Un vitor e l artigianato della cestineria ad Ameria - article ; n°2 ; vol.108, pg 943-977
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Un vitor e l'artigianato della cestineria ad Ameria - article ; n°2 ; vol.108, pg 943-977

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1996 - Volume 108 - Numéro 2 - Pages 943-977
Ad Amelia si conserva un coperchio frammentario di urna cas sone appartenente ad una classe di monumenti funerari di produzione locale della fine del sec a.C. recante iscrizione tor canestraio la raffigurazione di due attrezzi da lavoro usati nella cestineria un rachiatoio un coltello attestazione epigrafica ad Amelia del mestiere di canestraio estremamente significativa alla luce delle fonti letterarie che ricordano una forma particolare di cesto prodotta ad Amelia corbulae amerinae la coltura del salice amerino pianta impiegata ieri come oggi nella cestineria in altre attività agricole Lo studio del reperto offre lo spunto per una di samina delle specie di piante impiegate antichità nella cestineria dei vari tipi di cesti noti dalle fonti letterarie usati nei lavori agricoli arti gianali iconograf di alcune forme di cesti arte figurativa
35 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1996
Nombre de lectures 29
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 3 Mo

Extrait

Daniele Monacchi
Un vitor e l'artigianato della cestineria ad Ameria
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 108, N°2. 1996. pp. 943-977.
Riassunto
Daniele Monacchi, Un vitor e l'artigianato della cestineria ad Amelia, p. 943-977.
Ad Amelia si conserva un coperchio frammentario di un'urna «a cassone», appartenente ad una classe di monumenti funerari di
produzione locale della fine del I sec. a.C, recante l'iscrizione «vitor» (canestraio) e la raffigurazione di due attrezzi da lavoro
usati nella cestineria, un rachiatoio e un coltello. L'attestazione epigrafica ad Amelia del mestiere di canestraio è estremamente
significativa alla luce delle fonti letterarie che ricordano una forma particolare di cesto prodotta ad Amelia (corbulae amerinae) e
la coltura del salice amerino, pianta impiegata ieri corne oggi nella cestineria e in altre attività agricole. Lo studio del reperto offre
lo spunto per una disamina delle specie di piante impiegate nell'antichità nella cestineria, dei vari tipi di cesti noti dalle fonti
letterarie e usati nei lavori agricoli e artigianali e dell'iconografia di alcune forme di cesti nell'arte figurativa.
Citer ce document / Cite this document :
Monacchi Daniele. Un vitor e l'artigianato della cestineria ad Ameria. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T.
108, N°2. 1996. pp. 943-977.
doi : 10.3406/mefr.1996.1966
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1996_num_108_2_1966DANIELA MONACCHI
UN VITOR E L'ARTIGIANATO
DELLA CESTINERIA AD AMERIA
1. Nel giardino di una villetta di proprietà privata sita in loc. Foce, fra
zione ad est di Amelia (= Amena), si conserva un coperchio frammentario di
travertino a doppio spiovente, lungo cm 78, largo cm 96 e alto cm 38, perti
nente ad un'urna funeraria ed. «a cassone». Mutilo di ca 1/3 della lunghezz
a, la porzione residua ne restituisce uno dei due frontoncini, fratturato al
l'angolo destro, profilato da una cornice modanata articolata in due listelli e
in un cavetto lungo i lati obliqui e in un cavetto e listello lungo la base. Sul
timpano, che mostra ben visibili le tracce della lavorazione a gradina, sono
raffigurati in senso orizzontale verso destra due utensili sovrapposti scolpiti
in bassorilievo. Al di sotto, è incisa con un duetus irregolare, a lettere legger-
mente apicate alte cm 3,5/4 e con solcatura a sezione triangolare abbastan
za profonda, l'iscrizione VITOR, con la R a coda allungata e la Γ dal braccio
leggermente obliquo. Sul vertice e sull'angolo sinistro del timpano emergo
no acroteri quadrangolari di dimensioni difformi (figg. 1-2).
Da informazioni riferite dal proprietario, si è appreso che il coperchio
proviene da Amelia e più precisamente dall'attuale Via Piana coincidente
con il tratto terminale dell'antica Via Amerina, prima del suo ingresso ur
bano, caposaldato alla ed. Porta Romana aperta nel versante meridionale
delle mura in opera poligonale1. La notizia è certamente attendibile, dal
momento che principalmente lungo questo asse stradale extraurbano si
sviluppò la necropoli romana di Ameria, dotata in prossimità dell'accesso
urbano di monumenti funerali dei quali sopravvivono nuclei di conglomer
ato cementizio in loc. Pirincio e il Trullo2. A questo tipo di edilizia funerar
ia monumentale, corredata da statue iconiche maschili e femminili, leoni,
* Referenze fotografiche, figg. 1-2: Soprintendenza archeologica per L'Umbria
(fotografo Valentino Pescali); figg. 3-4: per il Veneto;
figg. 5-6: servizio fotografico della Biblioteca comunale Augusta di Perugia.
1 Sulle mura da ultimo: P. Fontaine, Cités et enceintes de l'Ombrìe antique,
Bruxelles-Roma, 1990, p. 71-94, 419-421, 425.
2 G. Nardi, Le antichità di Orte, Roma, 1980, p. 142, n. 200 sgg.
MEFRA - 108 - 1996 - 2, p. 943-977. DANIELA MONACCHI 944
Fig. 1 - Frontone del coperchio di urna «a cassone» di Amelia.
fregi dorici ο con girali d'acanto ο ghirlande, rilievi3 e dotata di una precisa
valenza semantica e rappresentativa dello stato socialmente elevato dei t
itolari, si affiancavano tombe più modeste esemplificate da steli iscritte e
dalle urne ed «a cassone».
Quest'ultima classe, diffusa anche nel territorio amerino e alla quale,
come già accennato, appartiene il coperchio dell'anonimo vitor, è compos
ta da grandi urne di travertino a forma parallelepipeda, cave all'interno
per l'alloggio delle ceneri e del corredo, a destinazione per lo più bisoma4.
Talora semplicemente lisce, con più frequenza sono decorate sulla fronte
da figurazioni dense di simbologia funeraria (protomi leonine, fioroni,
ghirlande, askos) collocate al centro di porte ο di archi e costantemente i
nquadrate da paraste angolari lisce, che incorniciano talora anche i fianchi,
con capitelli a motivi vegetali, talora con protomi umane, sorreggenti un
epistilio. In ambedue i casi, sono munite di iscrizioni apposte ο sulla front
e, negli esemplari lisci, ο sull'epistilio, con invadenza talora anche del
campo figurato, in quelle decorate. Le urne erano chiuse da coperchi a
3 L. Sensi e D. Monacelli, in AA.W., Museo comunale di Amelia. Raccolta ar
cheologica. Iscrizioni, sculture, elementi architettonici e di arredo, a cura di M. Mattei-
ni Chiari - S. Stopponi, Perugia, 1996, passim.
4 Per lo studio di questa classe di monumenti funerari rimando a S. Stopponi,
in AA.W., Museo comunale, cit. a nota 3, p. 178-193 e a brevi accenni di S. Diebner,
Sonderformen von Urnen und Grabstelen in den Regionen Mittelitaliens, in Römische
Gräberstrassen Selbstdarstellung status standard, Kolloquium München 1985, Monac
o di Baviera, 1987, p. 230, tav. 40a-d; H. Blank, Funde und Grabungen in Mittelital
ien, in AA, 1970, p. 318, fig. 60. UN VITOR E L'AimGIANATO DELLA CESTCNERIA 945
doppio spiovente con frontoncini, anche in questo caso, lisci oppure decor
ati con figurazioni allusive all'escatologia funeraria come tritoni che suo
nano la buccina, fiori, corona di foglie legata da nastri. Come traspare dalle
iscrizioni, lo stato sociale dei titolari, fra i quali figura anche un vilicus del
la gens Roscia5, era prevalentemente libertino6. Prodotto esclusivo di un'at
tività artigianale amerina tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo
d.C, esemplate forse sul modello ideologico e architettonico dei più presti
giosi monumenti funerari, queste urne esplicitano un aspetto della cultura
figurativa del municipio amerino nella prima età imperiale, chiamata a
soddisfare il nascente consumo dei prodotti dell'arte funeraria da parte di
una clientela media, ambiziosa di personalizzare la propria tomba e di par
tecipare ai nuovi modelli di vita urbana.
2. Il coperchio amerino riveste una duplice importanza, di ordine fil
ologico e archeologico, attestando contestualmente il raro termine latino di
vitor, equivalente a canestraio, e questo mestiere molto scarsamente docu
mentato sia nell'epigrafia che nell'iconografia antiche (figg. 1-2).
Sotto l'aspetto filologico l'iscrizione sancisce la giusta lezione vitor r
ispetto a quella errata vietor che, sulla scorta della correlazione e derivazio
ne del termine dalla radice del verbo vieo (intrecciare, legare, annodare)
è stata diffusa dalla tradizione manoscritta e da alcune edizioni delle fonti
letterarie che registrano tale termine e accolta anche nei lessici7. Mentre la
forma vitor ricorre infatti in tutte le attestazioni epigrafiche pervenute, nei
codici e nelle edizioni delle fonti letterarie - Plauto, Gellio, Arnobio e Do
nato - è restituita oltre alla lezione vitor anche quella di vietor oppure la
prima forma originaria è stata emendata con la seconda, anche per la sua
5 CIL, XI, 4422. Sulle ville dei Rosei nel territorio amerino cfr. Cic, Sex. Rose;
D. Monacelli, Storia e assetto in età antica del in cui ricade la villa di Poggio
Gramignano, in AA.W., The villa at Poggio Gramignano. Excavations 1988-1991, in
corso di stampa; Ead., La cultura materiale delle ville romane del territorio amerino in
età tardo antica, in AA.W., L'Umbria meridionale fra tardo-antico ed altomedioevo ,
Atti del Convegno di Acquasparta 1989, Assisi, 1991, p. 182; Ead., Lugnano in Teveri-
na (Temi). Loc. Poggio Gramignano. Saggi di scavo di una villa rustica romana, in
NSA, 1986-1987, p. 12, nota 18.
6 CIL, XI, 4424; 4431; 4454; 4466; 4471; 4532; 4534; 7850.
7 Per i lessici: E. Forcellini, Totius latinitas lexicon, IV, (1771), p. 509, s.v. vietor;
Dar-Sagl, V, p. 866-867, s.v. vietor (G. Lafaye); Corp. Gì. Lat., VII, p. 424, che invece
registra vitor. Né dai lessici né dal Fraccaro è riferito il passo di Columella IX, 6, 1
«opere vitorio», tradito dal codice Caesenas Malatestianus plut. 24. 2, e accolto da a
lcune edizioni come. G. G. Betts-W. D. Ashworth, Index to the Uppsala edition of Co
lumella, {Studia Latina Upsaliensia, 6), Uppsala, 1971, p. 633, al posto della lezione
«opere textorio» riferita da altre, come quella di Cambridge, 1954.
MEFRA 1996, 2 61 DANIELA MONACCHI 946

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