagine le proprietà dei senatori di origine aliena da quelli locali. Il quadro generale che ne emerge appare ben diverso e più articolato rispetto a quelli precedentemente delineati; nuovi dati potranno senza dubbio precisarlo e arricchirlo.
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Publié le 01 janvier 2005
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Langue Italiano
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G IUSEPPE C AMODECA
SULLE PROPRIETÀ SENATORIE IN CAMPANIA CON PARTICOLARE RIGUARDO AL PERIODO DA AUGUSTO AL III SECOLO
Il tema delle proprietà senatorie in Campania dall’età sillana fino al tardo impero (con relativo catalogo), sebbene già trattato in opere generali, anche recenti 1 , richiede a mio parere una riconsiderazione più puntuale, e non solo per i dati nuovi o precedentemente trascurati, che vengono a precisare e modificare il quadro d’insieme. Non è però questa la sede per svolgere com-piutamente l’argomento. In questo contributo non tratterò del periodo repubblicano, poiché sul punto rinvio ad uno mio studio in cui ridiscuto l’argomento, nel rieditare un’importante iscrizione di Nola, erroneamente relegata fra le falsae dal Mommsen ( CIL , X, 181 * ), che attesta proprietà dei C. Porcii Catones in que-sta colonia sillana grosso modo negli anni 80-50 a. C. 2 Per l’epoca del principato si forniranno invece non pochi dati nuovi o rivi-sti rispetto al recente catalogo della Andermahr e si tenterà una r icostruzione complessiva, non sembrandomi accettabile quella proposta per la Campania dalla studiosa tedesca ; ma per dettagli e più approfondite considerazioni 3 , che qui sono esclusi per ovvie ragioni di spazio, si r invia ad altro studio.
1 Per il periodo fra Augusto e la metà del III secolo, A. M. Andermahr, Totus in praediis. Senatorischer Grundbesitz in Italien in der Frühen und Hohen Kaiserz eit , Bonn, 1998 ; per l’età repubblicana I. Shatzman, Senatorial Wealth and Roman Politics , Bruxelles, 1975, spec. p. 29 ss. (cfr. tab.V a p. 457) ; per le ville sul golfo di Napoli, anche J. H. D’Arms, Romans on the Bay of Naples , Cambridge Mass., 1970 (ora rist. Bari, 2003) ; per i senatori di origine locale G. Camodeca, « Ascesa al Senato e rapporti con i territori di origine. Italia : regio I (Campania, esclusa la zona di Capua e Cales), II (Apulia et Calabria), III (Lucania et Bruttii) », in Epigrafia e ordine senato-rio 2, Roma, 1982, p. 101-163 ; poi con aggiornamenti in G. Camodeca, « I ceti dirigenti di rango senator io », in Storia del Mezzogiorno , I, 1. L’età romana , Napoli, 1991, p. 43-79, in cui l’in-dagine è estesa anche alla Campania settentrionale ; inoltre G. Camodeca, « Le élites di rango senatorio ed equestre della Campania fra Augusto e i Flavii. Considerazioni preliminari », in Les élites municipales de l’Italie péninsulaire de la mort de César à la mort de Domitien , Rome, 2000 (CEFR, 271), p. 99-119 ; sui senatori dell’Italia meridionale è ora in preparazione una nuova versione ampliata e ulteriormente aggiornata, con riesame di tutta la documentazione. 2 In questo contributo di pross. pubbl. si discuteranno anche le altre novità in argomento, poche se si tiene conto che per questo periodo la grande massa dei dati è fornita dalle fonti di tradizione letteraria (e in particolare da Cicerone). Pertanto, se non nell’interpretazione di det-taglio, il quadro generale tracciato da I. Shatzman, Senatorial Wealth cit. (a nt. 1), e i dati da lui raccolti non sono sostanzialmente m utati. 3 Pertanto anche le testimonianze sulle proprietà dei singoli senatori non saranno di regola indicate, né tanto meno discusse, fatte salve quelle nuove o di nuova interpretazione ; altrimenti si deve intendere in via generale un rinvio alle opere citate alla nt. 1.
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Infine per il tardo impero (fine III -IV secolo) mi è parso opportuno presen-tare in questa sede un paio di interessanti dati nuovi forniti da fistulae rinve-nute negli scavi di questi ultimi anni, ma restate incomprese per il punto che ci interessa 4 . 1. Importanti dati nuovi, anche sul nostro tema, sono emersi dalla mia rie-dizione in corso delle Tabulae Herculanenses e dal connesso r iesame della docu-mentazione disponibile per la ricostruzione della società ercolanese. Nel territorio della città vesuviana fra i proprietari di fondi produttivi, non semplicemente di ville marittime, si trovano anche personaggi dell’ordine senatorio, non originari della città. La loro presenza, che si mostra in più modi legata all’economia locale, ci è attestata fino agli ultimi anni prima della cata-strofe. Sono già da tempo ben noti i casi della grandiosa Villa dei Papiri, vero-similmente appartenuta ai Calpurnii Pisones 5 , e delle proprietà in zona desu-mibili per Ap. Claudius C. f. Pulcher, cos . 38 a. C., che nella prima età augu-stea contribuì in qualche modo alla decorazione del teatro cittadino (iscri-zione su architrave con lettere di bronzo, CIL , X, 1423), dove fu poi onorato post mortem dagli Ercolanesi ( CIL , X, 1424) 6 ; si possono ora agg iungere molto probabilmente proprietà nel territorio anche per Q. Iunius Blaesus, cos. suff . 10 d. C. e/o per il figlio, cos . 28, indiziate dal signaculum di un loro servo ( CIL , X, 8058, 4, due ex.) e dalla assai numerosa presenza di Q. Iunii ad Herculaneum , mentre la figlina di M’. Aemilius Lepidus, cos. ord . 11 d. C., che ha prodotto alcune tegole col suo nome r invenute (per ora solo ad Herculaneum , AE , 1991, 462a-c), va certo ubicata nel golfo di Napoli. Una ulteriore novità in argomento è emersa dall’aver potuto correttamente intendere il bollo su una fistula aquaria , rinven uta nell’ottobre 1764 scavandosi sotto il convento dei Gesuiti a Portici 7 , bollo che, riportato in modo non per-spicuo dalle fonti del tempo 8 ( M. CLAVD ++ETTA L ; M. CLAVD THE-TIAL ), era finora rimasto incompreso 9 . La lettura corretta è invece a mio avviso senza dubbio : M. CLAVD(ii) THETTAL(isci) ; costui è certamente da identificare per l’estrema rarità del cognomen grecanico con l’omonimo
4 Anche per la trattazione generale di questo periodo, che ha caratteristiche molto diverse, rinvio per il momento al mio contributo « Ricerche su Puteoli tardoromana (fine III -IV secolo) », Puteoli , 4-5, 1980-1981, p. 59-128, che sarà prossimamente ripubblicato con aggior-namenti. 5 Un quadro aggiornato della questione in A. M. Andermahr, Totus in praediis cit., p. 37-39, che ritiene l’appartenenza ai Calpurnii Pisones non ancora sufficientemente pr ovata. 6 Cfr. con bibl. A. M. Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), p. 221 s. 7 Ora edificio scolastico M. Melloni in corso Garibaldi. 8 Per il primo (Paderni) vd. M. Ruggiero, Storia degli scavi di Ercolano , Napoli, 1885, p. 451 con apografo ; per il secondo (F. La Vega), M. Pagano, I diari di scavo di Pompei Ercolano e Stabiae di Francesco e Pietro La Vega (1764-1810) , Roma, 1997, p. 22. 9 G. Guadagno, « Supplemento epigrafico ercolanese II », Cron. Erc ., 11, 1981, p. 160, nr. 148 ; M. Pagano, I diari , cit. (a nt. 8) ; Id., Portici archeologica , Portici, 1997, p. 15-17, che riporta una descrizione dei rinvenimenti per cunicoli e vorrebbe inverosimilmente intendere la legenda della fistula : M. Claudi Thetis A(uli) l(iberti) !
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M. Claudius Thettaliscus noto da un’iscrizione urbana ( CIL , VI, 16048) 10 . Thettaliscus era con tutta probabilità un liberto della grande casata senatoria dei M. Claudii Marcelli, il cui ultimo esponente noto fu M. Claudius Marcellus Aeserninus 11 , praetor del 19, la cui ricchezza è espressamente ricor-data da Tacito 12 . Già si poteva sospettare che Aeserninus avesse proprietà ed interessi anche ad Herculaneum dal fatto che un suo liberto Hymenaeus vi fu onorato con una dedica e vi ebbe la funzione di Augustalis 13 .Tale conclusione 4 è confermata dalla presenza di alcuni liberti M. Claudii in questa città 1 , e ora la fistula di M. Claudius Thettaliscus, rinvenuta nei ruderi di un imponente edificio suburbano, permette di aggiungerlo fra i proprietari di ville, della quale, cosa rara, si conosce perfino l’ubicazione. Ma gli archivi di tavolette cerate ci informano che ancora in età successiva vi avevano fundi personaggi quali la zia paterna del futuro imperatore Traiano, Ulpia M. f. Plotina 15 , o senatori come C. Vipstanus Apronianus, cos. ord . 59, proconsole d Africa nel 68-9. Questi a mio par ere compare ([C. Vi]pstanus Apr[on]ianus) in TH 73 del dic. 62 (un nomen arcarium con creditore L. Cominius Primus), in cui, anche se il testo è molto frammentario, si parla certamente di un fundus… in Vesuuio 16 . Una parentela non meglio precisabile (cugino ?) lega C. Vipstanus Apronianus ai fratelli L. Vipstanus Poblicola, cos. ord. 48, e Messalla Vipstanus Gallus, cos. suff. 48 17 , che nel 46 r icoprono una funzione straordinaria a Cales, e non, come credo di aver dimostrato, a Teanum 18 . Che questo incarico nel municipium di Cales possa indicare loro
10 CIL , VI, 16048 : Cominiae Psycharioni/contubernali P. Comini/Ar [ g ] i pos(uerunt) Inuenta liberta/et eius coniunx Serenus/M. Claudi Thet [ t ] alisci ser(uus) . 11 Come è noto, questo cognomen non indica or igine da questa città, ma deriva da un titolo ottenuto durante la guerra sociale da un avo del nostro, M. Claudius Marcellus (Liv., Per . 73). 12 Tac., Ann . 11.7.2 : ditis familiae heres. 13 CIL , X, 1448 : M. Claudio/Marcelli/Aeser nini lib./Hymenaeo/augustali ; così conclude anche Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), p. 219 s. ; Aeserninus è assente invece negli elenchi di J. H. D’Arms, Romans , cit. (a nt. 1). 14 M. Claudius Epagathus, AE , 1978, 119b ; M. Claudius Hymenaeus, CIL , X, 1403 l + AE , 1978, 119b, forse da identificare con il liberto di Aeserninus, e un altro M. Claudius Hy[---] di una tavoletta cerata priva di data (M. Della Corte, PdP , 6, 1951, nr. 5). 15 Su ciò vd. G. Camodeca, « Per una riedizione delle Tabulae Herculanenses. I », Cron. Erc ., 23, 1993, p. 115 ss., con bibl. ; omessa dalla Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), probabil-mente perché non ritenuta di sicuro rango senatorio. Se ciò resta in effetti incerto dal punto di vista strettamente formale, tuttavia mi sembra sia comunque un dato molto significativo per il nostro tema che una dama, sorella di un console e appartenente ad una importante famiglia di origine iberica, possegga proprietà fondiarie ad Herculaneum. 16 Cfr. inoltre TH 39 del gen. 65, chirographum di L. Cominius Primus, purtroppo anche que-sto assai frammentario, ma la controparte è quasi certamente lo stesso senatore ([---] anus Apronianus ) ; vi si fa riferimento ad affari su prodotti agricoli : ex pretio uini quem ei uendidit . Su tutta la questione r invio alla mia riedizione di questi documenti ercolanesi. 17 Su questi due consoli vd. ora con fonti e bibl. la mia allieva A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio , Roma, 2004 (Mem. Accad. Linc.), p. 591 ss. 18 Sui Fasti Teanenses , che ritengo invece Caleni , vd. ora G. Camodeca, « Teanum : il primo frammento dei fasti e la colonia augustea », in Forme di aggregazione nel mondo romano ,Atti Conv.
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interessi e proprietà nella Campania settentrionale resta molto incerto 19 ; potrebbe essere un indizio a favore quanto ora si sa per Apronianus, ma si tratta di aree della Campania non proprio vicine. Inoltre si può ora concludere che anche Cn. Sentius Saturninus, cos. ord . 41, uno dei grandi senatori del tempo, avesse proprietà nel territorio ercolanese, confiscategli nell’estate 66 dopo essere stato damnatus ex S. C. per la coniuratio Viniciana 20 . Infine dalla mia rilettura, ancora non pubblicata, di un’altra TH 21 , risulta in attività negoziale alla data del 27 gen. 53 un servo (Massa) di Q. Cassius Gratus ; il documento non sembra sia stato redatto ad Herculaneum , ma in una città vicina (verosimilmente Nola o Puteoli ). Mi pare assai probabile identifi-care il dominus dello schiavo con l’omonimo senatore di quegli anni Q. Cassius Gratus, che fu legatus prou. Africae del procos . M. Pompeius Silvanus nel triennio 53-56 e che precedentemente era stato praetor, procos. Cretae-Cyrenae 22 . Nulla si può dire sulla sua origine, che potrebbe anche essere stata campana. Altri dati nuovi su proprietà senatorie in Campania durante il principato saranno indicati via via ai luoghi opportuni durante la discussione nel § 2. 2. Le conclusioni della Andermahr sulla proprietà senatoria in Campania fra Augusto e la metà del III secolo 23 non sono a mio parere accettabili, non solo e non tanto per i dati mancanti (nuovi od omessi), quanto per non avere approfondito più in dettaglio, soprattutto per il contesto topog rafico, il signi-ficato della documentazione disponibile e specialmente per non aver ten ute accuratamente distinte le proprietà dei senatori di origine locale. In base ai nostr i dati, che costituiscono – va sottolineato una volta per tutte – una base documentaria pur sempre troppo modesta per trarre conclu-sioni definitive, e che dipendono molto dalla casualità dei rinvenimenti e dalla diversità delle fonti (epig rafi, tradizione letterar ia, tabulae ceratae ecc.), si può a mio parere delineare il quadro seguente. a) Almeno per l’età augustea e g iulio-claudia, quando si ha il picco massimo della documentazione in argomento (vd. grafico), la concentrazione delle pro-prietà lungo la costa del golfo di Napoli e in particolare dell’area flegrea con-tinua allo stesso modo di quanto risulta per la tarda repubblica, sebbene con
Ischia apr. 2006, in c. st. ; ma già Id., « La colonizzazione romana dal II secolo a. C. all’età impe-riale », in Storia del Mezzogiorno , I, 1. L’età romana , Napoli, 1991, p. 35 ; Id., « Le élites… », cit. (a nt. 1), p. 102 s. 19 A. M. Andemahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), p. 488, che ignora le mie precisazioni sulla attribuzione di questo frammento di fasti a Cales, è, sia pure con dubbi, per l’affermativa. 20 Sul punto vd. per ora, G. Camodeca, « Una inedita THerc. e la corretta lezione di Tacito, Hist . IV 7. 2 : Cn. Sentius Saturninus, cos . 41, damnatus ex S. C . nel 66 », ZPE , 144, 2003, p. 235-241. 21 Assai male edita da M. Della Corte, PdP , 6, 1951, p. 227 nr. 7, 22 IRT , 338 ; AE , 1968, 549, v. B. E. Thomasson, Fasti Africani , Stockholm, 1996, p. 104. 23 A. M. Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), spec. p. 58-60.
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molto maggiori dettagli da una straordinaria fonte come Cicerone. Ma si nota con molta evidenza la novità della presenza via via crescente di famiglie sena-torie di origine locale : poco più di un terzo della quarantina di testimonianze databili a questo periodo. Quindi anche l’area geografica si allarga di conseguenza : in età augustea a Herculaneum e Nuceria (il ricchissimo M. Nonius Balbus), a Suessa ([---] Quadratus Maesianus Celsus 24 ; nel periodo augusteo-tiberiano ad Allifae (M. Granii ; M. Aedii e poi Aedia M. f. Servilia, che verso il 50 sposa M’. Acilius Aviola, cos . 54) 25 e a Cales con la grande famiglia dei Vinicii ; in epoca giulio-claudia specialmente a Capua (Calvisius Verus,T. Clodius Eprius Marcellus, cos . 62, II 74, L. Popillius Balbus, i Velleii Paterculi) 26 ; ma anche a Puteoli (Hordeonii, Limbricii) ; a Neapolis (M. Opsius Navius Fannianus) ; a Stabiae con il nolano P. Sabidius Pollio (fistula aquaria) ; ad Herculaneum (L. Mammius Pollio, cos. suff . 49) 27 ; a Teanum con gli A. Cottii 28 e con C. Paccius Balbus, che è però di dubbia origine locale 29 . Ovviamente anche la tipologia della proprietà immobiliare risulta cambiata : per queste famiglie non domina più la uilla maritima , come per il gruppo dei senatori di origine non locale ; se il nolano P. Sabidius Pollio ne possiede una a Stabiae in uno dei luoghi tipici per queste residenze di otium , il puteolano L. Limbricius [L. ? f.] Fal.V[---] 30 , come ora sappiamo, era proprietario di una villa nell’interno del territorio a più di 4 miglia dalla città, sulle colline di Marano dominanti la
24 Si aggiunga, perché sfuggito alla Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), p. 407, che la famiglia suessana dei Maesii Celsi, da cui il giovane senatore discendeva per origine naturale (se adottato) o in linea materna, produceva ed esportava vino in età augustea ; sul punto con bibl. G. Camodeca, « Le élites… », cit. (a nt. 1), p. 117 s. 25 Su M. Aedii e M. Granii di Allifae vd. ora G. Camodeca, « La carriera e la famiglia del senatore M. Aedius Ba[lbus], per commendationem Ti. Caesaris Augusti consul ab Senatu destinatus », in Studi in onore di Francesco Grelle , Bari, 2006, p. 27-37. 26 Sia per i Velleii Paterculi che per L. Popillius Balbus, entrambi omessi dalla Andermahr, mi sembra molto probabile un’or igine capuana ; vd. già Camodeca, « I ceti dirigenti di rango sena-torio », cit. (a nt. 1), p. 66 s., e ora rinvio con nuovi dati a quanto scrivo in G. Camodeca, A. De Carlo, « Senatori e cavalieri di Capua romana dalla tarda repubblica al III secolo », di pross. pubbl. Un’origine capuana del L. Popillius Balbus, leg. leg . in Syria sotto Claudio, è confermata dal ritrovamento di CIL , X, 2884 (nel giardino inglese della Regg ia di Caserta), una grande architrave lunga più di 3 metri con lettere alte ca. 20 cm., posta da un L. Popillius M. f. Balbus, databile in età giulio-claudia. 27 La mia ipotesi della sua origine ercolanese (G. Camodeca, « Ascesa al Senato… », cit. (a nt. 1), p. 122) è ora confermata dai due L. Mammii cavalieri in età augustea ; vd. G. Camodeca, « Due nuovi cavalieri ercolanesi di età augustea. I Mammii di CIL X 1449 e 1476 », MEFRA , 115, 2003, p. 639-654. Omesso invece dalla Andermahr. 28 A. Cottius, procos . di Baetica sotto Augusto, noto con la sua famiglia da CIL ,VI, 1396 (cfr. p. 4691), era originario certamente dalla Campania settentrionale, a mio parere da Teanum, dove è ora attestato un A. Cottius, magistrato cittadino dell’8 a. C. ; vd. già brevemente G. Camodeca, « I ceti dirigenti di rango senatorio », cit. (a nt. 1), p. 70 s. ; « Le élites… », cit. (a nt. 1), p. 103 ; e ora Id., « Teanum… », cit. (a nt. 18). Gli A. Cottii non sono invece considerati dalla Andermahr. 29 Per il caso di Lusia Paullina di Venafrum, moglie di Sex.Vettulenus Cerialis, vd. infra . 30 G. Camodeca, Puteoli , 11, 1987, p. 13 ss. = AE , 1988, 303 ; non avevo ancora potuto accer-tarne data e luogo preciso di rinvenimento ; vd. nt. seg.
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piana di Quarto al confine con l’ ager Campanus , e certo destinata, oltre che a residenza, specialmente alla produzione agricola 31 ; non diversamente per il senatore capuano [-] Calvisius P. f. Fal.Verus, la cui iscrizione ( CIL , X, 1708 = Eph. Ep. , VIII, 350) 32 , forse appartenente al suo monumento funerario, fu nel ‘700 rinvenuta in loc. S. Benedetto (ora un sobborgo di Caserta), proba-bilmente quindi nella sua stessa proprietà fondiaria. Nulla si può dire sulla provenienza di Q. Cassius Gratus (su cui retro ), men-tre escluderei un’origine locale per C. Quinctius Trogus 33 , che l’iscrizione funeraria di suoi liberti, rinvenuta sulla via Campana ( CIL , X, 1726), indizia come proprietario nel territorio puteolano. Invece, come si è già detto, per il gruppo di senatori di origine non locale (e specialmente per le grandi famiglie consolari) risulta una evidente conti-nuità nella scelta degli stessi siti del periodo tardo-repubblicano per investi-menti immobiliari in Campania 34 , e cioè dell’area flegrea e di quella vesu-viana, dove sembra decisamente preferita Herculaneum per la sua felice posi-zione, molto adatta alle uillae maritimae , adagiate sulle falde del Vesuvio 35 : — a Baiae (Calpurnii Pisones ; Licinius Crassus (il cos. ord . 30 a. C. ?) ; Domitia († 59); Poppaea Sabina ; D.Valerius Asiaticus, cos. ord. II 46) ; — a Cumae (P. ServiliusVatia, pr . 25 a. C., sul lago Fusaro ; C.AntistiusVetus, cos . 30 a. C. : l’ Academia di Cicerone sul Lucr inum ; P. Petronius Niger, cos . suff . 62) ; — a Puteoli (Lollia Saturnina ; Domitia Lepida († 54): praedia Barbatiana Domitiae Lepidae ( TPSulp . 46 del marzo 40), ereditati dal marito L. Valerius Messalla Barbatus, morto giovane e a sua volta figlio del cos. ord . 12 a. C. ; infine le sorelle Metiliae Marcia et Rufina 36 ) ;
31 Il frammento di iscrizione, probabilmente una base, fu rinvenuto nel 1955 in loc. S. Marco di Marano ; è interessante ricordare che insieme furono ritrovati anche tre torsi virili nudi di marmo bianco di statue di piccole dimensioni, forse parte di un tiaso con satiri ed Ercole, per-tinenti probabilmente alla decorazione scultorea di un ninfeo, di cui si sarebbero anche identi-ficate le strutture ; su tutto ciò rinvio a G. Camodeca, AIONArchStAnt ., n. s. 3, 1996, p. 149 s. 32 Cfr. già G. Camodeca, Puteoli , 6, 1982, p. 64 e nt. 40 ; per altro rinvio a G. Camodeca, A. De Carlo, « Senator i e cavalieri… », cit . (a nt. 26). 33 L’iscrizione può essere datata probabilmente ancora in età giulio-claudia ; Trogus fu, a quanto pare, pontifex : il suo liberto Su[---] era stato kalator pontif. ; purtroppo il suo rapporto con l’omonimo propretore di epoca tardo repubblicana, onorato a Megara ( AE , 1981, 758), non è precisabile (discendenza ?). 34 Ad ogni modo si tratta talvolta di ville o fondi acquistati da loro ascendenti già in età repubblicana ; ad es., Servilius Vatia a Cumae ; i Calpurni Pisones a Baiae ed Herculaneum . 35 Non so se siamo autorizzati a parlar e di una maggiore presenza per proprietà sulle falde del Vesuvio rispetto al periodo repubblicano, nel quale era assolutamente predominante la zona flegrea fra Napoli e Cumae . Non c’è dubbio che almeno in parte questa differenza sia dovuta al cambiamento delle fonti a disposizione : nella tarda r epubblica essenzialmente Cicerone, nel primo principato la straordinaria documentazione fornita dalle città vesuviane ; si noti che anche per Puteoli non pochi dati sono forniti dall’archivio dei Sulpicii (TPSulp.) , rinvenuto a Pompeii (loc. Murecine). 36 Tre fistulae aquariae : Metiliarum Marciae et Rufinae rinvenute nel mare ( CIL , X, 1905 add.) ; le sorelle Metiliae ( PIR 2 , M. 553-4 ; FOS , 547-8 cfr. 545/6), omesse dalla Andermahr, vi pos-sedevano una villa marittima (J. H. D’Arms, Romans , cit. (a nt. 1), p. 216 s. = rist. p. 205 s.) ; è
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— ad Herculaneum (Ap. Claudius Pulcher, cos. ord . 38 a. C., M’. Aemilius Lepidus, cos. ord . 11, Calpurnii Pisones, Q. Iunius Blaesus, cos . suff . 10, M. Claudius Marcellus Aeserninus, pr . 19 ; Cn. Sentius Saturninus, cos . ord . 41 ; C. Vipstanus Apronianus, cos . ord . 59 ; Rectina Casci, probabilmente una Babullia o Salvia Rectina 37 di Venusia , moglie di C. Pedius Cascus, cos. suff . 71 ; Ulpia M. f. Plotina, zia del futuro imperatore, negli anni 60-70 ; forse anche C. Calvisius Sabinus, cos. ord . 26) ; — a Pompeii (Licinii Crassi Frugi, cos. ord . 27 o 64 ; Poppaea Sabina, madre della futura Augusta, e il marito P. Cornelius Lentulus Scipio, cos. suff . 24, poi l’omonima figlia, moglie di Nerone 38 ;Vipsanii Agrippae). Nell’inter no sono attestate proprietà : a Capua (e a Caudium ) di L. Scribonius Libo 39 , cos. ord . 34 a. C. ; a Nola della coppia M. Lartidius eVarena Maior ( CIL , X, 1333, una dedica di un loro liberto datata al 21), per non par-lare di quelle dello stesso Augusto, ereditate dal padre C. Octavius ; a Venafrum , M. SeiusVaranus 40 , cos. suff. 41, e Lusia Paullina, di famiglia equestre locale, che sposa il sabino Sex.Vettulenus Cerialis, quasi certamente padre dell’omonimo futuro cos. suff . 72/3, e forse già membro dell’ordine senatorio ; dubbio resta invece il rapporto dei fratelli Vipstani, consoli del 48, con Cales (non con Teanum ). Infine ad Abellinum il senatore di età tiberiana P. Catienus P. f. Ser. Sabinus 41 ( AE , 1981, 233), patronus della colonia, non sembra essere di origine locale a causa della tr ibù Sergia , che indica la Sabina o l’Umbr ia ; ma egli aveva
finora sfuggito che essa è precisamente localizzabile nell’immediato suburbio, ad est del Rione Terra, nell’area dell’ex-Convento dei Cappuccini (S.Vincenzo a Mare) (così già G. Camodeca, « Puteoli porto annonario e il commercio del g rano in età imperiale », in L’Italie méridionale et le ravitaillement en blé de Rome , Rome-Naples, 1994 (CEFR, 196 ; Coll. du Centre Jean Bérard, 11), p. 110, nt. 48 ; sulla pianta allegata al volume, è indicata con M) ; le sorelle sono certo da identificare con le due figlie di (Cremutia) Marcia ( PIR 2 , M. 256 ; FOS , 301), figlia dello sto-rico A. Cremutius Cordus (suicidatosi nel 25), ricordate da Sen., Ad Marc. 16. 7 cfr. 9 (duas tibi reliquit filias) oppure con le sue due nipoti, figlie di suo figlio Metilius ( PIR 2 , M 535) (16. 7 : habes ex illo duas filias ; 16. 9 : has nunc Metilii tui filias ), di rango senatorio, morto relativamente giovane, tre anni prima della Consolatio , prob. scritta sotto Caligola. 37 Sul punto vd. M. Silvestrini, « Dalla ‘nobilitas’ municipale all’ordine senatorio : esempi da Larino e da Venosa », Cahiers Glotz , 7, 1996, p. 275-282 ; cfr. anche F. Grelle, M. Silvestrini, « P. Babullius C. f. H[or.] Sallu[vius ---] e la deduzione delle colonie nel principato », in XI Congresso internazionale di epigrafia greca e latina (Roma, 18-24 settembre 1997), Atti , 2, Roma, 1999, p. 184. 38 Su tutto questo vd. G. Camodeca, in Quaestiones Iuris. Festschrift für Joseph Georg Wolf zum 70. Geburtstag , Berlin, 2000, p. 68 ss. ; la proprietà in Pompeiano di Poppaea Augusta, nota da TH 61 del mag. 63, consisteva in figlinae Arrianae gestite dal liberto P. Cornelius Poppaeus Erastus ; sulla questione della proprietà anche della grandiosa villa A di Oplontis, vd. ibid . con bibl. 39 Degli Scriboni Libones, iscritti alla tribù Falerna, sostiene ora l’ origo da Capua o Caudium F. Caruso, « Origo degli Scribonii Libones », in Epigrafia e territorio, politica e società : temi di anti-chità romane , 5, Bari, 1999, p. 7-15. 40 Omesso dalla Andermahr ; ma sue proprietà sono attestate nel territorio da un suo servus dispensator ( RAL , 24, 1969, p. 58 nr. 5, S. Elia Fiumerapido) ; del resto M. Seii sono ben attestati a Venafrum . 41 Omesso dalla Andermahr, probabilmente perché a suo giudizio (p. 19 ss.) il patronato di città non basta ad indicare proprietà e interessi in zona ; bisogna però, come sempre, valutare caso per caso.
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comunque stretti legami con la città, dove la famiglia si era verosimilmente trasferita, come conferma la presenza di altri P. Catieni di condizione ingenua ( CIL , X, 1159), un gentilizio assai raro 42 . Il suo caso può dunque essere assi-milato in qualche modo a quello di M. Nonius Balbus, originario di Nuceria , ma residente ad Herculaneum . Infine si sa gener icamente di proprietà in Campania per Sex. Pompeius, cos. ord . 14 (Ovid., Ex Ponto 4. 15. 15-18), e forse per lo stesso L. Annaeus Seneca 43 , cos. suff . 55. Che poi i praedia puteolani di Messalla Barbatus e Domitia Lepida siano stati non ville di lusso, ma immobili quali horrea destinati ad attività commer-ciali, e che per Lollia Satur nina si conoscano solo servi e liberti in affari nel grande porto flegreo ( TPSulp . 73 del 48, cfr. 54 e 109 del 45), non può ser-vire a trarre conclusioni di nessun genere ( pace Andermahr, p. 59), poiché per il tipo di fonte (le TPSulp ., un archivio di banchieri) non ci si potrebbe atten-dere qualcosa di diverso. Del resto i senatori, che possedevano ville di otium nel golfo di Pozzuoli, certo non disdegnavano le attività lucrative tramite loro servi e liberti in una piazza come quella puteolana, ancora centro mercantile e finanziario di straordinaria vitalità. E abbiamo già visto come anche ad Herculaneum i senatori proprietari in zona facessero reinvestire le proprie rendite fondiarie in mutui feneratizi (vd. retro ntt. 15 e 20). b) Dai Flavi agli Antonini si notano invece alcuni chiari segni di disconti-nuità ; a questo periodo si possono assegnar e una trentina di attestazioni di proprietà senatorie, la metà delle quali ormai di personaggi di origine locale. Inoltre la distribuzione geografica è fortemente modificata : solo quattro (o cinque) senator i di provenienza aliena sono attestati come pr oprietari in area flegrea : a Baiae possedevano ancora uillae L. Publilius Celsus, cos. ord. II 113, forse dall’Apulia, Q. Pomponius Maternus, cos. suff . 128, probabilmente iberico (sul Lucrinum ), e Cocceia Galla, c. f ., in qualche modo imparentata con C. Aufidius Victor inus, cos. II 183. Ad essi si può aggiungere in età flavia il caso un po’ particolare del poeta Silius Italicus, cos. ord. 68, verosimilmente da Patauium , che aveva una villa presso Neapolis dove trascorse gli ultimi anni e morì suicida nel 101/4 ; per i suoi interessi letterari aveva acquistato il sepol-cro di Virgilio al 2° miglio sulla uia Puteolana e possedeva iugera Ciceronis (Mart. 11. 48. 1-2), cioè, a quanto pare, la villa Academia sul Lucrinum in terri-torio cumano, finita dopo la morte dell’oratore a C.Antistius Vetus, cos. suff. 30 a. C., probabilmente come frutto delle proscrizioni triumvirali 44 . Inoltre in età antonina il console C. Prastina Pacatus ( PIR 2 , P 929), di origine incerta 45 ,
42 Oltre qualche ricorrenza a Roma, conosco solo un paio di esempi ad Aquinum ( CIL , X, 5462 ; AE , 1988, 254) ; e a Mutina ( AE , 1978, 337). 43 Vd. fonti in A. M. Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), p. 144. 44 Sulle due villae flegree di Cicerone vd. le precisazioni, anche topografiche, in G. Camodeca, « Lo stadium di Puteoli, il sepulchrum di Adriano in villa Ciceroniana e l’Historia Augusta », Rend. Pont. Accad. Rom. Arc h. , 73, 2000-2001 [2002], spec. p. 164 ss. 45 Considerato ora un fratello più che la stessa persona di C. Prastina Messallinus, cos. ord . 147 ( PIR 2 , P 926), come prima comunemente si riteneva.
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aveva liberti stabilmente residenti a Puteoli 46 ; per lui resta il dubbio se vi avesse piuttosto interessi nelle attività mercantili che edifici residenziali 47 . Ora conosciamo bene 48 la speciale cura che Q.Tineius Rufus, quasi certa-mente il cos. suff . 127, ebbe verso il celebre tempio di Apollo sull’acropoli di Cumae e le opere di ristrutturazione che vi fece compiere con un nuovo ingresso monumentale e un’antistante fontana ottagonale ; per giunta succes-sivi interventi di restauro furono poi eseguiti da un suo probabile discendente di rango patrizio in età tardo severiana ; poiché dunque non si tratta di una semplice dedica ad una divinità famosa come Apollo Cumano, si potrebbero anche supporre proprietà in zona di questa influente famiglia senatoria, pro-babilmente originaria di Volaterrae . Resta purtroppo incerta l’origine di L. Acilius Strabo, cos. suff . 80, con pos-sessi in area flegrea ( fistulae e liberti), oltre che del quasi anonimo [---] Priscus di CIL , X, 1705 ( Puteoli ?) e di Iulia Valeria Marciana Crispinilla, cl. f. , sepolta a Puteoli verso il 170, le cui proprietà furono ereditate dai figli, entrambi sena-tori, cioè L. Flavius Cleonaeus, u. c. , d’origine cretese (con le due sorelle), e il beneventano Cn. Suellius Rufus Marcianus, c. i . ( AE , 1986, 155). Il retore M. Cornelius Fronto, cos. suff . 142, maestro del giovane M. Aurelio, ottenne certo grazie al favore imperiale una villa a Surrentum , da dove pro-viene una dedica a sua figlia Cornelia Cratia ( AE , 1945, 38). Di origine locale è invece un buon gruppo di una dozzina di famiglie sena-torie, con la netta prevalenza della Campania settentrionale (8) sull’area fle-greo-napoletana (4) : a Puteoli C. Aquillius Proculus, cos. suff. 90 ; Ti. Claudius Quartinus, cos. suff . 130 ; probabilmente M. Stlaccius Albinus in età antonina ; a Neapolis , oltreViolentilla in età flavia, i Clodii Nummi, fra cui il cos. suff. 114 ; a Capua e Sinuessa i Clodii (Adiutor e Capito) ; a Capua e Nola i Planii Varii Ambibuli, con il cos. suff . 132/3 ; ancora a Capua nella seconda metà del II secolo Arrii e Vicirii, fra loro imparentati (e forse anche con L. Arrius Pudens, cos. ord . 165) ; a Cales le grandi famiglie dei Vitrasii Flaminini (il cos . suff . 122, suo figlio e le r ispettive mogli) e specialmente dei Vitrasii Polliones, con il cos. suff . 137 ca. (un cugino di Flamininus ?), e il cos. ord. II 176, impa-rentato con la casata imper iale ; a Teanum sono ora attestate or igine e pro-prietà dei Fufidii Polliones 49 , fra cui il cos. ord . 166 ; infine a Venafrum il preto-rio Sex. Pulfennius Salutaris. In Campania, e forse ad Allifae , da dove poteva
46 Difatti le due iscrizioni funerarie ( CIL , X, 2888-9) provengono evidentemente da un medesimo monumento sepolcrale sulla via Campana, la prima delle quali sembra posta al liberto dallo stesso senatore (o da un suo omonimo ascendente, il padre ?) ; vorrebbe ora con-siderare la famiglia addirittura di origine puteolana G. Alföldy, in CIL ,VI, 41157, ma ciò resta molto dubbio. 47 Per questo aspetto assumerebbero un grande rilievo i suoi interessi ostiensi, richiamati da J. H. D’Arms, Commerce and social standing in ancient Rome , Cambridge (Mass.), 1981, p. 141 s. ; per qualche dubbio però cfr. PIR 2 , P 929 ; A. M. Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), p. 401 s. 48 Su tutto ciò vd. G. Camodeca, « Iscrizioni pubbliche nuove o riedite di Cumae. I. Foro e tempio di Apollo », in AIONArchStAnt , n. s. 8, 2001, p. 155 ss. 49 Su di essi e sulle loro parentele rinvio ad un mio articolo di prossima pubblicazione.
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essere originario, aveva proprietà, in cui abitualmente risiedeva, l’amico di Plinio ( Ep . 5. 14. 9 ; 6. 28. 1), L. Pontius Allifanus ( PIR 2 , P 794) 50 , figlio di L. Pontius ( PIR 2 , P 793), procos . di Cipro probabilmente negli anni 70. Ormai anche le proprietà dei senatori di origine non campana sono talvolta attestate nell’interno della regione, fenomeno che, per quel poco che se ne sa, sembra accentuarsi verso la fine del II secolo e proseguirà infatti in età seve-riana (vd. sub c ) : a parte pochi senatori provinciali (sui quali vd. infra ), e cioè ad Abellinum i Ti. Claudii Frontini dall’Achaia ; e a Capua i casi dubbi di M.Valerius Homullus, cos. ord . 152, e di M. Maecius Probus, cos. suff . verso la fine del II secolo 51 , si conoscono Matidia minor a Suessa e gli Acilii Glabriones ad Allifae , dove il cos. II 186 fu IIuir qq . (ma le sue proprietà in zona a mio parere derivavano in qualche modo dal matrimonio della alifana Aedia M. f. Servilia con M’. Acilius Aviola, cos. ord . 54) (vd. nt. 25). Ma (Mindia ?) Matidia minor ( PIR 2 , M. 368 ; FOS , 533) a Suessa rappre-senta un caso del tutto speciale per v ari aspetti : sia per il suo status , di fami-glia senatoria da Vicetia , ma strettamente imparentata con la casata imperiale (e come tale si fa sempre menzionare : Aug(ustae) fil(ia), diuae Sabinae Aug(ustae) soror , cioè sorella o meglio sorellastra della moglie di Adriano , matertera imp. Antonini Pii Aug. ), sia per l’ampiezza delle sue ricchezze e delle sue manifesta-zioni di evergetismo nei confronti di questa colonia, sia infine perché siamo sul confine con le proprietà imperiali, nelle quali del resto dopo la sua morte verso il 162 il patrimonio di Matidia confluì per eredità. I suoi estesi possedi-menti in zona e nel contempo i legami con quelli imperiali sono ben testi-moniati dalle dediche, all’incirca contemporanee, a lei poste da un liberto pro-curator (suo o di Antonino Pio, CIL , X, 4746) e dal liberto imperiale T. Flavius Aug. l. Onesimus ( CIL , X, 4747). La sua straordinaria munificenza nei con-fronti della città non si limitò alla già nota costr uzione della bibliotheca Matidiana (dove nel 193 si radunava l’ ordo decurionum della città, CIL , X, 4760) e ad una strada extraurbana di almeno 7 miglia ( AE , 1991, 492), con i relativi miliari posti a suo nome (caso che mi risulta unico) ; ora recentissimi scavi hanno rivelato che Matidia intervenne in modo grandioso anche nel restauro del teatro cittadino di età augustea, dissestato probabilmente da un terr emoto : infatti risulta con certezza dall’iscrizione su architrave relativa all’arco a tre fornici, che precede la basilica, mediante cui si accedeva alla parodos meridio-nale del teatro, che Matidia ricostruì e abbellì in modo sontuoso questo edi-ficio pubblico di Suessa , e in particolare il suo intervento riguardò la porticus post scaenam e la scaenae frons a colonne su tre ordini con un ricco apparato decorativo e scultoreo (sono raffigurati personaggi della mitologia e membri della famiglia imperiale) in numerose varietà di marmi pregiati, nonché le due
50 Omesso dalla Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1). 51 A mio parere ancora più incerto, se non del tutto da escludere, che a Venafrum alla fine del II secolo abbiano avuto proprietà il consolare M. Claudius Macrinius Vindex Hermogenianus, certo di origine provinciale, e sua moglie Laberia Pompeiana, che vi sono onorati dal consocer , il cavaliere L. Gabinius Cosmianus ( CIL , X, 4861), avo di C. Gabinius Vindex Pompeianus, cos. suff . 195 ca. (vd. infra ) ; pertanto non ter rò conto di questa coppia senatoria.
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basiliche laterali, quella nord collegata con la viabilità extraurbana 52 . Per que-sto motivo è onorata più volte a Suessa , anche dalle città vicine di Minturnae e Sinuessa ( CIL , X 4744-5 ; X, 3833 ; AE , 1986, 148). Invece sua madre Salonia Matidia Augusta († 119), figlia di un senatore di Vicetia e della sorella di Traiano, sembra aver avuto proprietà ad Allifae , se è corretta la provenienza dall’ ager Allifanus del signaculum di un suo procurator ( CIL , IX, 6083, 84). Infine si è di recente potuto accertare un dato di grande interesse, e cioè che verso la fine del II secolo in Campania membri dell’ordine senatorio, come T. Flavius Claudius Claudianus 53 , cl. u ., di origine ignota, producevano e commercializzavano vino in anfore Dressel 2/4 ; è anche importante rile-vare la somiglianza tipologica, il comune modo di timbratura e la concomi-tante diffusione delle sue anfore con quelle di Caedicia M. f.Victrix, forse da 4 Neapolis , ma della quale non è però attestato il rango senatorio 5 . c) Ancora nel periodo fra i Severi e il tardo III secolo, poco meno della metà della trentina di famiglie senatorie proprietarie in Campania risulta di origine aliena (italica o provinciale). Anzitutto la grande stagione di Baiae , dove gli ultimi interventi monumen-tali e soggiorni imperiali risalgono a Severo Alessandro, appare finita ; in attesa del ritorno dell’aristocrazia tardoimperiale nel IV secolo sono attestati da fistu-lae di fine II / III secolo solo P. Octavius Lutatius Quintilianus, u. c . ( Eph. Ep. , VIII, 377), non altrimenti noto, ma forse di origine locale 55 , e specialmente Aiacia Maxima 56 , c. f ., che, tenendo conto della rarità del gentilizio e della datazione, sarà stata certo strettamente imparentata con Q. Aiacius Modestus Crescentianus, cos. suff . 198/204 ; II ord . 228, di cui conosciamo anche la moglie e tre figli, ma non l’or igine che resta incerta, forse dall’Africa 57 . Nella
52 Su tutto ciò vd. per ora S. Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca , Marina di Minturno, 2002 ; Id., Il teatro romano e la topografia di Sessa Aurunca , in La forma della città e del territorio , 3, Roma, 2006, p. 79-105, spec. p. 95 ss. Il suo munifico intervento è testimoniato anche dal rin-venimento nello scavo di fistulae aquariae : Matidiae Aug(ustae) fil(iae) per il rifornimento idrico ai ninfei del teatro. Sull’iscrizione frammentaria, parzialmente ricomposta da 7 frammenti (per cui vd. S. Cascella, cit., p. 101-103), bisognerà però tornare. 53 Sul quale vd. A. Hesnard, « Claudius Claudianus cl. vir , propriétaire viticole campanien et navicularius alexandrin », Pallas , 50, 1999, p. 11-26. 54 Su Caedicia Victrix e la sua produzione forse di vini napoletani o del Gauranum di Puteoli , vd. A.Tchernia, « Maesianus Celsus et Caedicia Victrix sur des amphores de Campanie », in Les élites municipales de l’Italie péninsulaire des Gracques à Néron , Naples-Rome, 1996, p. 207-211, spec. p. 209-210. 55 Precisamente la villa era sul Lucrinum ; sull’origine del personaggio invio ad un mio arti-colo di prossima pubblicazione. 56 Assente nel catalogo di J. H. D’Arms, Romans , cit. (a nt. 1) ; e considerata di ignota fami-glia dalla Andermahr, Totus in praediis , cit. (a nt. 1), p. 231 ; e in FOS , 42 : forse perché da entrambe chiamata, seguendo la PIR 2 , A 468a, Aiace Maxima, in modo cioè errato, dato che il genitivo alla greca Aiaces Maximaes sulla fistula riporta certamente al gentilizio Aiacia ; così giu-stamente già M. Kajava, Arctos , 22, 1988, p. 80 ; seguito poi dalla stessa Raepsaet-Charlier, Klio , 75, 1993, p. 260. 57 Più che dal Nord Italia ; sul punto P. M. M. Leunissen, Konsuln ud Konsulare in der Zeit von Commodus bis Severus Alexander (180-235 n. Chr.) , Amsterdam, 1989, p. 366, con bibl.
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