Gioco di Fantasia: La serie di Sasha Urban: Libro 4
234 pages
Italiano

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Gioco di Fantasia: La serie di Sasha Urban: Libro 4 , livre ebook

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Description

Grazie al mio accordo con Nero e allo sviluppo dei miei poteri, io e le persone che amo dovremmo essere al sicuro... eppure, accade proprio l’impensabile.



Quando si oltrepassa ogni limite e il sangue viene versato, niente sarà mai più come prima.

Informations

Publié par
Date de parution 10 juin 2020
Nombre de lectures 1
EAN13 9781631425455
Langue Italiano

Informations légales : prix de location à la page 0,0015€. Cette information est donnée uniquement à titre indicatif conformément à la législation en vigueur.

Extrait

Gioco di Fantasia
La serie di Sasha Urban: Libro 4


Dima Zales

♠ Mozaika Publications ♠
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e fatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi riferimento a persone reali, viventi o defunte, attività commerciali, avvenimenti o luoghi è puramente casuale.

Copyright © 2020 Dima Zales e Anna Zaires
www.dimazales.com/book-series/italiano/

Tutti i diritti riservati.

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scansionata o distribuita in alcuna forma stampata o elettronica senza autorizzazione, ad eccezione dell’utilizzo in una recensione.

Pubblicato da Mozaika Publications, stampato da Mozaika LLC.
www.mozaikallc.com

Copertina di Orina Kafe
www.orinakafe-art.com

ISBN: 978-1-63142-545-5
Print ISBN: 978-1-63142-546-2
Contents



Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Capitolo 13

Capitolo 14

Capitolo 15

Capitolo 16

Capitolo 17

Capitolo 18

Capitolo 19

Capitolo 20

Capitolo 21

Capitolo 22

Capitolo 23

Capitolo 24

Capitolo 25

Capitolo 26

Capitolo 27

Capitolo 28

Capitolo 29

Capitolo 30

Capitolo 31

Capitolo 32

Capitolo 33

Capitolo 34

Capitolo 35

Capitolo 36

Capitolo 37

Capitolo 38

Capitolo 39

Capitolo 40

Capitolo 41

Capitolo 42

Capitolo 43

Capitolo 44

Capitolo 45

Capitolo 46

Capitolo 47

Capitolo 48

Capitolo 49

Capitolo 50

Capitolo 51

Capitolo 52

Capitolo 53

Capitolo 54

Capitolo 55

Capitolo 56

Capitolo 57

Capitolo 58

Capitolo 59

Capitolo 60


In anteprima riservata: I lettori di pensieri

Note sull’Autore
Capitolo Uno

Lo stupido campanello della porta squilla.
Attraverso le palpebre ancora chiuse, vedo i raggi del sole fare capolino dalla finestra. E ciò significa che, sebbene mi senta come se fossi appena andata a letto, è già mattina.
Chiunque ci sia alla porta, non è così irragionevole come sembra.
“Felix!” grido, senza aprire gli occhi. “Puoi aprire tu?”
“È andato al lavoro” dichiara Fluffster nella mia testa, e quasi riesco a percepire il suo desiderio di aggiungere: “A differenza di qualcuno.”
“E tu?” Mi tiro le coperte sopra la testa. “Puoi andare tu ad aprire?”
“Io?” La confusione prende il posto del piglio aggressivo di Fluffster. “Non posso aprire la porta con queste zampette.”
Sappiamo entrambi che le sue ‘zampette’ possono trasformarsi in giganteschi artigli che squarciano e uccidono, ma non ribatto. Piuttosto, apro gli occhi di malavoglia e abbasso la coperta.
Sì, è giorno.
Brontolando, mi alzo, infilo una vestaglia e, scavalcato Fluffster, mi trascino fino alla porta d’entrata.
Mentre cammino, diventa chiara la ragione del mio intontimento.
Nonostante le speranze, il mio sonno non è stato senza sogni. Ho avuto incubi su gangster controllati mentalmente, che cercavano di uccidermi. Ancora peggio, in alcuni sogni c’eravamo io e il mio capo in posizioni compromettenti... e non sto parlando delle azioni nel nostro portafoglio.
“Chi è?” chiedo alla porta con voce rauca.
“Sono Rose.”
Lo spioncino conferma la verità della dichiarazione, quindi sblocco la serratura.
“Che ore sono?” chiedo, sfregandomi gli occhi.
“Oh cielo.” La mia anziana vicina sbatte le ciglia dal mascara pesante. “Ti ho svegliato?”
“Sono le otto del mattino” risponde Fluffster, presumibilmente in entrambe le nostre teste. “Sasha arriverà tardi al lavoro.”
Dannazione. Con tutto quello che è successo, mi sono completamente dimenticata di mettere la sveglia.
“Nero mi ucciderà” mormoro. “Arriverò tardi il mio primo giorno di rientro.”
“Oh.” Rose sembra mortificata. “Volevo chiederti una cosa...”
L’adrenalina attacca la mia sonnolenza. “Che c’è? È successo qualcosa?”
“No, niente del genere.” Guarda me con aria colpevole, poi Fluffster. “Che ne dici di fermarti nel mio appartamento, prima di andare al lavoro, così ti preparo la colazione?” suggerisce. “Hai bisogno di un nutrimento adeguato.”
Mi mordo il labbro, consapevole del tempo. “So che non esistono le colazioni gratis.”
“Mi fai sembrare così machiavellica.” Ridacchia. “Volevo solo chiederti un piccolissimo favore.”
“D’accordo. Dammi un minuto.” In effetti, devo mangiare.
Si allontana, trascinando i piedi, e chiudo la porta.
“Di che si tratta, secondo te?” mi chiede Fluffster, mentre vado in bagno a prepararmi.
“Non ne ho idea” gli rispondo. “Qualunque cosa sia, spero sia rapida.”
Chiudendo la porta prima che Fluffster possa entrare, mi occupo di tutte le mie faccende in bagno, terminando con uno spruzzo d’acqua gelida in faccia.
Adesso sono sveglia, ma profondamente delusa.
Speravo che una bella notte di sonno potesse chiarire gli avvenimenti di ieri sera, ma eccomi qui, la mattina, e non c’è ancora alcunché di sensato, specialmente quel bacio...
“Allora, cos’è successo dopo che te ne sei andata?” chiede Fluffster, mentre vado nella mia stanza.
“Felix non te l’ha detto?” Comincio a prepararmi.
“Sì. Ma ha anche detto che hai riattaccato, perciò mi chiedevo se...”
“Non è successo granché, dopo che ho riattaccato” mento. “Sono uscita di lì e sono tornata a casa.”
Il cincillà inclina la testa in un gesto stranamente umano. “Beh... ci sono, se vuoi parlarne.”
Il messaggio mentale di Fluffster è risuonato pieno di saggezza nella mia mente, o è la mia immaginazione?
“Grazie” mormoro.
Ovviamente, non intendo parlare con il mio peloso domovoi del bacio con Nero.
O con Felix.
O con nessuno, davvero.
Penso che potrei vedermi parlarne con Ariel, se indagasse sul serio, ma è in riabilitazione per la dipendenza dal sangue di vampiro, e non le capiterà molto presto di parlarmi.
Sospiro. Mi manca già Ariel, e sono ancora molto preoccupata per lei, anche se sta finalmente ricevendo l’aiuto che le serve.
Ma la cosa peggiore è il senso di colpa. Si annida appena sotto la superficie della mia mente, pronto a soffocarmi... come Ariel mi ha quasi soffocato, mentre era sotto il controllo di Baba Yaga.
Scuotendo la testa, mi guardo allo specchio e corrugo la fronte.
È comprensibile.
Agendo in modo puramente meccanico, indosso i pantaloni di pelle, i braccialetti neri, il panciotto nero di vinile, e il resto del mio abbigliamento da ristorante.
Beh, e allora?
Quando Nero ha negoziato in maniera così brutale il mio rientro, non si è soffermato a discutere di dress code... quindi posso indossare tutto quello che voglio, anche se sembra che sto andando al locale dark più vicino invece che in un fondo d’investimento.
Uscendo di corsa dalla stanza, mi fermo vicino alla porta per infilare i miei stivali antinfortunistici, poi mi dirigo nell’appartamento di Rose.
Apre la porta prima che io suoni al campanello, ricompensandomi con un largo sorriso.
“Entra” dice, guidandomi in cucina.
Mi brontola lo stomaco, nel respirare l’aroma dei muffin appena sfornati e del tè al gelsomino.
“Siediti. Mangia” dice Rose, indicando il posto a capotavola... dove ha preparato la mia colazione.
“Ho tempo solo per un boccone veloce.” Guardo il suo orologio da parete e rabbrividisco. “A Nero non piacciono i ritardatari.”
“Sono sicura che preferirebbe vederti quando hai mangiato” dice Rose, con un sorriso che le sfiora gli angoli degli occhi. “Altrimenti, è lui che potresti mordere.”
Soffoco il rossore. “Non so bene cosa tu stia cercando di sottintendere con questo.” Soffio sul mio tè con la massima naturalezza possibile.
“Okay, dimmi, allora” afferma. “Cos’è successo, dopo che Vlad ti ha portato al centro di Gomorra?”
Allora lo faccio. Le racconto di aver spiato Nero, e di avere così scoperto un antico contratto russo tra il mio capo e l’uomo che si è rivelato il mio padre biologico: Grigori Rasputin. Mentre Rose sgrana gli occhi, racconto di co

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