Bonifacio VIII, l affresco di Giotto e i processi contro i nemici della chiesa. Postilla al giubileo del 1300 - article ; n°1 ; vol.112, pg 459-483
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Bonifacio VIII, l'affresco di Giotto e i processi contro i nemici della chiesa. Postilla al giubileo del 1300 - article ; n°1 ; vol.112, pg 459-483

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age - Année 2000 - Volume 112 - Numéro 1 - Pages 459-483
Agostino Paravicini Bagliani, Bonifacio VIII, Vaffresco di Giotto e i processi contro i nemici della Chiesa. Postula al Giubileo del1300, p. 459-483. Nell'affresco di Giotto, conservato in Laterano, alla sinistra di Bonifacio VIII, un chierico legge una bolla con le parole Ad perpétuant (rei) memoriam. Cosi viene introdotta anche la seconda bolla giubilare (22 febbraio 1300), il che, secondo Chiara Frugoni, conferma la tesi secondo cui l'affresco ricorda il primo Giubileo. Questa tesi viene qui esaminata sul piano diplomatistico e cerimoniale. Tra le bolle di Bonifacio VIII con le parole Ad perpétuant rei memoriam (di cui si dà l'elenco completo), quelle contro i nemici délia Chiesa e contro i Colonna sono da mettere in relazione con la cerimonia dei processi che il papa celebrava il Giovedi santo, all'Ascensione e il 18 novembre. Tra i cerimoniali e la scena dell'affresco (disegno dell'Ambrosiana) esistono numerosi punti di contatti, che permettono di ipotizzare che il papa fece affrescare una di queste cerimonie. Tale identificazione riapre perô il problema della data, perché seri ostacoli esistono per la cerimonia del Giovedi santo del 1300 e per la promulgazione della seconda bolla giubilare.
25 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 2000
Nombre de lectures 139
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 2 Mo

Extrait

Agostino Paravicini Bagliani
Bonifacio VIII, l'affresco di Giotto e i processi contro i nemici
della chiesa. Postilla al giubileo del 1300
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 112, N°1. 2000. pp. 459-483.
Riassunto
Agostino Paravicini Bagliani, Bonifacio VIII, l'affresco di Giotto e i processi contro i nemici della Chiesa. Postula al Giubileo del
1300, p. 459-483.
Nell'affresco di Giotto, conservato in Laterano, alla sinistra di Bonifacio VIII, un chierico legge una bolla con le parole Ad
perpetuant (rei) memoriam. Cosi viene introdotta anche la seconda bolla giubilare (22 febbraio 1300), il che, secondo Chiara
Frugoni, conferma la tesi secondo cui l'affresco ricorda il primo Giubileo. Questa tesi viene qui esaminata sul piano diplomatistico
e cerimoniale. Tra le bolle di Bonifacio VIII con le parole Ad perpetuant rei memoriam (di cui si dà l'elenco completo), quelle
contro i nemici della Chiesa e contro i Colonna sono da mettere in relazione con la cerimonia dei processi che il papa celebrava il
Giovedi santo, all'Ascensione e il 18 novembre. Tra i cerimoniali e la scena dell'affresco (disegno dell'Ambrosiana) esistono
numerosi punti di contatti, che permettono di ipotizzare che il papa fece affrescare una di queste cerimonie. Tale identificazione
riapre perô il problema della data, perché seri ostacoli esistono per la cerimonia del Giovedi santo del 1300 e per la
promulgazione della seconda bolla giubilare.
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Paravicini Bagliani Agostino. Bonifacio VIII, l'affresco di Giotto e i processi contro i nemici della chiesa. Postilla al giubileo del
1300. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 112, N°1. 2000. pp. 459-483.
doi : 10.3406/mefr.2000.3762
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9883_2000_num_112_1_3762AGOSTINO PARAVICINI BAGLIANI
BONIFACIO Vili, L'AFFRESCO DI GIOTTO
E I PROCESSI CONTRO I NEMICI DELLA CHIESA
POSTILLA AL GIUBILEO DEL 1300
In un recente volume sul Giubileo del 13001, Chiara Frugoni ha acco
stato Celestino V e Bonifacio Vili in un modo molto suggestivo. Il prede
cessore di papa Caetani aveva concesso il 29 settembre 1294 un'indulgenza
plenaria che si sarebbe ripetuta ogni anno, il 29 agosto, giorno della sua in
coronazione2. L'indulgenza doveva onorare la chiesa aquilana di Santa Mar
ia di Collemaggio, nella quale Celestino V aveva ricevuto «l'insegna del
diadema impostoci sul capo». Le indulgenze di Celestino V saranno abolite
dal suo successore3 ma influiranno in qualche modo su Bonifacio Vili. Ist
ituendo il Giubileo nel 1300, ossia nell'anno che chiudeva un secolo e ne
apriva un altro, e attribuendogli un ritmo centenario (contrariamente al
giubileo ebraico, che si celebrava ogni cinquant'anni), Bonifacio Vili aff
idava di fatto la memoria del suo pontificato ad un ritmo inesauribile di
Giubilei, da celebrarsi ogni cento anni4. Celestino V aveva legato l'indu
lgenza alla sua incoronazione; Bonifacio Vili istituì invece l'indulgenza giu
bilare a Roma, nella Roma dei santi Pietro e Paolo. Il Giubileo diventò così
manifestazione dell'autorità del papa, e Roma sostituì Gerusalemme. Chia
ra Frugoni ha ragione : i pellegrini del 1300, visitando la basilica di San
Pietro, avrebbero venerato sì la tomba del Principe degli Apostoli, ma an
che la casa del successore di Pietro, il pontefice5.
1 Ch. Frugoni, Due papi per un Giubileo. Celestino V, Bonifacio Vili e il primo
Anno santo, Milano, 2000.
2 Per il testo latino si veda E. Pâsztor, Celestino Ve Bonifacio Vili, in Indulgenza
nel Medioevo e perdonanza di papa Celestino V, L'Aquila, 1987, p. 61-62; trad. ital.
Ch. Frugoni, Due papi..., p. 136-137.
3 Les registres de Boniface Vili (1294-1303), a cura di A. Thomas, M. Faucon,
G. Digard e R. Fawtier, Parigi 1884-1939, n° 850 (20 novembre 1295).
4 Sul carattere centenario del Giubileo bonifaciano, in relazione anche con il
concetto di secolo, v. Ch. Frugoni, Due papi..., p. 179-186.
5 Ch. Frugoni, Due papi..., p. 188.
MEFRM - 112 - 2000 - 1, p. 459-485. 460 AGOSTCNO PARAVICINI BAGLIANI
L'originalità del libro di Chiara Frugoni sui Due papi per un Giubileo è
però anche un'altra e riguarda da vicino il celebre affresco, tradizionalment
e attribuito a Giotto, che si può ancor oggi ammirare nella basilica di San
Giovanni in Laterano, un frammento sulla cui interpretazione si discute
ormai da più di cent'anni6 senza che una tesi abbia prevalso in modo ine
quivocabile sulle altre7.
Chiara Frugoni arricchisce ora la discussione intorno a questo celebre
affresco richiamando una coincidenza che va presa in considerazione con
grande attenzione. Ma procediamo con ordine.
Bonifacio Vili promulgò la bolla del Giubileo Antiquorum habet il 16 ο
il 17 febbraio 13008 e poiché quel giorno risiedeva al Laterano, la bolla fu
datata dal Laterano, in perfetta sintonia con le regole della cancelleria che
datavano le lettere in corrispondenza del luogo in cui soggiornava il pontef
ice. Soltanto pochissimi giorni dopo, però, Bonifacio cambiò idea e decise
di promulgare una seconda volta quella stessa bolla del Giubileo nella basi
lica vaticana. Il 22 febbraio, festa della Cattedra di san Pietro, il papa si re
cò a San Pietro, e, rivestito di una pianeta di seta dorata, annunciò, nel cor
so di una cerimonia solenne, l'indulgenza del Giubileo, poi depose la bolla
dell'indulgenza sull'altare di san Pietro9.
Quello stesso giorno, il papa promulgò una seconda bolla, che esclude
va dai benefici giubilali gli odiati Colonna, il re Federico d'Aragona e i sici-
6 Per altre informazioni bibliografiche, v., oltre al libro di Ch. Frugoni, Due pap
i..., A. Paravicini Bagliani, Le chiavi e la tiara. Immagini e simboli del papato mediev
ale, Roma, 1998, p. 74-76 e F. Gandolfo, Bonifacio Vili, il giubileo del 1300 e la log
gia delle benedizioni al Laterano, in Romei e giubilei. Il pellegrinaggio medievale a San
Pietro (350-1350), a cura di M. D'Onofrio, Milano, 1999, p. 219-228.
7 La tesi secondo cui l'affresco di Giotto illustrerebbe la scena dell'insediamento
di Bonifacio Vili al Laterano è stata proposta da S. Maddalo, Bonifacio Vili e Jacopo
Stefaneschi. Ipotesi di lettura dell'affresco della loggia lateranense, in Studi Romani, 31,
1983, p. 145-146; cf. Id., Roma miniata, Roma affrescata. Tracce di un mito fra Trecent
o e Quattrocento, in La storia dei giubilei, I, Firenze, 1997, p. 118-133. È una tesi sug
gestiva, cui avevo personalmente aderito, sebbene con qualche cautela, in // corpo
del papa, Torino, 1994, p. 324 e in Le chiavi e la tiara..., p. 74-76.
8 Sulla data della prima bolla le informazioni a nostra disposizione divergono. Il
registro di Bonifacio Vili da il 16 febbraio : «Laterani XIIII kal. marcii». In tre codic
i su quattro consultati da Friedberg, per la sua edizione delle Extravagantes
communes, in cui la bolla del Giubileo fu accolta (1. V, tit. IX, cap. I, ed. Friedberg,
II, 1892, col. 1303-1304), si legge invece : «XIII kal.» (17 febbraio!). Cf. A. Mercati, La
lettera dello scrittore pontificio Silvestro sul giubileo del 1300, in Cronistoria dell'anno
santo MCMXXV, Roma, 1928, p. 1197.
9 Les registres de Boniface Vili, n° 3875 (A. Potthast, Regesta pontificum Roma-
norum inde ab a. post Christum natum MCXVIII ad a. MCCC, 2 vol., Berlino, 1875,
n° 24917). BONIFACIO Vili, L'AFFRESCO DI GIOTTO E I PROCESSI 461
liani, considerati tutti (per motivi politici) nemici della Chiesa. Questa s
econda bolla giubilare inizia con le parole Nuper per alias ed è preceduta
dalle parole Ad perpetuarti rei memoriam10. Queste ultime parole, ricorda
giustamente la Frugoni, sono praticamente identiche a quelle (Ad perpet
uarti memoriam) che erano state apposte sul cartiglio dell'affresco latera-
nense. La coincidenza deve essere effettivamente sottolineata, tanto più
che la bolla giubilare, datata dapprima dal Laterano ma promulgata poi in
Vaticano, reca invece, prima dell'inizio del testo, le parole : Ad certitudinem
presentium et memoriam futurorum.
Dell'affresco di Bonifacio Vili, distrutto nel 1586, sopravvive solo un
frammento, che fu conservato per richiesta speciale di Fulvio Orsini, cano
nico del Laterano. L'affresco si trovava originariamente nella Loggia delle
benedizioni che era stata costruita proprio da Bonifacio Vili, ma è oggi vi
sibile, pesantemente restaurato, sul primo pilastro destro della basilica di
San Giovanni in Laterano contro la navata centrale (fig. I). Per nostra for
tuna, un disegno acquarellato di Giacomo Grimaldi della fine del XVI secol
o, conservatosi in un codice della Biblioteca Ambrosiana, ci permette di
avere un'idea più completa dell'intera scena (fig. 2)11.
Secondo una tesi tradizionale ben nota, questo affresco raffigurerebbe
Bonifacio Vili nell'atto di benedire la folla il giorno della promulgazione
del Giubileo12. Poiché però il chierico che sta alla destra del papa (per chi
guarda l'affresco ο il disegno) legge ο presenta una bo

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