Fonti letterarie e fonti archeologiche : un confronto possibile su M. Emilio Scauro il Giovane, la sua domus  magnifica  e il theatrum  opus maximum omnium  - article ; n°1 ; vol.109, pg 83-110
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Fonti letterarie e fonti archeologiche : un confronto possibile su M. Emilio Scauro il Giovane, la sua domus 'magnifica' e il theatrum 'opus maximum omnium' - article ; n°1 ; vol.109, pg 83-110

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1997 - Volume 109 - Numéro 1 - Pages 83-110
Maura Medri, Fonti letterarie e fond archeologiche : un confronto possibile su M. Emilio Scauro il Giovane, la sua domus 'magnifica' e il theatrum 'opus maximum omnium', p. 83-110. In un'opera letteraria dal titolo Le palais de Scaurus, F. Mazois prende a modello per una ricostruzione ideale della casa romana la dimora palatina di M. Emilio Scauro. Il motivo di questa scelta, con tutta probabilità, va rintracciato nell'influenza che la lettura della Naturalis Historia esercitò su Mazois. Plinio il vecchio, infatti, riserva a M. Aemilius Scaurus (pr. 56) una particolare attenzione, citando ripetutamente come detentore di primati e campione di luxuria. Attraverso il riesame délie informazioni forniteci da Plinio e dalle altre fonti letterarie, e attraverso l'analisi delle due opère architettoniche di cui Scauro fu artefice, la sua domus e il teatro temporaneo eretto durante l'edilità del 58, si delinea il ritratto di un aristo- (v. rétro) cratico, vissuto negli anni cruciali del difficile trapasso tra repubblica e principato.
28 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1997
Nombre de lectures 61
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 2 Mo

Extrait

Maura Medri
Fonti letterarie e fonti archeologiche : un confronto possibile su
M. Emilio Scauro il Giovane, la sua domus 'magnifica' e il
theatrum 'opus maximum omnium'
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 109, N°1. 1997. pp. 83-110.
Riassunto
Maura Medri, Fonti letterarie e fonti archeologiche : un confronto possibile su M. Emilio Scauro il Giovane, la sua domus
'magnifica' e il theatrum 'opus maximum omnium', p. 83-110.
In un'opera letteraria dal titolo Le palais de Scaurus, F. Mazois prende a modello per una ricostruzione ideale della casa romana
la dimora palatina di M. Emilio Scauro. Il motivo di questa scelta, con tutta probabilità, va rintracciato nell'influenza che la lettura
della Naturalis Historia esercitò su Mazois. Plinio il vecchio, infatti, riserva a M. Aemilius Scaurus (pr. 56) una particolare
attenzione, citando ripetutamente come detentore di primati e campione di luxuria. Attraverso il riesame délie informazioni
forniteci da Plinio e dalle altre fonti letterarie, e attraverso l'analisi delle due opere architettoniche di cui Scauro fu artefice, la sua
domus e il teatro temporaneo eretto durante l'edilità del 58, si delinea il ritratto di un aristo-
(v. retro) cratico, vissuto negli anni cruciali del difficile trapasso tra repubblica e principato.
Citer ce document / Cite this document :
Medri Maura. Fonti letterarie e fonti archeologiche : un confronto possibile su M. Emilio Scauro il Giovane, la sua domus
'magnifica' e il theatrum 'opus maximum omnium'. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 109, N°1. 1997. pp.
83-110.
doi : 10.3406/mefr.1997.1978
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1997_num_109_1_1978VARIA
MAURA MEDRI
FONTI LETTERARIE E FONTI ARCHEOLOGICHE :
UN CONFRONTO POSSIBILE SU M. EMILIO SCAURO
IL GIOVANE, LA SUA DOMUS 'MAGNIFICA' E IL
THEATRUM 'OPUS MAXIMUM OMNIUM' *
Nel 1822 F. Mazois pubblicava un delizioso libro dal titolo Le palais de
Scaurus1. L'intento dichiarato era quello di far uscire dall'ambito purament
e specialistico le conoscenze ormai acquisite sull'antichità, presentando la
materia archeologica in chiave, come diremmo oggi, divulgativa per un
pubblico di cultura medio alta. L'impianto narrativo era semplice e di fo
rmula già collaudata in altre opere simili come // viaggio di Policleto a Ro
ma, ad esempio, scritto pochi anni prima da Theis. Mazois si serve, però, di
personaggi realmente esistiti, attorno ai quali crea le vicende del racconto.
Crisippo, architetto greco, ospita nella sua casa di Roma Meroveo, figlio di
Ariovisto; i due divengono amici ed il greco funge da guida al nuovo com
pagno nello scoprire gli usi, i costumi e le meraviglie della città sconosciut
a. Così, con questo espediente, il lettore segue passo passo l'itinerario im
maginato dall'autore e apprende anch'egli (come fosse un barbaro) a cono
scere il mondo dei romani.
Il libro di Mazois è un vero compendio di tutto quanto si sapeva all'
epoca sulla casa romana, corredato di note che rimandano alle fonti e alla
documentazione archeologica con puntigliosa cura, con una ricchezza di
dettagli degna di un precursore della stagione di studi che vide l'edizione
del Dictionnaire di Daremberg e Saglio. Tralasciati i fraintendimenti, le im
precisioni e le ingenuità dovute all'epoca in cui il libro fu scritto, può essere
ancora oggi piacevole abbandonarsi al racconto di una antichità ricreata
con intenti filologici, ma pur sempre fantastica (fig. 1).
* Ringrazio vivamente J.H. D'Arms, J.C. Fant e S. Panciera che hanno avuto la
cortesia di leggere il manoscritto di questo lavoro, fermo restando che la responsabil
ità di eventuali errori ο fraintendimenti rimane a me soltanto.
1 F. Mazois, Le palais de Scaurus, ou description d'une maison romaine, fra
gment d'un voyage fait à Rome, vers la fin de la république, par Mérovir, prince de
Suève, Parigi, 1822.
MEFRA - 109 - 1997 - 1, p. 83-110. MAURA MEDRI 84
Fig. 1 - II palazzo di Scauro nella ricostruzione di F. Mazois, 1822. LETTERARIE E FONTI ARCHEOLOGICHE 85 FONTI
C'è però una domanda che il libro in sé pone ed alla quale non rispon
de : perché Mazois scelse proprio la casa di Scauro per inscenare la sua
ideale casa romana? Perché tra tanti personaggi più celebri preferì proprio
questo? Trovare una risposta pienamente soddisfacente per questo quesito
è impossibile ma si può tentare una supposizione : Mazois era per certo un
attento lettore di Plinio il Vecchio che è citato assai spesso tra le sue fonti.
Plinio infatti sembra dedicare una notevole attenzione a M. Emilio
Scauro il giovane : a confronto di altri personaggi che apparirebbero comp
arabili per rilevanza storica, il cui nome ricorre una ο due volte nella Na-
turalis Historia, la citazione di Scauro è assai più frequente ed è presente
in nove luoghi diversi. Quasi tutte le volte Scauro è menzionato come de-
tentore di un primato (fatto che Plinio non poteva certo trascurare). Se
guendo la successione dell'opera pliniana, le prime due citazioni si incon
trano nell'ottavo libro2, dedicato agli animali terrestri. Qui, Scauro viene
chiamato in causa per le fiere che aveva portato a Roma, a corredo sceno
grafico degli spettacoli e per i giochi venatori indetti nella munifica edilità
del 58. Ricorda Plinio che egli fu il primo a portare nella città centocin-
quanta pantere ed anche il primo a portare un ippopotamo e cinque coccod
rilli che facevano bella mostra di sé in un euripo temporaneo, fatto appo
sitamente costruire per l'occasione. Anche nel libro nono, dedicato agli ani
mali acquatici3, Plinio trova il modo di accennare ad un'altra prodezza di
Scauro, vagamente attinente : sempre in occasione dell'edilità, questi aveva
mostrato tra le altre meraviglie, le ossa (fossili ο di balena?) del favoloso
mostro marino cui era stata esposta Andromaca, trovate a loppe, città co
stiera della Giudea. Nel libro trentaquattresimo, dedicato a bronzo rame
ferro e piombo4, Plinio nel parlare della statuaria e del lusso che la conquis
ta dell'Asia aveva introdotto a Roma, inserisce nel consueto elenco degli
esempi memorabili anche Scauro che aveva esposto trecento statue nella
scena del teatro temporaneo fatto costruire durante l'edilità. Nel libro suc
cessivo, dedicato ai colori minerali5, Plinio affronta tra l'altro il tema della
pittura e ricorda Sicione come patria di artisti celebri, poi spiega che la cit
tà copertasi di debiti aveva dovuto vendere tutti i quadri di proprietà pubb
lica e questi erano stati acquistati da Scauro, il quale li aveva portati a Ro
ma, sempre in occasione dell'edilità. Da questa serie di accenni episodici, si
passa poi al ben più nutrito nucleo del libro trentaseiesimo, dedicato al
marmo, argomento che offriva evidentemente più di un aggancio in quanto
2 8, 64 (par. 24); 8, 96 (par. 40).
3 9, 11 4).
4 34, 36 (par. 17).
5 35, 127 (par. 40). 86 MAURA MEDRI
collegato con l'architettura e la sua decorazione. Qui si trovano le quattro
citazioni6 più interessanti che danno particolari sulla casa di Scauro e sul
teatro temporaneo (su queste si tornerà più a lungo in seguito). L'ultima
menzione di Scauro è nel libro trentasettesimo, dedicato alle gemme e alle
pietre preziose7, dove Scauro viene ricordato per essere stato il primo in
Roma a possedere una collezione di gemme.
Da queste res gestae in frammenti, Mazois avrà intuito la particolarità
del personaggio di per se stesso, anche se poi confonde le cronologie di
Scauro padre e figlio8, e da architetto qual'era non poteva sfuggirgli la
menzione delle gigantesche colonne, alte trentotto piedi, che decoravano
l'atrio della casa di Scauro.
Della biografia di Scauro il giovane si conoscono, ο si possono rico
struire, i momenti salienti9. Nasce probabilmente intorno alla metà degli
anni novanta, da un matrimonio tardivo10 di M. Emilio Scauro (cos. 115)
con Cecilia Metella11, appartenente ad una delle più influenti famiglie della
nobiltà plebea di Roma. Nell'88 Metella si risposa con Siila, dopo la morte
di Scauro il vecchio12. Non è noto quali siano stati per Scauro i privilegi r
icavati dalla benevolenza del patrigno, cui fa cenno Plinio, ma è chiaro che
non si trattò del conferimento di cariche13. Parrebbe verosimile, invece, che
6 36, 4-5 (par. 2); 36, 50 (par. 7); 36, 113-116 (par. 24); 36, 189 (par. 64).
7 37, 11 5).
8 Mazois ambienta la sua visita alla casa di Scauro durante i primi anni delle
campagne militari di Cesare in Gallia, epoca che appunto coincide con le vicende
narrate da Plinio. Tuttavia, la costruzione della casa, l'edilità ed anche la parentela
con Siila vengono erroneamente attribuite al padre di Scauro, M. Aemilius Scaurus
(cos. 115), vedi infra.
9 A M. Aemilius Scaurus (pr. 56) è dedicato specificamente un unico articolo di
approfondimento, Henderson 19

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