Notizie di economia dall iscrizione riminese CIL XI 419 - article ; n°1 ; vol.109, pg 21-30
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Notizie di economia dall'iscrizione riminese CIL XI 419 - article ; n°1 ; vol.109, pg 21-30

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité - Année 1997 - Volume 109 - Numéro 1 - Pages 21-30
Francesca Cenerini, Notizie di economia dall'iscrizione riminese CIL XI 419, p. 21-30. Viene esaminata l'iscrizione riminese CIL XI 419, nota dalla tradizione. Si tratta di una dedica posta dai vicani del vicus Cermali a L. Septimius Liberalis. Il motivo della dedica è rappresentato dai fatto che Settimio Libérale ha effettuato per via testamentaria un lascito, per cui ogni anno i decurioni e i vicani dei sette vici délia città di Rimini possano ricevere tre denari a testa. Il lascito è garantito dall'obligatio di 21 fundi (la cd. obligatio praediorum), dai quali, però, è stata detratta la sesta parte dai tutori di Settimia Prisca, figlia di Settimio Liberale, in virtù dei dettami della lex Falcidia. L'iscrizione si conclude con la clausola Lepidia Septimina (probabile nipote ed erede del testatore) populo concessit. L'esegesi del testo si presenta complessa, a cominciare dalla problematica menzione di una partent VI lege Falcidia, invece che quarta. Con ogni probabilità, il documente riflette (v. rétro) due, forse tre, fasi successorie, ed è stato redatto e trascritto su pietra a garanzia della rendita finanziaria dei vicani riminesi nel corso del tempo.
10 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié par
Publié le 01 janvier 1997
Nombre de lectures 46
Langue Romanian

Extrait

Francesca Cenerini
Notizie di economia dall'iscrizione riminese CIL XI 419
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité T. 109, N°1. 1997. pp. 21-30.
Riassunto
Francesca Cenerini, Notizie di economia dall'iscrizione riminese CIL XI 419, p. 21-30.
Viene esaminata l'iscrizione riminese CIL XI 419, nota dalla tradizione. Si tratta di una dedica posta dai vicani del vicus Cermali a
L. Septimius Liberalis. Il motivo della dedica è rappresentato dai fatto che Settimio Liberale ha effettuato per via testamentaria un
lascito, per cui ogni anno i decurioni e i vicani dei sette vici della città di Rimini possano ricevere tre denari a testa. Il lascito è
garantito dall'obligatio di 21 fundi (la cd. obligatio praediorum), dai quali, però, è stata detratta la sesta parte dai tutori di Settimia
Prisca, figlia di Settimio Liberale, in virtù dei dettami della lex Falcidia. L'iscrizione si conclude con la clausola Lepidia Septimina
(probabile nipote ed erede del testatore) populo concessit. L'esegesi del testo si presenta complessa, a cominciare dalla
problematica menzione di una partem VI lege Falcidia, invece che quarta. Con ogni probabilità, il documente riflette due, forse
tre, fasi successorie, ed è stato redatto e trascritto su pietra a garanzia della rendita finanziaria dei vicani riminesi nel corso del
tempo.
Citer ce document / Cite this document :
Cenerini Francesca. Notizie di economia dall'iscrizione riminese CIL XI 419. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome.
Antiquité T. 109, N°1. 1997. pp. 21-30.
doi : 10.3406/mefr.1997.1975
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1997_num_109_1_1975FRANCESCA CENERINI
NOTIZIE DI ECONOMIA
DALL'ISCRIZIONE RIMINESE CIL XI 419
L'iscrizione riminese esaminata in questa sede è nota dalla tradizione1.
I codici la segnalano concordemente nei pressi della porta S. Andrea, come
molti altri monumenti onorari riminesi che, evidentemente, dalla origina
ria collocazione nel foro cittadino, furono trasportati e riutilizzati in uno
dei tanti momenti di emergenza difensiva che Rimini conobbe tra la fine
dell'età antica ed il Rinascimento2. La attuale porta di S. Andrea o porta
Montanara, infatti, pertiene alla cinta muraria di età medioevale, sistemata
definitivamente alla metà del '200 3.
L'iscrizione ricorda L. Septimius Liberalis, seviro augustale. Non ab
biamo nessuna indicazione precisa sul suo status sociale; non va esclusa la
sua condizione libertina, anche per la non menzione della sua ingenuità in
un documento di carattere ufficiale come questo, comprovante l'impiego di
capitali privati a fini pubblici, esposto nel foro4.
Gli autori della dedica sono i vicarii del vicus Cermali; l'iscrizione è po
sta a L. Septimius Liberalis per un atto di evergetismo che viene spiegato
nel proseguo del testo e su cui soffermerò la mia attenzione tra breve.
Vorrei prima, però, spendere qualche parola sulla famiglia di Settimio
Liberale, che conosciamo da altre iscrizioni e che, penso, sarà utile per de
finire meglio i contorni del nostro testo ed i relativi problemi sociali ed eco
nomici.
Qui, in questa iscrizione, oltre a Settimio Liberale, sono menzionati al-
1 CIL XI 419 = ILS, 6663. Cfr. anche A. Donati, Rimini antica. Il lapidano roman
o, Rimini, 1981 (= Donati 1981), p. 25.
2 Donati 1981, p. 28.
3 Cfr. L. Tonini, Rimini dopo il Mille ovvero illustrazione della pianta di questa
città quale fu specialmente fra il secolo XIII e XIV, testo inedito con introduzione e
commento a cura di P.G. Pasini, Rimini, 1975, p. 121-122.
4 Sulle finalità delle «scritture esposte» cfr. G. Susini, La scrittura e le pietre, in
Storia di Roma, III, 2, Torino, 1993, p. 865-896.
MEFRA - 109 - 1997 - 1, p. 21-30. 22 FRANCESCA CENERINI
tri due personaggi femminili, la figlia Septimia Prisca, rappresentata dai tu
tori (11. 11-12), e la nipote Lepidia Septimina (1. 13).
Da altre due iscrizioni riminesi facciamo conoscenza con il padre di
Lepidia Septimina, nonché marito di Septimia Prisca e, quindi, genero di
Settimio Liberale : sono due titoli onorali5, anche questi noti da tradizione
e segnalati nei pressi della solita porta S. Andrea, che ricordano L. Lepidius
L.f. Proculus, cittadino riminese in quanto ascritto alla tribù Aniense. Si
tratta di un legionario che viene decorato da Vespasiano durante la guerra
giudaica (11. 8-9), combattendo come centurione nella V Macedonica6, e
che raggiunge il primipilato nella XIII legio Gemina (1. 7)7. 1 due monument
i che lo ricordano sono pressoché identici (ci sono lievi differenze nell'im-
paginato, nelle sopralineature e nelle abbreviazioni, sempre che, ovviament
e, la tradizione sia fede degna) ed erano stati dedicati rispettivamente dai
salinatores civitatis Menapiorum e dai salinatores civitatis Morìnorum della
costa della Gallia Belgica. Lepidia Septimina, infaticabile custode delle me
morie e dei beni familiari, ne cura la repositio, come recitano le due ultime
righe del testo.
Perché Lepidio Proculo si è guadagnato la gratitudine - ob merita eius
recitano le iscrizioni - dei salinatores dei Menapi e dei Morini, e quando?
Le pietre non lo dicono. Possiamo solo fare delle ipotesi. Per quando r
iguarda il quando, è già stato osservato8 che è in occasione del centurionato
di Proculo nella VI legio Victrix, di stanza, dopo il 70 d.C, a Novaesium, l'
odierna Neuss, sul limes renano, che si registra il punto di maggior contiguit
à tra la sua carriera militare - almeno in quella a noi nota9 - e la Gallia
Belgica. Già è stata sottolineata l'importanza, fin dalla preistoria, dei «che
mins sauniers10» ed il loro ruolo in occasione della romanizzazione di un
terrritorio, soprattutto la necessità del loro controllo militare da parte dei
Romani attraverso la costruzione di una rete viaria adatta allo scopo. Inol
tre, si deve notare che nel nostro caso agiscono i salinatores civitatis Mena
piorum et Morìnorum, cioè propri di circoscrizioni amministrative della
5 CIL XI 390 e 391.
6 Cfr. E. Ritterling, legio, PW, XII, 2 (1925), col. 1751.
7 Sul personaggio cfr. B. Dobson, Die Primipìlares , Colonia, 1978, p. 214, nr. 91.
'Ibid.
9 È peraltro molto probabile che, stante la lunga carriera militare pregressa, il
primipilato rappresenti in questo caso «un sommet prestigieux» della carriera stes
sa : cfr. J. Kolendo, La perception et l'appréciation d'un statut social. Le cas des primi
pili, in La mobilité sociale dans le monde romain, Actes du Colloque (1988), éd. Ed.
Frézoul, Strasburgo, 1992, p. 161-171 (per la citazione p. 170).
10 Cfr. E. Will, Le sel des Morins et des Ménapiens, in Hommages Grenier, III,
Bruxelles-Berchem, 1962, p. 1649-1657. DI ECONOMIA DALL1SCRIZIONE RIMINESE CIL XI 419 23 NOTIZIE
Gallia Belgica, non semplici collegi di mercatoresn, quasi a rivendicare la
valenza di questo sale quale «prodotto nazionale», come, peraltro, attesta
no i numerosi impianti di dissalazione marina documentati dall'archeolo
gia lungo le coste dell'Atlantico12. La qualità di questo sale è nota anche ogg
i. Mi chiedo se queste iscrizioni non possano alludere anche a qualche at
tività (da parte di Lepidio Proculo) di promozione commerciale del sale
stesso13, ad esempio, ma è solo un'ipotesi, nella conservazione della carne
destinata agli approvvigionamenti delle guarnigioni del limes. È stata di re
cente sottolineata anche l'importanza del ruolo dei civili e della produzione
locale nell'approvvigionamento alimentare delle guarnigioni acquartierate
lungo il limes14.
Un'altra domanda che mi pongo, destinata però a rimanere senza r
isposta, in mancanza di ulteriore documentazione, è se la repositio delle due
iscrizioni onorarie voluta a Rimini da Lepidia Septimina sia una semplice
espressione di pietas filiale, di recupero delle tradizioni paterne, oppure
non sia una abile manovra di pubblicità e quasi «garanzia» delle attività
economiche della famiglia, famiglia che era economicamente impegnata
nei confronti dei Riminesi con la donazione di Settimio Liberale, come ve
dremo tra breve. Già il Kolendo15 ha sottolineato la peculiarità del cursus
militare di Lepidio Proculo, dato che, in genere, un prìmus pilus non ricor
da nelle iscrizioni onorarie ο sepolcrali municipali la eventuale iniziale mi
litanza nei ranghi di una legione (in questo caso miles legionis V Macedoni-
cae); questo confermerebbe, a mio parere, la originaria destinazione mili
tare ο comunque provinciale delle iscrizioni in questione, espressione
epigrafica di un rapporto tra un bene di consumo, il sale, e l'esercito roma-
11 «Salzfabrikanten» li chiama il Dobson (Joe. cit.). Nella discussione seguita a
questa comunicazione il professore Andreau ha espresso l'opinione che i salinatores
civitatis Menapiorum et Morinorum fossero gli appaltatori delle locali saline e che le
comunità designassero un referente pubblico cui potessero fare capo gli appaltatori

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