Il microfono conteso. La guerra delle onde nella lotta di liberazione nazionale (1943-1945) - article ; n°1 ; vol.108, pg 83-124
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Il microfono conteso. La guerra delle onde nella lotta di liberazione nazionale (1943-1945) - article ; n°1 ; vol.108, pg 83-124

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée - Année 1996 - Volume 108 - Numéro 1 - Pages 83-124
Gianni Isola, Il microfono conteso. La guerra delle onde nella lotta di liberazione nazionale (1943-1945), p. 83-124. L'analisi delle convulse fasi che precedono e seguono il sibillino annuncio radiofonico dell'armistizio l'8 settembre 1943 dimostrano una volta di più la sostanziale e criminale impreparazione degli alti comandi militari e della corona. La mancata epurazione in senso antifasciste all'interno dell'Eiar nei quarantacinque giorni badogliani lasciò immutati i quadri dirigenti e favori la passiva consegna ai nazifascisti degli impianti. Nell'ambiguità di fondo fra ruolo istituzionale e salvaguardia degli impianti di proprietà della Sip, il direttore generale dell'Eiar e amministratore delegato della Sip Raoul Chiodelli preferì consegnare al nemico la stazione di Roma senza colpo ferire. E altrettanto ordinò che facessero i direttori di tutte le altre stazioni. Dopo due giorni di musiche e canzonette, la radio ri- (v. rétro) prese a funzionare e Roma, sino alla Liberazione, divenne il centro della propaganda fascista contro alleati e badogliani.
42 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1996
Nombre de lectures 46
Langue Romanian
Poids de l'ouvrage 3 Mo

Extrait

Gianni Isola
Il microfono conteso. La guerra delle onde nella lotta di
liberazione nazionale (1943-1945)
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 108, N°1. 1996. pp. 83-124.
Riassunto
Gianni Isola, Il microfono conteso. La guerra delle onde nella lotta di liberazione nazionale (1943-1945), p. 83-124.
L'analisi delle convulse fasi che precedono e seguono il sibillino annuncio radiofonico dell'armistizio l'8 settembre 1943
dimostrano una volta di più la sostanziale e criminale impreparazione degli alti comandi militari e della corona. La mancata
epurazione in senso antifasciste all'interno dell'Eiar nei quarantacinque giorni badogliani lasciò immutati i quadri dirigenti e favori
la passiva consegna ai nazifascisti degli impianti. Nell'ambiguità di fondo fra ruolo istituzionale e salvaguardia degli impianti di
proprietà della Sip, il direttore generale dell'Eiar e amministratore delegato della Sip Raoul Chiodelli preferì consegnare al nemico
la stazione di Roma senza colpo ferire. E altrettanto ordinò che facessero i direttori di tutte le altre stazioni. Dopo due giorni di
musiche e canzonette, la radio ri-
(v. retro) prese a funzionare e Roma, sino alla Liberazione, divenne il centro della propaganda fascista contro alleati e badogliani.
Citer ce document / Cite this document :
Isola Gianni. Il microfono conteso. La guerra delle onde nella lotta di liberazione nazionale (1943-1945). In: Mélanges de l'Ecole
française de Rome. Italie et Méditerranée T. 108, N°1. 1996. pp. 83-124.
doi : 10.3406/mefr.1996.4425
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1996_num_108_1_4425GIANNI ISOLA
IL MICROFONO CONTESO
LA GUERRA DELLE ONDE NELLA LOTTA
DI LIBERAZIONE NAZIONALE
(1943-1945)
La storiografia italiana nel suo tradizionale disinteresse per la storia
della radiofonia e dell'ascolto ha mancato di analizzare con la dovuta
attenzione la questione degli effetti della «guerra delle onde» nella tragica
fase del «secondo Risorgimento». Le poche note in proposito contenute nei
volumi di Franco Monteleone, più attente agli aspetti istituzionali che agli
effetti sociali della radiofonia, hanno comunque contribuito ad aggiungere
spessore di analisi alle numerose testimonianze di protagonisti e memoriali
sti disperse nella letteratura storiografica più ampia. A queste si è
aggiunto il volume di Alejandro Pizarroso Quintero sull'attività del PWB
nel corso della campagna d'Italia e gli studi e le ricerche documentarie di
Giovanni De Luna e di Guido Crainz, nate sull'onda di alcuni programmi
radiofonici e televisivi, che hanno permesso ai due autori di svelare i
misteri e la ricchezza dei fantomatici e misteriosi archivi audiovisivi della
Rai.
Bisogna difatti subito puntualizzare - e non è una captatio benevolen-
tiae né un tentativo di giustificare il modesto supporto documentario di
questo intervento - che l'Italia denuncia un concreto ritardo rispetto alle
altre nazioni in questo campo di studi proprio per l'assenza di un organico
centro di raccolta e di studio delle fonti audiovisive : purtroppo l'Eiar
prima e la Rai poi, secondo una linea di perfetta continuità, hanno da
sempre dimostrato di non possedere il senso della propria memoria storica
ed al di là di qualche lodevole iniziativa, sporadica e spesso del tutto volont
aristica, non hanno mai proceduto a catalogare e a mettere a disposizione
degli studiosi l'immenso patrimonio archivistico, cartaceo compreso, pro
dotto nel corso di oltre settantanni di attività. Ciò ha comportato da un
lato il danno irreparabile della perdita di gran parte delle trasmissioni e
dall'altro l'impossibilità di addestrare giovani e meno giovani ricercatori
MEFRIM - 108 - 1996 - 1, p. 83-124. 84 GIANNI ISOLA
all'analisi complessa delle fonti mediali, riducendo contemporaneamente
lo spessore della presenza e dell'importanza della radiofonia come fonte
storica e come strumento di propaganda e d'intervento nella società.
Il mio intervento cercherà quindi di presentare il quadro complesso e
articolato delle trasmissioni di messe in onda dall'Eiar repub
blichina da un lato e dalle stazioni dell'Italia liberata dall'altro, tenendo
conto della difficoltà di stabilire i contorni definiti dell'audience in un paese
in guerra e per di più diviso non tanto fra i due fronti in movimento quanto
nelle coscienze individuali. Tralascerò di considerare analiticamente il tema
dell'ascolto delle stazioni alleate come Radio Londra, che costituì un vero e
proprio fenomeno di massa nonostante i tentativi di disturbo e di oscura
mento messi in atto dall'inizio della guerra, quando si giunse ad esempio a
«piombare» la sintonia degli apparecchi per impedirne l'ascolto. Vedremo
come la tragica complessità del momento politico e istituzionale fece del
l'ascolto radiofonico un'area articolata e omogenea in cui l'ansia di informa
zione ebbe il primato sulla scelta delle stazioni e dei programmi : così gli
antifascisti ascoltavano con interesse le emissioni repubblichine, mentre i
fascisti non trascuravano di segnalare sulla stampa le «panzane» e gli errori
dell'avversario, senza comprendere che in questo modo ne allargavano le
dimensioni dell'ascolto. Si tratta perciò in generale di un ascolto prepolitico
ο non-politico da una parte come dall'altra, di cui è altrettanto difficile
segnalare gli effetti di lungo periodo nella società nazionale.
Come altre istituzioni maggiori e minori del nostro paese l'ente radio
fonico di Stato, l'Eiar, visse le tragiche e alterne fasi della Resistenza spez
zandosi in due tronconi : una prima parte rimase sin dai giorni successivi
all'8 settembre sotto il diretto controllo dei tedeschi, che ne occuparono le
sedi regionali, talvolta sostituendo il personale con elementi fascisti di
sicura fede e utilizzando gli impianti per produrre programmi per le truppe
al fronte. Una seconda parte seguì invece le sorti delle vicende militari
legate alla lenta e progressiva avanzata delle truppe angloamericane,
dando luogo nelle zone liberate ad esperienze autonome e democratiche
ma sempre nei limiti imposti dalla rigorosa censura degli Alleati e dalla
loro scarsa fiducia nei nuovi alleati e negli improvvisati collaboratori,
dietro cui credevano di frequente nascondersi traditori e doppiogiochisti.
Rapporti inquinati di ingiustificato sospetto, che faceva presidiare milita
rmente gli impianti e controllare con rigore qualsiasi movimento del perso
nale al microfono come dei tecnici.
È bene dunque precisare che ambedue le fazioni in lotta non ebbero
quindi modo di esprimersi compiutamente, dovendo fare riferimento
costante al controllo dell'alleato del momento. Ma mentre i primi misero in
atto, sotto forme spesso rinnovate nel fuoco della battaglia, esperienze IL MICROFONO CONTESO 85
maturate nel corso degli anni precedenti nelle trasmissioni per l'estero
organizzate da Giorgio Nelson Page per conto del regime e nell'ambito del
l'attività del Ministero della Cultura popolare, i secondi cercarono di
approfittare dei ridotti spazi concessi dalla libertà raggiunta per sostenere
sia l'attività delle formazione partigiane che operavano alle spalle delle
linee tedesche sia il morale delle popolazioni civili, affiancandosi all'impor
tante e continua azione di Radio Londra e delle altre radio alleate.
Sul piano pratico le vicende interne dell'Eiar giuocarono dunque un
ruolo primario nel determinare l'attività e le forme di questa sia nell'uno
che nell'altro dei due schieramenti contrapposti. La struttura verticistica
dell'Ente si dimostrò la meno adatta nei giorni successivi all'8 settembre
1943 a garantire autonomia alla radiofonia, tanto più che il suo maggior
responsabile, l'ing. Raoul Chiodelli si comportò in maniera del tutto person
alistica, anteponendo i suoi problemi e le sue scelte agli interessi del
paese; dovendo rendere conto della sicurezza degli impianti prima alla
società concessionaria, la Sip, che allo Stato, di fatto chiese ai dirigenti di
tutte le sedi accorsi a Roma il 10 settembre di collaborare con i tedeschi,
per poi rassegnare le proprie dimissioni da direttore generale, mantenendo
la carica di amministratore delegato della Sip.
Problemi e scelte personali di Chiodelli resero dunque l'Ente radiofo
nico di Stato improvvisamente acefalo sul piano formale e lo fecero docile
strumento, perché privo di difesa sul piano politico, in mano alla ritrovata
solidarietà nazi-fascista. La rottura di ogni collegamento con il governo in
fuga a Brindisi sembrò sul momento giustificare questo atto ma provocò
un ulteriore aggravio dell'atmosfera di incertezza, che coinvolse e travolse
ogni eventuale resistenza interna.
La risposta nazista alla nuova realtà del resto non si era fatta attendere,
né aveva aspettato le scelte di campo dei dirigenti Eiar, dimostrando in
questo

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