Un nuovo cursus honorum senatorio da Trebula Mutuesca - article ; n°2 ; vol.81, pg 601-626
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Description

Mélanges d'archéologie et d'histoire - Année 1969 - Volume 81 - Numéro 2 - Pages 601-626
26 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

Informations

Publié par
Publié le 01 janvier 1969
Nombre de lectures 88
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 2 Mo

Extrait

Mario Torelli
Un nuovo cursus honorum senatorio da Trebula Mutuesca
In: Mélanges d'archéologie et d'histoire T. 81, 1969. pp. 601-626.
Citer ce document / Cite this document :
Torelli Mario. Un nuovo cursus honorum senatorio da Trebula Mutuesca. In: Mélanges d'archéologie et d'histoire T. 81, 1969.
pp. 601-626.
doi : 10.3406/mefr.1969.7585
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-4874_1969_num_81_2_7585NUOVO «CURSUS HONORUM » SENATORIO UN
DA TREBULA MUTUESCA
PAE
Mario Torelli
Nel 1962, in occasione di vasti restauri della chiesa romanica di
S. Vittoria presso Monteleone Sabino (antica Trebula Mutuesca), veniva
distrutto un muro di epoca piuttosto recente accanto alla facciata, entro
il quale era sigillata la iscrizione GIL, IX, 4899: come era logico attend
ersi, essendo quell'epigrafe nient'altro che il lato di un cippo con la
memoria dei due curam agentes x, la parte inserita nel muro rivelava una
lunghissima iscrizione, molto rovinata, ma di alto interesse. Purtroppo
i restauri non tenevano conto della pietra, che veniva inserita, nella sua
parte basamentale, entro un muretto di contenimento e di delimitazione
dell'area adiacente alla navata sinistra della chiesa: risultavano così na
scoste nell'opera moderna le righe conclusive del nuovo testo. Negli anni
successivi chiedevo allora l'intervento delle autorità comunali di Mont
eleone Sabino, che provvidenzialmente lo scorso anno mettevano a di
sposizione della manodopera, con la quale ho potuto rimettere in luce
nella sua interezza il testo dell'epigrafe. Mi è perciò gradito ringraziare
le autorità comunali tutte, per questa ulteriore prova del loro interesse
per le cospicue tradizioni antiche del luogo.
L'iscrizione è dunque incisa su di un cippo marmoreo modanato
che reca sulla superficie superiore le impronte per l'inserzione di una statua
bronzea ο marmorea stante, di proporzioni uguali al vero: il cippo è alto
m. 1,44, largo m. 0,64, spesso m. 0,64 e reca sul lato destro la patera (sotto
il nome dei due curam agentes) e sul sinistro Vurceus. Il testo epigrafico,
come si è detto, è ovunque assai consunto e mal ridotto ed in particolare
ha sofferto sul margine di destra per la corrosione dei muschi (la parte
era già in vista e sporgeva dal muro oggi abbattuto), sul margine sinistro
1 II testo suona: cur(am) ag(entibus) Gn. Titinio Successo / et G. Goelio
Fortunato.
Mélanges d'Arch. et d'Hist. 1969, 2. 39 602 MARIO TOTCELLI
(fino alla riga 16 compresa) e su quello destro (fino alla riga 10 compresa)
per la caduta della superficie iscritta, e infine in una vasta zona centrale
tra le righe 8 e 14 a causa dell'azione corrosiva esercitata dalle malte
moderne. Le lettere sono comunque alte alla r. 1 cm. 5,4, alla r. 2 cm. 4,5,
alla r. 3 cm. 3,7 e dalla r. 4 alla r. 19 cm. 2,9-3, mentre l'ultima r. è alta
cm. 4,7. Interpunzione regolare2. Eccone il testo con le proposte inte
grazioni, che saranno discusse riga per riga in rapporto agli spazi e alla
natura del cursus:
[T. PRIJFERNIO T.F. QUIR(INA)
[PAET]O ROSIANO JSTONI[O]
[AGRIC]OLAE (?) O. LABEON[I T1ET[TIO (?)]
[GEMINO (?)] 0O(N)S(ULI), AUGURI, P[RO]C[O(N)S(ULI)]
5 [PROV(INOIAE) AFRI]CAE, LEG(ATO) AUG(USTI) AD CE[NSUS]
[ACCTP(IENDOS) P]ROV(IN0IAE) AQUITANICAE, [LEG(ATO)]
[PRO PR(AETORE) DI]VI PII PROV(INCIAE) DELMATIAE,
[»:«]OEUM, CUR(ATORI) ALVEI [TIBERIS ET]
[CLOACAR]UM URBIS, LEGA[T(O) P]RO [PR(AETORE)1
10 [DIVI PI]I PROV(INOIAE) [AQ]UITANIC[A]E,
[LEGAT(O)] EIUSDEM LEG[IONIS - -]V
[J:»]AE, PRAET(ORI) ÇA[NDID(ATO) D]IVI
[HADJRIANI, TRIB(UNO) [PLE]B(IS) C[ANDID(ATO) (?)],
[QUAJEST(ORI) CANDID(ATO), [TR]IBU[NO] MIL(ITUM)
15 [LAT]ICL(AVIO) LEGIONIS X FRE[T]E[NSI8],
[DECEMVIRO STLITIBUS IUD(ICANDIS), CU[R]AT(ORI)
MUNICIPI DAT(O) A DIVO HADR[I]A[NO] ,
Vili VIR(O) TU AED(ILI) Q(UIN)Q(UENNALI), Vili VIR(O) ΤΠΤ
[F]AN(OETJM) (?)
MAG(ISTRO)
20 PATRONO.
2 Piccoli punti tondi dopo ogni parola (non sembra in fine di riga): manca
il punto tra le parole a divo (r. 17), come è frequente tra preposizione e sostan
tivo da essa dipendente. UN NUOVO « CURSUS HONORUM » SENATORIO DA TREBULA MUÏUESCA 603
Fig. I — Iscrizioni, Trebui^a Mutuesca. 604 MARIO TORELLI
r. 1 : in essa sono contenuti il prenome, il gentilizio principale, la filiazione e
la tribù del nostro personaggio. Le integrazioni non presentano gravi problemi:
il completamento della lacuna a sinistra è certo, mentre della r di Quir(ina)
è visibile in frattura il tratto verticale di sinistra. Le lettere della riga assom
mano a 16, date le proporzioni.
r. 2: integrazioni, anche in questo caso, certissime, essendo il gentilizio
Prifernius nella famiglia sempre seguito dal cognome Paetus; indubbia anche
l'integrazione nella lacuna di destra del gentilizio JSfoni[o], la cui ultima let
tera conservata è appena visibile in frattura. Le lettere del rigo sono 17.
r. 3: il cognome all'inizio del rigo può essere restituito indifferentemente
[Agric]ola ο [Scaev]ola: per ora basterà tuttavia osservare che la lacuna a sinistra
viene così colmata con 5 lettere, mentre nelle precedenti righe le analoghe
lacune sono state completate con 4 lettere, e ciò sempre a causa della diminuita
altezza delle lettere. In fine di riga, nella parte guasta, trovano spazio il sup
plemento Labeon\%\ e un altro gentilizio che può essere \_M!\et\tius\, [T]et[tius~\
ο [ V]et[tius] ; di questo gentilizio sono visibili la e chiarissima, e la t, di cui è
palese la parte destra del taglio orizzontale (per la qual cosa non può non trat
tarsi che di /, escludendosi le altre due eventualità e ed / per l'assenza del tratto
orizzontale mediano). La riga conta così 23 lettere.
r. 4: proporrei di supplire la lacuna con il cognome con il quale sono più
noti i Prifernii Paeti senatori del II sec, e che finora mancava nel polionimo
di T. Prifernius Paetus, e cioè Geminus; in fine di riga, dopo la ρ un po' con
sunta, vi è una lacuna di 2 ο 3 lettere, quindi il chiaro resto della parte supe
riore di una lettera rotonda, una e, una g, una q ο una o. È perciò agevole con
cludere, sulla base dei dati in nostro possesso sul personaggio e su quanto è
contenuto all'inizio della riga successiva, che il tutto va integrato in p[ro]-
c[o(n)s(uli)] ο in p[roc]p(n)[s(uli)~]. La riga 3, tenuto conto della maggior spa
zieggiatura, conterebbe così 21 lettere (cfr. rr. 12, 13, e 14).
r. 5: le prime tre lettere conservate vengono così completate in [prov.
Afrï]cae, come il calcolo degli spazi della lacuna (8 lettere) e le notizie sul per
sonaggio legittimano. Subito dopo sono i resti di due lettere, costituiti da due
tratti verticali abbastanza vicini fra loro: la presenza di una g subito dopo,
come anche delle successive lettere, rende certissima la lettura leg(ato). Ben
visibile la parola Aug(usti), cui fanno seguito un tratto obliquo interpretab
ile solo come a, una d e una e e miseri resti di una lettera con un tratto
verticale: appare ovvia la integrazione ad ce[nsus]. La riga, caratterizzata
da un affastellarsi delle lettere con poca spazieggiatura, viene così a contare
25 lettere.
r. 6: la lacuna a sinistra si colma perfettamente (6 lettere) con la prose
cuzione della denominazione della carica contenuta nella seconda metà del
rigo precedente: [accip(iendos) p]rov(inciae) etc. Il nome della provincia è si-
3 Non è possibile supporre la presenza di altre cariche (e la mancanza
del cognome Geminus): per questa divisione fra le varie righe di parte onomas
tica e uffici cf. ad es. OIL Vili, 2582 = D. 1.111; OIL VI, 1449 - D. LI 07;
CIL XIV, 3610 = D. 1071 etc.. NUOVO « CURSUS HONOBÜM » SENATORIO DA TREBULA MUTUESCA 605 UN
curo; mal conservate sono solo la seconda a e la e finale. La lacuna di destra con
tiene invece l'inizio della dicitura della carica esplicitata nella riga seguente:
tra le due possibilità leg(ato) e legat(o) mi sembra avere maggiori probabilità
di verosimiglianza la formula più abbreviata, tenuto conto che il rigo appare
più spazieggiato del precedente. Comunque sia, con le integrazioni proposte,
la riga conta 23 ο 25 lettere.
r. 7: la carica di legato di Dalmazia è qui ricordata come [leg(ato) / pro
pr(aetore) di~\yi Pii prov(inciae) Delmatiae. La lacuna di sinistra è ben complet
ata dalle 7 lettere proposte, [pro pr. di]yi (meno facilmente 6, [pr.pr. di]yi).
Il nome della provincia è reso sicuro dalla presenza come quarta e quinta let
tera di m ed a: due sole sono le province con questa sequenza, Germania e Dal-
matia. Esclusa la Germania per impossibilità di far corrispondere al nome le
tracce sulla pietra, ritengo certa la lettura Delmatiae. Della d iniziale è conser
vata la parte superiore (che obbligava a vedervi una d, una b, una ρ ο una r);
le due lettere successive sono conservate come due tratti verticali abbastanza
ravvicinati, che in questa pietra possono essere solo i, e, I (cfr. leg. alla r. 5);
della t si legge chiarame

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