Il principe in villa. Residenze imperiali in Italia e servizi di sicurezza - article ; n°1 ; vol.15, pg 317-341
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Cahiers du Centre Gustave Glotz - Année 2004 - Volume 15 - Numéro 1 - Pages 317-341
Gli imperatori viaggiavano spesso in Italia e nelle province accompagnati da amici, collaboratori, personale di servizio e soldati. Sappiamo che in particolare nei dintorni di Roma esistevano numerose residenze destinate ad accogliere periodicamente il sovrano, consentendogli di riposare e lavorare nel modo più sicuro e proficuo. Per studiare l’organizzazione del sistema di sicurezza all’imperatore in visita alle sue ville, si parte in questo lavoro da alcuni dei luoghi (Centumcellae, Lorium, Alsium, Albanum, Lanuuium, Praeneste, Tibur) che ospitarono residenze imperiali ben frequentate, per cercare, attraverso le iscrizioni, tracce della presenza dei soldati (pretoriani, equites singulares Augusti, classiarii, uigiles) che viaggiavano al seguito del principe.
Roman Emperors frequently travelled through Italy and the provinces escorted by friends, members of their management, household staff and soldiers. From historical and epigraphical sources, we are well acquainted with a good number of imperial residences situated in Roman environs and organized to assure the sovereign working and resting in safe and peaceful conditions. In this paper, the author tries to examine the security service for the Emperor visiting his Italian villas, beginning from some places (Centumcellae, Lorium, Alsium, Albanum, Lanuuium, Praeneste, Tibur) where were situated imperial estates frequently attended, on purpose to discover epigraphical traces of urban troops soldiers (praetorians, equites singulares Augusti, classiarii, uigiles)
who were in charge to follow and escort the Prince on travel and to take care of the praetoria.
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Publié le 01 janvier 2004
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Langue Italiano
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CECILIARICCI
IL PRINCIPE IN VILLA. RESIDENZE IMPERIALI IN ITALIA E SERVIZI DI SICUREZZA
Gli imperatori si allontanavano spesso da Roma, per partecipare a campa-gne militari, per visitare le province1 viaggi del- Ie varie località dell’Italia. l’imperatore all’interno della penisola, più trascurati purtroppo dall’indagine scientifica2, dovevano essere pianificati con cura e secondo un preciso ceri-moniale, che teneva conto delle diverse necessità, degli appuntamenti e delle manifestazioni che avrebbero avuto luogo nel periodo del soggiorno3. Del comitatus e colla- a personaggi di rilievo, amiciimperiale facevano parte, oltre boratori4servizio e soldati i quali provvedevano a garan- personale di , anche tire al sovrano in primo luogo la sicurezza negli spostamenti e, una volta giunto a destinazione, la necessaria salvaguardia per lavorare o riposare nel modo più proficuo, in condizioni il più possibile vicine a quelle della capitale. La presenza dei soldati inoltre era di per sé segno tangibile del potere impe-riale e non è del tutto da escludere che, alla partenza dell’imperatore, nelle ville più assiduamente frequentate e amate dalprinceps, rimanesse, accanto al personale addetto alla custodia della proprietà, anche un presidio militare. Le fonti letterarie sono avare di informazioni sulla preparazione dei viaggi imperiali, soprattutto quando si tratta di spostamenti all’interno della penisola : la presenza di una scorta viene data per scontata e le puntualizzazioni intervengono solo quando subentra un contrattempo o si vuole sottolinear e un’eccezione rispetto alla procedura consueta.Alla vigilia del principato, Cicerone5racconta ad Attico che Cesare ha soggiornato in Campania ed è stato suo ospite con un seguito di schiavi, liberti e soldati, per un totale di circa 2 000 uomini. Tacito, nar-rando la congiura pisoniana, ricorda che fu scelta come luogo dell’assassinio la villa del senatore a Baia « dove Cesare veniva spesso, attratto dal fascino di quel-l’amena bellezza. Là faceva bagni e conviti, libero da scorte (omissis excubiis) e 1H. Halfmann,Itinera Principum. TypologieGeschichte und h der Kaiserreisen im römischen Reic, Stuttgart, 1986 (Habes, 2), il quale, in particolare alle pp. 110, 127, 160, 206 e 217 ricorda esempi di pretoriani (soldati e ufficiali) al seguito degli imperatori. Sui viaggi imperiali, in par-ticolare in Istria e Dalmazia, vd. ora il recente contributo di A. Starac,Diadora, 20, 2001, p. 3-119, purtroppo in croato con riassunto in inglese. 2 T. D. Barnes, « Emperors on the move »,Come giustamente osservaJRA, 2, 1989, p. 254 (recensione al lavoro di Halfmann). 3Suet.,Cla., 38, 2, rivela ciò che ci si attendeva per una visita imperiale, quando riferisce : Ostiensibus, quia sibi subeunti Tiberim scaphas obuiam non miserint, grauiter correptis eaque cum inui-dia, ut in ordinem se coactum conscr iberet4M. Pani,La corte dei Cesari, Roma-Bari, 2003 (Bibl. Essenz. Laterza, 54). 5Ad Att., 13, 52 (45 a.C.) : …cum secundis Saturnalibus ad Philippum uesperi uenisset, uilla ita com-pleta a militibus est ut uix triclinium ubi cenaturus ipse Caesar esset uacaret ; quippe hominum duo milia
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dall’ingombro della sua stessa posizione »6 dunque segnalata come. Viene un’anomalia l’assenza di scorta per Nerone, il quale evidentemente si sentiva par-ticolarmente al sicuro come ospite di Pisone. In altre occasioni è comunque sot-7 tolineata l’eccezionalità della rinuncia alla scorta da parte del principe . In uno deiPanegyrici Latini8si ricorda che Teodosio, a Roma nel 389 d.C., visitò case private senza guardia del corpo militare (remota custodia militari). In Italia, oltre a godere dell’ospitalità di notabili locali, gli imperatori risiede-vano presso ville di loro proprietà. I loro spostamenti sono stati indagati pren-dendo come riferimento le ville extraurbane, seguendone le alterne vicende, a partire dalla loro creazione, non di rado risalente a vecchi proprietari repubbli-cani, fino alla fase di declino9 proprietà imperiali sono state studiate agli inizi. Le del secolo da O. Hirschfeld10 recentemente, da M. Lepperte, più11 ne sele-, che ziona 23 tra quelle più conosciute ; dalla D. J. Crawford e da E. Lo Cascio, in prospettiva giuridica12. Tuttavia anche è difficile darne indicazione completa, solo per il Lazio13come base di partenza il lavoro di Hirschfeld ; prendendo14, mi limito qui a ricordare alcune delle residenze più note e frequentate, per poi soffermarmi sui centri dove finora ho rintracciato iscrizioni di militari urbani. Nei dintorni di Roma sono ricordate dalle fonti le proprietàad Gallinas Albas Prima Porta,, presso via Flaminia sulla15; ilSuburbanum Flauiorum, al quarto miglio della via Appia16; il VeriSuburbanum L., al quinto miglio della 6Ann., 15, 52, 1 (64 d.C.) :Coniuratis tamen metu proditionis permotis placitum maturare caedem apud Baias in uilla Pisonis, cuius amoenitate captus Caesar crebro uentitabat, balneasque et epulas inibat omissis excubiiset fortunae suae mole. 7Si tratta però di viaggi fuori dall’Italia : per i testi che le ricordano, rinvio a H. Halfmann, Itinera, cit.supran. 1, p. 110. 8Pan. Lat. 2 [12], 47, 3 : …ut crebro ciuilique progressu non publica tantum opera lustraueris, sed priua-tas quoque aedes diuinis uestigiis consecr aris,remota custodia militaritutior publici amoris excubiis... 9Vd. J. H. D’Arms,the Bay of Naples and other Essays on Roman CampaniaRomans on , Bari, 2003, riedizione del testo del 1970,Romans on the Bay of Naples.A Social and Cultural Study of the Villas and Their Owners from 150 B.C.to AD 400, Harvard-Cambridge, 1970. Sulla villa di Tiberio a Capri, vd. la discussione del recente libro di C. Krause,Villa Iovis. Die Residenz des Tiberius auf Capri, Mainz, 2003, proposta da P. Gros inJRA, 17, 2004, p. 592-598. 10Grundbesitz der römischen Kaiser in den ersten drei Jahrhunderten »,« Der Klio, 2, 1902, p. 45-72, 284-315, ristampato con qualche integrazione inKleine Schriften, Berlin, 1913, p. 533-544. 11M. Leppert,23 Kaiservillen.Vorarbeiten zu Archäologie und Kulturgeschichte der Villeggiatur der Hohen Kaiserzeit.Doktoral-Dissertation, Freiburg, 1974. 12D. J. Crawford, « Imperial Estates », inStudies in Roman Property, a cura di M. I. Finley, Cambridge, 1976, p. 35-70 ; E. Lo Cascio, «Patrimonium, ratio privata, res privata», inIl princeps e il suo impero. Studi di storia amministr ativa e finanziaria romana, a cura di E. Lo Cascio, Bari, 2000 (Doc. St. Univ. St. Bari, 26), p. 97-149, in part. p. 103-106. 13Sul tema delle ville imperiali sono in corso di stampa gli atti del seminarioResidenze impe-riali nel Lazio. Primo seminario di studi del Museo della città di Monte Porzio Catone(3 aprile 2004), a cura del dott. Massimiliano Valenti. 14Il quale ha come punto di vista privilegiato le fonti letterarie, integrate talvolta da quelle epigrafiche e archeologiche, ripreso e parzialmente integrato da quello di Leppert. Ancora ine-dita purtroppo è la tesi di laurea di Marco Maiuro (Perugia, a.a. 1999-2000), che ha per argo-mento le proprietà imperiali in Italia e incrementa notevolmente il numero delle località indi-cato all’inizio del secolo scorso da Hir schfeld. 15O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 60 e 61, n. 1. 16M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 388-394.
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viaClodia/Cassia17 alle due ville confiscate agli ex proprietari Quintilii,; oltre (sulla via Appia)18e Gordiani (sulla via Prenestina)19 meridio-. Nell’Etruria nale, le proprietà diCentumcellae20,Lorium21eAlsium22. NelLatium uetussono attestati possedimenti imperiali aTusculum23; nel ter-ritorio diCastrimoenium24; adAlbanum25; aNemi26; aVelitrae27; a Lanuuium28; aTibur29; aPraeneste30; adAnagnia31. Sul litorale laziale sono note le ville diLaurentum ?-Tor Paterno32; Antium33;Circeii34;Tarracina35;Spelunca36;Formiae,FundieCaietae37. 17M. Leppert,23 Kaiservillen,cit.supran. 11, p. 395-398 ;V. Mastrodonato, « Una residenza imperiale nel suburbio di Roma. La villa di Lucio Vero in località Aquatraversa »,Arch. Class., , . 157-235, segnalato da S. Panciera, « Sulle vicende di unsacrariumdiLiber Pater n5e1l,s1u9b9u9r-b2i0o00dipRomainetàtardoantica»,inHumanasapit.Études d’antiquité tardive offertes à Lellia Cracco RugginiParis, 2003, in particolare p. 49 s.,, a cura di J.-M. Carrié e R. Lizzi Testa, con altra bibliografia sul medesimo contesto topografico e archeologico. 18O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 70 e nt. 3. Sui poli residenziali più significativi della via Appia (al III e al V miglio), passati alla metà del II secolo al demanio impe-riale, vd. L. Spera, « Il territorio della via Appia », in Suburbium. Il suburbio di Roma dalla crisi del sistema delle ville a Gregor io Magnoa cura di Ph. Pergola, R. Santangeli(Coll. Ec. Fran., 311), Valenzani, R.Volpe, Roma, 2002, p. 274 e nn. 14-16. 19O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 70 e n. 4. 20O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.suprap. 68 e nn. 2-3 ; M. Leppert,n. 10, 23 Kaiservillen, cit.supra n.11, p. 189-204. Altra bibliografia è riportatainfra, nn. 44, 45 e 47. 21O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supra10, p. 69 e nn. 2-3 ; M. Leppert,n. 23 Kaiservillen, cit.supra n.11, p. 258-273. Altra bibliografia è riportatainfra, n. 54. 22O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 69 e n. 5 ; M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 162-170. 23O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 63 e nn. 5-10 ; p. 64 e n. 1 ; p. 68 e 70. 24M. G. Granino Cecere, « Villa Mamurrana »,Rend. Acc. Linc., ser. 9, 6, 1995, p. 361-386. 25O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 66-67 e nn. 1-3 ; M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 118-153. 26O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 64 nn. 2-3. 27 », in Velletri La villa degli Ottavi aG. Ghini, « 16 dic. (Atti Conv.Velletri, VelletriAugusto a 2000),Velletri, 2001, p. 35-53. 28O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 60 e n. 8 ; p. 69 e n. 4 ; M. Leppert, 23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 225-239. Altra bibliografia è riportatainfra, n. 64. 29O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 60 e n. 8 ; p. 68 e nn. 4-8 ; p. 69 e n. 1 ; p. 70. Altra bibliografia è riportatainfra, n. 92. 30O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supra69 e n. 8 ; p. 70 e nn.n. 10, p. 60 e n. 8 ; p. 1-2. Altra bibliografia è riportatainfra, nn. 74, 78-79 . 31M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 171-174. 32O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 69 e nn. 6-7 ; M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supra n.11, p. 240-257. 33O. Hirschfeld, « cit. Der Grundbesitz »,supran. 10, p. 62 e nn. 6-8, p. 63 e nn. 1-4, p. 66, 68, 70. 34O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 67 e nn. 5-6 ; M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 205-209. 35O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 66 e n. 10 ; M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supra n.11, p. 399-405. 36O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 62 e n. 5 ; M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 311-351. 37O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supra ;n. 10, p. 65 e n. 8 p. 66 e nn. 1-5 ; M. Leppert,23 Kaiservillen, cit.supran. 11, p. 179-188 e 214-224.
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Per studiare l’organizzazione del servizio di sicurezza all’imperatore in visita alle sue ville in Italia, il procedimento da me seguito è stato quello di partire da alcuni dei luoghi che ospitarono residenze imperiali frequentate per cer-care, attraverso le iscrizioni, tracce della presenza di soldati al seguito del prin-cipe. Un’indagine così svolta ha carattere puramente rappresentativo, concen-trandosi su alcuni siti dove la presenza di soldati difficilmente può spiegar si altrimenti, a differenza ad esempio delle località portuali o dei luoghi di con-fine o delle sedi di assegnazioni viritane (es. litorale campano, da Sperlonga38 in giù39; Aquileia40,Puteoli,Ostia,Reate). Tale percorso ha da subito r iservato alcune sorprese : cito ad esempio il caso diAntium registrato ho ragione forse della casualità dei rinvenimenti,dove, in
38Tac.,Ann., 4, 59, 2 indirettamente ci informa della presenza di un servizio di sicurezza presso la villa qui costruita da Tiberio : mentre l’imperatore stava mangiando, improvvisamente le rocce dell’ingresso cedettero e uccisero alcuni servitori. Seiano si lanciò a difendere l’impe-ratore eopposuit sese incidentibus, atque habitu tali repertus est a militibus qui subsidio uenerant. 39J. H. D’Arms,Romans on the Bay of Naples, cit.supran. 9. Segnalo anche il caso anomalo delle numerose iscrizioni di pretoriani a Pompei, recentemente indagato da A. Los, « Quand et pourquoi a-t-on envoyé les prétoriens à Pompéi ? », inNunc de Suebis dicendum est.Studia archaeologica et historica Giorgio Kolendo ab amicis et discipulis dicata, Warszawa, 1995, p. 165-170. 40Vd. bibliografia ricordata da M. Durry,Les cohortes prétoriennes, Paris, 1938, p. 45 e n. 2 ; p. 60 ; p. 243, n. 2, secondo il quale le numerose iscrizioni di pretoriani qui rinvenute sarebbero da riferirsi alla circostanza della campagna di Augusto in Illir ia, ricordata da Suet.,Aug., 20 ; e all’epoca della guerra civile seguita alla mor te di Nerone.
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una sola iscrizione di un pretoriano ancora attivo41, pur esistendo qui una villa molto amata e visitata dove gli imperatori svolsero attività di corrispon-denza intensa42 ad ; esso potrei il disbrigo di pratiche amministrative, per aggiungere i casi diBouillae,Castrimoenium,Tusculum43, Nemi ed altri centri del Lazio. Il dossier da me raccolto riguarda finora i centri diCentumcellae,Lorium e Alsium meridionale ;, nell’EtruriaAlbanum,Lanuuium, PraenesteeTiburnel Latium uetus. Negli anni 1864-1866 furono trovate, presso il porto di Civitavecchia, in località Prato del Turco, vicino alla darsena romana, due iscrizioni di vigili e di una ventina di marinai all’interno di un sepolcreto (fig. 1) databile in base a rinvenimenti monetali a partire dagli inizi del II sec. fino al III secolo d.C. È nota la costruzione da parte di Traiano del porto di Civitavecchia44, presso il quale i marinai delle flotte di Miseno e Ravenna erano impiegati e in pros-simità del quale venivano sepolti quando morivano prima del congedo. Gli epitaffi di Prato del Turco tuttavia sono ancora più eloquenti : nello stesso sepolcreto veniva accolto altro personale che prestava servizio presso il porto o, più probabilmente, nella residenza imperiale prossima ad esso45.
41C. Roscius Saturninus, pretoriano della terza coorte (CIL, X, 6673) ; mentre il veterano del pretorio, decurione e questore di AnzioL.Veratius C. f. Qui. Aferriceve una dedica da parte di centurioni (CIL, X, 6674). etoriani Naturalmente a Roma non pochi pr indicano questa loca-lità laziale come luogo d’origine. PerAntiumrinvio a G. Lugli, « Saggio sulla topografia del-l’anticaAntium»,Riv. Ist. Arch. St. Arte Roma, 7, 1940, p. 153-188 ; M. L. Morricone Matini, V. Santa Maria Scrinari, AntiumMosaici antichi in Italia, Regione prima., Roma, 1975, ma anche a H. Solin, «Antium et les légions. Nouveaux témoignages», inlégions de Rome sous le Haut-EmpireLes (Actes Congr. Lyon, 17-19 sept. 1998), a cura di Y. Le Bohec e C. Wolff, Lyon, 2000, p. 639-644, in particolare p. 639. 42Trajan : Government by Correspondence », inF. Millar, « Trajano Emperador de Roma(Actas del Congreso Internacional, 14-17 sept. 1998), a cura di J. González, Roma, 2000, p. 373 cita il caso di due lettere scritte da Traiano nella villa imperiale di Anzio, nel novembre del 99 d.C. e in una data compresa tra l’autunno del 99 e il marzo del 101 o tra il 107 e il 113. 43Nel territorio compreso traBouillaeeCastrimoeniume aTusculumho rintracciato in tutto quattro iscrizioni sepolcrali (CIL, XIV, 2428 = H. Freis,Die cohortes urbanae, Köln-Graz, 1967 (Epigr. St., 2), p. 53 e 131, di un urbaniciano della XII coorte ;CIL, XIV, 2430, di un preto-riano (?) di una coorte sconosciuta ;CILdi un centurione della III coorte preto-, XIV, 2523, ria ;CIL, XIV, 2619, di unequespretoriano), troppo poche perché si possano avanzare ipotesi attendibili sul motivo della loro sepoltura in quell’area.Va comunque ricordato che coorti vitel-liane furono mandate aBouillae(Tac.,Hist., 4, 2). 44Secondo quanto attestano Plin.,Epist., 6, 31, 15-17 e Rut. Nam., I, 237-250 (che ricorda anche le vicine Terme Taurine). Esauriente bibliografia al riguardo è ricordata da F. Zevi, « Traiano e Ostia », inTrajano Emperador de Roma, cit.supran. 42, p. 509 a n.1. 45 Traiano, vd. inSul palazzo di particolare F. Correnti, «Centumcellae: la villa, il porto, la città », inCaere e il suo territorio. Da Agylla a Centumcellae, a cura di A. Maffei e F. Nastasi, Roma, 1990, p. 209-214, che pensa a locali « per l’acquartieramento dei pretoriani della scorta » e immagina una frequentazione della villa fino al 170 d.C. circa, quando Marco Aurelio le pre-ferisce la residenza diLorium.
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Oltre infatti aiclassiarii iscrizioni ricordano, come, le vigili si è detto, due (Ac1 e Ac2) e quattro donne46, che, a si mio avviso, trovavano sepolte lì perché parte del personale della villa oltreché perché legate a marinai47. Tra tutti gli epitaffi di marinai a Civitavecchia, uno è in particolare degno d’interesse : si tratta del documento in cui il misenateC. Caecilius Valens(Ad5) riceve una dedica da parte diC. Lucilius Valens, che si definiscecorporis custos48. Come si è detto, il sepolcreto dei marinai di Civitavecchia è databile tra il II e gli inizi del III secolo. Anche se Romanelli, postulando soggiorni più o meno lunghi dei sovrani nel luogo, considera pacifico cheLucilius Valens facesse parte deicorporis custodes, all’epoca il corpo giulio-claudio delle guar-die personali dell’imperatore era stato già sciolto e sostituito dagliequites sin-gulares Grosso, in è stata dunque ripresa sia da F. un articolo sul. L’iscrizione diritto latino ai militari in età flavia49 suo contributo sui da H. Bellen, nel, che corporis custodes50. Le facen- infatti, : Grosso loro conclusioni sono divergenti dosi forte di un passo di Cassio Dione in cui si parla diKeltoí(=Germani= per estensione,corporis custodes sugger?) all’epoca di Galba, che il corpo isce non sia stato ancora sciolto almeno fino ai primi anni del II secolo, epoca alla quale andrebbe dunque ricondotta la nostra iscrizione ; Bellen invece, senza aver rivisto la lapide, propone un emendamento dicorpor(is)custosinarmor(um) custos dunque nel dedicante a, vedendoCaecilius Valens suo collega respon-, un sabile dell’arsenale della flotta. Solo la prima interpretazione tiene conto del fatto che, oltre chestatiodella flotta, Civitavecchia fu anche sede di una villa imperiale51con una continuità
46Oltre allo zio che fa una dedica alnepos(CIL, XI, 3537). Le donne sono :Iulia Salo(CIL, XI, 3538),Licinia Itali(ca/-censis…) (CIL, XI, 3539) eNonia Colonica(CIL : le prime, XI, 3540) due pongono la dedica sepolcrale al rispettivo marito (nel secondo caso dettoCaesaris seruus) ; la terza riceve viceversa sepoltura, sempre da parte del coniuge. In una quarta iscrizione (CIL, XI, 3541), una schiava di vent’anni,Polychronia, viene commemorata dal Valeriusdominus M. Maximus, dalconpatriota T. Flabius Capitoe dall’amicus T. Eraulius Valens. Sulla frequenza del gen-tilizioValerius A. Mócsy, «tra i marinai, vd.flotte di Ravenna e di Miseno », in Pannonici nelle Atti del Convegno Internazionale di Studi sulle antichità di Classe, Faenza, 1968, p. 305 ss., in par-ticolare p. 308-311. 47Romanelli, « La funzione del porto diP. Centumcellae», inCivitavecchia.Pagine di storia e di archeologia, Civitavecchia, 1961, p. 19-23 considera esplicitamente tali i tre dedicanti alla schiavaPolychronia, ricordati alla nota precedente. 48CIL, XI, 3526. Il testo dell’iscrizione è il seguente :D(is)M(anibus). /C. Caecilio Valenti, mil(iti)cl(assis)pr(aetoriae) /Mis(enatium) ((triere))Salami/na, milit(auit)ann(is)VIII,/uix(it) ann(is)XXXI./C. Lucilius V[a]lens, /corpor(is)custos,/fecit b(ene)m(erenti). 49latino ai militari di età flavia »,F. Grosso, « Il diritto Riv. Cult. Class. Med., 7, 1965, p. 541-560, in part. p. 545-550. 50Die germanische Leibwache der römischen Kaiser des julisch-claudischen Hauses, Mainz, 1981 (Abhand.-Akad.Wiss. Mainz, 1981, 1), p. 69-71. 51J. Spurza, « The Emperors at Ostia and Portus : ImperialVillas and Accomodation », inOstia ePortusnelle loro relazioni con Roma(Atti del Convegno all’Institutum Romanum Finlandiae, 3-4 dicembre 1999), a cura di Ch. Bruun e A. Gallina Zevi, Roma, 2002, p. 123-134 tenta, sulla base della scelta del luogo di edificazione, una distinzione tra « palazzi » veri e propri e « quar-tieri residenza » (residence-headquarters) « che occupavano di solito una posizione elevata sovra-stante il porto ; o altrimenti collocati su un promontorio con vista panoramica dal lato del
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d’uso che, a partire dall’epoca traianea52 per almeno tutto il II secolo, procede53 e parte di quello successivo. Così dunque, le dediche sepolcrali ai marinai, ai vigili, ai loro schiavi o a schiavi imperiali ; e, con una prospettiva allargata, i tre epitaffi di marinai diLorium54e quello del trierarca diAlsium55, considerate nel loro insieme, rendono evidente la funzione catalizzante delle ville impe-riali sul litorale tirrenico che può non emergere dall’esame separato dei docu-menti delle singole località. Con un ulteriore allargamento dell’orizzonte, si può recuperare come con-fronto, per quanto esuli dal contesto preso in esame, il caso del cimitero di Surrentumdi età giulio-claudia, che ospitava schiavi e liberti addetti ad una proprietà imperiale56 prossimità di esso (e probabilmente pertinenti) sono. In state rinvenute le iscrizioni di unospeculator due marinai dellapretoriano, di vicina flotta misenate, di uncenturio tutte riconduci-della II coorte pretoria, bili al II o al III secolo d.C. Anche se la presenza dei misenati aSurrentum, presa isolatamente, potrebbe facilmente essere collegata al vicino quartier generale della flotta, la connessione degli epitaffi di questi militari rispetto a quelli degli addetti alla villa sembra caratterizzarla in maniera più puntuale57. Il piccolo dossier di marinai dell’Etruria meridionale permette ancora un’altra osservazione : tutti i defunti diCentumcellaee diLoriumhanno alle porto » (p. 130). Nella stessa categoria rientrerebbero a suo parere, oltre al complesso di Ostia studiato in quest’occasione, anche la villa neroniana ad Anzio, il palazzo di Traiano aCentumcellae, la villa di Tiberio aMisenume laVilla Iouisa Capri. Si parla evidentemente delleuillae mar itimae, sulle quali in particolare vd. X. Lafon,sur les villas littorales de l’ItalieVilla Maritima. Recherches romaine(IIIesiècle av. J.-C./IIIesiècle ap. J.-C.) (BEFAR, 307), Roma, 2001. 52Plin.,Epist., 6, 31 :euocatus in consilium a Caesare nostro ad Centum Cellas(hoc loco nomen)… 53Fronto,Epist.,ad M. Caesarem, 3, 20 (144-145 d.C.) :Lectulo meo teneo. Si possim, ubi ad Centumcellas ibitis, itineris idoneus esse,VII idus uos Lorii uidebo deis fauentibus… ;Epist., 5, 59 (140-143 d.C.) :Quis enim tibi alius dolorem genus, quem scribis nocte proxima auctum, quis alius eum susci-tauit, nisi Centumcellae, ne me dicam? ; SHA,Vita Commodi, 1, 9 (173 d.C.) :Auspicium crudelita-tis apud Centumcellas dedit anno aetatis duodecimo(dunque nel 173 d.C.), e più avanti si nomi-nano unbalneatore unpaedagogusche lavoravano nella villa. 54Dueoptiones, un misenate e un ravennate, e un marinaio semplice, anch’egli da Miseno (Bd1, Bd2, Bd3). SuLoriume la frequentazione imperiale vd. da ultimo la sintesi di V. Morizio, « ILusiiaLorium», inEpigrafia romana in area adriatica(Actes de la IVeRencontre franco-ita-lienne sur l’épigraphie du monde romaine, Macerata 10-11 nov. 1995), a cura di G. Paci, Macerata-Pisa-Roma, 1998, p. 419-433, che ricorda l’educazione e quindi la costruzione di un palatiumda parte di Antonino Pio, frequentato poi ancora da Marco Aurelio e Commodo (vd.infra, n. 63). 55Non è escluso che anche il trierarco diAlsium alla(Cd1), fosse addettouilla Alsiensisnomi-nata inCIL, XI, 3720 (come ilprocurator Augustiche vi è ricordato). 56J. H. D’Arms,Romans on the Bay of Naples, cit.supran. 9, p. 76 e 114. 57Le iscrizioni dellospeculator ispettivamentee del centurione sono rCIL, X, 684 = 2119 e CIL suindicati ( inai, X 686 = 2120. Ai due marCIL, X, 685 = 2122 eCIL, X, 687 = 2121) sono da aggiungere : il veterano della flotta diCIL, X, 719 (iscrizione bilingue greco-latina) e un misenate di ventidue anni di età e quattro di servizio di un’iscrizione inedita, segnalati entrambi da M. M. Magalhaes,Storia, istituzioni e prosopografia diSurrentumromana. La collezione epigrafica del Museo Correale di Terranova, Castellamare, 2003, p. 93 e 160-162, scheda nr. 19, la quale considera cer ta la funzione di accompagnamento e di vigilanza sulla sicurezza personale dell’imperatore da parte del centurione trecenario, ipotizzando ripetutamente l’esistenza di una statiodi pretoriani eclassiariia Sorrento tra l’età augustea e tiberiana.
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Fig. 2
spalle un numero cospicuo di anni di servizio (a parte qualche caso isolato, la media si aggira sui 15-17 anni). Questo dettaglio fa pensare che ai marinai selezionati per un incarico così delicato fosse richiesta una discreta anzianità professionale e dunque provata esperienza ed affidabilità58. AdAlbanum sede dei, comecastradella legione II Partica, la presenza mili-tare è notevole ; alcune iscrizioni tuttavia non ricordano legionari, ma soldati appartenenti ad altri corpi, e più precisamenteequites singulares Augustie pre-toriani. Le iscrizioni che commemorano gliequites singulares T. Flauius Qui<n>tinus(De1) (fig. 2) eClaudius Maximus(De2) sono diverse per tipo-logia di supporto e datazione : l’iscrizione diQuintinusè incisa su una lastra sepolcrale e probabilmente appartiene ancora al II sec. d.C., dunque è prece-dente all’installazionein loco sua presenza Ladella legione da parte di Severo. nell’ager Albanusè piuttosto da connetter si, secondo Speidel, all’Albanum domizianeo59.Maximusinvece viene sepolto sempre daheredesnon meglio
58Già S. Bastianelli,Italia romana : municipi e colonie, ser. I, vol. 14. Centumcellae (Civitavecchia), Castrum Novum (Torre ChiarucciaRoma, 1954, p. 25-27 notava che tutti i marinai del cimitero), di Civitavecchia avevano militato per più anni e ipotizzava che per alloggiarli fosse stata costruita una caserma, « posta probabilmente ove è ora il forte Michelangelo » (p. 27). 59M. P. Speidel d’altronde suggerisce, insieme ad altre ipotesi, anche quella di servizio di scorta nel corso di soggiorni dell’imperatore per gliequites singulares Augustiricordati in iscri-zioni di altre zone d’Italia ( reiter.Die Denkmäler der Kaiser Equites singulares Augusti, Köln, 1994 (Beih. Bonn. Jahrbuch., 50), p. 363, nr. 676 ; p. 365 s., nr. 680 e 681). Sull’Albanum, vd. R. Darwall-Smith, « Albanum and the Villas of Domitian »,Pallas, 40, 1994, p. 145-165.
Fig. 3
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individuati in un sarcofago che, oltre a provenire dalla medesima area, presenta le caratteristiche tipologiche di quelli del sepolcreto della legione IIParthica. Altre due iscrizioni, che provengono sempre dall’ager Albanus, entrambe di III secolo, menzionano pretoriani : si tratta di un testo molto lacunoso (rinvenuto insieme ad un’altra iscrizione di un militare, forse un legionario) che ricorda Aurelius Bithus ; servizio nella II coorte pretoria (Da1), in di un epitaffio, e anch’esso inciso sul coperchio di un sarcofago, reimpiegato all’epoca di Severo Alessandro, che ricorda unAurelius Seneca, in servizio nella III coorte pretoria, morto a 23 anni e sepolto da due eredi, di cui una è la madre (Da2) (fig. 3). Queste testimonianze sono troppo sporadiche per formulare ipotesi atten-dibili circa il motivo della presenza dei soldati e in particolare su un loro coin-volgimento nel corso della frequentazione imperiale dell’Albanum.Va comun-que ribadito che i dueequites singularesvengono commemorati da eredi e non da parenti e l’iscrizione ricordata per prima (De1) è anteriore all’installazione della legione partica ; mentre delle due iscrizioni di pretoriani, la seconda ricorda unamater Sia la presenza dei due pretorianie, forse, una sorella (Da2). (difficilmente riconducibile ad un’origine locale, sulla base dell’epoca di appartenenza e dell’onomastica straniera), che quella dei dueequites singulares, potrebbe essere indizio del fatto che, senza approfittare della presenzain situ dei legionar i, gli imperatori abbiano continuato a valersi di soldati urbani. Un terzo gruppo di testimonianze, che riguarda questa volta esclusivamente il corpo dei vigili, rappresent u ’ omalia rispetto alla normale presenza di a n an questi soldati a Roma (o, tutt’al più, a Ostia e Pozzuoli). Nel 1907 da scavi condotti nel terreno del sig. Seratrice a Borgo San Giovanni nel territorio di Lanuuiumsono state rinvenute alcune dediche sacre su basi di peperino poste da vigili appartenenti a diverse coorti (Ec1-Ec7). Alberto Galieti60, ricorda come il luogo di rinvenimento si trovihaud longe a ruinis aedis quae Herculi sacra fuisse uideture d’altra parte Ercole come divinità destinataria delle offerte è esplicitamente indicata in alcune di queste dediche (insieme aIuno Sospita, in Ec2) (fig. 4). Almeno un paio di esse presentano, come già riscontrato dal 60« Memorie dell’heracleion lanuvino a Civita Lavinia »,Boll.Ass.Arch.Rom, 1, 1911, p. 40 ss.
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Fig. 4
primo editore, una particolarità : i supporti, che sono basi di peperino risalenti all’epoca repubblicana e originariamente recavano dediche ad Ercole, sem-brano reimpiegati e riscritti con i nomi dei vigili (solo una, Ec1, è esplicita-mente datata al 202 d.C.). Purtroppo la condizione pessima in cui si trovano attualmente le basi o gli scheggioni di peperino superstiti non è tale da per-mettere una lettura soddisfacente dei testi61. Particolarmente interessante sembra tuttavia che vigili appartenenti a diverse coorti62 come, compaiano dedicanti ad Ercole, agli inizi del III sec. d.C., nella cittadina laziale. La ragione di questa presenza, relativamente compatta, trova a mio avviso spiegazione, in connessione con la villa natale di Antonino Pio e Commodo63, evidente-mentefrreiqviuleegnitaattoaddailsSuecvceersosocroen64liadraoc,oprocapriln-e;qua,perriguntoÈ.iassfidcifinlesonbitaivigi porto p li65 un lire a
61Dell’unica vista direttamente, Ec3, si può solo dire che le prime due righe non sono com-patibili né dal punto di vista paleografico (forma delle letter e e tecnica d’incisione), né sotto il profilo del contenuto, con quelle che seguono. Tuttavia tra le due parti del testo non sembra esserci una distanza cronologica di più di due secoli. 62 VILa IV, la ricordate due volte, la II, anch’essa forse indicata due volte. VII e la 63SHA,Vita Ant.Pii, 1, 8 :Ipse Antoninus Pius natus est XIII kl. Oct. Fl. Domitiano et Cornelio Dolabella cons(ulibus) iiin uilla Lanuuina. Educatus Lorin Aurelia, ubi postea palatium extruxit, cuius hodie reliquiae manent;Vita Comm., 1, 2 :Ipse autem natus est apud Lanuuium cum fratre Antonino gemino… ; vd. anche 8, 5 (dove si parla della attività diuenatornel circo lanuvino di Commodo) e 16, 5 (prodigi si manifestano nella villa lanuvina). 64del complesso residenziale, vd. N. Cassieri, G. Ghini, « La cosidetta villa degliSul sito Antonini al XVIII miglio della via Appia »,Arch. Laz., 10, 1, 1990, p. 168-178, con bibliografia precedente. « La villa, inizialmente privata, passò, forse dopo la morte di Commodo, al demanio imperiale, come sembrerebbe provare la presenza a Lanuvio di una caserma dei vigili posta a sal-vaguardia dell’ordine pubblico » (p. 172). L’idea era già di A. Galieti, « Le ville suburbane dei colli lanuvini : II.Ville ricordate dagli autori antichi »,Bull. Com., 69, 1935, p. 141, che pensava ad una uexillatioa tutela dell’ordine pubblico, come in altre località con ville imperiali. Conferma comunque la frequentazione dellauilla Aureliorum, ancora agli inizi del III sec., il rinvenimento, oltre che di numerose immagini di personaggi della famiglia antonina, di un ritratto di Severo Alessandro ; sempre all’epoca antonina si può far risalire la dedica del liberto imperiale eprocura-tor EuphratesdiCIL, XIV, 2087 = VI, 246 cfr. p. 3756 =ILS, 3652, proveniente dalla stessa zona. 65R. Sablayrolles,Libertinus miles. Les cohortes des vigiles(CEFR, 224), Roma, 1996, p. 51-55.
Fig. 5
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parallelo tra le numerosissime dediche di vigili all’imperatore e alla famiglia imperiale di Roma in quest’epoca e la serie lanuvina : i vigili con Settimio Severo e Caracalla diventano, dice Sablayrolles, soldati a tutti gli effetti ; come tali, oltre a svolgere la funzione loro specificamente assegnata di tutela dagli incendi, possono anche occuparsi del servizio di sicurezza presso le ville imperiali (e potrebbero confermarlo le due testimonianze diCentumcellae, certamente non anter iori a quest’epoca, cf.supra; e, in modo complementare, la loro assenza aPraenesteeTibur). Un dossier relativamente ricco ed interessante offre la città diPraeneste, meta molto amata di villeggiatura da parte degli imperator i e della loro famiglia. Da Svetonio66 dove già lasappiamo che Augusto vi soggiornava volentieri e qui, famiglia dell’imperatore Nerva aveva terreni67, sorse una villa di Marco Aurelio68che ancora sotto Severo Alessandro era proprietà imperiale69 .
66Aug., 72, 5(ex secessibus praecipue frequentauit maritima insulasque Campaniae aut proxima urbi oppida, Lanuuium, Praeneste,Tibur, ubi etiam in porticibus Herculis templi persaepe ius dixit. Ampla et operosa praetoria grauabatur)e 82, 1 ut(Itinera lectica et noctibus fere eaque lenta ac minuta f aciebat, Praeneste uel Tibur biduo procederat). 67Secondo O. Hirschfeld, « Der Grundbesitz », cit.supran. 10, p. 69 s., che ricorda lafistula CIL, XV, 2314. 68SHA,Vita Marci, 21, 3 :Sub ipsis profectionis diebus in secessu Praenestino agens filium, nomine Verum Caesarem, execto sub aure tubere septennem amisit. 69Da Lugnano, in prossimità di Praeneste, provengono duefistulae, una con il nome diIulia Mamea,mater Aug(usti) (CIL, XIV, 3037 = XV, 7880) ; l’altra con i nomi di Geta e Caracalla (CIL, XIV, 3036 = XV, 7879).
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