Il castello normanno-svevo di Salemi (TP) - article ; n°2 ; vol.110, pg 665-690
31 pages
Italiano

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris

Il castello normanno-svevo di Salemi (TP) - article ; n°2 ; vol.110, pg 665-690

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus
31 pages
Italiano
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus

Description

Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age - Année 1998 - Volume 110 - Numéro 2 - Pages 665-690
26 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

Informations

Publié par
Publié le 01 janvier 1998
Nombre de lectures 129
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Enrico Caruso
Il castello normanno-svevo di Salemi (TP)
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 110, N°2. 1998. pp. 665-690.
Riassunto
Enrico Caruso, Il castello normanno-svevo di Salemi (TP), p. 665-690.
Lo studio sul castello di Salemi, identificato corne svevo da G. Di Stefano nel 1935, è stato affrontato negli anni '60 da G. Agnello
che lo ritenne però tardivo ed unitario. I lavori di restauro del 1989 hanno permesso di evidenziare una crescita più articolata
dell'edificio castrale, con fasi ravvicinate e tecniche diverse. Alcuni muri del recinto e del salone, risalenti ad età bizantina o ad
età islamica e normanna, potrebbero confermare la descrizione di Edrisi redatta intorno al 1150. Ad essi si sono appoggiati le
torri quadre che, per la tecnica costruttiva e per alcuni elementi formali cistercensi, possono essere datate intorno al 1235. Alla
fine degli anni '40 del sec. XIII, è databile il torrione circolare, mentre alcune mensole all'esterno del castello sono di età
aragonese (XTV sec). L'esistenza di una quarta torre, scomparsa forse nel XVII sec, è stata qui confermata tramite una notizia
settecentesca inedita. L'impianto che ne consegue, simile ad altri rintracciabili in zone del XIII-XIV sec, è un recinto quadrilatero
con tre torri quadre ed una tonda.
Citer ce document / Cite this document :
Caruso Enrico. Il castello normanno-svevo di Salemi (TP). In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps
modernes T. 110, N°2. 1998. pp. 665-690.
doi : 10.3406/mefr.1998.3651
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9883_1998_num_110_2_3651ENRICO CARUSO
IL CASTELLO NORMANNO-SVEVO DI SALEMI (TP)
Nella descrizione della città di Salemi tramandataci da Edrisi1 nella
metà del XII secolo, è evidente il ruolo importante della città sottostante
un castello «eccelso per sito», eretto a guardia di un naturale crocevia del
l'interno della Sicilia. La città collinare controllava dall'alto la valle sotto
stante, che si slarga verso la piana sud occidentale dell'isola, dove il centro
di Mazara è caposaldo strategico e sbocco dei commerci dell'entroterra.
Nella storiografia locale sette-ottocentesca, la fondazione del castello
di Salemi, è assegnata ai Goti2 agli Arabi3 ed ai Normanni4. L'opera archi
tettonica venne però identificata come sveva dal Guido Di Stefano solo nel
19355; attribuzione confermata poi dal Bottari6 e dall'Agnello7 il quale, pe
raltro, descrive il castello come «edilizio assolutamente unitario, dove non
si riscontrano tracce di sovrapposizioni ο di notevoli riprese tardive». Tale
* Desidero ringraziare l'architetto Sebastiano Monaco per avere gentilmente
concesso il suo rilievo del castello di Salemi redatto nel 1975 (fig. 1). Il rilievo del
1989-1994 dell'angolo sud-occidentale del castello (fig. 2) è tratto da L. Dufour,
Atlante storico della Sicilia. Le città costiere nella cartografìa manoscritta 1500-1823,
Palermo-Siracusa-Venezia, 1992. Le foto delle Tav. I, II, e III, del 1993, sono di Giu
seppe Mineo della Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali, sez. P.A.U., di
Trapani; la foto della Tav. IV del 1989 è dell'autore.
1 Al-Idris, Kitâb nuzhat 'al muotâq, trad. it. M. Amari, Torino-Roma, 1880 [rist.
an. Catania, 1982] {Biblioteca arabo- siculo), I, p. 90 e con diversa, ma non sostanz
iale traduzione, Idrisi, // libro di Raggerò, tr. U. Rizzitano, Palermo, 1968, p. 54.
2 F. S. Baviera, Memorie storiche su la città di Salenti connesse con dei rapidi
tratti di storia siciliana, Palermo, 1846 (repr. Milano, 1978), p. 49-50.
3 L'Amico nella accezione «arabo-bizantina». V. Amico, Dizionario topografico
della Sicilia, tradotto ed annotato da G. Di Marzo, II, Palermo, 1856, p. 445; G. Pas-
salacqua, Memorie patrie, Palermo, 1846, p. 230.
4 S. Cavallari, // castello normanno di Salemi, in La Sicilia artistica e archeol
ogica, 1-6, Palermo, 1887, p. 25; G. Giacomazzi, Salemi, in Paesi di Sicilia, Palermo,
1961, p. 40; S. Cognata, Guida storico artistica di Salemi, 1973, p. 76.
5 G. Di Stefano, L'architettura gotico-sveva in Sicilia, Palermo, 1935, p. 69-78.
6 S. Bottari, Monumenti svevi di Sicilia, Palermo, 1950, p. XIV, 51.
7 G. Agnello, Architettura civile e religiosa in Sicilia nell'età sveva, Roma, 1961,
p. 181.
MEFRM - 110 - 1998 - 2, p. 665-690. 666 ENRICO CARUSO
affermazione in parte centrata non coglie però le sottili differenze relative
ad alcune fasi costruttive8 ravvicinate storicamente e stilisticamente.
Il Baviera9, a proposito del castello riporta un episodio accaduto nel
1316 quando Roberto d'Angiò, dopo il rovinoso assedio di Trapani del
131410 e la perdita di Castellammare del Golfo11 ritenta un nuovo attacco
contro il re aragonese, inviando le sue truppe in Sicilia. Assediata inuti
lmente la città di Marsala, difesa da Francesco Ventimiglia in nome di Fe
derico d'Aragona, tenta via terra delle scaramucce contro il territorio inter
no ed attacca la città di Salemi. Risultato vano ogni tentativo di conquista,
gli assedianti si diedero quindi alla distruzione delle messi del territorio in
torno alla città. Ma le guerre baronali, qualche decennio dopo, riportarono
l'attenzione sulla città di Salemi : le fazioni dei Ventimiglia e dei Chiara-
monte, lottando tra loro, portarono nel febbraio 1359 all'ingresso nel ca
stello del governatore di Trapani Riccardo Abate che, in nome di Federi
co III d'Aragona, vi insediò un presidio militare12.
Il castello sorge sulla parte più alta del colle salernitano, leggermente
8 Durante i lavori di restauro del castello condotti dalla Soprintendenza ai beni
culturali e ambientali di Trapani, è stato redatto da chi scrive, con la collaborazione
dell'architetto R. Rizzo, un rilievo ad indirizzo archeologico, conoscitivo delle fasi
storiche delle torri sulle quali era in corso il restauro nel 1989. La presenza dei pon
teggi permetteva il rilievo diretto delle torri. I rilievi evidenziarono delle differenze e
talune fasi costruttive, ma la loro conoscenza rimase purtroppo interrotta allorquan
do, il nuovo soprintendente per i Beni culturali ed ambientali, subentrato quale inge
gnere capo dei lavori, non accolse la proposta avanzata dai progettisti per il rilievo,
ritenne superflui ed inutili i rilevamenti in esecuzione e pertanto non diede corso ad
alcuna retribuzione dei disegni già redatti.
9 F. S. Baviera, Memorie storiche cit., p. 88-91.
10 L'assedio della città di Trapani da parte di Roberto d'Angiò vedeva il protrarsi
della presenza del re Federico III nella Sicilia occidentale, dove il re aragonese mise
a punto il sistema di difesa di questa parte dell'isola, più debole verso gli attacchi ne
mici in quanto non interessata da opere militari dalla conquista normanna, opere
parzialmente reintegrate in età sveva quando però l'interesse si era rivolto principa
lmente verso la Sicilia orientale. Il re aragonese realizza alcune torri nella città del
Monte S. Giuliano (Erice) risiedendovi a lungo, tanto da emanare nel 1315, in segno
di ringraziamento alla locale comunità, un privilegio di immunità dalle collette. Cf.
V. Adragna, Erice, Trapani, 1986, p. 18.
11 G. E. Di Blasi, Storia del regno di Sicilia, Palermo, 1846, p. 503.
12 Un fatto singolare avvenne in risposta alla presa di possesso del castello : la
fazione chiaramontana, che metteva a ferro e fuoco la campagna d'intorno, approfit
tando di un equivoco si impadronì del castello ferendo a morte Riccardo Abate pur
se la fazione dei Ventimiglia riportò la vittoria finale. I Salernitani, tuttavia allont
anarono entrambe le fazioni ed aprirono le porte solo al re Federico IV, il semplice,
che entrò in città riprendendone possesso. F. S. Baviera, op. cit., p. 92-94; P. Cam-
marata, // castello e le campane, Palermo, 1993, p. 21-22. IL CASTELLO DI SALEMI 667
ruotato in direzione nord-ovest rispetto agli assi nord-sud urbani. Posto ai
margini dell'abitato antico, prospetta sul grande vuoto della piazza princi
pale della città, denominata in età barocca «della casa Giuratoria» e su cui
prospettava anche l'antica Chiesa Madre. Il castello è una struttura fortifi
cata a pianta quadrilatera irregolare, pseudo trapezoidale, con i lati magg
iore e minore formanti un angolo retto (fig. 1). Tre vertici della figura so
no rafforzati da torri di forma e dimensioni diverse : due a pianta quadra
ed una a pianta circolare. Nel quarto vertice, l'angolo settentrionale, era
ubicata una quarta torre oggi inesistente.
1 - La cinta muraria
II quadrilatero irregolare del castello di Salemi, è individuato da quat
tro mura di recinzione aventi spessore diverso : i muri sud-est e nord-est
circa m 2,40 (9 palmi); gli altri due muri rispettivamente m 2,20 (sud-
ovest) e 2,15 (nord-ovest).
La struttura muraria è ad opera incerta priva di ogni tipo di decoro13,
se si eccettuano le feritoie, sottolineate da conci squadrati, ed una risega
con lo spigolo inclinato a

  • Univers Univers
  • Ebooks Ebooks
  • Livres audio Livres audio
  • Presse Presse
  • Podcasts Podcasts
  • BD BD
  • Documents Documents