Teste votive di Palestrina : recuperi e dispersioni - article ; n°2 ; vol.104, pg 597-657
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1992 - Volume 104 - Numéro 2 - Pages 597-657
Maria Teresa Onorati, Teste votive di Palestrina : recuperi e dispersioni, p. 597-657. Nella zona bassa di Praeneste, a sud délia via Prenestina, zona tradizionalmente conosciuta corne sede di necropoli, si colloca un santuario di notevole importanza, scavato in tempi recenti ma già interessato da alcune delle molteplici ed intricate esplorazioni condotte nella zona soprattutto nel corso dell'800. Del santuario, connesso con il culto di Ercole e frequentato con certezza a partire da età tardo-arcaica, si ricostruisce la storia dei recuperi, localizzando su base catastale i rinvenimenti di materiale votivo succedutisi nella zona, e si affronta il problema della dispersione dei depositi, dispersione protrattasi nell'arco di più di due secoli.
61 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1992
Nombre de lectures 58
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 3 Mo

Extrait

Maria Teresa Onorati
Teste votive di Palestrina : recuperi e dispersioni
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 104, N°2. 1992. pp. 597-657.
Riassunto
Maria Teresa Onorati, Teste votive di Palestrina : recuperi e dispersioni, p. 597-657.
Nella zona bassa di Praeneste, a sud della via Prenestina, zona tradizionalmente conosciuta corne sede di necropoli, si colloca
un santuario di notevole importanza, scavato in tempi recenti ma già interessato da alcune delle molteplici ed intricate
esplorazioni condotte nella zona soprattutto nel corso dell'800.
Del santuario, connesso con il culto di Ercole e frequentato con certezza a partire da età tardo-arcaica, si ricostruisce la storia dei
recuperi, localizzando su base catastale i rinvenimenti di materiale votivo succedutisi nella zona, e si affronta il problema della
dispersione dei depositi, dispersione protrattasi nell'arco di più di due secoli.
Citer ce document / Cite this document :
Onorati Maria Teresa. Teste votive di Palestrina : recuperi e dispersioni. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T.
104, N°2. 1992. pp. 597-657.
doi : 10.3406/mefr.1992.1770
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1992_num_104_2_1770MARIA TERESA ONORATI
TESTE VOTIVE DI PALESTRINA
RECUPERI E DISPERSIONI*
Solo recentemente, dopo le scoperte e gli accenni della fine dell'800 e
degli inizi del '900, tra i luoghi di culto di Praeneste viene menzionato e
messo in rilievo anche il santuario ritenuto di Èrcole, dislocato nella zona
sud-ovest della città (fig. 1).
L'importanza del santuario doveva essere notevole, come si evince
non solo dalla sua emblematica posizione presso l'incrocio di più strade
di comunicazione ma anche dalla enorme mole di materiale votivo ad
esso riferibile, che implica una massiccia frequentazione del luogo di cul
to protrattasi nell'arco di più secoli1.
Ma, nonostante la notevole rilevanza dell'area sacra, rilevanza certa
mente offuscata per decenni da una bibliografia archeologica focalizzata
sull'altro grande santuario della città, e nonostante il rinnovato interesse
degli studiosi, riacceso dagli scavi di recupero degli anni '70 2, ancora oggi
* Per aver incoraggiato e sostenuto la stesura di questo articolo sono molto
grata ai Proff . G. Colonna e J.-P. Morel.
Un particolare ringraziamento a S. Gatti che ha consentito e facilitato lo studio
dei materiali conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Palestrina. Ringrazio,
inoltre, i funzionari dell'Archivio Centrale dello Stato (C. Fiorentino, M. Musacchio)
e dell'Archivio di Stato di Roma (M. Pieretti) per aver pazientemente accolto tutte
le mie richieste durante le ricerche di archivio.
Numerosi sono, infine, coloro che a Palestrina hanno voluto cortesemente age
volarmi nel corso di questo lavoro :
B. Coari, M. Botti (Ufficio Tecnico del Comune), P. T. Cimini (parroco della
chiesa di S. Antonio del Convento del Carmine), S. Piacentini (Museo Archeologico),
P. G. Tornassi (Circolo Culturale R. Simeoni) ed il personale della Biblioteca Comun
ale (G. Abbate, A. M. Fiasco).
La parte fotografica è di M. Letizia ; la parte grafica della scrivente.
jZevi Gallina 1979, p. 212-3; Zaccagni 1980, p. 188 s.; Coarelli 1982, p. 155;
Quilici 1983, p. 88 s.; Torelli 1989, p. 24-5 e, da ultimi, Colonna 1992, p. 35 s. e
Coarelli 1992, 261-2.
2 Per i quali v., infra, p. 603.
MEFRA - 104 - 1992-2, p. 597-657. 598 MARIA TERESA ONORATI
restano da definire una serie di questioni che concernono la sua stessa
estensione e, soprattutto, il rapporto spaziale tra le esplorazioni del secolo
scorso ed i recenti interventi.
In questa sede, tralasciando le altre problematiche che questo santuar
io pone, problematiche numerose e meritorie di studi ben più approfond
iti, ci occuperemo dell'area sacra esclusivamente da due punti di vista :
l'inquadramento topografico dei recuperi e la dispersione dei materiali,
con particolare riferimento a quella delle teste votive.
1 - I RECUPERI : PUNTUALIZZAZIONI TOPOGRAFICHE
Per l'adiacenza con la zona occupata dalla necropoli a sud della via
Prenestina, tra le contrade Bocce Rodi, S. Rocco e Colombella, la storia
degli scavi dell'area sacra (e quella dei ritrovamenti di materiale votivo in
genere), si intreccia con quella degli scavi della stessa necropoli, scavi che
furono, come è noto, numerosi e rivolti precipuamente al recupero degli
oggetti3.
Riferendoci alle sole notizie che concernono la presenza di materiale
a carattere non spiccatamente funerario, ma forse con destinazione voti
va, il primo ritrovamento noto bibliograficamente risale al '700, quando il
Cecconi menziona la scoperta, presso la chiesa di S. Rocco (vigna di Nic-
cola Celli), di «... un'antica fornace a vasaio con moltissime . . . immagin
i . . .»4.
Circa un secolo dopo il Braun, nell'ambito della descrizione dei mater
iali provenienti dagli scavi che C. Giorgi nel 1855 condusse nella tenuta
Barberini, cita anche un «... toro di terracotta e le altre figurine, tra
cui ... un Sileno e parecchie donne di graziose forme . . .»5.
Nel 1859 il Cicerchia6 allude genericamente a delle «crete cotte» pro-
3 Recentemente : Besig 1956, e. 1256 s.; Coarelli 1973, p. 258 s.; Zevi 1976,
p. 213 s. ; Quilici 1981, nota 2 a p. 222-3. Dettagliata la messa a punto di Pensabene
1983, alla quale si rimanda per l'inquadramento topografico della zona ed in parti
colare per la denominazione delle strade (p. 229-231). Sulle aree funerarie di Prae-
neste, da ultimi : Baglione e Quilici 1992.
4 Cecconi 1756, p. 60.
5 Braun 1855, p. XL VII (e AA 1856, e. 169). Nel corso degli scavi venne in luce,
presso il casino Cecconi, anche la prima tomba orientalizzante (sul ritrovamento
della tomba Barberini : Zevi 1976, p. 214-5; per gli interventi del 1855, in generale,
Pensabene 1983, p. 239.241-2).
6 Cicerchia 1859, p. 38. TESTE VOTIVE DI PALESTRINA 599
«ne' fondi di S.E. il sig. principe Barberini», come venienti dagli scavi
specifica lo Henzen7, il quale menziona anche «... figurine, teste ed altre
membra umane di terracotta . . . riconosciute di provenienza votiva»8.
Di lì a pochi anni il Garrucci, nell'ambito degli scavi condotti presso
il casino Cecconi 9, segnala il ritrovamento di due statuette, una delle quali
raffigurante una kourotrophos 10 ; allo stesso anno 1863, risale l'elenco
degli oggetti provenienti sempre dagli scavi Barberini e acquistati dai
Musei Pontifici, in cui compaiono anche sei statuette di terracotta a stam-
pò 11
Durante gli scavi di poco posteriori nella vigna Cecconi (attigua a
quella Barberini) viene rinvenuta, in una «cassa di tegoloni», un'altra sta
tuetta raffigurante una kourotrophos n.
Un «... gran cunicolo traforato nella terra vergine . . . con . . . ossa
umane, vasetti, giocattoli, statue di terracotta e cose simili » viene segnalat
o dal Matz per lo scavo nel terreno dei RR.PP. Carmelitani 13. Dalla lett
era-relazione del Martinetti sugli stessi scavi descritti dal Matz l'anno pre
cedente, scavi che negli anni 1869-70 si aprirono in più punti14, si appren-
7 Henzen 1859a, p. 25; sulle esplorazioni del 1859 nel fondo Barberini, che in
quell'anno furono condotte da M. Nestori Marini, cfr. Pensabene 1983, p. 242-3.
8 Henzen 1859c, p. 99 : senza indicazioni topografiche. Non è improbabile, tut
tavia, che la notizia dettagli l'accenno del Cicerchia {supra, nota 6) nell'ambito dei
ritrovamenti Barberini, resocontati dallo stesso Henzen {supra, nota 7).
9 Garrucci 1864, p. 152; lo scavo del Garrucci si svolse in prosecuzione di quel
lo del Giorgi, presso il luogo di scoperta della tomba Barberini {supra, nota 5). Dall
e circostanze di rinvenimento si evince, come sottolineato da Pensabene 1983,
p. 244, che il sarcofago nel quale sarebbero state trovate le due statuette non era
intatto ma già precedentemente violato.
10 L'esemplare, di cui il Garrucci riproduce il disegno, è ora pubblicato in
Champeaux 1982, tav. V, 2; al lungo elenco delle altre statuette simili provenienti da
Palestrina {EAD., nota 171 a p. 43) si può aggiungere anche : Zaccagni 1980, p. 190,
tav. XL, 1; Quilici 1983, p. 96, n. 46-7, fig. 10 a p. 93; Amsterdam 1989-90, p. 219,
fig. 159 a p. 167.
11 II Garrucci stesso risulta quale venditore : Archivio di Stato di Roma (da qui
in poi ASR), Min. LL.PP., b. 411/30.
12 Henzen 1866, p. 134; come già sottolineato, anche in questo caso la pertinen
za della statuetta ad un corredo funerario è resa incerta dalla specificazione, nel
resoconto pubblicato dallo Henzen, che quasi tutti i sepolcri rinvenuti negli scavi
del 1866 risultavano già manomessi in precedenza (Pensabene 1983, p. 247).
13 Matz 1870, p. 98. Nello stesso anno 1869 venne chiesta regolare licenza da
parte del priore del Convento di S. Antonio Abbate dei SS. Carmelitani Calzati in
Palestrina per lo scavo «in un vigneto in contrada S. Rocco di proprietà del con
vento» (ASR, Min. LL.PP., b. 411/6).
14 In generale: Pensabene 1983,

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