L affaire Dreyfus e i Socialisti Italiani - article ; n°1 ; vol.101, pg 493-518
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée - Année 1989 - Volume 101 - Numéro 1 - Pages 493-518
Gianfranco Tortorelli, L'affare Dreyfus e i socialisti italiani, p. 493-518. L'affare Dreyfus, uno dei momenti più significativi délia storia francese, è studiato dal versante italiano nel tentativo di scoprire quale fu l'impatto di questo evento straordinario nella stampa e nella pubblicistica socialista. Lo studio, condotto soprattutto sui giornali socialisti e anarchici, vuole da una parte mettere in luce la ripercussione dell'affare nell'immaginario collettivo dei lettori italiani, dall'altro affrontare la strategia dei socialisti italiani nell'avvicinarsi alle complesse radici politico-sociali dell'affare Dreyfus. Alcuni nodi importanti della strategia socialista, il rapporto democrazia-socialismo, il confronto con la cultura ebraica, il duro scontro con il militarismo, vengono messi in luce attraverso la disamina delle posizioni delle varie correnti dei socialismo italiano e dello sforzo da loro compiuto per interpretare una realtà spesso poco e maie (v. au verso) conosciuta. Una attenzione particolare viene dedicata agli scritti e alla figura di Emile Zola non solo per l'importanza della sua battaglia in Francia, ma per la capacità dei suoi articoli, corne dei suoi romanzi, di arrivare con più immediatezza al cuore della gente.
26 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1989
Nombre de lectures 138
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Gianfranco Tortorelli
L'affaire Dreyfus e i Socialisti Italiani
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 101, N°1. 1989. pp. 493-518.
Riassunto
Gianfranco Tortorelli, L'affare Dreyfus e i socialisti italiani, p. 493-518.
L'affare Dreyfus, uno dei momenti più significativi della storia francese, è studiato dal versante italiano nel tentativo di scoprire
quale fu l'impatto di questo evento straordinario nella stampa e nella pubblicistica socialista. Lo studio, condotto soprattutto sui
giornali socialisti e anarchici, vuole da una parte mettere in luce la ripercussione dell'affare nell'immaginario collettivo dei lettori
italiani, dall'altro affrontare la strategia dei socialisti italiani nell'avvicinarsi alle complesse radici politico-sociali dell'affare Dreyfus.
Alcuni nodi importanti della socialista, il rapporto democrazia-socialismo, il confronto con la cultura ebraica, il duro
scontro con il militarismo, vengono messi in luce attraverso la disamina delle posizioni delle varie correnti dei socialismo italiano
e dello sforzo da loro compiuto per interpretare una realtà spesso poco e maie conosciuta. Una attenzione particolare viene
dedicata agli scritti e alla figura di Emile Zola non solo per l'importanza della sua battaglia in Francia, ma per la capacità dei suoi
articoli, come dei suoi romanzi, di arrivare con più immediatezza al cuore della gente.
Citer ce document / Cite this document :
Tortorelli Gianfranco. L'affaire Dreyfus e i Socialisti Italiani. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T.
101, N°1. 1989. pp. 493-518.
doi : 10.3406/mefr.1989.5629
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1989_num_101_1_5629GIANFRANCO TORTORELLI
L'AFFARE DREYFUS E I SOCIALISTI ITALIANI
«Mi trovavo sempre a Imola quando scoppiò l'affare Dreyfus. Se il
grande dramma fu seguito con ansia in tutto il mondo, credo che in pochi
luoghi suscitò una passione paragonabile a quella romagnola in generale
ed imolese in ispecie. Nei caffè, nelle osterie, nelle botteghe dei calzolai e
dei barbieri, nelle sartorie etc. gli avvenimenti venivano seguiti e com
mentati con ansia indicibile. Dreyfus, Clemenceau, Zola, Labori ci erano
diventati famigliari, e ci parevano proprio persone di casa»1. Così nelle
Memorie di trent'anni Antonio Graziadei ricordava la partecipazione della
città romagnola a quelli che gli erano parsi essere i momenti più dramm
atici dell'affare : la commozione e la gioia per il ferimento e lo scampat
o pericolo di Labori, gli assembramenti e i comizi a favore di Clemence
au e Zola, il «tripudio» per una «vittoria» che era «anche la nostra». Né,
secondo la testimonianza autobiografica di Alessandro Balducci, l'interes
se era stato minore a Forlì, dove Γ« Aurore» e «Petite république», giornal
i che « condussero la ribellione contro l'ingiustizia in Francia », colpivano passanti con le lettere a caratteri cubitali del «J'accuse» di Zola2.
Se tuttavia nelle memorie di Graziadei e di Balducci i ricordi rimane
vano fermi alle impressioni collettive dinanzi ad un avvenimento straordi
nario che era riuscito a superare i confini francesi, nelle Spiegazioni a me
stesso Arturo Labriola, rifugiatosi a Parigi dove aveva trascorso gli anni
dal 1898 al 1900 per sfuggire all'arresto, indicava nella riflessione sull'af
fare Dreyfus un momento non eludibile della sua maturazione intellettual
e. Quel «singolare avvenimento», come lo definisce Labriola, verrà ana
lizzato più per sviluppare una propria concezione della democrazia che
per comprendere gli schieramenti politici e le profonde motivazioni cul
turali e sociali dell'impegno di tanti intellettuali francesi. Arturo Labriola
poneva in risalto l'effetto dirompente dell'affare che aveva incrinato la
1 A. Graziadei, Memorie de trent'anni 1890-1920, Roma, 1950, p. 63.
2 R. Balducci, Alessandro Balducci e gli albori del socialismo nel Forlivese
(1880-1904), prefazione di Michele Saponaro, Milano, 1954, p. 101.
MEFRIM - 101 - 1989 - 1, p. 493-518. 494 GIANFRANCO TORTORELLI
«coriacea e impenetrabile aristocrazia conservatrice» degli intellettuali
francesi, rompendo la loro alleanza con il potere e fondando « una grande
democrazia culturale », in cui la Francia di Pascal e Cartesio, di Pasteur e
Poincaré «abbracciasse tutto il popolo confondendosi e vivendo in
esso»3.
Non v'è dubbio tuttavia, al di là di queste testimonianze che potrebbe
ro essere ampliate e variate, che non ci si può non meravigliare della
debolezza dell'impattò che questo avvenimento ebbe non solo nella fo
rmazione culturale di tanti socialisti, ma nelle discussioni assai vivaci avve
nute in quelli anni nel Psi intorno al tema delle alleanze e della democraz
ia. Ancora oggi la «dimensione» dell'affare di cui parlava più di venti
anni fa Peter nelle Annales 4 non sembra sufficientemente indagata, ment
re il proscenio appare occupato da personaggi dalle forti tinte, «spesso
innalzati al rango di simboli, di fronte ai quali gli storici hanno lasciato
da parte le loro armi critiche»5. Dreyfus, Picquart, Esterhazy, Clemencea
u, fin dall'inizio tutto distoglie da un approccio che si discosti dalla per-
sonalizzazione della vicenda e che sembra insito nello svolgimento di que
sto avvenimento.
Anche in Italia del resto gli studi non si sono allontanati dal collaudat
o cliché, segnalandosi tuttavia, al contrario di quanto è accaduto in parti-
3 A. Labriola, Spiegazioni a me stesso. Note personali e colturali, Napoli, 1945,
p. 91 e 95. Le conclusioni del suo ripensamento sull'affare Dreyfus Labriola lo
traeva poco oltre : « Io imparai in Francia la lezione dell'individualismo, e la concil
iai con il mio socialismo. . . Mi persuasi dunque che un socialismo non indirizzato
ad accrescere la somma degli individui esistente in una società, era un fallimento,
un ideale indegno di essere seguito»; p. 98. Giustamente Dora Marucco, in un rapi
do cenno dedicato a questa analisi, ha sottolineato come Arturo Labriola ebbe
dell'intero affare Dreyfus un sentore «più intuitivo che cosciente» (in Arturo
Labriola e il sindacalismo rivoluzionario in Italia, Torino, 1970, p. 98). Poco si sa del
soggiorno parigino di Antonio Labriola e dei suoi rapporti con Sorel, Lagardelle;
cfr. a proposito la voce di Dora Marucco in F. Andreucci e T. Detti, // movimento
operaio italiano. Dizionario biografico 1855-1943, voi. 3°, Roma, 1977, p. 39-51.
4 «II vero problema. Non quello dell'errore giudiziario oppure dell'esito poli
tico dell'affare : ma quello della ragione del dramma, delle cause della rottura del
la nazione in due campi contrapposti così come si pone se si fruga nella profondità
delle strutture di una società»; J.P.Peter, Dimensions de l'affaire Dreyfus, in
Annales ESC, 1961, p. 1143.
5 È questa l'opinione di Cristophe Charle, espressa nello studio più esauriente
e stimolante sul ruolo degli intellettuali francesi nell'affare, Letteratura e potere,
prefazione di Vincenzo Consolo, Palermo, 1979, p. 19-20. Lo studio di Charle è la
traduzione del saggio : Champ littéraire et champ du pouvoir : les écrivains et l'affai
re Dreyfus, in Annales ESC, 1977, n. 2. L'AFFARE DREYFUS E I SOCIALISTI ITALIANI 495
colare in Francia e Inghilterra, per avere focalizzato l'attenzione preva
lentemente sulle varie fasi del processo, con il rischio di illuminare le
figure solo nel breve periodo in cui i riflettori ne avevano posto in risalto
i contorni. Si sono persi così i suggerimenti di chi, pur arrivando a con
clusioni non accettabili sull'affare, aveva indicato qualcosa di emblemati
co e istruttivo per lo storico precisamente nel cristallizzarsi «intorno ad
un piccolo avvenimento ed a una personalità così fredda e meschina
come quella del capitano Dreyfus, tutte le forze di una nazione ricca e
potente di intelligenza come la Francia»6, e di chi portava molto più
avanti le proprie riflessioni fino ad individuare forze progressive nel bloc
co sociale che si era battuto per Dreyfus - «nel senso almeno che nel
campo dominante spezzano cristallizzazioni statali soffocanti, e immetto
no nella vita dello Stato e nelle attività sociali un personale diverso e più
numeroso di quello precedente»7 - e verso il quale il movimento operaio
doveva ridefinire la propria collocazione. Più che nella cronaca abbastan
za fedele del processo contenuta nel volume del Locatelli8, a cui si riferi
sce anche Trozzi9 accostando singolarmente la figura di Dreyfus a quell
a di Vidocq, Fra Diavolo e del Fornaretto di Venezia, ο nel succinto e
schematico reportage di Rizzoni, comparso qualche anno fa nella collana
mondadoriana / processi celebri 10, l'analisi più stimolante si trova ancora
nello studio dello Halasz apparso nel 1959 e ripubblicato con una nuova e
più effica

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