Vasi attici da mensa in Etruria. Note sulle occorrenze e sulla distribuzione - article ; n°2 ; vol.101, pg 545-579
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1989 - Volume 101 - Numéro 2 - Pages 545-579
Marco Rendeli, Vasi attici da mensa in Etruria. Note sulle occorrenze e sulla loro distribuzione, p. 545-579. Le presenze di materiale attico in Etruria meridionale hanno suscitato un notevole interesse sin dagli anni '60 grazie alle intuizioni di Fr. Villard. Queste note, riesaminando il problema, offrono nella prima parte una rilettura dei dati quantitativi e degli indici d'importazione di 6 città dell'Etruria propria (Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Orvieto, Chiusi e Faleri), nel corso di 6 fasi di un quarto di secolo, fra 575 e 425 a.C. Da essa emerge un quadro articolato e complesso di rapporti fra città, in base a linee di tendenza che in molti casi rispecchiano le trasformazioni occorse in Etruria meridionale durante la fase arcaica ed il V secolo a.C. (v. rétro) Nella seconda parte vengono ripresi e brevemente analizzati alcuni aspetti del fenomeno delle importazioni di vasellame da mensa attico : la presenza di forti anomalie nella distribuzione di alcune botteghe, di forme particolari create su modelli o per il mercato etrusco, l'attestazione esclusiva di singole botteghe in alcune città riflettono un processo di scambio che non si limita alla sola transazione economica ma che investe anche livelli di scelta e di gusto particolari. La presenza di materiale attico, infine, non investe le sole città maggiori ma anche i loro territori secondo una logica redistributiva che varia a seconda dei centri e delle trasformazioni avvenute in ciascun contesto regionale.
35 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1989
Nombre de lectures 17
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 3 Mo

Extrait

Marco Rendeli
Vasi attici da mensa in Etruria. Note sulle occorrenze e sulla
distribuzione
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 101, N°2. 1989. pp. 545-579.
Riassunto
Marco Rendeli, Vasi attici da mensa in Etruria. Note sulle occorrenze e sulla loro distribuzione, p. 545-579.
Le presenze di materiale attico in Etruria meridionale hanno suscitato un notevole interesse sin dagli anni '60 grazie alle intuizioni
di Fr. Villard.
Queste note, riesaminando il problema, offrono nella prima parte una rilettura dei dati quantitativi e degli indici d'importazione di 6
città dell'Etruria propria (Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Orvieto, Chiusi e Faleri), nel corso di 6 fasi di un quarto di secolo, fra 575 e
425 a.C. Da essa emerge un quadro articolato e complesso di rapporti fra città, in base a linee di tendenza che in molti casi
rispecchiano le trasformazioni occorse in Etruria meridionale durante la fase arcaica ed il V secolo a.C.
(v. retro) Nella seconda parte vengono ripresi e brevemente analizzati alcuni aspetti del fenomeno delle importazioni di vasellame
da mensa attico : la presenza di forti anomalie nella distribuzione di alcune botteghe, di forme particolari create su modelli o per il
mercato etrusco, l'attestazione esclusiva di singole botteghe in alcune città riflettono un processo di scambio che non si limita alla
sola transazione economica ma che investe anche livelli di scelta e di gusto particolari.
La presenza di materiale attico, infine, non investe le sole città maggiori ma anche i loro territori secondo una logica redistributiva
che varia a seconda dei centri e delle trasformazioni avvenute in ciascun contesto regionale.
Citer ce document / Cite this document :
Rendeli Marco. Vasi attici da mensa in Etruria. Note sulle occorrenze e sulla distribuzione. In: Mélanges de l'Ecole française de
Rome. Antiquité T. 101, N°2. 1989. pp. 545-579.
doi : 10.3406/mefr.1989.1639
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1989_num_101_2_1639ÉTRURIE ET PEUPLES ITALIQUES
MARCO RENDELI
VASI ATTICI DA MENSA IN ETRURIA
NOTE SULLE OCCORRENZE E SULLA DISTRIBUZIONE *
ευ δε μελανθεΐεν κότυλοι και πάντα κάναστρα,
φρυχθήναί τε καλώς και τιμής ωνον άρέσθαι,
πολλά μεν είν άγορήι πωλεύμενα πολλά δ' άγυιαϊς, δε κερδήναι, ήμΐν δ ήδέως σφιν άεΐσαι.
Κεραμείς, Fragmenta Hesiodea, vv. 3-6.
West-Merkelbach, Oxford, 1967, 302.
Nel quadro delle statistiche che interessano il mondo classico un ruol
o preminente è stato da sempre attribuito alle produzioni della Grecia
peninsulare ed insulare e alla loro distribuzione nel mondo mediterraneo.
Nel novero di questi contributi un interesse trainante è dato alla ceramica
da mensa ateniese, figurata ed a vernice nera. Altri prima, con maggiore
cognizione ed esperienza hanno tracciato le linee portanti della « giovane »
storia di queste ricerche, nata dalla brillante intuizione di F. Villard1. Le
tendenze verso questo tipo di analisi sono passate dalla semplice ripropo-
* Questo lavoro nasce da una esercitazione svolta par la cattedra di Archeolog
ia classica, con il Prof. S. Stucchi, nel corso della Scuola di specializzazione in
archeologia. Da quella prima stesura sono subentrati tantissimi cambiamenti gra
zie ai consigli dei Prof. G. Colonna, M. Cristofani, M. Gras, ai quali va la mia grati
tudine. Un grande ringraziamento va soprattutto a M.lle N. de La Blanchardière,
per la squisita gentilizza e per la pazienza avuta nei miei confronti, e alla D.ssa
S. Collin Bouffier per gli spesso vivaci e costruttivi scambi di opinione. I grafici qui
riprodotti sono stati elaborati da Stefano Alessandrini con il supporto tecnico della
A. G. Computer Systems. L'articolo è dedicato a mio padre, sperando che esso sia
solo un piccolo anticipo del grande debito che ho contratto.
1 Villard 1960; da ultima Martelli 1985, p. 178 ss.
MEFRA - 101 - 1989 - 2, p. 545-579. MARCO RENDELI 546
sizione degli «amounts» a un sempre più analitico e attento studio delle
distribuzioni, dei traffici nell'area mediterranea attraverso scelte metodo-
logiche sempre più raffinate2. L'apertura verso classi d'importazione
diverse dal vasellame attico ha poi permesso di avere un quadro più omo
geneo e completo sin dalla tarda età orientalizzante3.
Lo spunto per queste note viene in parte dagli ormai non recentissimi
studi di Chr. Meyer, al quale dobbiamo un aggiornamento dei dati riguar
danti i materiali attici in Etruria e a Roma nel corso del VI e V secolo
a.C. 4, in parte dalle già ricordate analisi di Boardman, Giudice e Martelli,
nelle quali sia per ricerche particolari che per sintesi di ampio respiro si
definisce la distribuzione dei vasi avendo come base di calcolo i materiali
di una determinata fase e non quelli di una singola città5. Sulla scorta di
queste esperienze e indicazioni non è parso inutile compiere un tentativo
costruito su di un'ottica regionale scegliendo l'Etruria da un lato, i calcoli
del Meyer dall'altro come oggetto di questa ricerca. Un tentativo interme
dio fra quelli di F. Giudice, che predilige esami di singoli gruppi ο di sin
gole fasi, quelli di J. Boardman di ampio respiro mediterraneo, e di
M. Martelli, che offre una maggiore apertura verso tutte le classi d'impor
tazione presenti in Etruria.
La finalità di questo lavoro è quella di disegnare un quadro tenden-
ziale della ceramica da mensa ateniese in Etruria tentando di scindere da
esso la variabile della curva d'importazione, della quantità, dunque, di
materiale esportato da Atene nel periodo compreso fra il secondo quarto
del VI ed il terzo quarto del V secolo a.C.6.
Due saranno i livelli in cui è diviso il lavoro : il primo ha per soggetto
fasi di un quarto di secolo, all'interno delle quali verrà percentualmente
ripartita la « quota di mercato » ο indice (termini moderni questi, ma utili),
di 5 città etrusche (Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Orvieto e Chiusi), di una
falisca - Faleri - e di un'ultima voce «altri centri», dove è rappresentata
1 Giudice 1979; 1982; 1985; Boardman 1979; Martelli 1985.
3 Martelli 1979, p. 3 ss.
4 Meyer 1980, p. 47 ss., dai dati di Beazley in ABV; ARV; Paralipomena ; Addend
a. Per Roma da Gjerstad 1966; 1973. Meyer 1983, p. 160 ss.
5 Come ancora in Meyer 1980 dove i grafici sono resi sugli «amounts» delle
singole città e posti in un diagramma su scala semilogaritmica.
6 In Meyer 1980, figg. L e M si può notare come le linee seguano tutte una
medesima tendenza, dettata dalla quantità di materiale attico in una città in una
determinata fase. Incrementi ο cali delle presenze non dipenderanno perciò sol
amente dalle trasformazioni avvenute in quella città ma soprattutto dalla disponibil
ità ateniese verso l'esportazione in Etruria. VASI ATTICI DA MENSA IN ETRURIA 547
la differenza fra il totale generale e quello delle sei città. L'insieme dei
dati, che per la base percentuale 100 saranno tutti posti sotto un minimo
comune denominatore, servirà per il secondo livello. Il soggetto sarà la
città, per la quale verranno congiunte le quote di mercato di ogni singola
fase in un unico diagramma. In tale maniera le importazioni attiche
diverranno un indicatore delle tendenze di una città in rapporto alle quot
e degli altri centri.
Come già detto, questo tentativo parte dal venticinquennio 575-550
a.C. anche se attestazioni di vasellame da mensa ateniese sono presenti in
Etruria già da almeno mezzo secolo. Essendo però il numero dei vasi esi
guo7, la base statistica non è sufficientemente ampia per poter permetter
e una corretta distribuzione. Per lo stesso motivo non ho ritenuto corret
to rendere graficamente i dati dell'ultima fase (dal 425 al 400 a.C. con
l'attestazione di 41 vasi), pur avendoli inseriti nella tabella generale.
Andrà tenuto presente che il valore di questi risultati è puramente
tendenziale come già M. Martelli sottolineava nel 1979. Il campione che
disponiamo è il frutto di una lunga stagione di scavi, durata circa un
secolo e mezzo e raccolta principalmente nelle sillogi di Sir J. Beazley8, e
per molte di queste ricerche non possediamo documentazione adeguata,
limitata per la gran parte degli esemplari, sparsi in tutti i musei del mond
o, al solo luogo di provenienza. Ciò nonostante essi possono fornire una
buona proiezione statistica (fig. I), in rapporto al totale, dato l'ampio
numero di vasi alla base della ricerca (3887 esemplari)9.
/ fase : 575-550 a.C. (fig. 2). Al secondo quarto del VI secolo vengono
attribuiti, nelle già citate ripartizioni del Meyer, 93 esemplari. Essi corr
ispondono al 2.3% sul totale delle importazioni10.
È però da notare che sulla base di conteggi differenti, M. Martelli
assegnava a questo quarto di secolo già 101 manufatti, che rappresenta
vano poco meno del 25% del materiale d'importazione di tutte le classi
attestate in Etruria11. Una tale quantità è ancora poco significativa rispet-
7 Un solo vaso fra il 625 ed il 600 a.C; 17 nel quarto

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