La Passio Callisti e il santuario della Via Aurelia - article ; n°2 ; vol.96, pg 1039-1083
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1984 - Volume 96 - Numéro 2 - Pages 1039-1083
Giovanni Nino Verrando,~~ La ~~Passio ~~Callisti e il santuario della via Aurelia~~, p. 1039-1083. In Trastevere, nella seconda meta del IV secolo, era rimasta ben viva una memoria di papa Callisto. Tale memoria, peraltro, non è collegata ad un edificio particolare, tanto meno ad una domus ecclesia, bensì ad un territorio più ampio, ad un'area aperta nell'ambito délia quale si era conservato il ricordo del luogo, forse délia schola, in cui Callisto aveva a suo tempo operato. La memoria di Callisto era del tutto indipendente dalla basilica Iulii. Tale indipendenza si evidenzia ancora nella Passio Callisti, composta negli ultimi decenni del V secolo. È quindi da questo scritto che ha tratto inspirazione l'autore del Liber pontificalis e non viceversa. Il testo délia Passio Callisti ha pure permesso una nuova interpretazione di alcune scène ritrovate nel santuario cimiteriale di papa Callisto al III miglio della via Aurelia.
45 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1984
Nombre de lectures 34
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 3 Mo

Extrait

Giovanni Nino Verrando
La Passio Callisti e il santuario della Via Aurelia
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 96, N°2. 1984. pp. 1039-1083.
Résumé
Giovanni Nino Verrando, La Passio Callisti e il santuario della via Aurelia, p. 1039-1083.
In Trastevere, nella seconda metà del IV secolo, era rimasta ben viva una memoria di papa Callisto. Tale memoria, peraltro, non
è collegata ad un edificio particolare, tanto meno ad una domus ecclesia, bensì ad un territorio più ampio, ad un'area aperta
nell'ambito della quale si era conservato il ricordo del luogo, forse della schola, in cui Callisto aveva a suo tempo operato. La
memoria di Callisto era del tutto indipendente dalla basilica Iulii. Tale indipendenza si evidenzia ancora nella Passio Callisti,
composta negli ultimi decenni del V secolo. È quindi da questo scritto che ha tratto inspirazione l'autore del Liber pontificalis e
non viceversa. Il testo della Passio Callisti ha pure permesso una nuova interpretazione di alcune scene ritrovate nel santuario
cimiteriale di papa Callisto al III miglio della via Aurelia.
Citer ce document / Cite this document :
Verrando Giovanni Nino. La Passio Callisti e il santuario della Via Aurelia. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité
T. 96, N°2. 1984. pp. 1039-1083.
doi : 10.3406/mefr.1984.1438
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1984_num_96_2_1438GIOVANNI NINO VERRANDO
LA PASSIO CALLISTI E IL SANTUARIO
DELLA VIA AURELIA
Non avrei potuto affrontare lo studio del quarto complesso martiriale
della via Aurelia sorvolando i vari ostacoli che si frappongono, eludendo
tutti i problemi irrisolti a aggirando alcune questioni rimaste tuttora
aperte. Ancora discusso è, infatti, il quesito riguardante il nome origina
rio del luogo e qualche perplessità lascia la soluzione topografica relativa
alla basilica cimiteriale di papa Giulio l. Persino la biografia di papa Calli
sto, ricostruita sulla base di un raro resoconto coevo, non va esente da
dubbi2; come conciliare, per esempio, il silenzio di questa fonte con il
martirio del vescovo romano, attestato peraltro dall'antica Depositio Mar-
tyrum, ma in apparente contrasto con la realtà storica3.
Non è mai stata intrapresa, inoltre, un'indagine approfondita in gra
do di verificare la concretezza dei dati documentari e di stabilire quale
fiducia debba accordarsi alle memorie conservate dalla tradizione locale
1 Su entrambi i problemi cf. E. Josi, Note di topografia cimiteriale romana : il
sepolcro del papa S. Giulio I e il cimitero di S. Callisto sulla via Aurelia, Miscellanea
Giulio Belvederi, Città del Vaticano, 1954, 321/33; A. Amore, Note di toponomastica
cimiteriale romana, in Riv. Arch. Crist., XXXII, 1956, 84/87; A. Nestori, La catacom
ba di Calepodio al III miglio della via Aurelia vetus e i sepolcri dei papi Callisto I e
Giulio I, in Riv. Arch. Crist., XL VII, 1971, 172, 226/28; Id., XLVIII, 1972, 193/218;
A. Amore, Γ martiri di Roma, Roma, 1975, 276/82; Ch. Pietri, Roma Christiana.
Recherches sur l'Église de Rome, son organisation, sa politique, son idéologie de Mil-
tiade à Sixte III (311-440), Roma, 1976, 1, 75.
2 Mi riferisco ai Philosophumena, IX, 12. Cf. infra, n. 6.
3 R. Valentini-G. Zucchetti, Codice topografico della città di Roma, II, Roma,
1942, 27. Sul periodo di grande tranquillità vissuto dalla chiesa sotto Alessandro
Severo v. Historia Augusta, Vita di Alessandro Severo, 22, 29, 43, 49; Eusebio di
Cesarea, Hist. Eccl., VI, 21/23, 28. Il problema era già avvertito dal De Rossi (Bull.
Arch. Crist., Serie I, Anno IV, 1866, 92) e dal Duchesne (Le Liber Pontificalis, Texte,
Introduction et commentaire, I, Parigi, 1886, XCII/III). Cf. anche autori infra, n. 6.
MEFRA - 96 - 1984 - 2, p. 1039-1083. 1040 GIOVANNI NINO VERRANDO
nel quartiere di Trastevere4. Su queste memorie urbane, oltreché su quel
la funeraria suburbane, dovrebbe fondarsi l'evoluzione posteriore ; ad
esse dovrebbe aver attinto sia l'autore della Passio Callisti sia l'autore del
la prima redazione del Liber Pontificalis. Senonché qui sorge un'altra dif
ficoltà. Essendo praticamente impossibile che i due documenti siano ind
ipendenti uno dall'altro, diventa legittimo chiedersi una maggior chiarez
za sulla loro rispettiva posizione cronologica5. Cercar di risolvere, per
quanto è possibile, questo problema è il primo e principale compito che
mi propongo di adempiere in questa sede.
Ma non è il solo. Di norma le Passiones romane traggono ispirazione
dai monumenti sepolcrali - e il caso presente non fa certamente eccezio
ne - ma non si esclude, nel corso del tempo, un processo inverso. Nel
santuario di papa Callisto sulla via Aurelia, in effetti, sono stati trovati
numerosi frammenti di intonaco dipinto, che presuppongono l'esistenza
della Passio. Il presente studio, dunque, non ha solo il fine di determinare
una meno vaga collocazione cronologica dello scritto agiografico che,
comunque sia, sarebbe sempre di molto anteriore alle tarde pitture del
santuario cimiteriale ; lo scopo ultimo è anche quello di riuscire, acquisita
una migliore conoscenza della Passio, a far progredire di qualche passo la
lettura iconografica di questi affreschi. Concentrando gli sforzi in tale
direzione, mi reputerò già soddisfatto se alla fine avrò potuto sfiorare
anche soltanto uno degli auspicati traguardi.
*
*
Giova riepilogare, prima di tutto, lo stato della situazione storica e lo
stadio di sviluppo raggiunto dalla ricerca. La storia di papa Callisto è,
come tutti sanno, ancora ricomponibile. Per nessun altro personaggio cr
istiano del III secolo, infatti, come per questo pontefice, si possiede una
tale dovizia di dati che, sebbene scaturiscano dalla penna di un dichiarato
avversario e siano pertanto alquanto denigratori nei suoi confronti, getta-
4 Su quest'argomento conosco solo brevi ed inadeguati accenni J. P. Kirsch,
Die römischen Titelkirchen im Altertum, Paderborn, 1918, 104/06, 159/60; F. Lanzo-
ni, / titoli presbiteriali di Roma antica nella storia e nella leggenda, in
Riv. Arch. Christ., Π, 1925, 243/45; C. Cecchelli, S. Maria in Trastevere, (Le chiese di
Roma ili., nn. 31-32), Roma, s.d., 16/21.
5 A proposito delle opinioni emesse sulla cronologia della Passio Callisti, v.
infra, nn. 43/54, 56/59. LA PASSIO CALLISTI E IL SANTUARIO DELLA VIA AURELIA 1 04 1
no ampi sprazzi di luce su un lungo periodo della sua carriera laica ed
ecclesiastica. Mi riferisco al IX libro dei Philosophumena o, più propria
mente, alla Refutatio omnium haeresium, scoperto nel 1842 e pubblicato
nel 1851 ancora con il nome di Origene, ma già nel 1859 attribuito ad
Ippolito6. Abbiamo a che fare con uno dei più dotti scrittori cristiani del
tempo, quindi, profondo conoscitore dell'ambiente locale, le cui circon
stanziate informazioni, dovutamente filtrate, rappresentano la fonte di
retta non solo per ricostruire la storia della chiesa di Roma, ma per pene
trare più a fondo le ideologie che la reggono.
Non è questo il luogo, tuttavia, per valutare tale opera nel suo comp
lesso. Qui basti osservare un suo difetto, che salta subito agli occhi, circa
un'evidente scarsità nel suo contenuto, nonostante si indugi spesso su
particolari irrilevanti, di informazioni topografiche. A parte la notizia
riguardante la collocazione della banca nell'ambito della Piscina Publica,
ossia nel XII regione augustea, all'autore di questo scritto è parso super
fluo indicare, ad esempio, il luogo ov'era situata la macina in cui Callisto
aveva scontato la sua prima pena, la località della sinagoga nella quale
era stato coinvolto nella rissa determinante la sua seconda condanna;
nessun accenno, poi, al luogo ov'era insediata la cattedra vescovile al tem
po di Zefirino, accanto al quale Callisto aveva vissuto per diciotto anni e,
soprattutto, al sito ove quest'ultimo, divenuto vescovo, aveva fissato la sua
sede e provveduto alle sorti della comunità nel corso del suo quinquennal
e governo e, ancora, se questa era unita ο completamente distaccata da
quella che veniva definita la sua scuola; stando al rapporto del suo
detrattore, insomma, non siamo neanche in grado di sapere l'ubicazione
6 Per il vero, il primo libro era già noto nel 1701 con il nome di Origene; i libri
secondo e terzo sono perduti; gli altri libri (IV/X) sono stati scoperti in un codice
del Monte Athos (n. XIV) da Minoide Mynas nel 1942. La prima edizione è di
E. Miller, Origenis Philosophumena sive omnium haeresiorum refutatio e codice
Parisino nunc primum eddidit, Oxford, 1851 ; dopo la scoperta, infatti, il codice del
monte Athos era stato portato a Parigi; L. Dunker-P. G. Schneidewind (S. Hippolyti
ep. et Mart. Refutationis omnium haeresiorum librorum decent quae supersunt, ree.
latine vert, notas adiac, Göttingen, 1859), come detto, lo attribuiscono ad Ippolito.
Su tale attribuzione v. bibliografia essenziale in B. Altaner, Patrologia, VI ed. it.
Casale, 1968, 168/69. Sull'identità di Ippolito v. Vari Autori, Ricerche su Ippoli

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