I programmi per la scuola elementare dal 1923 al 1985 : universo mitico e microscene semantiche - article ; n°1 ; vol.109, pg 355-381
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I programmi per la scuola elementare dal 1923 al 1985 : universo mitico e microscene semantiche - article ; n°1 ; vol.109, pg 355-381

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée - Année 1997 - Volume 109 - Numéro 1 - Pages 355-381
Anna Bondioli, Iprogrammi per la scuola elementare dal 1923 al 1985 : universo mitico e microscene semantiche, p. 355-381. A partire dall'idea che il tratto distintivo di ogni discorso pedagogico è l'essere orientato verso una meta connotata in termini di positività, apprezzabilità, valore, si è voluto, in questo lavoro, studiare i programmi ministeriali perla scuola primaria italiana degli ultimi settant'anni, dal 1923 al 1985, corne espressione di «dover essere». Sul corpus costituito dalla premesse di sei testi programmatici si sono tentati due tipi di analisi testuali, a partire dall'individuazione previa di alcuni particolari argomenti di discorso (topics) costituiti dai personaggi, pedagogicamente connotati, che figurano nelle scène testuali : la scuola, lo Stato, il maestro, l'allievo, il fanciullo, la società, ecc. Attraverso la prima, di ispirazione greimasiana, che considera il testo corne una messa in gioco di figure che assumono ruoli attanziali, il (v. rétro) «dover essere» dei programmi viene a delinearsi in relazione a ciò che viene cercato corne «bene», agli agenti, ai mandanti, ai beneficiari di tale ricerca evidenziandone cosi la natura mitico-ideologica. La seconda, di ispirazione fillmoriana, considera più in dettaglio i microruoli proposizionali rivestiti dai due protagonisti centrali di ogni situazione didattica : il maestro e l'alunno. Pur partendo da prospettive testuali diversificate, rispettivamente macro e micro-sistemiche, i risultati delle due analisi mostrano che le due griglie utilizzate possono contribuire alla messa in luce sia delle peculiarità del discorso pedagogico sia delle sue idiosincrasie, rivelatrici queste ultime delle sue determinazioni ideologiche.
27 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1997
Nombre de lectures 303
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 2 Mo

Extrait

Anna Bondioli
I programmi per la scuola elementare dal 1923 al 1985 :
universo mitico e microscene semantiche
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 109, N°1. 1997. pp. 355-381.
Riassunto
Anna Bondioli, I programmi per la scuola elementare dal 1923 al 1985 : universo mitico e microscene semantiche, p. 355-381.
A partire dall'idea che il tratto distintivo di ogni discorso pedagogico è l'essere orientato verso una meta connotata in termini di
positività, apprezzabilità, valore, si è voluto, in questo lavoro, studiare i programmi ministeriali perla scuola primaria italiana degli
ultimi settant'anni, dal 1923 al 1985, come espressione di «dover essere». Sul corpus costituito dalla premesse di sei testi
programmatici si sono tentati due tipi di analisi testuali, a partire dall'individuazione previa di alcuni particolari argomenti di
discorso (topics) costituiti dai personaggi, pedagogicamente connotati, che figurano nelle scene testuali : la scuola, lo Stato, il
maestro, l'allievo, il fanciullo, la società, ecc. Attraverso la prima, di ispirazione greimasiana, che considera il testo come una
messa in gioco di figure che assumono ruoli attanziali, il
(v. retro) «dover essere» dei programmi viene a delinearsi in relazione a ciò che viene cercato come «bene», agli agenti, ai
mandanti, ai beneficiari di tale ricerca evidenziandone così la natura mitico-ideologica. La seconda, di ispirazione fillmoriana,
considera più in dettaglio i microruoli proposizionali rivestiti dai due protagonisti centrali di ogni situazione didattica : il maestro e
l'alunno. Pur partendo da prospettive testuali diversificate, rispettivamente macro e micro-sistemiche, i risultati delle due analisi
mostrano che le due griglie utilizzate possono contribuire alla messa in luce sia delle peculiarità del discorso pedagogico sia delle
sue idiosincrasie, rivelatrici queste ultime delle sue determinazioni ideologiche.
Citer ce document / Cite this document :
Bondioli Anna. I programmi per la scuola elementare dal 1923 al 1985 : universo mitico e microscene semantiche. In: Mélanges
de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 109, N°1. 1997. pp. 355-381.
doi : 10.3406/mefr.1997.4491
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1997_num_109_1_4491ANNA BONDIOLI
I PROGRAMMI PER LA SCUOLA ELEMENTARE
DAL 1923 AL 1985 : UNIVERSO MITICO
E MICROSCENE SEMANTICHE
1 - Le pedagogie dei programmi scolastici
Tratto distintivo di ogni pedagogia è l'essere orientata verso una meta
connotata in termini di positività, di apprezzabilità, di valore. Da qui la
prefigurazione, in ogni discorso pedagogico, di una trasformazione mi
gliorativa che si esprime, più ο meno esplicitamente, nella forma di un
«dover essere». Non basta. Altri ingredienti connotano una pedagogia :
«un destinatario, un termine verso il quale tendere, un contesto possibile
e migliorabile entro cui il processo educativo si svolge e degli agenti che
in nome di questi soggetti e circostanze operano» (Becchi, 1996). Mete,
circostanze, figure, queste ultime distinguibili in ruoli specifici (destinatol
i, destinatali, agenzie e agenti), spesso intrecciati e sovrapposti, ne cost
ituiscono gli aspetti strutturali. Va detto che non ogni discorso sull'educa
zione, pur presentando gli ingredienti richiesti, si configura come un mod
ello compiuto e coerente; mancate esplicitazioni, debolezze ο
incongruenze teoriche, definizioni carenti, configurano alcuni testi peda
gogici come discorsi programmatici più che come pedagogie compiute. È
il caso - messo in luce recentemente nel saggio già citato di Egle Becchi -
degli Orientamenti della scuola materna statale, «indicazioni valide a l
ivello nazionale, che non sono prescrittive per quanto riguarda specifici iti-
nerari didattici, ma che propongono in modo tutto sommato abbastanza
obbligante una particolare struttura (...) organizzativa della scuola, delle
linee di acculturazione, una serie di idee circa l'infanzia e il suo dover es
sere dai tre ai sei anni». Vengono definiti «pedagogie con orientamenti
ma senza modello» per distinguerli dalle senza modello», pra
tiche pedagogiche prive di consapevolezza teorica, dalle «pedagogie del
modello», caratterizzate dalla coerenza tra fondamenti teorici e proposte
operative e dall'esplicitazione del processo di traduzione del «dover esse
re» in «essere», dai «modelli pedagogici perfetti» che insegnano come
fondare il discorso pedagogico.
MEFRIM - 109 - 1997 - 1, p. 355-381. 356 ANNA BONDIOLI
I programmi, come gli Orientamenti, sono testi di legge che lo Stato
italiano rivolge agli organismi competenti perché vi si attengano relativ
amente a una serie variegata di aspetti concernenti il modo di pensare, orga
nizzare, realizzare l'intervento educativo nella scuola. Essi dichiarano il
ruolo della scuola come istituzione educativa, ne evidenziano le finalità, le
funzioni, i destinatali, chiariscono i processi attraverso i quali si svolge l'
azione pedagogica, forniscono indicazioni metodologiche, specificano gli
ambiti e i contenuti culturali da trasmettere; diversamente dagli Orienta
menti, che contengono indicazioni, i programmi sono più marcatamente
prescrittivi. Sono leggi dello Stato e, in quanto tali, hanno, per definizione
e statuto, un carattere normativo. Se non offrono dei modelli pedagogici in
senso stretto sono comunque testi paradigmatici, prescrittivi ed esemplari,
enunciativi di «dover essere» e illustrativi degli elementi di base - e dei rap
porti tra essi intercorrenti - che definiscono e strutturano un universo di
discorso pedagogico.
Questa la suggestione iniziale da cui ha preso le mosse il nostro lavor
o1, suggestione che andava saggiata e precisata. Da qui la seconda mossa :
individuare un certo numero di testi significativi procedendo ad una prima
lettura che consentisse di avvalorare la plausibilità dell'ipotesi formulata.
La scelta è caduta sui programmi per la scuola elementare perché tale
scuola è la prima ad istituirsi come obbligatoria in un quadro di afferma
zione del «diritto-dovere» all'istruzione esteso a tutti i soggetti sociali.
Ciò che ci si riprometteva, esercitandosi su un corpus selezionato di
programmi per la scuola elementare, era di avviare uno studio morfologic
o, nel senso definito da Propp (1928), del discorso pedagogico, uno studio
che di tale discorso individuasse la struttura, le parti componenti, le rela
zioni reciproche. Il tipo di analisi che ci si proponeva di svolgere era di tipo
strettamente testuale, diverso cioè sia da uno studio genetico orientato a ri
salire alle origini dei programmi e a ricostruire ad esempio il dibattito pe-
dagogico-politico e gli inevitabili compromessi tra «voci» diverse (esperti,
politici, associazioni, commissioni) che ne hanno caratterizzato la stesura,
sia da uno studio sociologico teso a cogliere la specificità di ciascun pr
ogramma all'interno di uno dato quadro socio-politico (cfr. ad esempio San-
toni Rugiu, 1980). Per questo motivo non ci si dilungherà a fornire dei qua
dri storici dettagliati rimandando per questo agli studi sull'argomento
1 Questo saggio presenta una tranche, dedicata allo studio dei ruoli attanziali e
proposizionali di alcune figure presenti nei programmi per la scuola elementare, di
un più ampio lavoro progettato e condotto con Marco Mazzoleni (cfr. Bondioli e
Mazzoleni, 1996). Un ringraziamento va a Michele Prandi con il quale il lavoro è sta
to discusso e a Marco Mazzoleni per il suo contributo al § 5.1. I PROGRAMMI PER LA SCUOLA ELEMENTARE 357
(Bertoni Jovine, 1958; Canestri e Recuperati, 1976; De Vivo, 1983; Santoni
Rughi, 1980; Tornasi, 1983) ma si tenterà di procedere a una lettura dei
programmi come testi che offrono al potenziale lettore suggestioni e pre
scrizioni circa il ruolo della scuola e delle figure politicamente e pedagogi
camente impegnate nel lavoro educativo istituzionale.
2 - II corpus e le piste di analisi
Da una prima lettura, che è proceduta «a ritroso» a partire dai pro
grammi tutt'ora in vigore, emanati nel 1985, risalendo all'indietro fino a
quelli della riforma Gentile (1923), è emerso che solo le premesse ai pro
grammi e non le parti relative agli orientamenti didattici (materie e conte
nuti relativi alle diverse classi) erano significative e comparabili al fine di
cogliere l'universo pedagogico di discorso configurato in ciascun testo. Le
premesse a tali programmi sono infatti documenti pregnanti circa il «do
ver essere» della scuola relativamente al suo ruolo nella società e specifica
no le funzioni e i rapporti che diverse figure, ο forze agenti, hanno e devoavere nel processo educativo che sta alla base dell'istruzione pubblica. Il
corpus su cui si è lavorato è dunque costituito dalle parti iniziali di sei testi
programmatici ufficiali, emanati in settanta anni di storia scolastica italia
na, di cui diamo una breve descrizione.

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