Famiglia, proprietà e classi sociali a Montefusco nella prima metà del XVII secolo - article ; n°1 ; vol.95, pg 339-392
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes - Année 1983 - Volume 95 - Numéro 1 - Pages 339-392
Carolina Belli, ~~Famiglia, proprietà, classi sociali a Montefusco nella prima meta del XVII secolo~~, p. 339-392. Lo spaccato della vita familiare di Montefusco nella prima meta del XVII secolo rappresenta, per le sue peculiarità, un'ulteriore prova della vasta tipologia di tradizioni e consuetudini legate alla famiglia nell'Italia meridionale. In questa zona appenninica, dominata da un'economia agricolo-montana caratterizzata da latifondi feudali ed ecclesiastici ma anche da una diffusa piccola propriété, il « sistema familiare », con la sua estesa rete di famiglie nucleari, si presenta in sostanza patriarcale e patrilineare, pur senza l'estensione a cui questi termini fanno pensare. La tendenza generale di ogni «strategia matrimoniale», rilevata dai capitoli matrimoniali e dai testamenti, era evitare con tutti i mezzi possibili che i beni fondiari, fondamento di ogni patrimonio, uscissero dalla linea di discendenza maschile ; a taie scopo era fondamentale escludere le donne dall'asse ereditario avito, relegandole a semplici portatrici di beni mobili o di quote non rilevanti dei beni fondiari paterni.
Carolina BELLI Famiglia proprietà classi sociali Montefusco nella prima metà del XVII secolo 339-392 Lo spaccato della vita familiare di Montefusco nella prima metà del XVII secolo rappresenta per le sue peculiarità ulteriore prova della vasta tipologia di tradizioni consuetudini legate alla famiglia Italia meridionale In questa zona appenninica dominata da economia agri- colo-montana caratterizzata da latifondi feudali ed ecclesiastici ma anche da una diffusa piccola proprietà il sistema familiare con la sua estesa rete di famiglie nucleari si presenta in sostanza patriarcale patrilinea- re pur senza estensione cui questi termini fanno pensare La tendenza generale di ogni strategia matrimoniale rilevata dai capitoli matrimoniali dai testamenti era evitare con tutti mezzi possi bili che beni fondiari fondamento di ogni patrimonio uscissero dalla linea di discendenza maschile tale scopo era fondamentale escludere le donne asse ereditario avito relegandole semplici portatrici di beni mobili di quote non rilevanti dei beni fondiari paterni
54 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1983
Nombre de lectures 78
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 4 Mo

Extrait

Carolina Belli
Famiglia, proprietà e classi sociali a Montefusco nella prima
metà del XVII secolo
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 95, N°1. 1983. pp. 339-392.
Riassunto
Carolina Belli, Famiglia, proprietà, classi sociali a Montefusco nella prima meta del XVII secolo, p. 339-392.
Lo spaccato della vita familiare di Montefusco nella prima meta del XVII secolo rappresenta, per le sue peculiarità, un'ulteriore
prova della vasta tipologia di tradizioni e consuetudini legate alla famiglia nell'Italia meridionale. In questa zona appenninica,
dominata da un'economia agricolo-montana caratterizzata da latifondi feudali ed ecclesiastici ma anche da una diffusa piccola
propriete, il « sistema familiare », con la sua estesa rete di famiglie nucleari, si presenta in sostanza patriarcale e patrilineare, pur
senza l'estensione a cui questi termini fanno pensare.
La tendenza generale di ogni «strategia matrimoniale», rilevata dai capitoli matrimoniali e dai testamenti, era evitare con tutti i
mezzi possibili che i beni fondiari, fondamento di ogni patrimonio, uscissero dalla linea di discendenza maschile ; a taie scopo era
fondamentale escludere le donne dall'asse ereditario avito, relegandole a semplici portatrici di beni mobili o di quote non rilevanti
dei beni fondiari paterni.
Citer ce document / Cite this document :
Belli Carolina. Famiglia, proprietà e classi sociali a Montefusco nella prima metà del XVII secolo. In: Mélanges de l'Ecole
française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 95, N°1. 1983. pp. 339-392.
doi : 10.3406/mefr.1983.2701
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1983_num_95_1_2701CAROLINA BELLI
FAMIGLIA, PROPRIETÀ E CLASSI SOCIALI
A MONTEFUSCO NELLA PRIMA METÀ
DEL XVII SECOLO*
La baronia di Montefusco, sita nella parte occidentale del Principato
Ulteriore, comprendeva, durante i secoli dell'età moderna, la piccola ci
ttadina di Montefusco, antico centro di origine longobarda, e i suoi cinque
casali di Santa Paolina, Santo Nazaro, S. Angelo a Cancello, Calvi e San
Pietro in Delicato. Era distante 12 miglia da Avellino e 36 miglia da Napol
i lungo il percorso dell'antica via Appia, in parte riadattata e riaperta
come via delle Puglie nel 1561 dal Viceré Pedro de Toledo, in un punto
cruciale ed obbligato del percorso, lì dove l'erta e ripida salita del passo
di Dentecane costituiva una difficoltà più che notevole per i precari mezzi
di trasporto dell'epoca. Col sorgere del XVII secolo quindi, nonostante le
tradizioni alto-medievali di tutta la contrada1, la baronia aveva acquistato
una nuova importanza strategica all'interno della stessa provincia e
nell'ambito del non articolato sistema di comunicazioni del Regno, paral
lelamente al costituirsi, appena a pochi chilometri di distanza, del grosso
complesso feudale dei Caracciolo di Avellino2. Per ragioni di opportunità
* Desidero esprimere i miei più vivi ringraziamenti ai proff . G. Galasso e
C. Russo per l'aiuto ed i consigli che mi hanno prodigato nel corso di questo lavoro
svolto nell'ambito del Seminario di storia medievale e moderna dell'Università di
Napoli.
1 A tale proposito è utilissima, pur con i limiti tipici di tutta la storiografia sei-
centesca, l'opera di Eliseo Danza, il più illustre e famoso dei cittadini di Montefus
co nella prima metà del XVII secolo, che ripercorre la storia di tutta la contrada
dall'alto medioevo fino ai suoi giorni. Cfr. Eliseo Danza, Cronologia di Montefusco,
Napoli, 1642. Di grandissimo ausilio è anche la raccolta di documenti operata dallo
Scandone a partire dalle prime notizie riportate da Falcone Beneventano. Cfr.
F. Scandone, Documenti per la storia dei comuni dell'Irpinia, voi. 2, Avellino, 1964.
Fra gli scritti più recenti è da ricordare per uno sguardo complessivo P. Savoia,
Montefusco e i suoi casali, Napoli, 1975.
2 Sulla necessità di impiantare la sede della Udienza di Principato Ultra in un
luogo differente rispetto al tradizionale e più comodo capoluogo della Provincia,
MEFRM - 95 - 1983 - 1, p. 339-392. 340 CAROLINA BELLI
politica ed anche per esigenze militari, quindi, data la facilità di dominar
e dall'alto gran parte della regione circostante, il Governo vicereale ave
va deciso nel porre in questo luogo la sede dell'Udienza Provinciale.
Il territorio della baronia, posta a cavallo dell'omonima montagna,
comprendeva, come già si è detto, il piccolo paese di Montefusco, serrato
nelle sue antiche mura di origine longobarda ormai nel XVII secolo diru
te in più punti3, ed i suoi cinque casali costituiti in Università autonome.
Il paesaggio si presentava «... la maggior parte collinoso e piano, e poca
parte montagnoso, con valloni, boschi e selve di cerque, castagne ed altri
alberi selvaggi e molti luoghi frattosi per pascolo d'animali. . .». Le zone
più scoscese erano riservate al pascolo mentre le zone più dolci e piane
erano le terre dell'uliveto e della vigna, irrigate da numerose sorgenti
naturali. La terra «produce tutte sorte di vittuaglie, grano, orgio, grano
d'India, fave, il tutto a sufficienza, et anco per industria, et ogni altra sor
te di legume, cannavo, lino, ma poco; produce dell'oglio e vino di buona
qualità et a bastanza». Tutti questi elementi ci vengono dati dalla descri
zione e dall'apprezzo di tutto il feudo, compilato dal tavolarlo del Sacro
Regio Consiglio Galluccio in occasione della vendita effettuata nel 1714
da parte del principe Ludovisi di Piombino, erede dei Gesualdo, antichi
feudatari, al Pio Monte della Misericordia di Napoli4. Questo documento,
per quanto molto più tardo rispetto all'epoca che a noi interessa, per la
sua completezza e per la quantità di notizie che ci fornisce e per la scarsi
tà di analoghi documenti precedenti, costituisce, tuttavia, un riferimento
obbligato per la ricostruzione della maggior parte degli elementi geograf
ici e topografici di cui faremo menzione, e si può agevolmente ritenere
che molte delle notazioni di carattere economico-sociale rilevate agli inizi
del 1700 siano significative anche di situazioni del secolo appena trascor-
Avellino, divenuto sul finire del XVI secolo un saldo feudo nelle mani dei Caraccio-
lo-Rossi del ramo appunto di Avellino, e quindi precluso alle esigenze del governo,
cfr. l'articolo di cui scrive di prossima pubblicazione relativo alla storia feudale di
quella famiglia.
3 Cfr. la bella tavola del 1727, in cui viene riprodotto in prospettiva e a volo
d'uccello, tutto l'ambito comunale, conservata presso l'Archivio di Stato di Napoli
(d'ora in avanti A.S.N.), Pandetta nuova IV, 955/55.
4 Di questo documento esistono varie copie, una in A.S.N., Pandetta corrente,
fascicolo 9638, l'altra in A.S.N., Notai del XVII secolo, notaio D. de Santis, scheda
666/55, ed ancora nella scheda del notaio Giuseppe Raguccio, scheda 508/15. Una
quarta copia è in possesso del padre Palmerino Savoia, parroco della chiesa di San
Francesco di Montefusco, che per primo ce ne ha segnalato l'esistenza, concedend
oci gentilmente in lettura il documento. MONTEFUSCO NELLA PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO 34 1
so, come appare dall'analisi e dal confronto con i dati del catasto del
1631 5. Ora, per quanto le vicende e la crisi del '600 non possono non aver
influito sulle strutture della civiltà contadina6, si può pensare che almeno
per quanto riguarda i tratti più vistosi del quadro geografico, il paesaggio
agrario e la toponomastica ad esempio, vi sia una notevole continuità fra
l'inizio e la fine del XVII secolo. Senza timore di grosse inesattezze molti
rilievi che l'apprezzo su menzionato permette possono quindi ben essere
utili ad integrare i dati che il catasto del 1631 offre al nostro studio,
anche se non si deve dimenticare che la grande cesura del XVII secolo, la
peste del 1656, ebbe anche nel centro irpino le sue rovinose conseguenze
sul piano demografico7, con tutte le conseguenze che ciò implicò sul pia
no dello sviluppo economico e più in generale sulle trasformazioni del
costume sociale. Quest'ultimo documento, dopo la distruzione della serie
dei catasti antichi del Regno di Napoli, avvenuta durante l'ultimo conflit
to mondiale, è particolarmente rilevante per la sua rarità e per la sua
completezza sia se lo si voglia esaminare sotto l'angolazione dello svilup
po delle tecniche catastali8 sia se lo si voglia vedere come una delle
5 II catasto antico di Montefusco del 1631 è conservato, sebbene in una copia
più tarda, probabilmente del XVIII secolo, in A.S.N., Archivio Tocco di Montemilet-
to, 119/489.
6 A titolo esemplare ricordiamo l'attenta ricostruzione operata dal Delille sulle
trasformazioni della società e del territorio di Montesarchio e della valle Caudina,
zona non lontana dalla nostra per morfologia e per storia, trasformazioni profon
de quanto quasi inavvertite, e che portarono nell'ambito del secondo cinquantenn

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