Un titulus inedito di M . Acilio Glabrione, da Luni - article ; n°1 ; vol.105, pg 7-31
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Un titulus inedito di M'. Acilio Glabrione, da Luni - article ; n°1 ; vol.105, pg 7-31

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1993 - Volume 105 - Numéro 1 - Pages 7-31
Maria Gabriella Angeli Bertinelli, Un titulus inedito di M'. Acilio Glabrione, da Luni, p. 7-31. Nel corso degli scavi, svolti nel 1989 a cura della Soprintendenza ai beni archeologici della Liguria nell'area della città antica di Luna, nella zona a nord del foro e antistante al Capitolium (settore CS), è venuta alla luce una base iscritta, abbattuta e reimpiegata in strutture edilizie successive (tuttora in situ). Sulla faccia anteriore scorniciata è incisa, a caratteri irregolari e leggermente impressi, l'iscrizione: M(anius) Acilius C(ai) f(ilius) / co(n)s(ul) I Heracélea cepi(t). Il titulus è del tutto analogo ad un altro, iscritto su una base ritrovata nell'agro lunense nel maggio 1952 (R. U. Inglieri, in Not. Se, VI, 1952, p. 20-5 = AÉ 1953,161), in cui è menzione di un altro dono, forse un signum, preso a Scarp(h)ea corne bottino di guerra nella campagna contro Antioco III re di Siria, da parte di (v. rétro) M'. Acilio (Glabrione), console nel 191 a.C. Se chiaro appare dunque lo scopo dell'iscrizione sulla base, a ricordo del donativo del console trionfatore, secondo una consuetudine diffusa e attestata nel mondo antico, resta invece oscura l'occasione dell'offerta e si ripropone il problema del rapporto fra M'. Acilio Glabrione e Luna, fondata corne colonia civium Romanorum nel 177 a.C.
25 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1993
Nombre de lectures 88
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 1 Mo

Extrait

Maria Gabriella Angeli Bertinelli
Un titulus inedito di M'. Acilio Glabrione, da Luni
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 105, N°1. 1993. pp. 7-31.
Riassunto
Maria Gabriella Angeli Bertinelli, Un titulus inedito di M'. Acilio Glabrione, da Luni, p. 7-31.
Nel corso degli scavi, svolti nel 1989 a cura della Soprintendenza ai beni archeologici della Liguria nell'area della città antica di
Luna, nella zona a nord del foro e antistante al Capitolium (settore CS), è venuta alla luce una base iscritta, abbattuta e
reimpiegata in strutture edilizie successive (tuttora in situ). Sulla faccia anteriore scorniciata è incisa, a caratteri irregolari e
leggermente impressi, l'iscrizione: M(anius) Acilius C(ai) f(ilius) / co(n)s(ul) / Heracélea cepi(t). Il titulus è del tutto analogo ad un
altro, iscritto su una base ritrovata nell'agro lunense nel maggio 1952 (R. U. Inglieri, in Not. Se, VI, 1952, p. 20-5 = AÉ 1953,161),
in cui è menzione di un altro dono, forse un signum, preso a Scarp(h)ea come bottino di guerra nella campagna contro Antioco III
re di Siria, da parte di
(v. retro) M'. Acilio (Glabrione), console nel 191 a.C. Se chiaro appare dunque lo scopo dell'iscrizione sulla base, a ricordo del
donativo del console trionfatore, secondo una consuetudine diffusa e attestata nel mondo antico, resta invece oscura l'occasione
dell'offerta e si ripropone il problema del rapporto fra M'. Acilio Glabrione e Luna, fondata come colonia civium Romanorum nel
177 a.C.
Citer ce document / Cite this document :
Angeli Bertinelli Maria Gabriella. Un titulus inedito di M'. Acilio Glabrione, da Luni. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome.
Antiquité T. 105, N°1. 1993. pp. 7-31.
doi : 10.3406/mefr.1993.1790
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1993_num_105_1_1790MARIA GABRIELLA ANGELI BERTINELLI
UN TITULUS INEDITO DI M'. ACILIO GLABRIONE,
DA LUNI *
A Silvio Panciera
per il 60° compleanno
Nel corso degli scavi, svolti nel 1989 a cura della Soprintendenza ai be
ni archeologici della Liguria (sotto la direzione della dott. Anna Durante e
della dott. Lucia Gervasini) nell'area dell'antica città di Luna, nella zona a
nord del foro e antistante al Capitolium (settore CS), è stata ritrovata una
base iscritta, che è abbattuta e «adagiata», evidentemente a seguito di un
reimpiego in strutture edilizie di età successiva (fig. 1).
La base, di pietra calcarea ο di marmo bardiglietto di Colonnata1, non
è stata ancora rimossa ed è soltanto parzialmente visibile (ma l'importanza
del documento giustifica l'edizione provvisoria, tanto più che la rimozione
dall'area di scavo non è prevedibile a tempi brevi). Mentre del retro si intra
vede per l'intera larghezza lo spigolo superiore (fig. 2), che presenta tracce
di segni curvilinei e racchiude un largo incavo appena distinguibile al limi
te della sommità per il resto nascosta, della facciata anteriore è scoperta a
lmeno una parte, quella superiore presumibilmente per meno della metà
dell'altezza, ma quasi per l'intera larghezza, tranne lo spigolo laterale de
stro.
I margini superstiti, superiore e laterale sinistro, pur parzialmente mut
ili e scheggiati qua e là, si congiungono nell'angolo superiore sinistro, del
imitando un campo epigrafico scorniciato, dalla superficie mal levigata e
segnata da abrasioni e da incrinature superficiali. All'interno l'iscrizione di
tre righe, di cui la prima e l'ultima estese a pieno campo e la seconda cen-
* II presente contributo è un risultato {iella ricerca nazionale, coordinata da chi
scrive in ambito locale, presso l'Istituto di storia antica e scienze ausiliarie dell'U
niversità di Genova, e finanziata dal M.U.R.S.T. (fondi 40%).
1 L'analisi del materiale, di presumibile provenienza locale, è attualmente in
corso, a cura della Soprintendenza ai beni archeologici della Liguria, che qui ringra
zio per la preziosa collaborazione.
MEFRA - 105 - 1993 - 1, p. 7-31. MARIA GABRIELLA ANGELI ΒΕΚΉΝΕϋΙ
Illustration non autorisée à la diffusion Illustration non autorisée à la diffusion
Fig. 1 Fig. 2
trata fra spazi anepigrafi di larghezza equivalente, appare «impaginata» a
ridosso quasi della sommità della facciata anteriore a vista, lasciando in
basso, sotto la terza riga parzialmente interrata e nascosta dalla struttura
muraria, uno spazio di altezza imprecisabile, ma presumibilmente anepi
grafo.
Misure: superfici emergenti m 0,77 (larg. retro)-0,75 (larg. fronte) χ
0,45 (h fronte); lettere cm 8,5-7,5 h.
Inedita (fig. 3).
M(anius) Acïlius C(ai) f(ilius)
co(n)s(ul)
Heracelea cepi(t)
II ductus epigrafico è irregolare: le lettere sono leggermente incise, UN TITULUS INEDITO DI M'. ACILIO GLABRIONE, DA LUNI
Illustration non autorisée à la diffusion
Fig. 3
quasi graffite, con caratteri di arcaicità, come p. es. la L ad uncino (r. l)2, la
Ρ con occhiello aperto (r. 3), la S di forma disarmonica (r. 1-2). Nel toponi
mo Heracelea, dal gr. Ηράκλεια, compare un'anaptissi, con l'inserzione
della vocale e nel gruppo consonantico, per un alleggerimento ai fini della
pronuncia. In assenza di linee-guida, sono invece presenti segni separativi,
disposti regolarmente fra le parole, ma di forma variabile, virgoliformi
(r. 1) e forse puntiformi (r. 3).
La lettura e la comprensione del testo non presentano difficoltà.
L'iscrizione è apposta come «didascalia» relativa all'oggetto ο opera
d'arte, che la base doveva sostenere e che il console Manio Acilio (Glabrio-
2 Propone una puntualizzazione cronologica piuttosto recisa, affermando la ra
rità se non la scomparsa della lettera nella forma uncinata dopo il 180 a.C, F. Coa-
relli, Un elmo con iscrizione latina arcaica al museo di Cremona, in Mélanges offerts
à J. Heurgon, Roma, 1976, p. 160. MARIA GABRIELLA ANGELI BERTINELLI 10
ne) figlio di Gaio aveva preso da Eraclea, evidentemente un dono offerto
con «evergetica» munificenza3.
M'. Acilio Glabrione è persona nota: figlio di Gaio e nipote di Lucio,
aveva percorso il cursus honorum senatorio come homo novus*·, rivestendo
11 tribunato della plebe nel 201 a.C.5, il decemvirato sacns faciundis dal 200
a.C.6, l'edilità plebea nel 197 a.C.7, la pretura inter peregrinos nel 196 a.C,
quando aveva domato una rivolta di servi in Etruria8, fino a divenire consol
e insieme con P. Cornelio Scipione Nasica nel 191 a.C.9. Mentre il collega
concludeva con successo la guerra contro i Boi, M'. Acilio aveva il coman
do nella guerra contro Antioco III, re di Siria, e gli Etoli10. Salpato da Brind
isi alla volta della Grecia alle idi di maggio (corrispondenti ο al 3-4 ο al 26
gennaio, per la notevole irregolarità del calendario)11, sbarcava in Illiria ο
in Epiro, diretto verso la Tessaglia, mentre Antioco al procedere dell'inva
sione romana ripiegava verso le Termopili12. Là avvenne la battaglia: dopo
aver sconfitto il re siriaco, costringendolo a rifugiarsi in Calcide e poi ad al-
3 È peraltro dubbio se tale genere di munificenza, ricavata dal bottino di guerra
almeno in larga parte spettante allo stato, possa essere propriamente definito come
«evergetismo», termine applicabile piuttosto ad una liberalità compiuta a vantaggio
della collettività da un privato a proprie spese. Sui caratteri, contenuti e limiti del f
enomeno dell'evergetismo nel mondo antico, cf. P. Veyne, Le pain et le cirque. Sociol
ogie historique d'un pluralisme politique, Parigi, 1976 = // pane e il circo. Sociologia
storica e pluralismo politico, Bologna, 1984, spec. p. 14 e passim; sulla problematica
si rinvia inoltre agli Actes du Xe Congrès international d'épigraphie grecque et latine,
Nîmes, 4-10 octobre 1992, di prossima pubblicazione.
4 Liv. XXXVII 57, 10.
5 Liv. XXX 40, 9.
6 Liv. XXXI 50, 5.
7 Liv. XXXIII 25, 2.
8 Liv. 36, 1-3.
9 Fast. Capit, in lit XIII 1, p. 48-49, 122, 454-455; Liv. XXXV 24,5; Eutrop. IV
3; Chronogr. 354; Zonar. IX 19. Sulla carriera di M'. Acilio Glabrione cf. E. Klebs,
s.v. Acilius, n. 35, in RE, 1 1, 1893, col. 255; T. R. S. Broughton, The Magistrates of
the Roman Republic (= MRR), I, New York, 1951, p. 320, 326, 333, 335, 352, 357; II
Supplement, New York, 1960, p. 1; III Supplement, New York, 1986, p. 2.
10 Liv. XXXVI 1, 1-9; 2, 1-5.
11 Al grave disordine del calendario lo stesso M'. Acilio cercava forse di rime
diare con la lex Acilia de intercalando: tale legge, a lui appunto attribuita, riconosceva
ai pontefici la competenza nell'intercalazione, almeno secondo quanto dichiarava
M. Fulvio Nobiliore, come risulta da Macrob. Sat. 1 13, 21, oltre che da Lrv. XXXVII
4, 4. Cf. in merito G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV 1, 2a ed., Firenze, 1969,
p. 367-368.
12 Lrv. XXXVI 14, 1; Appian. Syr. 17. Cf. G. De Sanctis, op. cit., TV I, p. 155; H. D.
Viereck, Die roemische Flotte, classis Romana, Herford, 1975, p. 136. UN TITULUS INEDITO D

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