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Informations
Publié par | EUROPEAN-ECONOMIC-AND-SOCIAL-COMMITTEE |
Nombre de lectures | 16 |
Langue | Romanian |
Poids de l'ouvrage | 1 Mo |
Extrait
COMITATO ECONOMICO E SOCIALE
DELLE COMUNITÀ EUROPEE
RELAZIONE
ANNUALE
1980
Bruxelles COMITATO ECONOMICO E SOCIALE
Divisione stampa, informazione e pubblicazioni
Rue Ravenstein 2 Tel. 5123920 Tel. ECOSEUR
1000 BRUXELLES 5139595 Telex: 25 983 CESEUR COMITATO ECONOMICO E SOCIALE
DELLE COMUNITÀ EUROPEE
Relazione annuale
1980
Bruxelles - 1981 Questa pubblicazione è edita anche nelle seguenti lingue:
DA ISBN 92-830-0026-9
DE ISBN 92-830-0027-7
EN ISBN 92-830-0028-5
FR ISBN 92-830-0029-3
NL ISBN 92-830-0031-5
Una scheda bibliografica figura alla fine del volume.
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1981
ISBN 92-830-0030-7
N. di catalogo: EX-31-80-295-IT-C
Gli articoli e i testi contenuti nella presente pubblicazione possono essere ripro
dotti liberamente, in tutto o in parte, con citazione della loro fonte.
Printed in the FR of Germany Indice
Prefazione 5
CapitoloI—Ruolo e influenza del Comitato economico e sociale9II—Lavori del Comitato15
1.Politicaagricola15
2.adeitrasporti20
3.Politicasociale23
4.aeconomica e finanziaria25
5.Politicaregionale29
6. a industriale32
7. Ostacoli tecnici 35
8. Relazioniesterne36
9. Politicaenergetica41
10. Ecologia—Sanitàpubblica — Consumo43
Capitolo III — Rapporti stampa e risonanza esterna49 IV — ¡gruppi 51
CapitoloV—Partecipazione a talune manifestazioni57
Capito/oVI—Rinnovodell'Ufficio di presidenza del Comitato61VII—Affariinternidel segretariato generale 63
1.11 personale63
2. Il bilancio 63
3. Riunioni63
4.Strutturadelsegretariato generale del CES per il 198064
AllegatoA—Elenco dei pareri, studi e relazioni informativeelaborati
nelcorso del 198067
AllegatoΒ—Elenco dei pareri elaborati dal Comitato in virtùdeldiritto
d'iniziativa (19731980) 79
AllegatoC—Tavolesinottiche:considerazione data ai pareridelComi
tato economicoesociale87
Allegato D — Grafici95Prefazione
È indubbio che il 1980 si è chiuso in un'atmosfera cupa per la Comunità europea
e che stiamo affrontando una situazione grave. Sul piano economico si assiste ad
una recessione che tocca parecchie industrie, incremento dei costi dell'energia,
rallentamento degli investimenti, ristagno degli scambi. Nel settore sociale le con
seguenze di questa situazione sono evidenti: numerosi fallimenti, elevata pressio
ne fiscale, scarsità di alloggi, minore disponibilità di servizi sociali e, fenomeno
questo più significativo di tutti, una disoccupazione crescente.
Quando le condizioni economiche si deteriorano, gli ideali sono i primi a soppor
tarne le conseguenze e a venire accantonati. I sintomi di questo fenomeno ap
paiono evidenti quando parte dell'opinione pubblica crede di trovare la panacea
in soluzioni nazionali limitate e accusa la Comunità europea di tutti i mali della
nostra società. Conosciamo fin troppo bene questa tendenza alla quale già ci sia
mo opposti in passato; è convinzione dei Consiglieri del Comitato economico e
sociale che i principali problemi dell'Europa possano essere risolti soltanto da
un'azione congiunta e non da soluzioni prese a livello nazionale. Tuttavia gli sforzi
saranno coronati da successo solo se tutti vi parteciperanno con vigore e costan
za: partiti politici, governi, istituzioni europee, gruppi economici e sociali e singoli
cittadini.
Quale contributo può fornire il nostro Comitato per affrontare tutti questi proble
mi? Anzitutto, esso deve poter contare sull'appoggio di tutti i suoi membri per
conseguire l'obiettivo di una maggior influenza e di un più grande ascolto. Quale
unico organo permanente, avente funzioni consultive delle Comunità e finalità
globali, il Comitato dovrebbe poter mettere a fuoco i punti di vista dei vari gruppi
di interesse e delle varie categorie della vita sociale sui problemi esistenti. Esso
non intende affatto usurpare le prerogative del Parlamento europeo, il quale ha
poteri di controllo nella struttura istituzionale della Comunità.
Con questo obiettivo sempre presente, intendiamo portare avanti le azioni intra
prese dai precedenti presidenti, soprattutto per quanto concerne l'adattamento
delle procedure di lavoro del Comitato alle esigenze del processo legislativo: que
sto per garantire che le altre istituzioni siano tempestivamente informate del pun
to di vista del Comitato. Intendiamo mettere in atto le modifiche del Regolamen
to interno testé adottate e che riguardano, ad esempio, il ricorso ai supplenti, una
maggiore trasparenza dei pareri del Comitato e un ricorso regionale al diritto d'iniziativa del medesimo. Queste misure contribuiranno in un certo qual modo a
migliorare i lavori del Comitato e le sue relazioni con le altre istituzioni.
Per l'Europa degli anni '80 assumono importanza le relazioni con i paesi in via di
sviluppo. Basti rammentare Lomé e l'azione intrapresa al riguardo dal Comitato,
che è un esempio di buona collaborazione con il Parlamento europeo. È stata
questa una prova del lavoro proficuo che può svolgere il Comitato coinvolgendo
gli ambienti economici e sociali in un dibattito che finora è stato esclusivo appan
naggio dei governi. Ciò è stato riconosciuto ufficialmente a Ginevra dal Comitato
consultivo dell'EFTA e dalla stessa sig.ra Veil, presidente del Parlamento europeo,
nel discorso tenuto di recente al Comitato economico e sociale. Ci vengono
chiesti ulteriori sforzi in questa direzione.
Si dovrebbe inoltre prestare attenzione ad un settore finora trascurato, quello del
le relazioni con paesi terzi industrializzati quali gli Stati Uniti, il Canada e il Giap
pone. Il Comitato deve svolgere un ruolo specifico per instaurare ed intensificare
le relazioni a livello dei gruppi socio-economici di questi paesi nonché per pro
muovere l'informazione e la comprensione del punto di vista europeo. Ciò implica
un sistema di scambi corretto, l'applicazione di principi antidumping, la lotta con
tro il protezionismo e la reciprocità degli sforzi. Queste azioni dovranno essere in
traprese congiuntamente per superare la recessione, per portare la stabilità sui
mercati delle valute e per affrontare insieme i problemi dei paesi poveri. Il Comi
tato può fornire un contributo positivo alla diffusione di una maggiore consape
volezza delle conseguenze negative dei conflitti nel settore degli scambi.
Per concludere, vorrei sottolineare che per un'azione efficace del Comitato è ne
cessario un impegno completo da parte di tutti i suoi membri e delle organizza
zioni che essi rappresentano. Insieme possiamo cercare di influire positivamente
sull'evoluzione dell'Europa in questo periodo difficile. Il nostro obiettivo non è
l'uniformità. Sono invece la varietà dei nostri interessi e delle nostre aspirazioni,
la ricchezza del nostro patrimonio culturale nelle varie sfumature e sfaccettature
delle nostre regioni, che possono contribuire alla costruzione di un'Europa più
unita.
Tomàs ROSEINGRAVE
Presidente Le difficoltà che la Comunità ha dovuto affrontare nel corso del 1980 sono state
gravi e di varia natura. La situazione economica non ha cessato di peggiorare,
con l'aggravante che anche le prospettive per il 1981 non erano tali da infondere
fiducia. La disoccupazione, al di là del livello già elevato conseguente alla crisi, ha
rivelato sempre più caratteri strutturali che solo una coraggiosa e vigorosa azione
potrà sconfiggere. Il tutto in un contesto mondiale sempre più caratterizzato dal-
l'acuirsi di una concorrenza senza esclusione di colpi e di preoccupanti tensioni
politiche sfociate di sovente in conflitti armati.
Per alcuni versi è giusto riconoscere che la Comunità ha confermato la sua voca
zione ad esprimersi unitariamente e solidarmente sulla scena mondiale; per altri è
doloroso ammettere che le sue risposte alle grandi sfide economiche e sociali so
no state insufficienti o peggio inesistenti.
Il rischio più grave che l'Europa sta correndo è il processo di ripiegamento di ogni
Stato membro su sé stesso, l'illusione di poter risolvere da solo certi problemi
che, al contrario, per loro natura richiedono un impegno complessivo della Co
munità.
Il Comitato economico e sociale ha cercato, interpretando nel suo pieno valore il
mandato che i Trattati gli affidano, di lottare contro questa tendenza. E lo ha fat
to, credo di poter aggiungere, restando fedele alla sua vocazione di concretezza e
realismo ed utilizzando le possibilità che la sua stessa composizione gli offre, cioè
coinvolgendo il più possibile le grandi organizzazioni socio-economiche. Gli obiet
tivi che il Comitato si è prefissato nel corso dell'anno che si è concluso erano
certamente ambiziosi ed eravamo tutti consapevoli del fatto che non erano rag
giungibili immediatamente, ma frutto di uno sforzo costante e prolungat