Sollecitazioni metodologiche delle Annales nella storiografia del movimento operaio in Italia - article ; n°1 ; vol.93, pg 419-432
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Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes - Année 1981 - Volume 93 - Numéro 1 - Pages 419-432
Eva Civolani, ~~Sollecltazioni metodologiche délie «Annales» nella storlografia del movimento operaio in Italia~~, p. 419-432. L'incontro tra la storiografia del movimento operaio italiano e le Annales costituisce un fenomeno di data récente. Ostacoli di diversa natura hanno rallentato questo processo : differend tradizioni filosofiche e intellettuali; diversa impostazione di concetti rilevanti, quali quelli di « classe sociale », di «causalite storica», di «modello». La caduta di tali barrière va collegata alla crisi dello stalinismo e soprattutto al nuovo clima storiografico creato dal dibattito sull'industrializzazione italiana suscitato dalla pubblicazione dei volumi di R. Romeo, di A. Gerschenkron e di lavori storici ispirati alla « New Economie History». Attualmente la storiografia del movimento operaio italiano appare caratterizzata da un ampio panorama di studi aperti aile tematiche affrontate dalle Annales : analisi quantitativa dei dati, interdisciplinarietà, indagine storico-antropologica sui ceti subalterni e emarginati.
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Source : Persée ; Ministère de la jeunesse, de l’éducation nationale et de la recherche, Direction de l’enseignement supérieur, Sous-direction des bibliothèques et de la documentation.

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Publié le 01 janvier 1981
Nombre de lectures 87
Langue Italiano

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Eva Civolani
Sollecitazioni metodologiche delle Annales nella storiografia del
movimento operaio in Italia
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 93, N°1. 1981. pp. 419-432.
Riassunto
Eva Civolani, Sollecltazioni metodologiche délie «Annales» nella storlografia del movimento operaio in Italia, p. 419-432.
L'incontro tra la storiografia del movimento operaio italiano e le Annales costituisce un fenomeno di data recente. Ostacoli di
diversa natura hanno rallentato questo processo : differend tradizioni filosofiche e intellettuali; diversa impostazione di concetti
rilevanti, quali quelli di « classe sociale », di «causalite storica», di «modello». La caduta di tali barriere va collegata alla crisi dello
stalinismo e soprattutto al nuovo clima storiografico creato dal dibattito sull'industrializzazione italiana suscitato dalla
pubblicazione dei volumi di R. Romeo, di A. Gerschenkron e di lavori storici ispirati alla « New Economie History». Attualmente la
storiografia del movimento operaio italiano appare caratterizzata da un ampio panorama di studi aperti aile tematiche affrontate
dalle Annales : analisi quantitativa dei dati, interdisciplinarietà, indagine storico-antropologica sui ceti subalterni e emarginati.
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Civolani Eva. Sollecitazioni metodologiche delle Annales nella storiografia del movimento operaio in Italia. In: Mélanges de
l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 93, N°1. 1981. pp. 419-432.
doi : 10.3406/mefr.1981.2599
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1981_num_93_1_25991
EVA CIVOLANI
SOLLECITAZIONI METODOLOGICHE DELLE ANNALES
NELLA STORIOGRAFIA DEL MOVIMENTO OPERAIO
IN ITALIA
La necessità di integrare gli strumenti analitici della storia sociale nel
panorama delle metodologie della storia del movimento operaio e l'esigenza
di superare l'antinomia tra l'analisi delle strutture politiche, partitiche, asso
ciative del mondo del lavoro subalterno e la ricostruzione delle forme di
esistenza sociale, economica, mentale di quest'ultimo, circoscrivono probabil
mente un ambito problematico in cui in questi ultimi tempi si è impegnato un
numero crescente di studiosi.
Sembra in effetti prendere corpo tra gli storici del movimento operaio la
consapevolezza secondo cui il focalizzare precipuamente l'attenzione sulle
frazioni più politicizzate e meglio organizzate dei ceti salariati comporta dei
rilevanti rischi storiografici : innanzi tutto quello di suffragare una pericolosa
assimilazione tra avanguardie e classe operaia; in secondo luogo di trascurare
la conoscenza dei comportamenti, delle mentalità, delle opzioni politiche non
manifeste, delle tradizioni culturali e folkloriche di quei lavoratori che non si
riconoscono nei confini ideologici delle grandi correnti politiche e organizzati
ve del movimento operaio; da ultimo, quello di perdere di vista tutto quell'i
nsieme di strutture collettive di tipo familiare, religioso, culturale, biologico,
ecc. che con il loro disaggregarsi e ricomporsi rappresentano il luogo della
riproduzione sociale dei ceti operai.
Appare certamente problematico tentare di attribuire una data precisa
alla nascita di un tale orientamento storiografico. Già le notazioni di Gramsci
in ordine al problema del folklore delle classi subalterne1 ponevano forse
implicitamente una simile esigenza. Tali osservazioni infatti ci sembra espri-
A. Gramsci, Letteratura e vita nazionale, Torino, 1966, p. 215 sgg. Su tali rilievi
gramsciani, cfr. L. M. Lombardi Satriani, Antropologia culturale e analisi delle culture
subalterne, Rimini, 1976, p. 25 sgg.; A. M. Cirese, Cultura egemonica e culture subalterne,
Palermo, 1978, p. 55.
MEFRM - 93 - 1981 - 1, p. 419-432. EVA CIVOLANI 420
messero il bisogno di procedere ad una disamina delle condizioni storielle di
esistenza del mondo del lavoro che non ne trascurasse i processi di accultura
zione, inculturazione e che, in ultima analisi, si preoccupasse anche di quelle
mentalità non rigorosamente coincidenti con i confini della cultura « ufficiale »
delle formazioni organizzate del movimento operaio. Ma è probabile che una
direzione di lavoro storico orientata in senso non esclusivamente etico-politico
potesse svolgersi con maggiori possibilità di affermazione solo in un ambiente
culturale rinnovato in seguito ai processi di destalinizzazione2. È in questo
nuovo contesto che va presumibilmente ricercata l'origine più recente della
richiesta d'incontro con le diverse scienze sociali e dell'esigenza di un confront
o con le problematiche storiografiche affrontate e dibattute in altri paesi.
Ma fino a qual punto una siffatta tensione al ripensamento dei metodi di
analisi della storia del movimento operaio - di cui prenderemo in esame più
avanti gli aspetti più significativi - si è alimentata ad un ambiente culturale
nazionale ovvero ha tratto, almeno in parte, stimolo dalla riflessione storiograf
ica pluridecennale svolta sulle colonne della rivista Annales?
Per fornire una risposta esaustiva a tale quesito sarebbe necessario
ripercorrere le tappe di sviluppo degli studi sul movimento operaio e sociali
sta in Italia a partire dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri, per cogliere
la misura in cui sia venuta maturando in questo settore storiografico una
scelta orientata ad inglobare le tecniche e i metodi della storia sociale. Una
prospettiva di indagine di così ampio respiro cronologico esce tuttavia dal
limitato quadro di ricerca che ci siamo prefissi con questa relazione. Ci
limiteremo a sottolineare come questo bisogno di rinnovamento sia venuto
sorgendo soprattutto in ambiente culturale marxista a motivo dell'egemonia
esercitata nel campo degli studi di storia del movimento operaio e socialista
- durante il ventennio postbellico - da parte di studiosi che facevano rifer
imento ai principi del materialismo storico (G. Manacorda, F. Della Peruta,
G. Bosio, R. Zangheri, P. Alatri, S. F. Romano, E. Ragionieri, ecc.) e in ragione
della forte presenza dell'insegnamento gramsciano che non solo forniva gli
strumenti gnoseologici per superare la pregiudiziale ostilità dello storicismo
idealistico italiano nei confronti dell'applicazione sui fatti storici di metodi
generalizzanti e astraenti (al fine dell'individuazione di serie tipologiche di
avvenimenti, di leggi di tendenza), ma anche offriva utili indicazioni metodi
che per affrontare l'analisi del blocco dei rapporti ideologici tra le classi e la
genesi delle concezioni del mondo delle classi subalterne.
2 Sull'argomento, cfr. L. Valiani, Questioni di storia del socialismo. Introduzione,
Torino, 1975. METODOLOGICHE DELLE « ANNALES » 42 1 SOLLECITAZIONI
Tuttavia l'avvio di un vero e proprio processo di rifondazione dell'appara
to concettuale della storia del movimento operaio ha conosciuto soltanto un
limitato sviluppo e sul piano della ricerca concreta i più brillanti risultati si
sono avuti grazie all'incontro tra la storia del movimento operaio e quella
dell'economia - penso, per fare soltanto qualche esempio, ai lavori di E. Sere
ni sulle campagne dell'Italia postunitaria3, alle ricerche di P. Secchia sulla
classe operaia tessile del biellese4 -, mentre è mancato un approccio alle altre
scienze sociali secondo quanto è stato preconizzato dalla scuola delle Annales.
Eppure la tradizione filosofica gramsciana avrebbe potuto rappresentare un
terreno di possibile confronto della storiografia del movimento operaio con
questa corrente della cultura storica francese che dell'interdisciplinarietà della
ricerca ha fatto uno dei cardini della sua riflessione metodologica. In partico
lare un tale confronto avrebbe potuto realizzarsi sul tema delle mentalità,
della loro formazione e diffusione, argomento sul quale si focalizzavano in
larga misura gli interessi teorici di entrambi e su cui esisteva una possibile
convergenza metodica, tenuto presente che né in Granisci5 né in L. Febvre,
M. Bloch ο negli altri autorevoli collaboratori delle Annales, quali G. Duby,
J. Le Goff, E. Le Roy-Ladurie, ecc. esisteva ο esiste una rigida assimilazione
tra i confini sociali delle «mentalità collettive» e i contorni delle classi6.
In realtà un simile incontro è stato molto ritardato a causa di una
complessa serie di motivazioni di ordine politico e culturale. Limitandoci a
trattare quest'ultimo aspetto del problema, si deve precisare come le diverse
impostazioni metodologiche e i differenti riferimenti filosofici e intellettuali
- Marx, Labriola, Lenin, Granisci per gli storici italiani del movimento oper
aio; Durkeim, Vidal de la Blache, Bergson, Simiand (per non fare che qualche
nome) per gli storici delle Annales7 — hanno probabilmente ostacolato un
3 Mi riferisco in particolare a E. Sereni, // capitalismo nelle campagne (1860-1900),
Torino, 1966.
4 P, Secchia, Capitalismo e classe operaia nel centro laniero d'Italia, Roma, 1960.
5 Cfr. L. Gallino, Granisci e le scienze sociali, in AA.VV., Gramsci e la

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