I decreti decurionali di Brindisi - article ; n°1 ; vol.14, pg 187-199
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Cahiers du Centre Gustave Glotz - Année 2003 - Volume 14 - Numéro 1 - Pages 187-199
We have analysed three decrees of the Brundisium decurions, known from epigraphic copies : NSA, 1910, 146-147 ; CIL, IX, 47 e CIL, I2, 3173. The first two texts are decrees for young members of important families of the town. We have collated the manuscript of the 16th century, on which the edition of CIL, IX, 47 is based. In this way we have added to this text two more lines, previously published in CIL as an autonomous epigraph (CIL, IX, 187). The third decree belongs to the late republican period. It is handed down by a composite inscription containing name and cursus honorum of the late magistrate, followed by the honorary decree concerning this personage and another person, both alive when the honour was conferred.
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Publié le 01 janvier 2003
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Madame Marina Silvestrini
I decreti decurionali di Brindisi
In: Cahiers du Centre Gustave Glotz, 14, 2003. pp. 187-199.
Abstract
We have analysed three decrees of the Brundisium decurions, known from epigraphic copies : NSA, 1910, 146-147 ; CIL, IX, 47
e CIL, I2, 3173. The first two texts are decrees for young members of important families of the town. We have collated the
manuscript of the 16th century, on which the edition of CIL, IX, 47 is based. In this way we have added to this text two more lines,
previously published in CIL as an autonomous epigraph (CIL, IX, 187). The third decree belongs to the late republican period. It is
handed down by a composite inscription containing name and cursus honorum of the late magistrate, followed by the honorary
decree concerning this personage and another person, both alive when the honour was conferred.
Citer ce document / Cite this document :
Silvestrini Marina. I decreti decurionali di Brindisi. In: Cahiers du Centre Gustave Glotz, 14, 2003. pp. 187-199.
doi : 10.3406/ccgg.2003.1585
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/ccgg_1016-9008_2003_num_14_1_1585Marina Silvestrini
I DECRETI DECURIONALI DI BRINDISI*
II patrimonio epigrafico del municipio di Brindisi supera le 700 iscrizioni
edite includendo una trentina di epigrafi greche (moltissime le
frammentarie) : tale patrimonio è costituito per lo più di testi scarni relativi a
schiavi, liberti, persone di modesta condizione1. In questa raccolta si segnala
no tre significativi decreti decurionali, che, quasi fossero lampi fotografici,
illuminano qua e là momenti della vita pubblica, fornendo informazioni pre
ziose sotto più profili : sia su esponenti dell'elite locale, piuttosto opaca a
Brindisi, sia su aspetti della prassi istituzionale2. Su questi documenti concent
rerò la mia attenzione, tralasciando le ulteriori semplici menzioni di decreti
dei decurioni, ovviamente presenti nell'epigrafia locale.
Notoriamente i decreti arrivati a noi sono copie di quelli conservati negli
archivi municipali : i primi due decreti in esame sono copie realizzate a cura
di privati, come la maggior parte dei decreti superstiti ; caso differente, per
esempio, quello dei decreti della colonia di Pisa per la morte di Gaio e Lucio
Cesari (CIL, XI, 1420 e 1421), iscritti su pietra per volontà della colonia (la
decisione relativa all'esecuzione della copia epigrafica compare in CIL, XI,
1420, 11. 14 e 29-31 ed è affidata, come l'attuazione degli altri aspetti del
decreto, ad un duoviro e ai decemprimi, i primi dieci decurioni)3.
Consideriamo quale fosse l'oggetto dei testi brindisini e quindi per quale
contesto e con quali obiettivi queste copie furono riprodotte su monumenti
epigrafici. In due casi (NSA, 1910, pp. 146-147 e CIL, IX, 47), l'oggetto è il
* Ringrazio per l'estrema disponibilità la dottoressa Angela Marinazzo, direttrice del Museo
Archeologico Provinciale di Brindisi. La fotografia nr. 4 è di Antonio Raimondo
dell'Università di Bari.
1 Un censimento analitico dell'epigrafia brindisina in M. Silvestrini, Le città della Puglia roman
a. Un profilo sociale, Bari, 2005 ; cfr. anche Ead., « Le "gentes" di Brindisi romana », in M.
Lombardo, C. Marangio ed., Il territorio bmndisino dall'età messapica all'età romana. Atti del IV
Convegno di studi sulla Puglia romana (Mesagne, 1996), Galatina, 1998, p. 81.
2 CIL, IX, 47 ; Q. Quagliati, NSA, 1910, pp. 145-148 (= AE, 1910, 203) ; N. Degrassi, « Un
nuovo decreto municipale di Brindisi », in Atti del terzo Congresso internazionale di Epigrafia greca
e latina, Roma 1959, pp. 303-312 (= AE, 1959, 272) = ILLRP, 558 = CIL, I2, 3173 e Imagines
(A. Degrassi, Berlino, 1965), nr. 230 ; i tre decreti sono inoltre riprodotti da R. K. Sherk, The
Municipal Decrees of the Roman West, Buffalo, 1970 [d'ora in avanti Sherk], rispettivamente nr.
13, 14 (e pp. 69-70), 15.
3 Cfr. da ultimo S. Segenni, « I documenti epigrafici pubblici prima dell'esposizione : i decret
i decurionali. Osservazioni sulla pubblicazione dei decreta Pisana (CILXI 1420 e 1421) »,Acme,
56, 2003, pp. 72-79, con precedente bibliografia.
Cahiers Glotz, XIV, 2003, p. 187-199 ·

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i88 Marina Silvestrini
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CREMENTA'ETIAM'SVPRA· AETATEM· F LO RE Ν Τ I A · I N TER· Ο RNAMEN
TA · MVNICIPI · Ν · SPERABANTVR · ACERVISSIMA · MORTERAPTA SIT· PAREN
TIBVS · SVIS · CLODIO POLLIONI PATRONO · MVNICIPI · Ν · SPL · EQ_" R · ET · BENE
DE · REP · Ν MERITO · ET SEIAE QVINTILIAE · MATRI ORNATAE · FEM1NAE QVO
RVM'DOLORI · PVBL I C Α-M VNI CI PI-N TRISTI TI A CONSENT IT · PLACERE
DECVRET· IN-ILLORVMSOLACIVM- ET IN MEMORIAM · HONESTISSIMAE
PVELLAE · LOCVM POSTERITATIS D ARI · ITEM · STATVAM QVA1A FREQVENTIS
SIMO-LOCO-PVBLICE-PONI- CENS
LCLODIVSLFPOLLIO
PATERPlISSIMAEFILIAE
HAIR
Fig. I - NSA, 1910, p. 146 : riproduzione dell'epigrafe.
medesimo, espresso esattamente con gli stessi termini nella relatio : quod nerba
facta sunt de honoranda morte4. La morte riguarda, in entrambi i casi, due gio
vani esponenti di importanti famiglie locali. Il contesto della pubblicazione
nel primo caso è un luogo deputato ad onori pubblici, nel secondo apparen
temente un contesto sepolcrale (vd. oltre). I due piani, quello funerario e
quello onorario, sono assai più strettamente e frequentemente intrecciati di
quanto generalmente non si percepisse qualche tempo fa, come ha messo
bene in evidenza Christol in più occasioni e come questi decreti di Brindisi
ampiamente confermano5.
4 Sulla struttura dei decreti decurionali cfr. Sherk, pp. 63-71 ; di recente G. Camodeca, « Un
nuovo decreto decurionale puteolano con concessione di superficies agli Augustali e le entrate
cittadine da solarium », in H capitolo delle entrate nelle finanze municipali in Occidente e in Oriente.
Actes de la Xe Rencontre franco-italienne sur l'épigraphie du monde romaine (Roma 1996), Roma,
1999, in particolare pp. 1-6.
5 M. Christol, « Les hommages publics de Volubilis : épigraphie et vie municipale », in A.
Mastino ed., L'Africa romana. Atti del III convegno di studio, Sassari, 13-15 dicembre 1985, Sassari,
1986, pp. 83-96 ; Id., « De la nobilité locale à l'ordre sénatorial : les Iulii de Nîmes », Latomus,
60, 2001, in particolare pp. 613-621. I DECRETI DECURIONALI DI BRINDISI 189
Consideriamo il primo dei due decreti, riprodotto in contesto celebrativo
(NSA, 1910, pp. 146-147 (fig. I)6 : è il più noto tra quelli brindisini (assunto
da Sherk come esemplare della struttura dei decreti decurionali di età imper
iale) ; è inciso sulla base di una statua (si conserva oltre la base, anche la sta
tua, priva della testa) ed è inserito, quasi in una cornice, tra il nome della gio
vane donna, defunta e onorata, in caratteri più grandi, accompagnato dal
nome del marito, in apertura di testo - Clodiae L.f. Anthianillae M. Coccei
Gemini praefecti alae (uxori) — e la dedica del padre, in chiusura - L. Clodius L.
f. Polito, pater piissimae ftliae —, che bene figurerebbe in un contesto
funerario. Non mi soffermo sulla giustapposizione di elogi pubblici e privati,
rinviando alle osservazioni di Christol, relative alle iscrizioni onorarie di
Volubilis7, rilevo che in questo caso il testo del decreto prevedeva (11. 12-14)
a consolazione dei genitori della fanciulla morta — in illorum solacium — e in
memoria di lei — in memoriam honestissimae puellae — la concessione del luogo
della sepoltura — locum posteritatis dori — e la collocazione di una statua posta,
a spese pubbliche, in un luogo estremamente frequentato — statuam quamfre-
quentatissimo loco publiée poni. Non c'è alcun riferimento nel decreto supersti
te alla pubblicazione su pietra : verosimilmente la famiglia chiese e ottenne il
permesso di riproporne il testo sulla base della statua. Era ugualmente possi
bile la sua trascrizione epigrafica dinanzi alla tomba e non possiamo esclude
re che anche questo fosse avvenuto. La base e la statua sono state recuperate
nel 1909 nel corso di scavi per la fondazione del moderno Mercato Coperto
nel centro cittadino : nello stesso luogo sono state trovate altre tre statue non
integre ed altri materiali di pregio che hanno fatto ipotizzare al primo edito
re che si trattasse di un'importante edificio pubblico : analisi più recenti ind
ividuano nell'area il foro della città antica8. La base iscritta si data, grazie alla
menzione della coppia consolare, al 144 d.C. Sul rilievo delle famiglie menz
ionate mi limito a ricordare che sia i Clodii che i Seii (Seta Quintilia è la
madre della fanciulla) sono tra le famiglie più documentate nell'epigra

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