Propaganda fide e le missioni cattoliche sulla frontiera politica, etnica e religiosa delle Antille nel XVII secolo - article ; n°2 ; vol.109, pg 581-599
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Propaganda fide e le missioni cattoliche sulla frontiera politica, etnica e religiosa delle Antille nel XVII secolo - article ; n°2 ; vol.109, pg 581-599

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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée - Année 1997 - Volume 109 - Numéro 2 - Pages 581-599
Giovanni Pizzorusso, Propaganda Fide e le missioni cattoliche sulla frontiera politica, etnica e religiosa delle Antille nel XVII secolo, p. 581-599 Nel XVII secolo le Piccole Antille, spagnole ma abitate dagli indiani, sono colonizzate da Inglesi, Olandesi e Francesi che vi importano schiavi neri. Con i Francesi arrivano anche i missionari cattolici che si trovano ad agire su una frontiera etnica, ma anche politica e religiosa. A Roma la Congregazione De propaganda fide interviene, contro il Patronato regio spagnolo, in favore delle missioni francesi s soprattutto finanziando l'assistenza religiosa aile minoranze cattoliche irlandesi nelle colonie inglesi. Minore iniziativa, ma costante attenzione, Propaganda mostra per l'evangelizzazione di indiani, neri, ugonotti e ebrei nelle colonie francesi. I conflitti etnico-religiosi (soprattutto con i protestanti inglesi) nelle Antille del Seicento prefigurano l'importanza assunta da questi terni nell'espansione del cattolicesimo in America.
19 pages
Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1997
Nombre de lectures 59
Langue Italiano
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Extrait

Giovanni Pizzorusso
Propaganda fide e le missioni cattoliche sulla frontiera politica,
etnica e religiosa delle Antille nel XVII secolo
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 109, N°2. 1997. pp. 581-599.
Riassunto
Giovanni Pizzorusso, Propaganda Fide e le missioni cattoliche sulla frontiera politica, etnica e religiosa delle Antille nel XVII
secolo, p. 581-599
Nel XVII secolo le Piccole Antille, spagnole ma abitate dagli indiani, sono colonizzate da Inglesi, Olandesi e Francesi che vi
importano schiavi neri. Con i Francesi arrivano anche i missionari cattolici che si trovano ad agire su una frontiera etnica, ma
anche politica e religiosa. A Roma la Congregazione De propaganda fide interviene, contro il Patronato regio spagnolo, in favore
delle missioni francesi s soprattutto finanziando l'assistenza religiosa alle minoranze cattoliche irlandesi nelle colonie inglesi.
Minore iniziativa, ma costante attenzione, Propaganda mostra per l'evangelizzazione di indiani, neri, ugonotti e ebrei nelle colonie
francesi. I conflitti etnico-religiosi (soprattutto con i protestanti inglesi) nelle Antille del Seicento prefigurano l'importanza assunta
da questi temi nell'espansione del cattolicesimo in America.
Citer ce document / Cite this document :
Pizzorusso Giovanni. Propaganda fide e le missioni cattoliche sulla frontiera politica, etnica e religiosa delle Antille nel XVII
secolo. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée T. 109, N°2. 1997. pp. 581-599.
doi : 10.3406/mefr.1997.4505
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1997_num_109_2_4505GIOVANNI PIZZORUSSO
PROPAGANDA FIDE E LE MISSIONI CATTOLICHE
SULLA FRONTIERA POLITICA, ETNICA E
RELIGIOSA DELLE ANTILLE NEL XVII SECOLO
On peut facilement juger si cette admirable diversité
de gens ne remplit pas l'idée la plus vaste qu'un Mission
naire puisse avoir de son employ, et si ceux qui ont prix
plaisir de peindre Saint Xavier, le crucifix à la main, au
milieu d'un tas de visages barbares et diversifiés, n'auront
pas beau jeu s'ils pouvoient lui donner un auditoire
composé de tant de religions, de tant de nations et de tant
de couleurs, que nous voyons icy dans nos églises
(Jean Mongin sj, Martinica, 1679)1
1. L'8 marzo 1622, in occasione della terza riunione plenaria della neo
nata Congregazione «de Propaganda Fide», i cardinali che procedevano al
la suddivisione delle diverse aree del mondo poste sotto la loro giurisdizio
ne, non si soffermarono troppo sul Nuovo Mondo, del quale indicarono
soltanto due zone : Brasile e Indie occidentali2. Con queste due denominaz
ioni geografiche ci si riferiva ai possedimenti americani rispettivamente
del re di Portogallo e del re di Spagna, allora riuniti sotto l'unica corona di
Filippo IV. Come è noto, l'autorità della Santa Sede sulle colonie iberiche
era molto limitata a causa del regime di Patronato regio che, concesso dal
1 Lettres du Pere Mongin. L 'evangelisation des esclaves au XVIIe siècle, a cura di
M. Chatillon, Basseterre (Guadeloupe), 1984, p. 50 (lettera di Jean Mongin al provinc
iale gesuita di Tolosa, Antoine Pagez, Martinica, 10 maggio 1679). Nel saggio ho uti
lizzato le seguenti abbreviazioni : APF : Archivio storico della Congregazione «de
Propaganda Fide»; ARSI : Archivum Romanum Societatis Iesu; CP : Congregazioni
particolari; Memoria Rerum : Sacrae Congregationis de Propaganda Fide Memoria Re-
rum, a cura di J. Metzler, Vienna-Friburgo-Roma, 1971-1976; SOCG : Scritture Ori
ginali riferite nelle Congregazioni Generali.
2 APF, Acta, voi. 3, f. 3rv-5rv : «Regio Brasiliensis» e «India occidentalis seu No-
vus Orbis cum Insulis Philippinis, et Molucchis, et universis Insulis Maris Oceani et
navigationis Hispanorum » . La fondazione della Congregazione da parte di
Gregorio XV risaliva al 6 gennaio 1622, ratificata poi il 22 giugno successivo con la
bolla Inscrutabili Divinae Providentiae.
MEFRIM - 109 - 1997 - 2, p. 581-599. GIOVANNI PIZZORUSSO 582
papa ai sovrani iberici all'epoca della scoperta del Nuovo Mondo e raffor
zato dalle pur controverse interpretazioni regaliste spagnole della fine del
XVI secolo, riservava al re e al Consejo de Indias il monopolio dell'intera
organizzazione della religione3.
Nei primi decenni del XVII secolo, tuttavia, la situazione americana
stava mutando con l'arrivo della nuova ondata colonizzatrice delle potenze
nordeuropee. Inglesi, olandesi e francesi fondarono numerose colonie in
Nordamerica e nelle isole caraibiche (le Piccole Antille), tentando anche a
più riprese di stabilirsi lungo le coste atlantiche del continente meridional
e4. Questi nuovi insediamenti, dei quali si venne lentamente a conoscenza
a Roma, non sottostavano al Patronato. Ciò implicava quindi un rilevante
aumento delle possibilità di Propaganda di esercitare la propria giurisdi
zione in terra americana. In primo luogo, i possedimenti della Francia,
unica potenza cattolica protagonista dell'espansione europea seicentesca,
offrivano un nuovo punto di partenza per la fondazione di missioni presso
le popolazioni autoctone. In secondo luogo, l'entrata sulla scena americana
di Inghilterra e Olanda allargava al Nuovo Mondo quello che costituiva il
compito principale della Congregazione in Europa : la lotta contro l'eresia
protestante e contro la sua diffusione tra gli indiani e i coloni cattolici.
Da un punto di vista giurisdizionale le due aree di nuova colonizzazio
ne (nordamericana e caraibica) si trovavano in due condizioni estrema
mente diverse. Il Nordamerica era infatti una terra di nessuno, non sotto
posta fino ad allora ad alcuna potenza europea5. Le Piccole Antille, visitate
3 Varie bolle papali - dalla Inter caetera di Alessandro VI (3-4 maggio 1493) alla
Universalis Ecclesiae regimini di Giulio II (28 luglio 1508) - definirono giuridic
amente i termini del Patronato iberico, cfr. J. Metzler, America pontificia primi saeculi
evangelizationis (1493-1592). Documenta pontificia ex registris et minutis praesertim
in Archivo Secreto Vaticano existentibus , Città del Vaticano, 1991, p. 71-75 e 104-107
e, per un quadro generale, i saggi di P. de Leturia, Relaciones entre la Santa Sede e
Hispanoamérica, I, Epoca del Real Patronato 1493-1800, Roma-Caracas, 1959.
4 Per una ricostruzione complessiva di questa fase dell'espansione atlantica,
K.G. Davies, The North Atlantic World in the Seventeenth Century, Minneapolis, 1974
e M. Sanfilippo, Europa e America. La colonizzazione anglo-francese, Firenze, 1990;
sulle Antille cfr. Histoire des Antilles et de la Guyane, a cura di P. Pluchon, Parigi,
1982; sul popolamento, H. G. Gemery e J. Horn, British and French Indentured Ser
vant Migration to the Caribbean : a Comparative Study of 17th Century and Labor Mark
ets, in El poblamiento de las Americas. Actas, a cura di M. Pedrero Nieto, Veracruz,
1992, p. 283-299.
5 G. Pizzorusso e M. Sanfilippo, La Santa Sede e la geografia del Nuovo Mondo,
1492-1908, in Genova, Colombo, il mare e l'emigrazione italiana nelle Americhe, Atti
del XVI Congresso geografico italiano, a cura di C. Cerreti, Roma, 1996, voi. II, p. 607-
632; sulla politica della Congregazione in Nordamerica, L. Codignola, Guide des do- LE MISSIONI NELLE ANTILLE 583
già da Cristoforo Colombo nel suo secondo viaggio, facevano parte invece a
pieno titolo dei possedimenti spagnoli. Pur in mancanza di un insediament
o stabile, le isole avevano un importante ruolo strategico e militare cost
ituendo i primi approdi dove rifornirsi di viveri e di acqua per le flotte in ar
rivo dalla Spagna. Dopo la conquista da parte delle potenze europee, gli
spagnoli fecero alcuni infruttuosi tentativi di riconquistarle6. Il riconosc
imento della sovranità delle nuove potenze coloniali da parte di Roma
avrebbe avuto dunque il significato di un'alterazione del quadro politico vi
gente e, dal punto di vista missionario, avrebbe consentito di aggirare l'
ostacolo che il Patronato regio poneva all'attività di Propaganda in America.
Il pericolo di perdere il monopolio missionario era ben avvertito dalla
Spagna che, attraverso il suo autorevole rappresentante in curia, il cardinal
e Gii de Albornoz, aveva tentato di opporsi alla fondazione della nuova
Congregazione, insistendo per escludere formalmente il Nuovo Mondo dal
la sua giurisdizione7. Anche se ciò non avvenne, di fatto Propaganda non
ebbe molta voce in capitolo nelle decisioni riguardanti la chiesa nei territo-
ri effettivamente controllati dalla Spagna. La Congregazione si limitò a rac
cogliere informazioni che dimostravano gli abusi della gerarchla ecclesia
stica e il detrimento arrecato alla religione dalla preminenza degli ordini
regolari spagnoli. A questo essa oppose, soprattutto sotto la spinta del suo
primo segretario Francesco Ingoii, durante il pontificato di Urbano Vili,
progetti - peraltro mai attuati - di costituzione di un clero indigeno, di in
vio di delegati apostolici, di sostegno al clero secolare8.
cuments relatifs à l'Amérique du Nord française et anglaise dans les archives de la Sa<

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