La panoplia lucana del Museo provinciale di Potenza - article ; n°2 ; vol.101, pg 699-715
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1989 - Volume 101 - Numéro 2 - Pages 699-715
Angelo Bottini, La panoplia lucana del Museo provinciale di Potenza, p. 699-715. Il museo di Potenza conserva i frammenti bronzei di una corazza anatomica e di un prometopidion, rinvenuti nell'area méridionale della Lucania e databili alla seconda meta del IV sec. a.C. La corazza va inquadrata in un gruppo apulo, appunto specifico di combattenti a cavallo; il prometopidion si differenzia invece dai pochi esemplari finora noti, pur manifestando legami con gli ornati di altri bronzi militari. Sul piano storico, l'interesse per la panoplia è accresciuto dalla carenza di complessi analoghi in terra lucana (se si esclude Paestum), a fronte di precise testimonianze letterarie che attestano il peso della cavalleria presso i Lucani ; in via ipotetica si propone quindi di riconoscervi piuttosto degli status-symbol adottati da aristocrazie numericamente esigue che il normale equipaggiamento dei cavalieri, forse ormai organizzati secondo tattiche più moderne.
17 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1989
Nombre de lectures 42
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Angelo Bottini
La panoplia lucana del Museo provinciale di Potenza
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 101, N°2. 1989. pp. 699-715.
Riassunto
Angelo Bottini, La panoplia lucana del Museo provinciale di Potenza, p. 699-715.
Il museo di Potenza conserva i frammenti bronzei di una corazza anatomica e di un prometopidion, rinvenuti nell'area
meridionale della Lucania e databili alla seconda metà del IV sec. a.C.
La corazza va inquadrata in un gruppo apulo, appunto specifico di combattenti a cavallo; il prometopidion si differenzia invece dai
pochi esemplari finora noti, pur manifestando legami con gli ornati di altri bronzi militari. Sul piano storico, l'interesse per la
panoplia è accresciuto dalla carenza di complessi analoghi in terra lucana (se si esclude Paestum), a fronte di precise
testimonianze letterarie che attestano il peso della cavalleria presso i Lucani ; in via ipotetica si propone quindi di riconoscervi
piuttosto degli status-symbol adottati da aristocrazie numericamente esigue che il normale equipaggiamento dei cavalieri, forse
ormai organizzati secondo tattiche più moderne.
Citer ce document / Cite this document :
Bottini Angelo. La panoplia lucana del Museo provinciale di Potenza. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T.
101, N°2. 1989. pp. 699-715.
doi : 10.3406/mefr.1989.1645
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1989_num_101_2_1645ANGELO BOTTINI
LA PANOPLIA LUCANA
DEL MUSEO PROVINCIALE DI POTENZA*
« Nella sala delle decorazioni in bronzo (. . .) verranno presto raccolti
e ricomposti sette frammenti di una corazza lavorata a sbalzo - con deco
razioni a rilievo - che venne offerta dal dott. Macario Zito di San Giorgio
di Lucania, verso il 1910, al Museo archeologico di Potenza».
Queste parole, riportate da una relazione pubblicata da C. Valente nel
volume delle Notizie degli scavi di quarantanni fa, costituiscono quanto
* Abbreviazioni Bibliografiche :
Adam = A. -M. Adam, Bibliothèque nationale, Bronzes étrusques et italiques, Parigi,
1984.
AH = Aa.Vv., Antike Helme. Handbuch mit Katalog (Sammlung Lipperheide und
andere Bestände des Antikenmuseums Berlin), Magonza, 1988.
Guzzo = P. G. Guzzo, in MusHelv, 38, 1981, p. 55 ss.
Hagemann = A. Hageman, Griechische Panzerung, Vaihingen an der Enz, 1919.
Lombardi = A. Lombardi, La corona di Critonio. Viaggio tra antiche città in Lucania
(1836, ora Venosa, 1987).
Magna Grecia = Aa.Vv., Magna Grecia. Voi. IL Lo sviluppo politico, sociale ed econo
mico, Milano, 1987.
Walters = Η. Β. Walters, Catalogue of the Bronzes in the British Museum, Greek,
Roman & Etruscan, Londra, 1899.
Wuilleumier = P. WuiLLEUMiER, Tarente des origines à la conquête romaine, Parigi,
1939.
Zimmermann 1979 = J.-L. Zimmermann, in MusHelv, 36, 1977, p. 177 ss. 1982 = Id., in GettyMusJ, 10, 1982, p. 133 ss. 1986 = Id., ibidem, 14, 1986, p. 37 ss.
Ricordo qui con gratitudine e rimpianto F. Ranaldi, direttore del Museo potent
ino, che poco prima della sua tragica fine aveva messo a mia disposizione la
corazza, già restaurata da M. Chiartano a cura dalla Soprintendenza archeologica
della Basilicata. Un vivo ringraziamento alle colleghe A. Bellino e E. Pica, che - nel
quadro di un completo riordino delle collezioni - hanno rintracciato anche il pre
zioso frammento di prometopidion. Foto del Gabinetto fotogr. - Soprintendenza
arch, della Basilicata ; grafici di D. Viggiano del Museo arch. naz. di Melf i.
MEFRA - 101 - 1989 - 2, p. 699-715. 45 700 ANGELO BOTTINI
sappiamo dei resti di una panoplia d'ignota provenienza custodita presso
il museo provinciale del capoluogo lucano1.
Ciononostante, il complesso conserva intatta la sua importanza, so
prattutto sul piano storico, dal momento che esso costituisce ancor oggi
la sola testimonianza archeologica certa relativa alla sfera equestre
nell'ambito della mesogaia lucana dell'avanzato IV secolo.
Come infatti si vedrà meglio fra breve, i frammenti di lamina bron
zea appartengono sia ad una corazza da cavaliere, sia - proprio nel caso
di quello dotato di decorazione, riprodotto in disegno alla fig. 11 del
medesimo articolo - ad un prometopidion.
Corazza anatomica bivalve ; bronzo laminato a martello con uno spessore
variabile fra 1 e 2 mm.
Del lato anteriore rimangono quattro larghi tratti, a loro volta ricomp
osti da più frammenti minori, corrispondenti a :
- [A] parte superiore del petto, spezzata alla base del collo e sotto
la linea dei grandi pettorali;
- [B] parte terminale inferiore di protezione del ventre, dal margi
ne arcuato e fortemente obliqua verso l'esterno;
- [C] e [D] due tratti intermedi fra [A] e [B].
Valva posteriore con forti lacune sul lato destro e in alto.
Difficile ricostruirne le dimensioni originali : l'altezza massima con
servata è di circa cm 46,5, la larghezza di 31,2; in origine non doveva
essere inferiore ai 38 (circonferenza massima non inferiore dunque a 76).
L'aggetto della protezione del ventre, sul lato posteriore, è di circa
cm 16.
Il modellato anatomico è ben leggibile ; anteriormente, sono indicati a
rilievo i grandi pettorali e le costole, ai lati dell'infossatura cenrale; l'om
belico è incavato. I capezzoli sono costituiti da un elemento conico appli
cato, contornato da una serie di piccoli chiodi ribattuti.
1 NSc, 1949, p. 113. Nulla permette di affermare che il rinvenimento sia avve
nuto nel territorio della stessa San Giorgio, un piccolo centro del retroterra di
Herakleia dominante la valle del fiume Sarmento (affluente di destra del Sinni),
noto solo per rinvenimenti occasionali (Lombardi, p. 102, menziona la scoperta di
«vasi fittili» e «greche medaglie»). Per un inquadramento complessivo dell'area v.
Aa.Vv, // Museo nazionale della Siritide di Policoro, Bari, 1985. LA PANOPLIA LUCANA DEL MUSEO DI POTENZA 701
Fig. 1-3 - Potenza, Museo arch. prov. Frammenti di corazza anatomica in bronzo :
valva anteriore.
Sul dorso, una larga solcatura verticale indica la colonna vertebrale,
separando la muscolatura rilevata delle spalle.
La tenuta fra le due valve sulle spalle e lungo i fianchi era assicurata
da cerniere. Ne rimangono le tracce in tre incavi di alloggiamento rettan
golari, ciascuno con tre fori per chiodi in ferro; due sono ubicati sul lato
sinistro della valva posteriore, uno nel frammento [D] di quella anteriore.
Accanto, si notano tracce di ruggine, forse lasciate da appliques; nulla
permette tuttavia di postulare la presenza di consueti anelli per le cate
nelle di tenuta dei perni. Sulla spalla la linea della rottura è invece troppo
bassa perché si potesse conservare qualche traccia del sistema di agganc
io. ANGELO BOTTINI 702
Tranne che nei tratti destinati ad ospitare le cerniere è presente un
bordo rilevato piuttosto complesso. La lamina di bronzo è stata infatti
ripiegata verso l'interno, attorno ad un robusto filo di ferro che fa sia da
rinforzo che da spessore.
Sulla superficie a vista, tale ripiegatura arrotondata è preceduta da
altri due listelli, uno, piuttosto largo, in ferro e l'altro (più all'interno del
la corazza), in bronzo, perlinato.
Dove tale elemento decorativo si è distaccato si notano le tracce bian
castre caratteristiche della «brasatura dolce»2, il particolare metodo di
saldatura quasi a freddo adottato, che prevede l'interposizione di stagno
(e piombo).
Vari fori marginali indicano infine la presenza di una imbottitura in
materiale organico cucito, fissata con chiodi in ferro.
Al pari di un altro certo numero di esemplari il cui catalogo è stato di
recente riproposto dallo Zimmermann3, questa corazza fa parte di un
gruppo relativo alla variante «apula»4 della classe di corazze anatomiche
«lunghe» (dotate cioè di protezione del basso ventre) prodotte nella
seconda metà del IV secolo 5, in cui le due valve sono collegate da quattro
cerniere sui fianchi e due sulle spalle.
Come ha rilevato lo stesso studioso nel commentare le due corazze
2 E. Formigli, in Atti XII convegno st. etr. it. Firenze, Populonia, Piombino 1979,
Firenze, 1981, p. 71 ss.
3 Zimmermann 1982, p. 138, nota 81. Non può essere peraltro sottaciuto il fatto
che il recente ritorno di attenzione da parte degli studiosi per questi temi antiquari
è dovuto principalmente all'acquisizione, da parte di musei e di collezioni private
straniere, di esemplari dall'eccezionale significato storico, in quanto recanti iscri
zioni dedicatorie (cfr. anche la e. edita sempre dallo Zimmermann in Collection de la
fondation Thètis, Ginevra, 1987, p. 69 ss.), non solo sottratti al patrimonio culturale
nazionale ma anche irrimediabilmente mutilati di quell'insostituibile fonte di infor
mazioni scientifiche che va sotto il nome di contesto d'origine, a partire dal dato
elementare del luogo di rinvenimento. Si tratta di considerazioni che non sembra
no scalfire l'imperturbabile metodologia classificatoria del loro editore, evidente
mente avvezzo a dissezionare questi cadaveri archeologici senza far troppe doman

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