Ager Velisci? - article ; n°1 ; vol.26, pg 167-177
12 pages
Italiano

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris

Ager Velisci? - article ; n°1 ; vol.26, pg 167-177

Découvre YouScribe en t'inscrivant gratuitement

Je m'inscris
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus
12 pages
Italiano
Obtenez un accès à la bibliothèque pour le consulter en ligne
En savoir plus

Description

Mélanges d'archéologie et d'histoire - Année 1906 - Volume 26 - Numéro 1 - Pages 167-177
11 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

Informations

Publié par
Publié le 01 janvier 1906
Nombre de lectures 12
Langue Italiano

Extrait

Vincent fedele
Ager Velisci?
In: Mélanges d'archéologie et d'histoire T. 26, 1906. pp. 167-177.
Citer ce document / Cite this document :
fedele Vincent. Ager Velisci?. In: Mélanges d'archéologie et d'histoire T. 26, 1906. pp. 167-177.
doi : 10.3406/mefr.1906.6926
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-4874_1906_num_26_1_6926A GER VELISCl?
Il benemerito editore del Regesto della chiesa di Tivoli,
P. Luigi Bruzza, nella riunione della Società dei cultori di ar
cheologia cristiana del 30 gennaio del 1881, dava notizia di un
importante documento del 982 dal quale si rilevava che Ainizo,
vescovo di Tivoli, ed una sorella di lui avevan fatto donazione
di una casa e di alcuni terreni al monastero di S. Agnese e di
S. Costanza posto in Roma u via Nomentana in agro Velisci „ (1).
Il documento era già noto : ne avevan fatto cenno l'Ughelli (2),
il Giustiniani 1(3), il Crocchiante (4); ed era stato pubblicato
interamente dal Fea di su una copia dell'archivio di S. Pietro
in Vincoli, comunicatagli dall'abate Garofalo (5). Il Bruzza cre
dette che questo documento dovesse essere stato inserito, insieme
con gli altri della Chiesa di Tivoli, nel noto codice dell'Archivio
Vaticano che contiene il Regesto Tiburtino, e propriamente in
un quaderno avulso dal codice e poi smarrito (6): giudicò quindi
opportuno aggiungerlo, nell'edizione del Regesto, alle altre carte
Tiburtine, accompagnandolo con un erudito commento (7).
(1) Dullettino di Archeologia cristiana, 1882, p. 96.
(2) Ughelli, Italia Sacra, Venezia, 1717, I, 1306.
(3) Giustiniani M., Vescovi di Tivoli, p. 38.
(4) Crocchiante, L'istoria delle chiese della città di Tivoli, Eoma,
1726, p. 82.
(5) Fea C, Considerazioni storiche, fisiche, geologiche, etc., Roma,
1827, p. 45.
(6) Questa ipotesi del Bruzza, fondata principalmente sull'opinione
che il notaio di questo documento fosse stato lo scrittore del Regesto
Tiburtino, non ha, come vedremo, alcun fondamento.
(7) Bruzza L., Il Regesto della Chiesa di Tivoli. Koma, 1880,
p. 85 sgg. 168 AGER YELISCI ?
Negli atti del martirio di S. Agnese è ricordato in due di
versi modi il luogo che era posseduto dalla sua famiglia sulla
via Nomentana, e nel quale ella fu sepolta: " in praediolo suo,
non longe ab Urbe, in via quae dicitur Numentana „, ed altrove:
" in confinio agelli beatissimae Virginis Agnetis „ (1). Osservava
però il Bruzza che il nome della regione sulla via Nomentana
dove era il terreno appartenente alla famiglia di Agnese, e dove
più tardi sorsero la chiesa ed il monastero di S. negli
Atti del martirio era taciuto. Ed ecco che il documento dell'ar
chivio di S. Pietro in Vincoli ci svela quel nome: " Ager Ve-
lisci „, del quale il " praediolum „ od " agellus „, ricordato dagli
Atti, non era che una parte !
Ma che cosa poteva intendersi per "Veliscus „? Poiché non era
possibile ammettere un'alterazione fonetica del nome, il Bruzza
ricollegava la parola Veliscus con altre che hanno la medesima
radice, come Velia, Velitrae, Velabrum, Velinus, e con quelle
che hanno il medesimo suffisso, come Faliscus, Oscus, Volscus,
Tuscus. Come questi nomi antichissimo era quello di Veliscus,
e doveva derivare dalla lingua primitiva dei popoli italici. Velia,
città della Lucania, era stata, secondo alcuni, chiamata così :
άπο ποταποί» Ίίλέητος (2), e Servio conferma che " Velia dieta
est a paludibus quibus cingitur „ (3) ; né la Velia del Palatino
fu altrimenti detta se non dai luoghi paludosi in mezzo ai quali
il colle sorgeva. Lo stesso, secondo il Bruzza, potrebbe ripe
tersi di Velitrae, Velabrum, Velinus (4). È dunque evidente che
la radice el col digamma era adoprata in origine a significare
luogo d'acque stagnanti : ne altro potè esprimere il nome di
Veliscus. Ed invero dietro il cemetero Ostriano è una valle
(1) Ada Sanctorum, Jatmarii tomus II, ed. novis., p. 717.
(2) Strabone, ed. Teubner, p. 346.
(3) Servio, ed. Thilo. Lipsia, 1884, II, p. 59.
(4) Bruzza, op. cit^ p. 88. AUER VE USCI ? 169
dove ancor oggi impaludano le acque di pioggia recente, ed il
cui fondo per le piccole vene salienti dal suolo è acquitrinoso
pur nella calda estate. Quivi dunque dovè essere lo stagno che
i popoli antichissimi chiamarono Velisene, nome che si estese
poi alla circostante regione.
L'importanza di queste deduzioni del P. Bruzza consiste
principalmente nel fatto che la denominazione di Veliscus ver
rebbe a ricollegarsi con le più antiche memorie cristiane che
la tradizione ha posto nella via Nomentana. Negli Atti dei santi
Papia e Mauroleone si legge che il cemetero Ostriano il quale,
com' è noto, confina con quello di S. Agnese, era u ad Nymphas
ubi Petrus baptizabat „ (1). Ora il nome ad Nymphas corrispon
derebbe a quello di Veliscus, ed il battesimo che quivi avrebbe
somministrato l'Apostolo, sarebbe prova evidente che ivi erano
acque raccolte nelle quali potevano immergersi i neofiti.
Alle memorie cristiane si accompagnano le più antiche e
solenni profane di Roma. Non era giusto che il fon
datore di Roma cristiana avesse qualche relazione con il fon
datore dell'Urbe?
" Est locus: antiqui Capreae dixere paludem „ aveva cantato
Ovidio della regione nella quale Romolo uscì dal mondo (2); e
Tito Livio scrisse che Romolo " quii m ad exercitum recensendurn
contionem in campo ad Caprae pal u dem haberet, subito coorta
fern pestas etc.; nec deinde in terris Romulus fuit ,, (3). Ora è
ben singolare il fatto che nel martirologio geronimiano è ricor
dato un " coemeterium maius via Nomentana ad Caprae „ che il
De Rossi dimostrò non esser diverso da quello che in altre me
morie è nominato Ost rianimi od (istriani. Ed il De Rossi quindi
argomentò che il luogo ad Caprea(m) dovesse trovarsi appunto
(1) Mombrizio, II, p. 93.
(2) Ovidio, Fastorum TI, v. 4f)0 sgg.
(3) Tito Livio, Τ, 1β.
Mélanges d'Ardi, et d' Hist. 1906. 12 AGER VELISCI ? 170
al secondo miglio della via Nomentana, dove la basilica di S. Agnese
col mausoleo di S. Costanza ed il cemetero maggiore col suo labi
rinto di gallerie sono posti sull'alto ed in parte sul pendìo di
una collina che scende ai bassi fondi ed ai bacini dell'antica
palude. La denominazione di Ager Velisci, mantenutasi fin nel
Medioevo in relazione col, monastero di S. Agnese e di S. Co
stanza ad indicare luoghi d'acque stagnanti e le imminenti sponde
e colline, è la riprova più evidente della giusta determinazione
del luogo ad Capream sulla via Nomentana (1).
Sventuratamente tutto l'edifizio con tanta cura e dottrina
architettato dal Bruzza e dal De Rossi, è, almeno per ciò che
riguarda V Ager Velisci, fondato sull'arena!
Nel documento Tiburtino del 982 non vi è neppur la mi
nima traccia della parola Veliscus: essa è stata falsamente inter
pretata. Tanto il Fea quanto il Bruzza non si dettero pensiero
di ricercare il documento in pergamena dell'archivio di S. Pietro
in Vincoli; ma si accontentarono di pubblicarlo, traendolo da un
volume di trascrizioni, opera di molta lena e pazienza, ma non
di eguale esattezza e precisione, fatta eseguire dal canonico rego
lare D. Innocenzo Gigliucci nel 1681 (2). Ed, ingannati, furono
(1) De Rossi, Del luogo appellato ad Capream in Bullettino della
Commissione archeologica comunale di Borna, XI, 1883, p. 256. Cf. anche
Tomassetti, Della Campagna Romana in Arch. d. Soc. vom. di storia
patria, XI, 277.
(2) Questo Liber instrum entorum ha per titolo: « Instrumenta, acta
donationes et privilegia ad Canonicos Reguläres sancti Petri ad Vincula
et sancti Laurentii extra muros de Urbe spectantia quae ex perve-
tustis chart'is haedinis in quibus deperibant, in elegantiorem hanc
for m am redigi et in duos tomos compilari fecit Reverendissimus D. In-
nocentius Gigliuccius Romanus anno 1681». Questi due volumi sono
tanto più preziosi, perche in essi sono trascritti centinaia di documenti,
di parecchi dei quali andarono perduti gli originali. Dell'archivio di
S. Pietro in Vincoli io detti una descrizione insieme col prof. Kehr
nelle Nachrichten von d. Königl. Gesellschaft der Wissenschaften zu
(röttingen, PhiJ.-histor. Klasse, liJOO, p. 131. AGER VELISCI ? 171
tratti ad ornare il testo del documento con gli errori più singolari
ed ameni. Per citarne un esempio, il Fea aveva creduto che in
un passo del documento si facesse menzione di un antico canale
chiamato Leonino, il quale dava acqua alle mole da basso, cioè
a dire, a valle di Tivoli, perché il trascrittore aveva letto " forma
an tiqua qua intrat aqua ad molas da basso „, mentre il testo
dice " ad molas de Berta „ ! Un simile scambio è avvenuto per
la parola Velisci. Il documento contiene un atto di donazione
compiuto da Amizo, vescovo di Tivoli, e da Benedetta " nobi
lissima femina „ (1) in favore del monastero delle sante Agnese
e Costanza "que ponuntur in Agello via Nu

  • Univers Univers
  • Ebooks Ebooks
  • Livres audio Livres audio
  • Presse Presse
  • Podcasts Podcasts
  • BD BD
  • Documents Documents