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Description
Informations
Publié par | Mozaika Publications |
Date de parution | 10 juin 2020 |
Nombre de lectures | 1 |
EAN13 | 9781631425455 |
Langue | Italiano |
Informations légales : prix de location à la page 0,0015€. Cette information est donnée uniquement à titre indicatif conformément à la législation en vigueur.
Extrait
Gioco di Fantasia
La serie di Sasha Urban: Libro 4
Dima Zales
♠ Mozaika Publications ♠
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e fatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi riferimento a persone reali, viventi o defunte, attività commerciali, avvenimenti o luoghi è puramente casuale.
Copyright © 2020 Dima Zales e Anna Zaires
www.dimazales.com/book-series/italiano/
Tutti i diritti riservati.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scansionata o distribuita in alcuna forma stampata o elettronica senza autorizzazione, ad eccezione dell’utilizzo in una recensione.
Pubblicato da Mozaika Publications, stampato da Mozaika LLC.
www.mozaikallc.com
Copertina di Orina Kafe
www.orinakafe-art.com
ISBN: 978-1-63142-545-5
Print ISBN: 978-1-63142-546-2
Contents
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
In anteprima riservata: I lettori di pensieri
Note sull’Autore
Capitolo Uno
Lo stupido campanello della porta squilla.
Attraverso le palpebre ancora chiuse, vedo i raggi del sole fare capolino dalla finestra. E ciò significa che, sebbene mi senta come se fossi appena andata a letto, è già mattina.
Chiunque ci sia alla porta, non è così irragionevole come sembra.
“Felix!” grido, senza aprire gli occhi. “Puoi aprire tu?”
“È andato al lavoro” dichiara Fluffster nella mia testa, e quasi riesco a percepire il suo desiderio di aggiungere: “A differenza di qualcuno.”
“E tu?” Mi tiro le coperte sopra la testa. “Puoi andare tu ad aprire?”
“Io?” La confusione prende il posto del piglio aggressivo di Fluffster. “Non posso aprire la porta con queste zampette.”
Sappiamo entrambi che le sue ‘zampette’ possono trasformarsi in giganteschi artigli che squarciano e uccidono, ma non ribatto. Piuttosto, apro gli occhi di malavoglia e abbasso la coperta.
Sì, è giorno.
Brontolando, mi alzo, infilo una vestaglia e, scavalcato Fluffster, mi trascino fino alla porta d’entrata.
Mentre cammino, diventa chiara la ragione del mio intontimento.
Nonostante le speranze, il mio sonno non è stato senza sogni. Ho avuto incubi su gangster controllati mentalmente, che cercavano di uccidermi. Ancora peggio, in alcuni sogni c’eravamo io e il mio capo in posizioni compromettenti... e non sto parlando delle azioni nel nostro portafoglio.
“Chi è?” chiedo alla porta con voce rauca.
“Sono Rose.”
Lo spioncino conferma la verità della dichiarazione, quindi sblocco la serratura.
“Che ore sono?” chiedo, sfregandomi gli occhi.
“Oh cielo.” La mia anziana vicina sbatte le ciglia dal mascara pesante. “Ti ho svegliato?”
“Sono le otto del mattino” risponde Fluffster, presumibilmente in entrambe le nostre teste. “Sasha arriverà tardi al lavoro.”
Dannazione. Con tutto quello che è successo, mi sono completamente dimenticata di mettere la sveglia.
“Nero mi ucciderà” mormoro. “Arriverò tardi il mio primo giorno di rientro.”
“Oh.” Rose sembra mortificata. “Volevo chiederti una cosa...”
L’adrenalina attacca la mia sonnolenza. “Che c’è? È successo qualcosa?”
“No, niente del genere.” Guarda me con aria colpevole, poi Fluffster. “Che ne dici di fermarti nel mio appartamento, prima di andare al lavoro, così ti preparo la colazione?” suggerisce. “Hai bisogno di un nutrimento adeguato.”
Mi mordo il labbro, consapevole del tempo. “So che non esistono le colazioni gratis.”
“Mi fai sembrare così machiavellica.” Ridacchia. “Volevo solo chiederti un piccolissimo favore.”
“D’accordo. Dammi un minuto.” In effetti, devo mangiare.
Si allontana, trascinando i piedi, e chiudo la porta.
“Di che si tratta, secondo te?” mi chiede Fluffster, mentre vado in bagno a prepararmi.
“Non ne ho idea” gli rispondo. “Qualunque cosa sia, spero sia rapida.”
Chiudendo la porta prima che Fluffster possa entrare, mi occupo di tutte le mie faccende in bagno, terminando con uno spruzzo d’acqua gelida in faccia.
Adesso sono sveglia, ma profondamente delusa.
Speravo che una bella notte di sonno potesse chiarire gli avvenimenti di ieri sera, ma eccomi qui, la mattina, e non c’è ancora alcunché di sensato, specialmente quel bacio...
“Allora, cos’è successo dopo che te ne sei andata?” chiede Fluffster, mentre vado nella mia stanza.
“Felix non te l’ha detto?” Comincio a prepararmi.
“Sì. Ma ha anche detto che hai riattaccato, perciò mi chiedevo se...”
“Non è successo granché, dopo che ho riattaccato” mento. “Sono uscita di lì e sono tornata a casa.”
Il cincillà inclina la testa in un gesto stranamente umano. “Beh... ci sono, se vuoi parlarne.”
Il messaggio mentale di Fluffster è risuonato pieno di saggezza nella mia mente, o è la mia immaginazione?
“Grazie” mormoro.
Ovviamente, non intendo parlare con il mio peloso domovoi del bacio con Nero.
O con Felix.
O con nessuno, davvero.
Penso che potrei vedermi parlarne con Ariel, se indagasse sul serio, ma è in riabilitazione per la dipendenza dal sangue di vampiro, e non le capiterà molto presto di parlarmi.
Sospiro. Mi manca già Ariel, e sono ancora molto preoccupata per lei, anche se sta finalmente ricevendo l’aiuto che le serve.
Ma la cosa peggiore è il senso di colpa. Si annida appena sotto la superficie della mia mente, pronto a soffocarmi... come Ariel mi ha quasi soffocato, mentre era sotto il controllo di Baba Yaga.
Scuotendo la testa, mi guardo allo specchio e corrugo la fronte.
È comprensibile.
Agendo in modo puramente meccanico, indosso i pantaloni di pelle, i braccialetti neri, il panciotto nero di vinile, e il resto del mio abbigliamento da ristorante.
Beh, e allora?
Quando Nero ha negoziato in maniera così brutale il mio rientro, non si è soffermato a discutere di dress code... quindi posso indossare tutto quello che voglio, anche se sembra che sto andando al locale dark più vicino invece che in un fondo d’investimento.
Uscendo di corsa dalla stanza, mi fermo vicino alla porta per infilare i miei stivali antinfortunistici, poi mi dirigo nell’appartamento di Rose.
Apre la porta prima che io suoni al campanello, ricompensandomi con un largo sorriso.
“Entra” dice, guidandomi in cucina.
Mi brontola lo stomaco, nel respirare l’aroma dei muffin appena sfornati e del tè al gelsomino.
“Siediti. Mangia” dice Rose, indicando il posto a capotavola... dove ha preparato la mia colazione.
“Ho tempo solo per un boccone veloce.” Guardo il suo orologio da parete e rabbrividisco. “A Nero non piacciono i ritardatari.”
“Sono sicura che preferirebbe vederti quando hai mangiato” dice Rose, con un sorriso che le sfiora gli angoli degli occhi. “Altrimenti, è lui che potresti mordere.”
Soffoco il rossore. “Non so bene cosa tu stia cercando di sottintendere con questo.” Soffio sul mio tè con la massima naturalezza possibile.
“Okay, dimmi, allora” afferma. “Cos’è successo, dopo che Vlad ti ha portato al centro di Gomorra?”
Allora lo faccio. Le racconto di aver spiato Nero, e di avere così scoperto un antico contratto russo tra il mio capo e l’uomo che si è rivelato il mio padre biologico: Grigori Rasputin. Mentre Rose sgrana gli occhi, racconto di co