La ceramica a vernice nera del Museo Guarnacci di Volterra - article ; n°1 ; vol.84, pg 269-498
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La ceramica a vernice nera del Museo Guarnacci di Volterra - article ; n°1 ; vol.84, pg 269-498

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Description

Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1972 - Volume 84 - Numéro 1 - Pages 269-498
230 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

Informations

Publié par
Publié le 01 janvier 1972
Nombre de lectures 139
Langue Catalan
Poids de l'ouvrage 15 Mo

Extrait

Marinella Montagna Pasquinucci
La ceramica a vernice nera del Museo Guarnacci di Volterra
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 84, N°1. 1972. pp. 269-498.
Citer ce document / Cite this document :
Montagna Pasquinucci Marinella. La ceramica a vernice nera del Museo Guarnacci di Volterra. In: Mélanges de l'Ecole
française de Rome. Antiquité T. 84, N°1. 1972. pp. 269-498.
doi : 10.3406/mefr.1972.924
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1972_num_84_1_924LA CERAMICA A VERNICE NERA
DEL MUSEO GUARNACCI DI VOLTERRA *
PAR
Marinella Montagna Pasquinucci
* Abbreviazioni - Per le riviste sono usate le abbreviazioni dell' Année Philologi
que di J. Marouzeau; le opere cui si fa riferimento con maggiore frequenza sono
citate nel modo seguente:
Ballami : A. Ballami, Céramique étruseo-campanienne à vernis noir, 1 (Fouill
es de l'École Française de Borne à, Bolsena-Poggio Moseini, III,
1), MEFB, Suppl. 6, Paris, 1969.
EVP : J. D. Beazley, Etruscan Vase-painting, Oxford, 1947.
Fiorentini : G. Fiorentini, Prime osservazioni sulla ceramica campana nella Vall
e del Po, in BSL, 29, 1963, p. 7-52.
Lamboglia: N. Lamboglia, Per una classificazione preliminare della ceramica
campana, in Atti I Congresso Internazionale di Studi Liguri (1950),
Bordighera, 1952, p. 139-206.
Morel, FP: J.-P. Morel, Céramique à vernis noir du Forum Romain et du Pal
atin, MEFB, Suppl. 3, Paris, 1965.
Morel, ΡΕ: J.-P. Morel, L'atelier des petites estampilles, in MEFB, 81, 1969,
p. 59-117.
Morel, SA: J.-P. Morel, Notes sur la céramique étruseo-campanienne. Vases
à vernis noir de Sardaigne et oV Arezzo, in MEFB, 75, 1963,
p. 7-58.
Per tutte le altre abbreviazioni, cfr. Morel, FP, p. 245-255.
Ringrazio i proff. P. E. Arias, M. Cristofani, N. Lamboglia, J.-P. Morel
e la dr. F. Pallarès, che hanno seguito la mia ricerca dandomi importanti consig
li. Sono particolarmente grata al prof. E. Fiumi, direttore del Museo GVuarnacci,
che con generosità e cortesia mi ha permesso di studiare questo materiale e mi
ha fornito dati e suggerimenti indispensabili. Ringrazio inoltre tutto il personale
del Museo, e in particolare il sig. L. Panichi, per aver agevolato in ogni modo il
mio lavoro.
I disegni dei vasi nn. 283-286, 288-289 sono del sig. L. Griustarini, gli altri
dell'A.; le fotografie sono del sig. F. Gabrielli dell'Istituto di Archeologia del
l'Università di Pisa. 270 MARINELLA MONTAGNA PASQUINUCCI
La collezione di ceramica a vernice nera oggetto di questo studio,
ancora praticamente inedita, è costituita da materiale proveniente dalle
necropoli ellenistiche di Volterra. È conservata nelle sale XXI e XXII
del Museo Guarnacci, e si è andata formando a partire dalla metà del
'700, con la donazione della ricca raccolta archeologica di Mons. M. Guarn
acci, alla quale si sono aggiunti rinvenimenti e lasciti successivi.
Questa collezione costituisce un'ampia scelta rappresentativa della
ceramica campana di Volterra ed è formata in massima parte da vasi di
fabbrica locale, omogenei per forme e caratteristiche tecniche, e da un
numero ristretto di pezzi importati. Il suo studio appare quindi di parti
colare interesse per definire i caratteri della produzione volterrana a ver
nice nera, a tutt'oggi nota solo in piccola parte, ed i suoi rapporti con la
campana A, Β e C e con le altre produzioni dell'Etruria centro- setten
trionale finora studiate.
L'esistenza di ateliers locali che produssero ceramica a vernice nera
a partire dal IV sec. a.C, anche se non ha ancora avuto una definitiva
conferma archeologica, è dimostrata dal fatto che la notevole quantità
di vasi di questo tipo rinvenuta nelle necropoli volterrane è ben indivi
duata per forme e caratteristiche tecniche, e nettamente distinguibile
dalla ceramica campana ad esportazione marittima e dalle altre produz
ioni dell'Etruria centro- settentrionale, quali ad esempio quella delle
« anse a orecchia », di Arezzo ο di Cosa 1. Una conferma indiretta è inoltre
offerta dalla presenza a Volterra di officine di ceramica a figure rosse e
s ο vr adipinta 2.
Per quanto riguarda il problema della fabbrica della ceramica a ver
nice nera oggetto di questo studio, si può ricordare che il Beazley per
primo lo ha affrontato in relazione a quella produzione etrusca a vernice
nera ο blu, di qualità particolarmente fine, con forme spesso decorate a
rilievo e per lo più di tradizione metallica, da lui definita « fabbrica » ο
« gruppo di Malacena » dal nome della località presso Monteriggioni dove
è stata trovata la tomba dei Calini Sepus', il cui corredo comprende, fra
l'altro, una ricca serie di vasi di questo tipo 3.
1 Cfr. rispettivamente Balland, spec. p. 3-7, 159-162; Morel, SA, p. 38-
54; Taylor, spec. p. 71-73, 173-188.
2 EVP, p. 10, 123; E. Fiumi, Intorno alle ceramiche del IV sec. a.C di
fabbrica erroneamente chiamata chiusina, in SE, 26, 1958, spec. p. 252; M. Mon
tagna Pasquinucci, Le kelebai volterrane, Studi dell1 Ateneo Pisano, I, Pisa, 1968,
p. 3-5.
3 EVP, p. 230 s. cfr. anche J. D. Beazley e F. Magi, La raccolta B. Gu
glielmi nel Museo Gregoriano Etrusco, I, Ceramica, Città del Vaticano, 1939, LA CERAMICA A VERNICE NERA DI VOLTERRA 271
II Beazley aveva concluso che la fabbrica di Malacena poteva essere
localizzata a Volterra1; recentemente il Balland, nel suo studio sulla pro
duzione delle « anse a orecchia » e dei rapporti di questa con la fabbrica
di Malacena 2, ha assunto una posizione più critica e prudente. Egli osser
va che il problema dell' attribuzione dei vasi che vanno sotto questo te
rmine convenzionale ad un atelier dell'Etruria nord- occidentale è compless
o, poiché pezzi di tale tipo, pur se rinvenuti in massima parte nell'Etruria
settentrionale, sono stati trovati anche in numerose altre necropoli etru-
sche e nella valle del Po; a Tarquinia, in particolare, è conservata una
raccolta di vasi a vernice nera che per le loro caratteristiche tecniche
potrebbero essere attribuiti alla fabbrica di Malacena. Non esiste d'altra
parte un criterio sicuro per stabilire se siano ο meno importati dall'Etruria
settentrionale.
Lo stesso Balland, però, ammette che, poiché la ceramica di questo
tipo è particolarmente frequente nella regione di Volterra, è molto pro
babile che la fabbrica responsabile di questa produzione o, nel caso che
si tratti di più officine, almeno alcune di esse, siano da localizzare nel
volterrano.
Il numero delle officine costituisce un problema tuttora aperto, e
resta soprattutto da chiarire se i pezzi tarquiniesi siano di fabbrica locale
ο importati. Tuttavia è proprio l'esame del materiale volterrano e della
sua diffusione, praticamente coincidente con quella della ceramica locale
a figure rosse 3, a confermare l'ipotesi che a questo centro sia da attribuire,
almeno in massima parte, la produzione detta « di Malacena ».
Accanto a questa (caratterizzata da elementi di alto livello qualita
tivo, per lo più decorati a rilievo e talora di dimensioni notevoli), si di
stingue, nell'ambito dei vasi a vernice nera di fabbrica locale, una produ
zione di pezzi di uso corrente, raggruppabili dal punto di vista tecnico
in tre classi, come si chiarirà più avanti. Di queste la più fine è analoga
per fattura al tipo Malacena, mentre le altre due sono di qualità inferiore
sia per vernice, sia per accuratezza di lavorazione.
p. 93 s. Per la tomba dei Carini Sepus', R. Bianchi Bandinelli, La tomba dei
Colini Sepus' presso Monteriggioni, in SE, 2, 1928, p. 133-176.
1 EVP, p. 231.
2 Balland, spec. p. 5s.
3 Per quest'ultima, cfr. M. Montagna Pasquinucci, Le kelebai, cit., p. 2-5;
ed inoltre P. Ducati, Uno stamnos etrusco del sepolcreto della Certosa (Bologna),
in SE, 8, 1934, p. 119 ss.; A. Mazzolai, Rosette e il suo territorio, Grrosseto, 1960,
tav. 14, 4 e tav. 16, in basso a s. 272 MARINELLA MONTAGNA PASQUINTJCCI
Questi prodotti coprivano il mercato locale e, a giudicare dall'unità
tecnica e morfologica dei vari ritrovamenti, venivano largamente espor
tati sia nel territorio circostante, dove sono particolarmente numerosi,
sia in centri relativamente lontani: lungo la fascia costiera da Castiglion-
cello almeno fino ad Orbetello; verso l'interno, nel territorio senese e nella
Val di Chiana e oltre, fino a Todi; lungo la Valdelsa e attraverso l'Appen-
nino, nella Valle del Po fino a Spina e Adria.
Esaminando più dettagliatamente i rinvenimenti, si può osservare
che vasi a vernice nera di fabbrica locale sono stati trovati, oltre che nelle
necropoli ellenistiche di Volterra, a Casole d'Elsa, 1 S. Gimignano, 2
Monteriggioni3, a Siena e nel territorio senese4. Altri ritrovamenti si
sono avuti a Sarteano 5 e a Montepulciano 6 ; nella Val di Chiana ad Arez-
zo, Monte S. Savino, Cortona e Chiusi7.
Un buon numero di esemplari proviene anche dalle necropoli di Todi,

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