Le grandi fabbriche e la città : fortezze e palazzi di corte dei Farnese a Parma e a Piacenza - article ; n°1 ; vol.122, pg 439-484
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Le grandi fabbriche e la città : fortezze e palazzi di corte dei Farnese a Parma e a Piacenza - article ; n°1 ; vol.122, pg 439-484

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Publications de l'École française de Rome - Année 1989 - Volume 122 - Numéro 1 - Pages 439-484
Bruno Adorni, Le grandi fabbriche e la città : fortezze e palazzi di corte dei Farnese a Parma e a Piacenza, p. 439-484.
La costruzione delle due fortezze pentagonali e delle due corti hanno giocato un ruolo significativo nel difficoltoso processo di consolidamento dei ducati farnesiani di Parma e di Piacenza creati da papa Paolo III nel 1545, come sembrano indicare gli enormi sforzi economici fatti per quelle fabbriche che assorbirono per molti anni fette assai consistenti delle entrate dello stato farnesiano e l'attenzione puntigliosa, fino alla fase progettuale, a loro dimostrata dai vari duchi.
Le parole del suo mortale nemico don Ferrante Gonzaga, governatore di Milano, e la presenza in vari trattati di architettura militare ci testimoniano che il caso di Pier Luigi e della fortezza piacentina ha costituito un riferimento utile per dipanare la questione machiavelliana dell'utilità ο danno della fortezza per il « Principe ».
Subito dopo la restituzione della città da parte di Filippo II nel 1556, il duca Ottavio, il cardinale Alessandro e Margherita d'Austria si affrettarono a costruire a Piacenza il grande palazzo di corte, periferico e chiuso alla città quasi come una seconda fortezza tanto da rievocare quanto L. B. Alberti e Serlio indicano sul carattere e la collocazione urbana della rocca del Tiranno. tracciato dei percorsi urbani tanto pedonali che acquei. Caratteristiche particolari presenta l'intervento a S. Piero di Castello (Secco Marina), che sembra indicare un piano preciso dell'autorità, sia nell'ordinamento urbano, estremamente regolare, che nella destinazione, essendo inizialmente utilizzato per abitazioni di lavoratori dell'Arsenale ο della flotta. A tutt'oggi la zona presenta un'organizzazione urbana a reticolo inusuale a Venezia.
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Publié le 01 janvier 1989
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Langue Romanian
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Extrait

Bruno Adorni
Le grandi fabbriche e la città : fortezze e palazzi di corte dei
Farnese a Parma e a Piacenza
In: D'une ville à l'autre. Structures matérielles et organisation de l'espace dans les villes européennes (XIIIe-XVIe
siècle). Actes du colloque de Rome (1er-4 décembre 1986). Rome : École Française de Rome, 1989. pp. 439-484.
(Publications de l'École française de Rome, 122)
Riassunto
Bruno Adorni, Le grandi fabbriche e la città : fortezze e palazzi di corte dei Farnese a Parma e a Piacenza, p. 439-484.
La costruzione delle due fortezze pentagonali e delle due corti hanno giocato un ruolo significativo nel difficoltoso processo di
consolidamento dei ducati farnesiani di Parma e di Piacenza creati da papa Paolo III nel 1545, come sembrano indicare gli
enormi sforzi economici fatti per quelle fabbriche che assorbirono per molti anni fette assai consistenti delle entrate dello stato
farnesiano e l'attenzione puntigliosa, fino alla fase progettuale, a loro dimostrata dai vari duchi.
Le parole del suo mortale nemico don Ferrante Gonzaga, governatore di Milano, e la presenza in vari trattati di architettura
militare ci testimoniano che il caso di Pier Luigi e della fortezza piacentina ha costituito un riferimento utile per dipanare la
questione machiavelliana dell'utilità ο danno della fortezza per il « Principe ».
Subito dopo la restituzione della città da parte di Filippo II nel 1556, il duca Ottavio, il cardinale Alessandro e Margherita d'Austria
si affrettarono a costruire a Piacenza il grande palazzo di corte, periferico e chiuso alla città quasi come una seconda fortezza
tanto da rievocare quanto L. B. Alberti e Serlio indicano sul carattere e la collocazione urbana della rocca del Tiranno. tracciato
dei percorsi urbani tanto pedonali che acquei. Caratteristiche particolari presenta l'intervento a S. Piero di Castello (Secco
Marina), che sembra indicare un piano preciso dell'autorità, sia nell'ordinamento urbano, estremamente regolare, che nella
destinazione, essendo inizialmente utilizzato per abitazioni di lavoratori dell'Arsenale ο della flotta. A tutt'oggi la zona presenta
un'organizzazione urbana a reticolo inusuale a Venezia.
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Adorni Bruno. Le grandi fabbriche e la città : fortezze e palazzi di corte dei Farnese a Parma e a Piacenza. In: D'une ville à
l'autre. Structures matérielles et organisation de l'espace dans les villes européennes (XIIIe-XVIe siècle). Actes du colloque de
Rome (1er-4 décembre 1986). Rome : École Française de Rome, 1989. pp. 439-484. (Publications de l'École française de
Rome, 122)
http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1989_act_122_1_4605BRUNO ADORNI
LE GRANDI FABBRICHE E LA CITTÀ :
FORTEZZE E PALAZZI DI CORTE DEI FARNESE
A PARMA E A PIACENZA
La concion que feist Gargantua es vaincus.
« Nos pères, ayeulx, et ancestres, de toute memoyre ont esté de ce sens et ceste nature
que, des batailles par eux consommées, ont, pour signe memoriale de triumphes et victoi
res, plus volentiers érigé trophées et monumens es cueurs des vaincuz, par grace que, es
terres par eulx conquestées, par architecture : car plus estimoient la vive souvenance des
humains acquise par libéralité que la mute inscription des arcs, colomnes, et pyramides,
subjecte es calamitez de l'air, et envie d'un chascun.»
[da un «livre plein de pantagruelisme » del sec. XVI, capitolo cinquantesimo]
Pier Luigi Farnese e la cittadella pentagonale di Piacenza
Della cittadella pentagonale di Piacenza costruita dal duca Pier
Luigi a partire dal 14 maggio del 1547, si cominciò a parlare con gran
de circospezione quando a Piacenza, ancora sotto lo stato della chiesa,
vi era come legato il cardinale Marino Grimani a dimostrare una volta
di più che il suo operato era in funzione dell'avvento di Pier Luigi ai
ducati di Parma e di Piacenza1.
Il cardinal Grimani in lettera del 26 maggio 1545 scritta da Parma
al cardinale camerlengo a Roma ci informa che «Scrissi à V. S. R.ma
giuntamente col'Ill.1110 s.or Duca [Pier Luigi] quanto occorreva circa la
fortificatione di Parma : Fu ragionato anco con s. ecc.tia delle cose di
1 Cfr. B. Adorni, L'architettura farnesiana a Piacenza 1545-1600, Parma, 1982, cap. I
soprattutto a p. 26 ; per le relazioni fra il Grimani e i Farnese cfr. M. Tafuri, Venezia e il
Rinascimento, Torino, 1985, p. 170 n. 46. BRUNO ADORNI 440
Piacenza, e come à quella città à ser.tio di S. B.ne era necessaria dentro
una fortezza per ogni rispetto, quel che è anco sempre stato il giuditio
di N.S. ma non era anco ferma la risolutione del loco. Hora s. ecc.tia
andata lì ha veduto et considerato ciò che si doveva, et ne scrive il suo
parere à S. S.tà come vedrà V. S. R.ma, il qual perendomi prudentissimo
per quel che ne ha scritto anco à me, giudico non necess.0 il dirne altro
... e però mi parebbe che colla presenza a punto di s. ecc.tia si dovesse
dar principio et exeguirne, come spero si farebbe, una gran parte»2.
Lo stesso cardinal Grimani nella lettera del 27 maggio 1545 a Pier
Luigi ancora solamente duca di Castro, dice di aver ricevuto le due let
tere dirette a messer Bernardino della Croce e al cardinale camerlengo
«in materia della fortezza da farsi in Piacenza»3, e che aspettava il giu
dizio del papa prima di dare inizio alla fabbrica. Il cardinale camerleng
o, il 6 giugno dello stesso anno, da risposta alla lettera di Pier Luigi
indicata dal cardinal Grimani, dicendo che «il sito, et altra qualità della
cittadella da farsi in Piacenza sono parse a S. S.tà tutte buone, talché
senza altro s'è risoluta che in ciò si eseguisca tutto quel che da V. Ecc.tia
sarà ordinato»4.
Una volta insediatosi Pier Luigi nei suoi nuovi ducati di Piacenza e
di Parma, il papa apparve più prudente e indeciso sul tema della citta
della di Piacenza. «Ne gli si può persuadere che sia necessaria se bene
loda ch'ella si faccia : ancora gli par bene d'aspettare ancora un poco il
cominciarla; et vedere quid vesper vehat. In questo mezzo si possano
fare i disegni et modello segretamente, per non mostrare diffidenza de
populi, quali di nuovo m'ha detto che si debbino tenere contenti e gua
dagnarsi i cuori loro», si dice in lettera del 22 dicembre 1545 scritta da
Salvatore Pacino al duca5. Questa preoccupazione fu sempre ben viva
in Paolo III e deve considerarsi probabilmente come la causa principal
e del protrarsi fino al 1547 della costruzione della fortezza piacenti
na.
La segretezza che accompagnò i preparativi per quella cittadella
ha avvolto in un velo d'oblio e di mistero il nome del suo architetto. Per
la verità generalmente la si è attribuita, seguendo una deduzione affret-
2 Archivio di Stato di Parma (A.S.Pr.), Carteggio jarnesiano interno.
3 A.S.Pr., Casa e corte farnesiana, busta n. 9 fase. 7.
4 Ibidem, b. 10 fase. 1.
5b. 11 fase. 5. FORTEZZE E PALAZZI DEI FARNESE A PARMA E A PIACENZA 441
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tata del Poggiali, all'ingegnere senese Domenico Gianelli che è da consi
derarsi piuttosto come ingegnere soprastante alla fabbrica insieme a
Battista Calvi6. Questo ultimo, collaboratore del Sangallo nel palazzo
Farnese di Roma7 e in fortificazioni dell'alto Lazio, potrebbe essere
semmai il progettista del castello piacentino visto che ha raggiunto il
novello duca pochi giorni dopo l'insediamento a Piacenza e visto il suc
cesso che avrà come ingegnere militare in Spagna sotto Carlo V e Filip
po II8. Il Calvi ci ha lasciato persino un interessante disegno del castel
lo piacentino sovrapposto al precedente sistema viario9.
Ricordando però la stretta e lunga collaborazione di ben altro
architetto con Pier Luigi nel palazzo Farnese di Roma, nella fondazione
di Castro e, in ambito più strettamente militare, in varie fortificazioni
nei territori farnesiani dell'alto Lazio, nella poderosa rocca Paolina a
Perugia e nelle fortificazioni di Borgo a Roma, risulta più probabile
che il principale progettista del castello piacentino sia stato Antonio da
Sangallo il Giovane che oltretutto conosceva perfettamente il sistema
difensivo piacentino per averlo analizzato a fondo e riprogettato nella
primavera del 1526 su incarico di Clemente VII10.
Si sa che Antonio da Sangallo il Giovane, assieme a Michelangelo, è
stato interpellato per la fortezza di Piacenza come testimoniato in lette
ra dell' 11 novembre 1545 spedita da Roma al freschissimo duca di Pia
cenza dal fedele vescovo di Casale e alla cittadella piacentina sembrano
riferirsi uno schizzo sangallesco nel disegno Uffizi 808 A e un suo pro
getto di Bastione con orecchione e doppia cannoniera (Uffizi 802 A)11.
6 Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza, voi. Vili, Piacenza, 1760, p. 180.

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